10 pensieri su “ACAB 5a puntata

  1. Il volantino distribuito domenica mattina allo Stadio “Otto Settembre” di Frascati con cui provocatoriamente paragoniamo l’ultras ai peggiori criminali. Una difesa dei nostri valori ed ideali che vogliamo portare avanti: non a caso faremo in modo che in occasione di ogni gara interna ed esterna del Fondi il pubblico presente agli incontri possa venire a conoscenza del nostro pensiero. Un’iniziativa originale che ha come unico obiettivo quello di chiarire le idee e preservare il nostro mondo dagli attacchi e le generalizzazioni che in queste ultime settimane orde di ipocriti, benpensanti, moralisti e opinionisti in malafede hanno sferrato. Lunga vita agli ultras!

  2. Come tanti altri ultras, siamo esterrefatti sbigottiti attoniti incazzati ed impauriti da quello che è successo a Catania e da quello che sta accadendo in questi giorni.

    Avversiamo al 100%, da sempre, chi – pseudo ultras compresi – usa il calcio per traffici vari e/o per fare violenza gratuita, al di fuori di ogni codice, ma il gioco al massacro dei mass media e di quasi tutto il mondo politico è semplicemente scandaloso.

    Nulla, sia chiaro, può giustificare quello che è accaduto a Catania, a prescindere dal fatto che sia morto l’Ispettore Raciti e nemmeno se si scoprisse che altro ha causato la sua morte (vedere alla voce “lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo”), ma siamo pronti a scommettere che il 90% di quei ragazzi (e soprattutto ragazzini) che hanno messo a ferro e fuoco una città non sono gli ultras per come siamo e come li intendiamo noi. E se tali essi si definiscono (o si credono…) ci chiediamo se magari non sia proprio una conseguenza del fatto che i media hanno dato, negli anni, questa immagine stereotipata dell’ultrà: il maledetto, il violento, il “protagonista” del casino domenicale. E a qualcuno questo protagonismo, questa visibilità mediatica può piacere o può servire, ed anche molto.

    Certo è cosa completamente diversa dal vivere ultras sette giorni su sette: partecipare alle riunioni, preparare la coreografia, organizzare la trasferta, viaggiare in lungo ed in largo a proprie spese, così, “solo” per il gusto di stare dentro a qualcosa di importante, che ti riempie, che ti fa crescere, che da semplice individuo ti trasforma in Persona. E da Persona capisci anche il valore della vita ed il rispetto dell’altro.

    Noi pensiamo, senza criminalizzare la realtà Ultras (con la U maiuscola) catanese, che i protagonisti dei fatti di venerdì siano individui senza cervello, che hanno agito senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni sconsiderate.

    Gente pericolosa, dunque; colpevole, certo; da condannare, senza se e senza ma.

    Diciamo di più, pur consapevoli delle critiche che qualcuno senz’altro ci farà: di fronte ad episodi che mettono a rischio la vita di una persona dove sta il limite tra reticenza ed omertà?! Non prendere concretamente le distanze da certa gente significa esserne complici: alzare le spalle e dire “Io non lo faccio” di fronte a chi, magari nostro vicino in curva, usa le lame o le bombe carta, non basta più. Questa teppaglia non merita alcun tipo di solidarietà, nessuna impunità, costi quel che costi.

    Ed infatti il problema è che ora l’italiano medio, che ha ricevuto la solita informazione sensazionalistica, superficiale e supina agli interessi politici ed economici, se la prende con gli ultras nel loro complesso, indistintamente e aprioristicamente, e chiede più repressione, stadi militarizzati, modelli spagnoli e inglesi, senza sapere un accidenti di quello che dice.

    Perché l’italiano medio che sbraita (o vede sbraitare) in tv allo stadio non è mai andato, non sa di cosa parla ed ascolta cronache o, peggio, analisi di giornalisti che per la maggior parte non hanno mai messo il piede in una curva e forse qualcuno nemmeno in uno stadio: parlano per sentito dire, di quello che gli fa comodo dire (la dura legge dell’audience…), si richiamano a teorie sociologiche arcaiche e superate, non sanno distinguere (scusate se è poco) un fumogeno da un razzo, una torcia da un lacrimogeno. Un ultras da un teppista, appunto.

