Archivi del mese: Febbraio 2007

ACAB 6a puntata

…pensieri e parole 2

Ed è così che ogni giorno sui quotidiani compaiono in splendida successione gli episodi di violenza che condiscono lo sport più amato dagli italiani e non solo. Ci si azzuffa per poter dare per primi la news del giorno, si fà a gara per poter raccontare, spesso faziosamente, una sparatoria nelle categorie minori in Francia o una rissa in campo e fuori in Inghilterra. Sì, l’Inghilterra, quella da prendere come “esempio”, quella da emulare, quella dove chi commette un reato sconta l’intera pena, non come in Italia. Mi verrebbe da pensare che se si rispettasse questa linea… di condotta, di Deputati al proprio posto ce ne sarebbero pochi, anzi pochissimi! Ogni giorno pagine e pagine di notizione da gustarsi molto lentamente, contemplando il mondo pallonaro ed infangando e colpevolizzando sempre la stessa “parte marcia”. C’è chi in questo momento cavalca l’onda, chi cerca di ingrossare il portafoglio e risponde al nome di Stefano Calvagna, regista che a giorni comincerà le riprese di “Appunti sull’anima”, un film che racconta di un ultras che dopo aver ucciso un giovane tifoso avversario, scappa al Nord, iniziando una vita da latitante. La cosa ancor più agghiacciante è che lo stesso Calvagna afferma di essere stato lui stesso un ultras, un ultras della Nord laziale, ora pentito del proprio passato, ma il mio istinto mi dice che dopo questa geniale trovata farà la misera fine di Claudio Amendola, ripudiato dal CUCS! Due esempi di moralismo ignorante, e affarista.

A quasi un mese da quel venerdì ancora non ci è stato mostrato e dimostrato nulla… per ora “solo” arresti, perquisizioni, abusi e un capro espiatorio servito su un vassoio, anzi su un water! Ci si è fermati per Raciti ma si è chiuso un occhio per Licursi, ma nessuno ha osato parlare, nemmeno oggi, giorno tristissimo per chi ama il cacio…sì, perchè ieri Domenica 25 Febbraio allo Stadio San Filippo di Messina un uomo di 71 anni ha perso la vita. Amava la sua squadra, la sua città, quel giallo e rosso messi insieme su una casacca, ed è per loro che è morto, per l’immenso amore che provava per il Messina. Al 47′ del secondo tempo, in concomitanza con il gol di Alvarez che ha dato i 3 punti alla squadra dello stretto, l’uomo si è accasciato su un seggiolino della Tribuna B ed a nulla sono serviti i soccorsi! Nessuno parla, nessuno informa, nessuno “urla al vento”, i giornali celano o raccontano in 2, massimo 3 righe! Si era detto che “non si può morire per una partita!” e mi domando se ora fermeranno nuovamente i campionati, ma chissà perchè sento di avere già la risposta pronta!!!

 

TheShowmustgoon!

Vittoria con dedica

Al nostro indimenticabile fratellone Antonio Iacuele naturalmente. Tre reti, tre punti in più in classifica ed un "salto" notevole che ci permette di allungare su Colleferro, Anitrella e Nettuno. Una vittoria molto importante che tra l’altro ci avvicina alla Viribus e ci rimette in scia della sorprendente VisArtena: due formazioni che, al pari dei giovani neroverdi ciociari, dovranno farci visita all’ArnaleRosso. Situazione, dunque, in netto miglioramento, nel pomeriggio che, nonostante una pioggia torrenziale, è stato dedicato al ricordo del grande Capacchione. Il suo nome riportato su di uno striscione posto davanti a quella che si spera possa diventare l’area della sua curva, la squadra a rendervi onore con la deposizione di un mazzo di fiori e la città coinvolta in una raccolta firme che prosegue con ottimi riscontri in termini di partecipazione e consenso. Una domenica davvero emozionante vissuta in un contesto cinematografico: il cielo nuvoloso che ha accolto i nostri boati ed ha riportato tutto alle orecchie di Antonio. Evidente sul volto di molti la commozione e la rabbia per una morte che ancora oggi, a due anni di distanza da quel tragico 2 Febbraio 2005, nessuno vuole accettare. La morte di uno di noi, un fondano verace che ha saputo trascinare le folle, ha saputo farsi voler bene da tutti, ha avuto il coraggio di affrontare la vita senza perdere nemmeno per un istante la voglia di sfidare il destino. Inevitabile allora che una persona come Antonio Iacuele lasci un vuoto enorme nel cuore di chi l’ha conosciuto ed amato, logico che i suoi concittadini si adoperino per ricordarlo, sempre e ovunque. E proprio in tal senso la nostra iniziativa ultima vuole raggiungere la sensibilità di ognuno per rendere onore ad un figlio di Fondi.

