Penne deliranti
Scrivere è un passatempo per qualcuno, un lavoro per altri, uno sfogo per chi non ha meglio da fare che distorcere la realtà. Peccato che di fumo nei nostri occhi ce ne sia passato già parecchio e che ormai siamo piuttosto guardinghi nel farci annebbiare le pupille da queste penne deliranti. Peccato per loro, che sprecano fiumi di inchiostro per allinearsi al pensiero comune. E non fà nessuna differenza per questi signori sapere che c’è un’altra verità, l’unica, mai venuta fuori dalla sabbia, mai scritta da nessuno perchè troppo scomoda e impopolare. L’esercito degli stolti incrementa le proprie fila di giorno in giorno, perchè tra tanti argomenti da scegliere si opta sempre per quello meno compromettente, puntando il dito verso chi non ha difese, verso chi ormai viene accostato solo alla violenza, verso Noi Ultras. Forse "fare giornalismo" al giorno d’oggi è sinonimo di "celare la verità". All’indecenza non c’è mai limite e ce ne siamo accorti sfogliando per caso le pagine più pubblicitarie che informative dell’ennesimo magazine diffuso in città. Vedere qualcuno che si interessi alla tematica ultras fà sempre piacere, ma approfondire la lettura e accorgersi delle volute inesattezze fà male, e fà ancora più male percepire il lieve sarcasmo usato per raccontare le recenti dipartite di Gabriele e Matteo. Chi scrive tiene subito a precisare che per anni ha frequentato gli stadi, come se bastassero 10 partite nei distinti per capire il fenomeno "ultras" e catalogarlo in archivio con teorie precise e dati di fatto. Ora, potremmo star qui ore nel vano tentativo di cercare di spiegare a chi usa la penna come un coltello che ultras non è violenza, è altro, ultras è aggregazione (per chi non lo sapesse, ne ha salvati più una curva che una comunità!), ma ci guarderemmo in faccia e lasceremmo stare, perchè chi non è ultras non può capire!