…pensieri e parole 2
Ed è così che ogni giorno sui quotidiani compaiono in splendida successione gli episodi di violenza che condiscono lo sport più amato dagli italiani e non solo. Ci si azzuffa per poter dare per primi la news del giorno, si fà a gara per poter raccontare, spesso faziosamente, una sparatoria nelle categorie minori in Francia o una rissa in campo e fuori in Inghilterra. Sì, l’Inghilterra, quella da prendere come “esempio”, quella da emulare, quella dove chi commette un reato sconta l’intera pena, non come in Italia. Mi verrebbe da pensare che se si rispettasse questa linea… di condotta, di Deputati al proprio posto ce ne sarebbero pochi, anzi pochissimi! Ogni giorno pagine e pagine di notizione da gustarsi molto lentamente, contemplando il mondo pallonaro ed infangando e colpevolizzando sempre la stessa “parte marcia”. C’è chi in questo momento cavalca l’onda, chi cerca di ingrossare il portafoglio e risponde al nome di Stefano Calvagna, regista che a giorni comincerà le riprese di “Appunti sull’anima”, un film che racconta di un ultras che dopo aver ucciso un giovane tifoso avversario, scappa al Nord, iniziando una vita da latitante. La cosa ancor più agghiacciante è che lo stesso Calvagna afferma di essere stato lui stesso un ultras, un ultras della Nord laziale, ora pentito del proprio passato, ma il mio istinto mi dice che dopo questa geniale trovata farà la misera fine di Claudio Amendola, ripudiato dal CUCS! Due esempi di moralismo ignorante, e affarista.
A quasi un mese da quel venerdì ancora non ci è stato mostrato e dimostrato nulla… per ora “solo” arresti, perquisizioni, abusi e un capro espiatorio servito su un vassoio, anzi su un water! Ci si è fermati per Raciti ma si è chiuso un occhio per Licursi, ma nessuno ha osato parlare, nemmeno oggi, giorno tristissimo per chi ama il cacio…sì, perchè ieri Domenica 25 Febbraio allo Stadio San Filippo di Messina un uomo di 71 anni ha perso la vita. Amava la sua squadra, la sua città, quel giallo e rosso messi insieme su una casacca, ed è per loro che è morto, per l’immenso amore che provava per il Messina. Al 47′ del secondo tempo, in concomitanza con il gol di Alvarez che ha dato i 3 punti alla squadra dello stretto, l’uomo si è accasciato su un seggiolino della Tribuna B ed a nulla sono serviti i soccorsi! Nessuno parla, nessuno informa, nessuno “urla al vento”, i giornali celano o raccontano in 2, massimo 3 righe! Si era detto che “non si può morire per una partita!” e mi domando se ora fermeranno nuovamente i campionati, ma chissà perchè sento di avere già la risposta pronta!!!