Sottotitoli maggio’10
Fondi in C2, una Città, una popolazione, una tifoseria che approdano per la prima volta in 88 anni di storia in quella che i vecchi chiamavano terza serie, che i meno giovani aman chiamare Serie C e che Noi ci ostiniamo a chiamare ancora così. Una Città che non ha certo dimostrato di meritare questo traguardo, preferendo spesso il calcio dei quartieri alti ad una gara al “Purificato”. Una Città che difficilmente si innamora di uno sport e magari lo fa solamente a cose fatte, quando c’è da festeggiare, allora sì, ci si ricorda che il rosso ed il blu vanno sventolati, ma il tutto dura poco più di un giorno, per poi riporre quei colori nel cassetto, per far posto al bianconero, al nerazzurro, al rossonero, al giallorosso e al biancazzurro. Cercare giustificazioni non ci sembra il caso, soprattutto se bisogna cercare di comprendere chi su 365 giorni non riesce a trovare il tempo per affacciarsi sulle tribune del “Purificato”.
Una Città poco incline a seguire le sorti di una squadra che difende i suoi colori, fredda come quei paesotti del Nord tutti incentrati sul lavoro e che meglio vengono riassunti nel termine “provinciali”. Già, inutile negarlo, siamo dei provincialotti. Teste basse, portafogli pieni e chissenefrega di tutto il resto, tanto ci sarà sicuramente qualche sfigato a badare al resto. Già, troppo facile fregarsene, troppo banale ragionare così. E così sarà anche la prossima stagione, con media spettatori imbarazzante, pronta ad oscillare solo se i risultati saranno incoraggianti e si respirerà profumo di vittoria, altrimenti, i soliti noti, sempre e comunque, ovunque al seguito di questi colori. Una popolazione che sfiora i 40mila abitanti, situata in una delle zone d’Italia più belle e floride, dove l’attaccamento alla propria Città viene fuori solo se qualcuno osa toccare i propri interessi e possedimenti. Una popolazione avara e schiava del dio denaro, che investe solo dove vede un ritorno e scommette solo dove vede una vittoria assicurata. Avarizia che si evince dai paganti di ogni Domenica, con quella mandria di “portoghesi” che aspetta poi l’inizio del Secondo Tempo pur di non sborsare nemmeno un Euro. Figuratevi se li vedremo mai in trasferta! Basti pensare che il pubblico fondano che segue in trasferta è composto quasi esclusivamente da ultras, ai quali si aggiungono di volta in volta poche decine di sostenitori che compaiono solo nelle trasferte agevoli, spesso nemmeno in queste. Gli unici a seguire, aldilà del risultato e delle distanze, come sempre, Noi Ultras, forse gli unici a meritare davvero tale risultato. Lo so, starete arricciando le sopracciglia e storcendo il muso, pensando che forse gli ultras fondani non sono da C.
Ce lo siamo chiesti anche Noi, in questi giorni trascorsi dopo la fine del Campionato, in una sorta di autovalutazione che, oggi crediamo, ogni tifoseria organizzata, ogni gruppo, fa della stagione appena terminata e in prospettiva futura, della stagione che verrà. Consapevoli del fatto che ogni piazza va di pari passo rispetto alle fortune e sfortune della squadra della Città, e che ogni tifoseria ha così l’onore di calpestare settori ospiti illustri solo perché la squadra che segue glielo permette e non perché il vero valore di una tifoseria possa essere realmente valutato e premiato. Inutile quindi chiedersi perché grandi piazze siano relegate nei bassifondi ed invece delle cittadine senza seguito occupino posizioni ben più prestigiose. Piacerebbe anche a Noi veder chi merita nelle categorie che più competono al reale valore della tifoseria, ma nel calcio, purtroppo, non vince chi ha il pubblico più caloroso… anzi. Osservando attentamente l’attuale stato di molte curve italiane delle prime quattro serie, molte sono le piazze che vivono di ricordi, che vanno a rispolverare gli anni d’oro e che si trincerano dietro scuse banali per dare una spiegazione al loro attuale valore. Lungi da Noi fare classifiche, a quello ci pensa Supertifo (o almeno la vecchia gestione), Noi non giudichiamo gli altri, ma Noi stessi. Ma per poter fare ciò, dobbiamo pur sempre confrontarci con gli altri, senza mai cadere nell’errore di paragonarci ad altre tifoserie (guai), soprattutto perché dal basso della nostra giovane esperienza, non possiamo confrontarci con piazze che hanno fatto la storia del tifo in Italia. Rimane comunque la consapevolezza di una bella stagione, esaltante, di trasferte fuori regione e vi assicuriamo, che andare in dieci in Sardegna per sei volte non è da tutti, soprattutto in queste categorie e con questi prezzi.
Ci siamo chiesti se gli Ultras fondani siano pronti o meno ad un’avventura del genere, ce lo siamo chiesti e siamo giunti ad una conclusione: “Da sette anni abbiamo riportato la parola ultras nella nostra Città, tra mille difficoltà, ma siamo andati avanti per la nostra strada, presenziando ovunque, colmando le distanze e sobbarcandoci gli innumerevoli problemi di una piccola realtà. Solo chi si conta sulle dita di una mano sa realmente di cosa parliamo. Siamo convinti che solo dopo la realizzazione di un nostro settore, di una curva, potremo parlare di Ultras nella nostra meravigliosa Città, e solo dopo aver concluso degnamente la nostra prossima stagione sugli spalti, potremo parlare e giudicare gli Ultras fondani!”.