Archivi del mese: Novembre 2013

In casa con il Selargius

Al posto giusto,

nel momento sbagliato!

Una trentina di anni fa, ma anche qualcosa di più, nelle domeniche di pioggia, gli avversari preferivano concedere una rimessa laterale ai rossoblu, piuttosto che rimetterci una coscia o un gluteo per recuperare un pallone che terminava la sua corsa nel fosso ai lati della linea bianca del vecchio “Ottorino Fabiani”. Tra le maglie di una rete ormai vetusta ed arrugginita, spuntavano ombrelli con punte taglienti come lame. Avvicinarsi alla rete, per un giocatore ospiti, era quasi peggio che infilare la mano in un cancello con l’avviso “attenti al cane”.

A fine gara, si contavano feriti e contusi come in un campo di battaglia, tutti tra le fila degli avversari e chi riusciva a rientrare sotto la doccia senza nemmeno un graffio, doveva considerarsi baciato dalla fortuna. Era più facile ritrovarsi infilzato a bordo campo, piuttosto che portare addosso i segni dei tacchetti del numero 4 in rossoblu. Una trentina di anni fa, tutti uscivano sconfitti dal “Fabiani” e chi ebbe la fortuna di andar via con una vittoria, non gioì, bensì pianse per il dolore e le ferite rimediate sul terreno di gioco.

Erano altri tempi, tempi in cui il massimo del divertimento per un giovane era suonare i citofoni di perfetti sconosciuti; erano altri campi, campi di sabbia, pozzolana per la precisione, che diventava fanghiglia nei mesi invernali; erano altre generazioni, generazioni vecchio stampo, che non capivano nulla di calcio ma nulla li avrebbe allontanati dal “Fabiani”, nemmeno un acquazzone, nemmeno una retrocessione; era un altro calcio, calcio inteso come sport, aggregazione, emozioni vere.

Una trentina di anni fa oltrepassavi il cancello del “Fabiani” sapendo già che ti saresti dovuto accontentare di un posto all’in piedi vicino la bandierina del calcio d’angolo o al massimo del muro di recinzione, se ti diceva bene ed eri abbastanza atletico per saltarci su, stando attento ad evitare le scaglie di vetro mischiate alla malta. Una volta sul muro, il cuore iniziava a battere sempre più forte; quando vedevi le squadre scendere i tre gradini che dividevano gli spogliatoi dal campo eri già tutto un fuoco di passione; per non parlare di quei secondi che passavano veloci mentre l’arbitro e i guardalinee controllavano che tutto fosse in ordine per partire. Al fischio d’inizio già te l’eri fatta sotto dalla paura, pochi secondi ed eri già ferito ai palmi delle mani per aver esultato senza un filo di intelligenza al gol dei rossoblu.

Tutto questo accadeva trent’anni fa, ma anche qualcosa di più, quando le gare si giocavano solo la domenica pomeriggio e se proprio non volevi abbandonare la Serie A, la potevi sempre ascoltare da una radiolina a batterie, con la voce di Ameri che faceva “a cazzotti” con le frequenze di Radio Radicale.

Oggi, invece, al posto del “Fabiani”, l’urbanizzazione sfrenata degli anni ’90 ci ha donato un “Purificato” di cartapesta, metà cemento e metà ferraglia, che le nuove generazioni non hanno mai conosciuto ed al quale hanno sempre preferito altro. Oggi, il “Purificato” potrebbe essere paragonato, senza pericolo di incorrere in errore, ad un teatro con tanto di posti a sedere in galleria e platea, se non fosse per l’unico elemento di rottura, che fa di questo impianto uno stadio in tutti i sensi, ovvero la Curva Iacuele.

La Iacuele, unico baluardo a difesa dei colori rossoblu; trincea di sentimenti, emozioni, gioie e dolori; campo di battaglia delle nostre domeniche. Al “Fabiani” mancava una curva come la Iacuele, alla Curva Iacuele manca il “Fabiani”!