Nemmeno le peggiori condizioni climatiche possibili riescono a farci desistere, e, nonostante gli spalti non siano così assiepati come speravamo, il tributo a Capacchione coinvolge tutti. Chi, come noi, se ne frega altamente del nubifragio e sfodera il proprio repertorio di cori e battimani senza badare ad evitare febbre e raffreddore, chi sotto un ombrello non fa però mancare la propria adesione e firma per “Curva Antonio Iacuele”, chi a fine gara corre a trovarlo per salutarlo a nome dello Stadio intero. Emozioni che rendono indimenticabile quello che per il resto della città è stato un pomeriggio come tanti, classico di inverno inoltrato. Ebbene la perseveranza della piccola grande famiglia degli Old Fans supera anche questo ostacolo e, puntando sulla collaborazione di chi ha davvero a cuore l’eventuale costruzione di un settore proprio per gli ultras fondani da dedicare al compianto Antonio, viene premiata con la massiccia condivisione che la proposta sta riscontrando nei pub, in piazza e tra le più diverse generazioni. A dimostrazione del fatto che non si tratta di “un capriccio di pochi” bensì di “un comune sentire”, in attesa che dalle stanze del potere arrivino chiarimenti e risposte positive, dopo decine e decine di solleciti e richieste di incontri che forse ancora attendono lettura, chissà. Un letargo così lungo non lo si vede nemmeno nei cartoni di Yoghi e Bubu, signori… ed il guaio maggiore è che qui “non si vede niente”!

E proprio perché Capacchione è sempre sinonimo di sorriso e goliardia non poteva mancare il siparietto con l’inossidabile “giornalaio”, l’intrusione scock nella telecronaca (parolona!) dell’incomprensibile ma simpaticissimo GianGabriele, le battute al vetriolo per il superstite di Robertino abbandonato al suo triste destino senza nemmeno una voce da poter abbinare alle sue riprese. Non ci siamo fatti mancare proprio nulla, è vero, è stata una domenica speciale in ogni senso. Indimenticabile anche per i nostri indumenti, ancora oggi stesi alla ricerca di un po’ di sole, indimenticabile per un sintetico che, forse a causa di una manutenzione non proprio perfetta, sta iniziando a perdere colpi, indimenticabile per coloro che, credendo di trovarsi al DriveIn, hanno goduto al calduccio seguendo la partita dal sedile di un’auto. Potevano attrezzarsi meglio, magari prendendo sù una dolce intrattenitrice: non c’avranno pensato, troppo concentrati nell’ascolto di “Tutto il calcio minuto per minuto”. In diretta forse col “Barbera” di Palermo per verificare se davvero gli ultras rosanero avessero chiesto “un’altra Catania” o se intendessero solamente dire che odiano “il Calcio Catania”, oppure intenti nell’individuare coloro che, in diverse curve, hanno scelto di fischiettare durante il minuto di raccoglimento in memoria di Licursi e Raciti ma non per mancanza di rispetto per la loro morte bensì per protestare contro l’ipocrisia di chi ancora una volta ha dimostrato di gestire il calcio secondo logiche di business fregandosene altamente della passione del popolo e delle vere problematiche dello sport più amato dagli italiani… leggasi allora pay-tv, palinsesti vincolanti, repressione, "Calciopoli", designazioni pilotate, stipendi stellari, fair-play dimenticato, cultura della sconfitta, dirigenti imputati per frode sportiva che continuano ad imperare. E fermiamoci qui per oggi!

