Ogni volta
La trasferta di Anzio ha sempre fatto del tutto per essere ricordata. A distanza di anni ricordiamo ancora quanta acqua prendemmo un lontano giorno di aprile iniziato con trenta gradi all’ombra e terminato con litri e litri di pioggia su di Noi. Torniamo indietro cliccando ‘rewind’ e vengono fuori scene apocalittiche, esilaranti, che con il calcio hanno poco a che fare, ma che rispecchiano lo spirito ultras.
Anzio è una delle trasferte che non ci ha mai abbandonato, fin dagli albori di questa nostra “avventura”. Sarà che qui si respira aria di mare e che le nostre menti non riescono a non immaginarsi distese al sole in una delle tante villette che baciano la riva. Sarà che qui ci siamo cresciuti, in un certo senso, ma sistematicamente e puntualmente, ci ritroviamo a dover far uso del tom tom per trovare il “Bruschini”.
Anzio non sarebbe tale se non ci regalasse qualcosa di straordinario ogni volta che il calendario ci porta qui. Anzio non sarebbe tale se non ci fosse l’erba alta nel settore, se non avesse la vecchia cinta muraria attorno al campo che fa tanto ‘vintage’, se non avesse il solito settore ospiti chiuso.
Anzio è come il cilindro di un mago, da dove non sai mai cosa verrà fuori. Anzio è un dado che tiri, sbatte al bordo, torna indietro e ti ritorna con un numero diverso di volta in volta. Non avremmo motivo per attendere questa trasferta se non fosse così.
Anzio, questa volta la ricorderemo con un po’ di nostalgia, qualcun altro con un po’ di strizza e le mutande bagnate. Anzio ci regala il peggior Fondi della stagione. Il peggior Fondi o quello che ne resta, visto che si gioca con orrende magliette rosso azzurre che con i nostri colori non hanno nulla a che fare.
Anzio regala, a chi siede sulla nostra panchina per la prima volta, il giusto “tributo” dopo aver dato fiato alle trombe in settimana. Forse ora avrà capito che deve misurare parole e giudizi affrettati. Ma Anzio regala anche un fastidioso ronzio nelle orecchie di chi crede di poter sputare addosso alla nostra gloriosa maglia. Forse ora avrà capito che non scherziamo.
Del risultato, del gioco, degli uomini in campo, dei mezzi uomini in panchina e dei “papponi” in tribuna ci interessa fino ad un certo punto. Domenica abbiamo badato a Noi stessi ed a difendere gli storici colori che portiamo addosso, domenica dopo domenica.
Anzio, questa volta, ci ha regalato una domenica di amore e passione. L’amore urlato in faccia a chi nell’oscurità sta tentando di oltraggiare la storia e la gloria di questo nome che portiamo tatuato sulla nostra pelle.
Anzio ci ha regalato un pomeriggio di sostegno, come nostro solito. Già perché quello non manca mai e nemmeno questa volta, malgrado tutto, è mancato. Anzi, chi è sceso in campo, se ha avuto orecchie per sentire, si è accorto di come chi sta sugli spalti non sminuisce il proprio essere pur se impegnato su più fronti.
Anzio, anche questa volta, ci ha regalato un’altra domenica da ricordare…malgrado il resto.