    Parlano e scrivono a vanvera, ed ovviamente senza contraddittorio, di impunità e di accondiscendenza nei confronti dei tifosi. Ma quando? Ma dove? Non sono al corrente dei sequestri di persona, delle condanne senza processo, dei pestaggi gratuiti e feroci, delle limitazioni delle libertà personali che non solo gli ultras, ma spesso chiunque si reca allo stadio, deve subire. Ricordate il “derby del bambino morto” a Roma? Poichè nessuno di questi benpensanti del giorno dopo si è mai domandato come mai uno stadio intero ha chiesto di sospendere la partita, inveendo pesantemente contro le Forze dell’Ordine, ve lo diciamo noi: perché, vivendo lo stadio e conoscendo certi modi spicci (per non dire altro…) di gestire l’ordine pubblico, hanno creduto verosimile che ci potesse capitare il morto, e non per colpa dei semprecolpevoli ultras. Poteva essere l’occasione per riflettere, invece si è parlato solo del potere di ricatto dei violenti e di uno pseudo complotto ordito dalle due tifoserie.

    Ed ancora: i nostri politici e giornalisti non sanno, o forse (peggio) fingono di non sapere delle gabbie, da dove la partita la vedi col binocolo anche se hai pagato 40 euro; non sanno che il modello inglese significa sospensione della libertà per 90 minuti; non sanno che il modello spagnolo significa interdizione anche di portare una bandierina allo stadio e partite giocate in un silenzio surreale; non sanno che significa partita a porte chiuse, tanto il business si fa con le pay-tv…

    Ma è possibile che ancor oggi nessuno (o quasi) si interroghi sul fatto che la repressione scientifica, arrogante, spesso illegittima ed incostituzionale di questi ultimi 15 anni altro non ha fatto che alzare un muro di odio tra gli ultras (che pagano in quanto tali, a prescindere dalle loro eventuali cattive azioni) e lo Stato, rappresentato fisicamente dalle Forze dell’Ordine? Ma non ci avevano garantito, volta per volta, che le varie (cinque!!!) leggi speciali emanate avrebbero definitivamente risolto il problema del tifo violento? E allora che risultati hanno dato l’abolizione dei treni speciali, le diffide, il divieto di accendere un fumogeno, il biglietto nominale, la legge sugli striscioni violenti?! Perché non capire che a quella strada, cieca eppure percorsa sempre oltre, occorreva sostituire altri metodi, a cominciare dal dialogo e dall’ascolto del mondo del tifo?

    Gli Ultras hanno indubbiamente tante colpe, noi stiamo con quegli Ultras che riconoscono certi errori, si sono assunti le proprie responsabilità ed oggi sono pronti ad assumersene di nuove per evitare che, davvero, non si ripeta più nulla di tanto grave. Con loro vogliamo combattere la violenza sconsiderata perchè amiamo questo sport e la sua forza di aggregazione. Non lo facciamo certo per i ronaldi-vieri-inzaghi, non per i cannavari-po,po,po, non per il giornalismo asservito e schiamazzante, ma per i colori della nostra squadra, per i ricordi da bambino, quando andavamo allo stadio con nonno che non c’è più, per la pastasciutta ingollata a 100 all’ora per correre allo stadio, per le trasferte di 20 ore, i campi bianchi delle serie cosiddette inferiori, i gol all’ultimo minuto ecc. ecc. ecc.

    Siamo pronti, da Ultras e con gli Ultras, a pagare anche oltre le nostre colpe, ma passare come il Male Assoluto non solo del mondo del calcio ma dell’intera società italiana, ebbene ce ne passa…

    Fermarsi è stato giusto, ma il baraccone già riparte e le bastonate alla fine arrivano sempre ai soliti, maledetti ed indifendibili ultras. I Presidenti starnazzano per ricominciare come se nulla fosse, come se il problema non li riguardasse: del resto a quanti di loro fa persino comodo non avere più gli ultras tra i piedi, gli stessi ultras che magari hanno avversato e contestato (cosa ben diversa dal ricattare) certe loro pratiche speculative…

    Vedendo i provvedimenti contenuti nell’ennesimo Decreto antiviolenza ci verrebbe da dire “Aridatece Pisanu”, pur sapendo bene quanto negli anni abbiamo osteggiato la legge del Ministro poi scoperto a sussurrare con Lucky Luciano…

    Assolutamente d’accordo pretendere che gli stadi siano a norma e che le partite si disputino tutte al pomeriggio (tra l’altro una causa cara al mondo ultras…), ma per il resto è un colpire nel mucchio, come sempre, il mondo ultras, criminalizzando migliaia di persone colpevoli non già di essere realmente responsabili di atti violenti ma di essere Ultras. Se applicassimo questo metro di misura, allora, dovremmo dire che tutti i politici sono corrotti, che tutti i giornalisti sono prezzolati, che tutti i preti sono pedofili, che tutte le star dello spettacolo sono cocainomani, e l’elenco andrebbe avanti all’infinito. E ancora, chiediamo ai nostri parlamentari: come vi sareste sentiti se, negli anni di piombo, la vostra militanza, quand’anche un pochino agitata, fosse stata equiparata alle pistolettate ed alle bombe che hanno insanguinato il nostro Paese!?