L’ora X, come si dice in questi casi, sta per arrivare: ancora poche ore e verrà fuori il vero volto degli avvoltoi in doppio petto. Euro 2012 assegnata alla nostra nazione ed inizierà il vero spettacolo circense. Se fossimo ibernati da circa un ventennio, dalla finale dell’Olimpico di Italia ‘90, e ci svegliassimo tra pochi giorni, non ci accorgeremmo di nulla: le differenze sarebbero forse solo climatiche. Stessi personaggi, stesse pretese, stesse ambizioni, stesse casse da riempire di “cammelli”, come direbbero a Roma. E noi, la parte pulita, coerente, pura di questo show, ridotti al ruolo di comparse, vittime predestinate di una fine annunciata. Un “the end” che arricchirà i vari Petrucci, Matarrese, Pancalli, Carraro, Pescante, e chi più ne ha più ne metta. Ed ancora vi chiedete perché non molliamo? Vogliamo lasciare il calcio in mano a questi soggetti? Vogliamo che uccidano la nostra passione? Vogliamo far finta di nulla e permettere che calpestino quanto di buono e costruttivo tante realtà ultras portano avanti? No, assolutamente no. Noi la nostra scelta l’abbiamo presa… dritti per la nostra strada, al di là del bene e del male. Fiduciosi che qualcosa possa cambiare, convinti che “non siamo uomini d’oggi, siamo nati in un tempo sbagliato”.

Finché Vivrò #12

Finché vivrò…

Dodicesima pubblicazione stagionale per la fanzine degli ultras fondani dedicata naturalmente al ricordo del grande Capacchione. Tributo doveroso, quindi, in occasione della gara interna al cospetto dell’Impero Romano, slittato per i motivi che tutti conosciamo, nel secondo anniversario della prematura scomparsa di Antonio.  Battesimo ufficiale poi per la petizione che coinvolgerà tutta la città al fine di raccogliere maggiore consenso possibile attorno alla proposta degli ultras rossoblu relativamente alla costruzione di un proprio settore da intitolare appunto ad Antonio Iacuele. Chiudono la fanza, come sempre, i commenti alle ultime due gare, quella interna col Cecchina e la trasferta sfortunata di Frascati, i numeri di questo avvincente campionato ed alcune immagini della nostra presenza-sostegno.

Anno IV – Dodicesimo Atto

…dicesi BAGARRE

E si torna da Frascati a mani vuote, come da copione verrebbe da aggiungere. Ancora una volta il Fondi formato trasferta lascia a desiderare, ed a fare bottino pieno sono i padroni di casa. Col minimo sforzo, un calcio di rigore ci condanna ad una nuova sconfitta esterna, la settima stagionale lontano dall’Arnale Rosso. Una consuetudine che speriamo non possa pesare più di tanto sull’esito finale di questa tortuosa ed intrigante sfida per la salvezza! Una battaglia che oramai vede impegnate ben nove formazioni, se proprio vogliamo escludere il pericolante Impero Romano distaccato di diversi punti dalla zona play-out e destinato probabilmente alla retrocessione diretta in Promozione. Quello stesso Impero Romano che ci farà visita nella quinta giornata del girone di ritorno, nella nostra tana: vera roccaforte in ottica classifica, visto che la stragrande maggioranza di punti raccolti sono venuti fuori dalle gare interne. Davvero una bagarre quindi, con continui e reciproci sorpassi, ed allora i pareggi, che in altre situazioni potrebbero soltanto “fare morale”, qui divengono mezze vittorie, se portati via da partite proibitive. Gli scontri diretti, quelli sì, rappresentano la priorità per ognuna delle squadre coinvolte. E di scontri diretti il mese in corso sarà ricchissimo: prima l’Impero Romano, poi la trasferta a Nettuno e, per finire, il turno casalingo che ci opporrà all’Anitrella. Trittico di ferro che solo tirando fuori gli attributi può essere superato a pieni voti.