Finché Vivrò #7-Anno XI

Settimo numero stagionale con copertina che invita a sostenere i rossoblu. “Su le mani” è l’invito che rivolgiamo a tutti i tifosi del Fondi; ma anche uno sberleffo verso quegli individui che popolano sempre più le curve italiane e che dal primo al novantesimo non fanno altro che zoommare e postare foto, sintomo che il mondo ultras è ormai alla deriva. All’interno, i resoconti della gara interna contro il Cynthia e della trasferta di San Cesareo. La rubrica Settore Ospiti, con la presentazione della tifoseria del Selargius. L’ormai consueto appuntamento con il pensiero della Curva Iacuele. A chiudere, Risultati&Classifica, il Prossimo Turno e le foto delle ultime gare.

Anno XI – Settimo Atto

Risultati&Classifica 13a Giornata

Risultati e Classifica della 13a giornata

Astrea-Anziolavinio
2-3
Budoni-N.S.M.Mole
1-2
Fondi-Selargius 2-2
Latte Dolce-Isola Liri 0-0
Lupa Roma-San Cesareo
3-1
Maccarese-Cynthia
1-0
Olbia-Terracina
Rinv.
Palestrina-Arzachena
0-0
Sora-Porto Torres
5-1

 

Classifica P G V N P
LUPA ROMA
27 13 9 0 4
SAN CESAREO
26 13 7 5 1
ISOLA LIRI
23 13 6 5 2
TERRACINA*
22 12 6 4 2
OLBIA*
22 12 7 1 4
N.S.M.MOLE
21 13 6 3 4
BUDONI
20 13 5 5 3
FONDI
20 13 5 5 3
ASTREA
17 13 5 2 6
SORA (-1)
16 13 5 2 6
CYNTHIA (-1)
15 13 4 4 5
ANZIOLAVINIO
15 13 4 3 6
MACCARESE
14 13 4 2 7
LATTE DOLCE
13 13 3 4 6
ARZACHENA
13 13 3 4 6
PALESTRINA
12 13 2 6 5
SELARGIUS
12 13 2 6 5
PORTO TORRES
6 13 1 3 9

 

La trasferta di San Cesareo

Fino all’ultimo saloon

Fissare il solito ritrovo prima della partenza per la trasferta è un rituale assai misterioso, a metà tra l’esoterismo e la cartomanzia. Tratti esoterici non possono non balzare agli occhi, quando i “soliti noti” si presentano all’appuntamento con gli occhi diametralmente opposti come quelli di un camaleonte, mentre una pupilla prende il caffè, l’altra già sta fumando la sigaretta. Occhiaie, facce scure, volti funerei, passo lento e menti in corto circuito. E’ già tanto se dalle loro bocche viene fuori un rutto che ti dà il buongiorno, con quel tono vocale da corpo indemoniato pronto a contorcersi nel letto. Mentre, per quanto riguarda la cartomanzia, avremmo bisogno di una maga o di una fattucchiera che leggesse il mazzo o buttasse un occhio nel brodo di gallina, per indovinare i presenti, i “sola” e gli “ho avuto un imprevisto”. E pensare che c’è chi arriva all’appuntamento un’ora prima e con la sua proverbiale spensieratezza, che fa intendere che non gliene può fregar di meno di quale sia la distanza o l’avversario da affrontare, chiede: “Andò amma ì?”

Una volta raccolti i “superstiti” del sabato sera, inizia la roulette russa dei posti auto, che dopo una mezz’ora di discussioni ancora è incerta e senza esito, come se ci contendessimo una tutt’altro che frigida tedesca conosciuta ad Ibiza, piuttosto che un lercio sedile con macchie indecifrabili che nemmeno il luminol saprebbe riconoscere. Ma, quando tutto sembra “andare a puttane”, giusto per rimanere in tema, c’è sempre “il saggio” del gruppo, che risolve in cinque secondi ciò che una mezz’ora non è riuscita a “sciogliere”. Nemmeno il tempo di stringersi come sardine, che già è tempo di colletta per la benzina, terreno preferito per chi ha il cinquantone in tasca e crede, ingenuamente, che tornerà a casa con il biglietto color bianco-arancio “illibato”. Le sue previsioni andranno in fumo non appena si poserà davanti a Noi la sbarra del casello autostradale e si ritroverà sul palmo della mano una quarantina di “dobloni” in monete da uno e due euro.