    Prendiamo atto, nuovamente, che contro gli ultras si applicano provvedimenti di limitazione della libertà (di azione, e forse anche di pensiero…) mille volte più pesanti di quelli utilizzati per combattere la mafia ed il terrorismo (vecchio e nuovo).

    Non paghi delle diffide tradizionali, già vulnus del nostro ordinamento e molto spesso utilizzate al di fuori di ogni presupposto legale e sostanziale, ecco oggi la “diffida preventiva”: bel colpo signori, avete trovato la formula per farci fuori! Inutile dire che i primi a pagare saranno proprio i ragazzi che si prendono più responsabilità nei gruppi, i ragazzi che in questi anni non hanno accettato in silenzio gli abusi ed il malaffare, quelli che “disturbavano i manovratori” del calcio italiano, e che manovratori: Carraro, Moggi, Matarrese… dobbiamo continuare?! Ops, ma di cosa ci lamentiamo… siamo o non siamo Campioni del Mondo?!

    C’era una volta la libertà di parola e di pensiero anche per gli ultras, ma da oggi il solerte funzionario, magari provvidamente imbeccato, ci potrà diffidare per una critica poco gradita dal presidente, per un “signornò” di sacrosante ragionei per una t-shirt un po’ sopra le righe, per uno sguardo minaccioso (beh, questo a qualcuno già è capitato …).

    Invitiamo i nostri politici, così attenti a tranquillizzare l’ondata di moral panic, a fare molta attenzione, perché questa norma – al pari di quella che vieta, di fatto, le trasferte – oltre che essere ingiusta e degna di…

  3. CONTINUA…

    Invitiamo i nostri politici, così attenti a tranquillizzare l’ondata di moral panic, a fare molta attenzione, perché questa norma – al pari di quella che vieta, di fatto, le trasferte – oltre che essere ingiusta e degna di uno Stato Militare rischia di essere controproducente, elevando all’ennesima potenza la violenza.

    Certamente una larga parte di Ultras, proprio perché cervelli pensanti, donne e uomini veri, si chiamerà fuori dalla “guerra totale”: anche questo vorrà dire avere mentalità. Ma ci saranno frange, più o meno manovrate, più o meno controllabili, che avranno campo aperto per le loro azioni delinquenziali: spazzato via il folclore delle bandiere ed i canti della curva, verrà avanti la logica della coltellata a tutti i costi, della bomba carta, della bottiglia molotov e forse anche peggio.

    Noi non chiediamo, non abbiamo mai chiesto, impunità: chiediamo giustizia. Pene anche più dure per chi approfitta dello stadio per compiere dei reati, ma che vengano scontate dopo un normale processo: basta con i DASPO a tradimento o, peggio, preventivi. E cosa tanto impossibile?!

    Chiediamo che le Istituzioni si interroghino seriamente sul fatto che le curve rappresentano da quasi quarant’anni un luogo ed un momento di aggregazione per decine di migliaia di ragazzi e ragazze che qui, e non più altrove (partiti, oratori, ecc.), trovano stimoli e possibilità di crescita, partecipazione, socialità.

    Se si vogliono davvero evitare nuove tragedie, senza distinzione di colori e di divise, è necessario ripartire da qui, dalle forze positive, talvolta forse troppo esuberanti, che sprigiona il mondo ultras. Per non dire poi di quanto può sembrare schifoso per un ragazzo, e non è retorica, il mondo fuori dalle curve: la coca che da anni scorre a fiumi (se ne è accorto anche Lei signor Ministro degli Interni?!) e che ti brucia gli amici, un lavoro a giorni alterni e con poche tutele, continuate voi se volete…

    Su questi ed altri temi è necessario, prima che il Decreto venga convertito in Legge, fare partire un confronto tra Istituzioni ed Ultras e siamo certi che quest’ultimi (sempre con la maiuscola!) saranno pronti a fare la loro parte.