L’atmosfera è proprio simile a quella che si respira nei colossal di stampo imperiale, con tanto di gladiatori e sovrani, pubblico ad innescare la vittoria di uno e la sconfitta dell’altro. Il clima di una corrida? Beh, poco ci manca. Si tratta davvero di una sfida al massacro, e solo pochi saranno i superstiti. Gli altri dovranno soffrire le pene dell’inferno per salvarsi in extremis durante gli spareggi per non retrocedere, altri ancora diranno addio (o arrivederci) all’Eccellenza. Se fossimo allenatori che devono assegnare le maglie ai titolari la frase sarebbe fatta: nove giocatori per tre casacche, gli altri sei dritti dritti nel calderone. Tutto ha il sapore di una battaglia all’ultimo sangue, sportivamente parlando naturalmente. Ed è così che anche chi fino a poche settimane fa sembrava spacciato è tornato a ruggire, a far sentire il fiato sul collo ai diretti avversari. Leggasi Nettuno, reduce da una serie positiva di tutto rispetto, e formazione che ci ospiterà nel prossimo fuori-porta. Bagarre vera e propria, che praticamente risucchia mezzo girone, a testimonianza dell’assoluto livellamento in basso del torneo rispetto alle passate stagioni. Forse sì, corrisponde a verità che di rose attrezzate al salto di categoria ce ne sono in più dello scorso campionato, ma è pur vero che a conti fatti non esiste un divario tecnico-tattico incolmabile tra le prime della classe ed il resto del gruppo, per dirla in termini ciclistici. Le battistrada hanno solo apparentemente fatto il vuoto alle loro spalle, ma a far parlare sembra siano più gli ambienti extra calcistici che non quelli strettamente legati ai risultati del campo.

Contesto che permette sì di sovvertire pronostici, giocarsi a viso aperto anche quelle partite che gli addetti ai lavori danno come “turni interlocutori”, ed è per questo che dalla domenica mattina ai castelli ci saremmo aspettati qualcosa in più dagli undici in campo. Troppo timorosi no, perché nei primi venti minuti è stata più l’eccessiva sicurezza che altro a negarci la gioia di passare in vantaggio. Arrendevoli dopo il rigore frascatano questo sì, poco incisivi sottoporta come avviene da tempo, poco convinti sui contrasti, come se il risultato finale importasse poco, mah. Una giornata sottotono può anche starci, ci mancherebbe, e quindi l’importante sarà ripartire subito con la marcia giusta per affrontare un Febbraio caldissimo, rovente. D’altronde se ci avessero detto qualche tempo fa che saremmo tornati da Frascati senza toccare il pallottoliere avremmo esultato, quindi dobbiamo ripartire dalla prestazione fornita allo Stadio “Otto Settembre” per superare gli errori commessi ed affinarci nelle azioni offensive, perché la situazione non permette di buttare al vento possibili punti con svarioni o conclusioni affrettate. Le note liete non sono però mancate: su tutte il ritorno di Monforte e DiBiasio, la condizione fisica dei ragazzi e la tenuta difensiva. Punti fermi, si spera, da qui a fine stagione. Aspetti positivi che entrano in collisione con quello che è stato un passo indietro sul piano del gioco, sotto il profilo agonistico e, purtroppo, tatticamente. Non per via di un atteggiamento sbagliato o una errata disposizione in campo, bensì per la superiorità della squadra avversaria, capace di attaccare con soli tre uomini e mettere in apprensione tutta la nostra retroguardia nonostante l’inferiorità numerica corresse a nostro favore.