San Cesareo non ha lo stesso fascino di qualche trasferta degli ultimi anni, anzi, a dir la verità, non ne ha proprio per niente. Anche volendo esser “buoni”, non riusciamo a trovare un motivo, uno, che possa rendere questa trasferta interessante o, per qualche verso, intrigante. Non si tratta di “rifiutare del pesce spada dopo aver mangiato caviale”, ma semplicemente di riconoscerne le differenze, tanto da rimanere delusi se nel piatto non c’è nemmeno una “fetta di limone” a dare quell’asprigno ad un pranzo troppo dolce e succulento.

Il parcheggio ospiti è il fiore all’occhiello dell’impianto, peccato però che debba venir “battezzato” dalle nostre vesciche in subbuglio, visto che nei paraggi non c’è nemmeno l’ombra di un saloon dove giocare una partita a poker e conquistare delle donzelle in corpetto e giarrettiera. Siamo stranamente in anticipo e la cosa non ci piace nemmeno un po’, così tergiversiamo e lasciamo trascorrere i minuti velocemente, per poi incamminarci al botteghino, all’ombra di un albero come se fosse l’entrata di un qualche parco divertimenti immerso nella natura, visto che sotto i nostri piedi c’è addirittura della ghiaia. Tanto per cambiare, anche a San Cesareo gli ospiti sono costretti a presentare busta paga e richiedere un finanziamento per pagare i “non giustificabili” 10 euro del biglietto, per la gioia del solo tizio col cinquantone, che in un secondo si libera di una manciata di monete dalla tasca dei suoi jeans.

Il settore è uno spreco di cemento grezzo, progettato a cazzo, con gli scoli per l’acqua piovana talmente sbagliati da creare pozzanghere sui gradoni. Ma la chicca di giornata è la scritta spray “bar”, con tanto di freccia ad indicare una direzione “consigliata”, che ti fa dimenticare che sei lì per la partita e quasi disconosci gli amici e getti la sciarpa che porti al collo, ma una volta che giri l’angolo, davanti hai solo un bagno chimico in stile rinascimentale, ma non per gli orli, bensì per l’ultima volta in cui è stato sterilizzato. Insomma, tocca guardarci la partita invece che bivaccare.

Una volta attaccate le pezze parte l’incitamento ai nostri colori, fatto di buon tifo, che però non raggiunge picchi e così ci limitiamo a mettere in scena una normale domenica di sostegno. D’altronde, l’atmosfera cupa di certi campi, ti deprime ancor più di un risultato sfavorevole. Ma qualcosa di buono vien fuori da una giornata così, già, perché domenica dopo domenica ci accorgiamo che sono sempre più i Fondani in trasferta ed è una bella sorpresa, quasi inaspettata, se si considerano le recenti delusioni.

Sul campo non si va oltre uno zero a zero che rende onore ai nostri combattenti, capaci di tenere a bada un avversario ostico. E così, terminata l’agonia, ritiriamo le pezze, “salutiamo” i presenti e ci avviamo ai “cavalli”, dribblando lo sceriffo. Speriamo che il prossimo saloon abbia almeno del buon whisky!

Risultati&Classifica 12a Giornata

Risultati e Classifica della 12a giornata

Anziolavinio-Olbia
2-1
Arzachena-Astrea
1-2
Cynthia-Sora 1-0
Isola Liri-Lupa Roma 1-0
Latte Dolce-Budoni
0-3
N.S.M.Mole-Palestrina
1-1
San Cesareo-Fondi
0-0
Selargius-Porto Torres
3-3
Terracina-Maccarese
5-1

 

Classifica P G V N P
SAN CESAREO
26 12 7 5 0
LUPA ROMA
24 12 8 0 4
TERRACINA
22 12 6 4 2
ISOLA LIRI
22 12 6 4 2
OLBIA
22 12 7 1 4
BUDONI
20 12 5 5 2
FONDI
19 12 5 4 3
N.S.M.MOLE
18 12 5 3 4
ASTREA
17 12 5 2 5
CYNTHIA (-1)
15 12 4 4 4
SORA (-1)
13 12 4 2 6
LATTE DOLCE
12 12 3 3 6
ARZACHENA
12 12 3 3 6
ANZIOLAVINIO
12 12 3 3 6
PALESTRINA
11 12 2 5 5
SELARGIUS
11 12 2 5 5
MACCARESE
11 12 3 2 7
PORTO TORRES
6 12 1 3 8

 

In casa con il Cynthia

Cantare per dimenticare

Stanchi di sudare anche stando fermi e stufi di grondare sudore dopo i primi cori, veniamo finalmente accontentati dal cambio repentino di clima, che trasforma gli ormai abituali 25°C in freddo e pioggia battente, nel giro di poche ore.