    Nel chiudere, un forte abbraccio alla famiglia dell’Ispettore Racidi: a loro lo stesso pensiero profondo che riserviamo alle famiglie di Stefano Furlan, Celestino Colombi, Fabio Di Maio, Sergio Ercolano e di tutti i tifosi vittime di una violenza che non ci appartiene.

    Lo staff di Sport People

    http://www.sportpeople.net

  4. Comunicato Ufficiale QdS CREW Viterbo

    E’ con grande rabbia (e forse la gioia di qualcuno) che comunichiamo la sospensione, a data da destinarsi della nostra attività al seguito della Viterbese calcio. Infatti dopo aver ponderato varie soluzioni siamo giunti a decretare la nostra impossibilità nel seguire costantemente le sorti della squadra. Questo a causa delle ultime due diffide pervenuteci, che si vanno a sommare alle nove precedenti e che hanno colpito tutte quante elementi di spicco del nostro gruppo. Ad aggravare la situazione poi vi è anche il clima generale che si respira in tutta Italia a seguito dei fatti di Catania. Ci teniamo a precisare che nonostante la cessazione dei nostri sforzi al seguito della Viterbese il gruppo non si dichiara sciolto, rimanendo comunque attivo per quanto concerne il sociale e i nostri rapporti all’interno del movimento ULTRAS, incluso il seguito della nostra nazionale di calcio. Non escludiamo comunque a priori la nostra presenza informale allo stadio ed in trasferta (per chi di noi ancora può) non vincolata però al nome del nostro gruppo ed a doveri legati al nostro ordinamento (come la presenza in tutte le trasferte).

    Comunque i conti si fanno alla fine e siamo sicuri che niente resterà impunito! Detto questo auguriamo il meglio possibile a chi rimarrà in curva per portare ovunque e sempre alto l’onore di Viterbo. Arrivederci!

  5. LA NOTIZIA DEL GIORNO???

    Castellammare di Stabia (Napoli) – Quattro molotov davanti allo stadio ‘Romeo Menti’ di Castellammare di Stabia. E istruzioni dettagliate per un agguato con la volontà di fare male. Il calcio sembra non aver imparato nulla dalla tragedia di Catania. Anzi. Un inquietante ritrovamento, fatto stamattina dalla polizia, torna a gettare una luce sinistra sul mondo delle tifoserie estreme. Le bottiglie incendiarie erano pronte ad essere usate domenica prossima, in occasione del derby tra Juve Stabia ed Avellino valevole per la 24/a giornata del campionato di serie C1, girone B. Il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, ha deciso che la partita si giocherà a porte chiuse.

    La polizia ha scoperto gli ordigni, grazie ad una telefonata anonima giunta questa mattina presto in commissariato. Le bottiglie erano in una busta di plastica vicino ad un cassonetto della nettezza urbana nei pressi del settore ‘distinti’. All’interno, oltre all’esplosivo gli agenti hanno trovato un paio di guanti di lattice ed un biglietto: “Fr1 prendi questa busta e mettila nel wc distinti che domenica 25 febbraio cerchiamo di far fare la stessa fine di Raciti ai lupi. Attenzione a luce blu che controlla il campo. A morte lupi forza Stabia”.

    Ha ragione Lorenzo nel dire: “Stupendo. Scritto a penna. Nome in codice iniziale. La telefonata anonima. La frase “che domenica 25 febbraio”. La citazione di Raciti. La luce blu. Ma soprattutto l’ “a morte lupi forza Stabia” finale. Il Prefetto che immediatamente dopo proclama le porte chiuse. Da oscar. Applauso a scena aperta”.

    Siamo davvero alla frutta, possibile che credano di avere a che fare con degli aborigeni? Solo ai figli della tv e dei telegiornali potranno far credere che si tratta di un ritrovamento reale e soprattutto vero. Non vi dico cosa sta succedendo sui siti e forum dei tifosi stabiesi. Vergognoso!!!

  6. TG della sera…

    -Sviluppi nelle indagini per il disastro di Ustica…arrestati 3 ultras che quel giorno erano a casa con la diffida!

    -Finalmente reso noto il Mostro di Firenze…si tratta di un ultras toscano già noto alle FdO!

    -Arrestato l’ultimo componente della Banda della Magliana…era latitante in una curva italiana!

    -La “Uno Bianca” era tutta una farsa. Scagionati i fratelli Salvi ed assicurati alla giustizia 7 componenti di un gruppo ultras!

    -“Caso Moro”…l’esame autoptico ha rivelato le cause della morte…si tratta di un ematoma lombale dovuto ad un colpo di mazza ferrata. Si indaga negli ambienti curvaioli!