Le due occasioni clamorosamente sprecate, un paio di interventi provvidenziali dell’estremo difensore frascatano ed eccoci servito l’uno a zero finale… risultato negativo che non ha scoraggiato la ciurma rossoblu presente anche sui gradoni dell’impianto castellano. Rumorosa, colorata e ben assortita ha apprezzato il gesto di diversi giocatori che, al triplice fischio finale, hanno rivolto applausi ai fondani al seguito: passo in avanti rispetto al passato, quando in caso di sconfitte in molti preferivano correre sotto la doccia. Un segnale di maturità che salutiamo con piacere. Come d’altronde la bella accoglienza che i ragazzi di Frascati hanno voluto riservarci, con tanto di brindisi e la promessa di rivederci presto per un gradevole match mangereccio in uno dei tanti ristoranti della zona. Una domenica tutto sommato divertente, anche grazie al graditissimo ritorno in auge di alcune facce toste. Una domenica che ci ha ridato il calcio giocato e che noi abbiamo voluto ricordare con un volantino provocatorio per ribadire che “al di là del bene e del male… ultras è uno stile di vita, ultras è vita”. Avanti rossoblu, gli ultras del Fondi non mollano mai.

Vita da Hooligan

VITA DA HOOLIGAN
di Donal MacIntyre
1999

Più che un film, uno stralcio di realtà. Un anno di vita reale trascorso alle calcagne dei leaders dei "Chelsea Headhunters". Un anno trascorso in incognito pur di metter su un "pezzo degno di nota" e cercare in tutti i modi di venire a conoscenza dei segreti della firm, riuscendo a registrate perfino una sottospecie di confessione di un reato di Andy Frain, da tutti conosciuto con l’appellativo "Nightmare", ovvero "incubo"! Il "geniale" autore dell’infamata è Donal MacItnyre, noto giornalista undercover, che ormai da anni lavora per la BBC, sottoprotezione e sotto falso nome a causa dell’enorme quantità di minacce ricevute dalle vittime dei suoi scoop giornalistici. MacIntyre comincia la sua grande opera di immedesimazione in un hooligans recandosi in Francia per assistere ai Mondiali, dove le firms inglesi non perdono certo tempo nel mettersi in mostra, anche dopo l’uscita di scena della propria Nazionale dalla competizione. Il giornalista resta colpito dall’organizzazione e la violenza degli hooligans e decide così di entrare nelle grazie di Jason Marriner, uno dei leaders degli Headhunters. Dapprima diventa suo vicino, poi, fingendosi benefattore lo aiuta ad eludere i controlli dei bobbies e gli organizza la trasferta a Copenhagen, dove assiste alla gara proprio al suo fianco. La giustizia esiste, e proprio fuori un pub della città danese, il "povero" MacIntyre assaggia un pò di "calci&pugni" dei ragazzi di casa. Marriner, nel frattempo, abbandona la primordiale diffidenza verso Donal e lo introduce nell’ambiente hooligans, facendolo conoscere agli altri lads. Purtroppo non sà cosa lo aspetta! Infatti, dopo una manifestazione del Combat 18 (Movimento Nazionalista Inglese) a cui partecipa anche la divisione degli Headhunters, con Marriner e Frain in prima fila, i facinorosi vengono segnalati ed arrestati. L’accusa cade perchè il reato commesso è di lieve entità, ma le immagini e le intercettazioni raccolte da MacIntyre vengono acquisite come prove fondamentali dai giudici e molti Chelsea vengono arrestati. Questa, la misera "vittoria" del Signor MacIntyre!!!


GIUDIZIO:…pienissimo di banalità e luoghi comuni! Patetico MacIntyre quando dice che senza tatuaggio non si è accettato, oppure quando fuma la sigaretta in quel modo da sembrare un cartone animato! L’unico pregio di questo documentario andato in onda sulla ormai defunta Tele+ è quello di mostrare da vicino gli Headhunters…il resto è noia!


VOTO:5…senza parole!

Gianluca Signorini

UNO di NOI

Eccovi il quarto atto della rubrica più amata dagli ultras. Dopo Iacovone, Meroni e Curi, un altro grande uomo rimasto nei cuori e nella mente di chi vive 7 giorni su 7 per la propria passione. A voi, monsieur Gianluca Signorini.