Ora immaginate di indossare bermuda e t-shirt, prendere la bandierina dalla quale non vi separate mai, scendere le scale di casa col sorriso sui denti, ruttare gli ultimi rigurgiti di pollo e patate al forno tra il terzo ed il secondo piano e prendere l’ultima rampa di scale prima del portone che separa il “vostro” dal “di tutti”. Nemmeno il tempo di pararsi i denti ed un soffio di vento vi sbatte il portone sulla faccia, vi sale su per le gambe, vi fa rizzare i peli e vi fa capire, senza mezzi termini, che dovete tornare su a rovistare nei cassetti, alla ricerca di qualcosa di più “pesante” di un bermuda e di una t-shirt. Già che ci siete, prendete anche un k-way, non si sa mai…

Ecco, appunto, il “non si sa mai” accade, puntuale, come un calciatore in banca il giorno dell’accredito dell’assegno. Il “non si sa mai” si materializza in pioggia cristallina che rompe gli indugi, dà un calcio in culo al caldo e con arroganza fa suo tutto il pomeriggio. Naturalmente dalle 14 in poi, proprio in tempo per prenderci per il culo e bagnarci dalla testa ai piedi, appesantire il campo e scremare il gruppo.

Tranne la pioggia ed il freddo, la gara non regala particolari emozioni. L’inglese dell’altra domenica sarà già tornato nell’uggiosa Londra con la sua Polaroid ed il settore ospiti è ancora una volta deserto. E’ possibile, che per trascorrere allegramente il pomeriggio, bisogna inscenare una gara a chi trova per primo il pertugio per la testa nel k-way?!?

Sale la tristezza ed aumenta lo sconforto. Già, perché retrocedendo, ci siam guardati in faccia e ci siamo detti: ”Vabbè, almeno torneremo a respirare un po’ di gradoni”. Ma invece, domenica dopo domenica, ci ritroviamo sempre soli tra le mura del “Purificato”. Che il nostro girone non avesse lo stesso fascino di altri in questa quinta serie nazionale, lo si sapeva, ma così diventa un’agonia, una sorta di partita a solitario, con tanto di monotonia, interrotta solo dalla casualità delle 40 carte da gioco.

Ma nella nostra “Repubblica delle Banane” c’è chi sta peggio di Noi. C’è chi, pur avendo tutte le carte e le card in regola, viene tenuto lontano dagli spalti, per incapacità di chi dovrebbe assicurare l’ordine, spacciando provvedimenti da totalitarismo per misure di sicurezza. C’è chi sta peggio di Noi e la cosa ci rinfranca. Ed allora, tiriamo un sospiro di sollievo, guardiamo il settore ospiti vuoto, asciughiamo la lacrima che scende sul viso, tiriamo su la testa, alziamo le braccia e continuiamo a cantare… l’unica cosa che sappiamo fare, l’unica cosa che ci rimane da fare!

Finché Vivrò #6-Anno XI

Ormai non è più una novità. Nuove e vecchie generazioni amano più i social network che gli spalti. Dietro una tastiera si può essere chiunque, dietro un pc si può inventare di tutto senza dover dar conto agli altri; sugli spalti invece è diverso, molto diverso. All’interno di questo numero, i resoconti della gara casalinga contro il Santa Maria Mole e della trasferta di Terracina. La rubrica Settore Ospiti con i protagonisti di turno, ovvero i Genzanesi. L’ormai consueto appuntamento con il pensiero della Iacuele ed a chiudere Risultati&Classifica, il Prossimo Turno e le foto delle ultime gare.

Anno XI – Sesto Atto