    -L’attentato al Papa fu commissionato da una frangia di ultras oltranzisti vicini agli ambienti islamici!

    -Bin Laden non è mai esistito…è stata solo un’invenzione architettata da teppisti da stadio!

    Buonasera e arrivederci alla prossima edizione!

    SIGLA!!!

  7. Molotov a Castellammare? Una farsa

    Quattro piste per gli investigatori, anche calcio- scommesse

    (ANSA) -NAPOLI, 23 FEB- Le molotov allo stadio di Castellammare di Stabia potrebbero essere una messinscena: e’ una delle ipotesi su cui lavorano gli investigatori. Quattro le piste: al primo posto nei sospetti le tensioni interne alla societa’ di proprieta’ di due costruttori; un gesto della tifoseria irpina che riceverebbe vantaggi nel giocare a porte chiuse; una messinscena creata dalle organizzazioni del calcio-scommesse per “punire” la squadra per risultati passati non previsti; infine il gesto di un mitomane.

  8. Castellamare, gli investigatori tendono a escludere gli ultrà.

    Si indaga anche su eventuali tensioni interne alla società. Molotov allo stadio, una messinscena. Spunta la pista del calcioscommesse. Il prefetto ordina un sopralluogo, forse domenica si gioca a porte aperte.

    “Il tifo violento è in questo momento osservato speciale e la tolleranza delle istituzioni è pari a zero. Chi ieri ha piazzato le quattro molotov nei pressi dello stadio “Romeo Menti” di Castellamare di Stabia lo sa bene e potrebbe non avere niente a che fare con gli ultrà della Juve Stabia. In questura si fa strada l’ipotesi di una messa in scena, un’operazione studiata a tavolino per mandare un messaggio alla società, o far giocare la partite chiuse. Gli investigatori stanno seguendo varie piste ma quella che al momento sembra più gettonata è legata all’ambiente delle scommesse illegali.

    Gli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, guidati dal vicequestore Luigi Petrillo, seguono tre piste, esclusa quella di un mitomane. Nei sospetti degli investigatori ci sono le tensioni interne alla società gialloblù che è di proprietà al cinquanta per cento di due imprenditori edili, Paolo D’Arco e Michele Cesarano. Poi si continua a indagare, ma con minore convinzione, nel campo della tifoseria irpina che riceverebbe un qualche vantaggio dall’affrontare la squadra stabiese a porte chiuse. La terza pista scandaglia gli ambienti delle scommesse clandestine ed è anche quella di cui si sente maggiormente parlare oggi a Castellammare di Stabia. Secondo questa ipotesi, infatti, la messinscena sarebbe stata creata dalle organizzazioni illegali del calcio-scommesse per punire la squadra che il 18 febbraio scorso pareggiò (1-1) con la Ternana fuori casa, un risultato non previsto dagli scommetitori clandestini che ha costretto i bookmaker a pagare vincite inattese.

    Indizi decisivi potrebbero arrivare dall’esame delle bottiglie incendiarie e del messaggio scrittto a mano che invocava per i lupi, i tifosi dell’Avellino, “la stessa fine di Raciti”. Gli ordigni sono al momento nelle mani della polizia scientifica che dovrà valutarne la composizione. Da una prima analisi sembra tuttavia che chi ha prodotto le molotov non avesse gran cognizione del funzionamento delle stesse. E’ escluso, secondo gli esperti, che l’esplosione potesse avere un effetto maggiore a causa delle viti inserite nelle bottiglie incendiaria. Si ricorda che è caratteristica della molotov sviluppare un incendio lì dove viene rotta, senza però deflagrare. Ultima osservazione è quella relativa alla enorme quantità di liquido incendiario inserita nelle quattro bottiglie, anch’essa considerata indizio di una mano inesperta.

    Alla luce di queste nuove notizie, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, dietro richiesta del sindaco di Castellammare di Stabia Salvatore Vozza, ha disposto un sopralluogo allo stadio cittadino “Romeo Menti”. Scopo della perizia è la verifica di eventuali condizioni per adottare provvedimenti diversi da quello di una partita a porte chiuse. I tifosi delle “vespe”, soprannome della Juve Stabia, avevano sui vari forum subito preso le distanze dal gesto commesso ieri. E adesso potrebbe esserci uno spiraglio perché vedano il derby con l’Avellino dagli spalti del loro stadio”.

    INVITO TUTTI ALLA RIFLESSIONE…

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