Gianluca Signorini

Nasce a Pisa il 17 marzo del 1960, professione libero, interprete di un calcio dal volto umano, Signorini esordì nel campionato di Serie C1 nelle file della squadra della sua città. Forgiò il suo temperamento difensivo sugli infuocati campi della Serie C, da cui, dopo una lunga, onorevole e faticosa gavetta, spiccò il volo verso la prima serie. Militò nel Pietrasanta, quindi nel Prato e per due stagioni nel Livorno, in una piazza allo stesso tempo calda ed esigente, in particolar modo nei confronti di un pisano doc come lui. Nell’83/84 fu prelevato dalla Ternana e con i rossoverdi raggiunse la salvezza in extremis. Pur giocando in squadre di bassa classifica riusciva a mettersi comunque in luce, non abbastanza però per fare il tanto sospirato salto di categoria.

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Nell’estate del 1984 si guadagnò l’interessamento della Cavese, che, retrocessa in C1, guardava con particolar attenzione a quei giovani di talento che volevano mettersi in evidenza. Era la prima volta che Gianluca andava a militare in una formazione del Sud Italia, anche se nel girone meridionale era conosciuto discretamente, in quanto sia il Livorno che la Ternana avevano giocato nel Girone B della C1. Nonostante la discesa dalla B alla C, Signorini trovò ad ogni modo a Cava de’ Tirreni un pubblico ancora attaccatissimo, come suo solito, alla vicende della squadra del cuore. Non fu un caso che gli osservatori di una squadra emergente come il Parma lo notassero. I ducali, pilotati da un certo Arrigo Sacchi, decisero di affidarsi al giovane libero della Cavese. Con il tecnico di Fusignano, Signorini si espresse benissimo, ottenendo la tanto sospirata promozione in Serie B, e tra i cadetti, nell’86/87, si permise il lusso di estromettere il Milan dalla Coppa Italia. Successo che valse a Sacchi l’approdo sulla panchina dei rossoneri. Anche Signorini comunque raccolse i frutti di quella stagione straordinaria e nell’87/88 fu ingaggiato dalla Roma dell’altro maestro della zona e cioè Nils Liedholm. La stagione nella capitale non fu fortunatissima, ma Signorini si era guadagnato i favori e le attenzioni di molti estimatori. Fra tutte quelle del neo-allenatore del Genoa Franco Scoglio, che era in rotta di collisione con il suo libero Biagini ed aveva chiesto insistentemente a Spinelli l’ingaggio di Gianluca Signorini, che la Roma stava ormai cedendo. Il professore, folgorato da questo ragazzone nato sotto la torre pendente, dichiarò:"Datemi Signorini e andiamo in A con 50 punti!". Arriva Signorini ed arriva anche la Serie A per i grifoni, ma con 51 punti, per la gioia del popolo genoano. Scoglio vinse la sua scommessa con Signorini, che fu subito il capitano e il trascinatore del Genoa verso la Serie A. Il libero rossoblu entrò in squadra titolare nel settembre dell’88 e non ne uscì più per sette lunghe stagioni.

Intanto negli ambienti del calcio italiano si diffonde una voce non trascurabile e di un certo peso. Infatti, a Milanello durante gli allenamenti Arrigo Sacchi impartisce a Franco Baresi, il miglior libero del mondo, lezioni tattiche sull’interpretazione del ruolo da parte di Gianluca Signorini. In pratica Sacchi suggerisce allo "straordinerio" Baresi di ispirarsi al libero genoano. Un riconoscimento che vale più di palloni d’oro e contratti miliardari. Con il Genoa divenne un giocatore simbolo e idolo della curva. Scoglio e poi Bagnoli lo promossero luogotenente sul campo e con questi gradi il 18 marzo del 1992 espugnò con il Grifone l’Anfield Road di Liverpool. Rimase in rossoblu fino al ’95, quindi nel 1996 andò a chiudere la carriera nel Pisa in Serie D, dopo aver giocato 201 partite in A con 6 gol, 72 e 3 reti in B, 184 e 6 gol in C1, 29 ed 1 in C2, 30 e 3 in D, 46 sfide di Coppa Italia e 10 gare di Coppa UEFA.

