Delitto e Castigo
Se a qualcuno fosse venuta voglia di scrivere un romanzo drammatico ed allo stesso tempo grottesco osservando l’evolversi di questa stagione, non avrebbe avuto difficoltà alcuna nel cercare personaggi ambigui, comparse fuggiasche ed episodi lugubri. Se fosse ancora vivo Dostoevskij, accetterebbe di buon grado l’accostamento tra la situazione attuale e il titolo della sua opera, appunto “Delitto e Castigo”.
Delitto fu, pensare di poter spadroneggiare in C, così come accaduto l’anno scorso in Interregionale, senza minimamente rendersi conto che una squadra senza cuore è come una curva senza voce. Delitto fu, smantellare una rosa che dopo anni aveva fatto innamorare nuovamente una Città dormiente e “accattona”, che non ha esitato ad allontanarsi con i primi barcollii. Delitto fu, affidare il proprio destino a chi nel calcio ha trovato solo “lucro&guadagno”, approfittando della “nebbia” per potersi allontanare velocemente dalla riva. Delitto fu, accogliere in villeggiatura, nel vero senso della parola, giocatori ormai finiti, che hanno scelto Fondi come “ospizio” per i loro ultimi giorni calcistici della loro carriera fatta solo di ricordi. Delitto fu, acquistare giocatori senza logica alcuna, mandandoli in campo per volere altrui. Delitto fu, esonerare Liquidato, reo di voler valorizzare la moltitudine di under sbarcati a Fondi e le giovani leve rossoblu. Delitto fu, affidare la squadra a chi, negli ultimi anni, ha collezionato “retrocessioni e fallimenti”, presentandolo a Fondi come “salvatore della Patria”, quando già era ovvio e predetto da tempo il destino dei rossoblu.
Ma per ogni “delitto” c’è un “castigo”, una punizione, un contrappasso da pagare per ciò che è stato fatto male, con troppa fretta e senza tener conto dell’ambiente, cercando di andare a colpire gli unici, e ripetiamo gli unici a fare del Fondi una fede incrollabile.
Castigo è, vedere una Società che fino a tre domeniche fa inneggiava al raggiungimento della zona play-off, tornare ora sui suoi passi, ammettendo limiti e mancanze di un organico assai deficitario. Castigo è, vedere i vari Branicki, Rossini, Esposito, Formidabile, Festa, Ambruoso, Tufano, Galasso e tanti altri, togliersi le proprie soddisfazioni con altre casacche, dopo esser stati “ripudiati” e mandati altrove. Castigo è, vedere il “Domenico Purificato” sempre più spoglio e sempre più inviperito contro chi gli aveva promesso “mari&monti”. Castigo è, sentire la “Iacuele” urlare il proprio dissenso verso chi non suda la maglia, verso chi ha abbandonato la nave già da tempo e verso chi conosce meglio la Stanley che il Castello. Castigo è, vedere il Mago Trillini cercare in tutti i modi di seguire la falsa riga delle sue scorse stagioni in panchina, peccato ci sia una sola retrocessione, altrimenti farebbe l’en-plein. Castigo è, sentire tv e leggere giornali che parlano di Liquidato come prossimo allenatore di una squadra di Serie C, proprio quando la Società le stava provando tutte pur di “denigrarlo”. Castigo è, dover nascondere una stagione catastrofica inventando scuse banali, come quella di voler valorizzare i giovani, senza un minimo di coerenza rispetto a ciò che si affermava fino a due settimane fa.
Se ancora vi balena nella testa la voglia di scrivere un romanzo, avrete il compito facilitato dalla successione degli eventi, mancherà solo la parola “Fine”!