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Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, intraprende l’attività di dirigente nei quadri proprio del Pisa, ma non è altro che l’inizio del calvario. Signorini si scopre affetto dalla SLA, sclerosi amiotrofica multipla, o meglio conosciuta come morbo di Lou Gerhig. Una malattia che praticamente immobilizza lentamente e sempre più gravemente i muscoli del corpo. Gianluca vorrebbe reagire come ha sempre fatto sul campo, da capitano, con la grinta, alla sua maniera, ma il male avanza impetuoso, senza scrupoli, ed il libero si stringe alla moglie Antonella ed ai suoi quattro figli, Alessio, Benedetta, Andrea e Giulia. "Signorini fa piangere il calcio", titola un giorno La Repubblica, rivelando al mondo del calcio e non solo il suo male ed il 24 maggio del 2001 il Genoa organizza una serata in suo onore. Lo accompagna l’intera famiglia, il Marassi è stracolmo come in una partita di campionato, Signorini è in lacrime. Il 6 novembre del 2002 il capitano muore, a 42 anni, dopo tante indimenticabili battaglie. Lascia un vuoto incolmabile come calciatore e soprattutto come uomo. Nel mondo del calcio che spesso esalta, ma che con la stessa facilità dimentica, Gianluca è sempre vivo nel cuore di tutti, capitano di mille battaglie e protagonista di un calcio antico e dal sapore leale. Un grande giocatore, ma soprattutto un grande uomo. Difensore arcigno, possente e combattivo, vederlo giocare era una goduria per gli amanti del calcio. Con la casacca numero 6 ha scritto pagine indimenticabili della storia del Genoa e proprio per questo motivo, la società rossoblu deciderà di ritirare per sempre la sua maglia.The image “http://album.foto.alice.it/MmY3NTczNjU3MjczMmY3NjY5NzI3NDc1NjE2YzVmNzU3MzY1NzI3MzJmNjY2Zjc0NmY3MDcyNjU3NjY5NjU3NzJmMzEzOTMyMmY2NjY1NmU2ZjZkNjU2ZTZmMzEzOTM4MzE0MDc0Njk2ZTJlNjk3NDJm/medium_000130aa2dbddb9856f75cea414ccdc4/view_foto.php” cannot be displayed, because it contains errors.

ACAB 4a puntata

Dedicato a tutti quelli che



credono ancora di…
poter cambiare il Mondo!

Avevamo un sogno, ed avevamo anche i mezzi per raggiungerlo, eravamo in grado di realizzarlo, era lì, ad un passo da noi, ma come sempre accade, ci hanno svegliato sul più bello! Cercheremo allora di essere come prima, faremo sì del tutto per non cambiare, non andremo via, non scapperemo con la coda tra le gambe mai, rimarremo lì, al nostro posto, sui gradoni di una tribuna qualunque e se ce lo permetteranno, ricominceremo a sognare… Noi eterni sognatori!!!

ACAB 3a puntata

…pensieri e parole
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…pensieri e parole


In questi momenti che seguono un avvenimento così tragico, in molti hanno preferito “chiudere”, altri hanno scelto invece la via dell’omertà, altri ancora si chiedono se sia il caso di andare avanti per la propria strada, tradendo il proprio pensiero ed il proprio ideale! Noi NO! Noi non ci leghiamo a questa schiera, non rinneghiamo, non cerchiamo certo scuse, non attraversiamo il fiume per dirigerci verso l’altra riva, non siamo voltagabbana, non abbiamo scelto questo movimento per moda, ma lo abbiamo fatto perchè in esso ci rispecchiamo, al costo di essere considerati “la parte marcia”! Se ciò che ci gira attorno è il BENE, noi vogliamo essere il MALE! Siamo abituati a vestire i panni del colpevole, in ogni caso, anche se la realtà è ben diversa da ciò che i media vogliono farci credere! Oggi, di sicuro non c’è nulla, di sicuro però c’è solo l’ennesima vittima del calcio, servita su un piatto d’argento sul tavolo dei telespettatori, vogliosi di assaggiare questa prelibatezza! Parlano, criticano, puntano il dito, ma domandategli perchè solo un’ora dopo l’accaduto una delle reti nazionali si dimenava per poter cambiare il palinsesto ed inscenare uno speciale a base di perbenismo per raggiungere i picchi massimi dell’audience! Ciò che sconvolge è la facilità con cui queste marionette parlano di argomenti mai trattati come se fossero a conoscenza del contesto in cui si sono svolti i fatti! Parlano di bombe carta, di pietre, di scontri e di teppisti (indovinate chi!)… C’è chi scrive, chi incolpa, chi giudica, e chi, pur di impressionare i lettori, mette su una trama degna del miglior film horror…

E’ proprio vero, è la vittoria dei moralisti, di coloro che nemmeno tanti giorni fa, hanno letto di striscio il trafiletto che parlava del Dirigente morto in campo, ma che adesso ben evidenziano con il pennarello il titolone dei quotidiani. Sì, rispetto per chi non c’è più, per chi lascia una moglie e due figli, ma rispetto per tutti, senza differenze, senza tralasciare chi “cade” dall’altra parte della barricata, senza dimenticare le vicende di Paolo, Gianluca e Julien, solo per citare gli ultimi casi! Lo sappiamo che queste righe daranno fastidio a molti, ma se vogliamo trovarne un lato positivo, diciamo che “andranno ad ingrossare le fila dei nostri nemici”. Ho visto camionette scorazzare tra le persone con il forte rischio di investirle, ho visto manganelli roteare, ho visto persone inermi “pagare” loro per i colpevoli, ma chissà perchè in pochi sono riusciti a vedere ciò che i miei occhi hanno visto! Questa mattina, leggendo un quotidiano sportivo, abbiamo cercato di ricavare dalle parole dei moralisti di turno il loro reale pensiero e ne siamo rimasti disgustati, se a ciò si aggiungono tutte le inesattezze riportate sul quotidiano si raggiunge la soglia del grottesco:

G.M.: “Nuovi stadi e nuove regole per ripartire bene” …ovvero… “Non vedo l’ora di intascare qualche bel soldone”

A.M.: “Bisogna evitare la degenerazione dello sport” …ovvero… “Meglio che la degenerazione avvenga in altri contesti, ad esempio sul lungomare”

L.P.: “Così non si va più avanti, questo non è sport” …ovvero… “Meglio il doping, il calcioscommesse e i papponi del calcio”

N.P.: “E’ sconvolgente, sono pronto anche a lasciare” …ovvero… “Fatemi prima guadagnare qualcosa con qualche plusvalenza e poi vi giuro vado via”

G.N.: “Infangato il Paese” …ovvero… “Non ci bastava già avere la nominata?”

S.C.: “Il calcio deve fermarsi per un anno” …ovvero… “Dateci il tempo di ridiscutere i diritti TV così almeno il guadagno è doppio”

-“…in Inghilterra hanno sconfitto la violenza!” Non sanno cosa dicono… la settimana scorsa scontri tra tifosi prima, durante e dopo  la gara Wolverhampton – West Bromwich Albion!

-“…c’è chi giura di aver visto diversi tifosi del Catania impadronirsi dei gas della Polizia per spararli a loro volta!” …ci spiegate come si fà a sparare un gas se non si ha l’arma preposta?

-“…l’agente è morto perchè colpito in faccia da una bomba-carta!” …se una bomba-carta ti esplode in faccia, non hai neppure il tempo di dire l’ultima preghiera, invece accade che i colleghi dello sfortunato poliziotto giurino di averlo sentito pronunciare le seguenti parole dopo essere uscito dalla camionetta: “Nulla di grave, sto bene!”

-“…la bomba-carta gli è esplosa in faccia!” …dobbiamo pensare che l’abbia presa in mano ancora inesplosa e se la sia messa a guardare fino alla deflagrazione!

Ma come dicevamo prima, parlare non serve a nulla, a quello ci pensano i MORALISTI!