Archivi del mese: Aprile 2006

The last afternoon

Stavolta è proprio finita, solo 180 minuti al termine della stagione, due sole partite da disputare con una classifica che ha ancora molto da dire in fatto di vertice e lotta per non retrocedere. Vittime per ora definite il Sezze Setina di Fabio Stravato, Luca Di Fazio e del rimpianto Massimo Di Biasio e l’Alatri dell’irruento Ciro Scognamiglio che fino all’ultimo ha cercato di rimettere in carreggiata una squadra sicuramente sfortunata e meritevole di piazzamenti decisamente migliori. Dispiace nel complesso perché si tratta di due realtà calcistiche importanti, con un glorioso passato, e per questo motivo sarebbe stato logicamente piacevole sobbarcarsi due trasferte come quelle al “Tasciotti” (sempre se fosse mutata la situazione conflittuale tra società ed Amministrazione Comunale) ed al “Chiappitto”. Da non sottovalutare l’ottima cucina delle due cittadine, a sottoscrivere un ulteriore buon motivo per rammaricarsi della retrocessione di rossoblu e verderosa in Promozione. Auspichiamo che entrambe possano ritornare presto nel massimo campionato regionale, ed auguriamo ai tre fondani del sodalizio setino di poter trovare fin da subito “mercato” perché tutti in grado di primeggiare in categorie superiori.

Per quanto riguarda la vetta del Girone B la sfida lunga tutta un campionato tra i ciociari del Morolo ed il Terracina di Lauretti continua a regalare emozioni ed interesse. Sorpassi ed agganci si sono ripetuti in diverse occasioni ed ecco, a sei mete dal traguardo, l’assoluta parità in graduatoria sotto l’arco dei 63 punti. I tigrotti ospiti della pericolante Roma VIII ed i biancorossi impegnati tra le mura amiche al cospetto di un Torrenova oramai salvo matematicamente: questo il biglietto da visita del penultimo atto stagionale. E per i cuori forti l’ultima giornata di campionato prevede la trasferta del Morolo sul campo dell’ostica Vis Artena e la visita dello sciagurato Colleferro al “Colavolpe” di Terracina. Due gare tutt’altro che semplici dunque separano le singole contendenti in un finale al cardiopalma che promette scintille e strascichi alquanto polemici, come già prefigurato dalla carta stampata nel corso di queste ultime settimane. Certo in maniera discutibile, considerato che è stato dedicato spazio ad una lettera anonima, ma sollevando un polverone di non poco conto che però per il momento non ha provocato reazioni scomposte da parte della società ciociara. Sì, avete capito bene, l’intuizione è quella giusta: da più parti si vocifera di gare indirizzate, risultati concordati, giocatori premiati in caso di vittoria contro il diretto avversario per la corsa al salto in Serie D.

Scenari da Tribunale, prospettive tutt’altro che rosee per un’Eccellenza laziale in cui quest’anno ha regnato l’equilibrio ed un tasso tecnico medio abbastanza ridotto rispetto alla passata stagione. Allusioni pericolose di cui si sono resi protagonisti anche importanti dirigenti da decenni impegnati nello sport e per questo motivo baciati da credibilità agli occhi di vertici regionali e nazionali. Eppure per il momento la bilancia non pare così schierata da una parte della barricata. A conti fatti l’anonimo “sportivo” ciociaro che dalle colonne di un quotidiano ha parlato di premio partita promesso (ma non ancora elargito!) dal Morolo a giocatori dell’Alatri come sollecito ad impegnarsi per portare “in cassa” tre punti a discapito del Terracina potrebbe risultare subito smentito da altrettanti risultati che hanno favorito la società biancoazzurra a seguito di clamorosi passi falsi di Pistolesi e company. Il tutto senza però sorvolare sul fatto che mai e poi mai una seria ed imparziale Redazione o testata giornalistica dovrebbe autorizzare la pubblicazione di un quotidiano dove si denigra il lavoro di un gruppo sportivo in maniera anonima e senza la minima prova, con allusioni che, per il momento, non hanno trovato alcun riscontro. Si corre il rischio di abbandonare il puro giornalismo e lasciare adito a prese di posizione campanilistiche che poco hanno a che vedere con il valore dello sport!

Noi, intanto, siamo impegnati nel conto alla rovescia. Dopo l’ultimo pomeriggio casalingo della stagione saremo di scena a Genzano per i “saluti di fine anno” con tanto di asciugamano e infradito. Presenti anche nel bellissimo centro sportivo di Via Candiani, attorniati da un numero esagerato di Forze dell’Ordine, abbiamo assistito anche stavolta in silenzio alla gara, come già avvenuto nella trasferta al “Riciniello” di Gaeta. Una scelta che sarà ripetuta Domenica pomeriggio, ulteriormente condita da una sorpresa significativa con cui vogliamo chiudere la stagione tra le mura amiche. Nulla di preoccupante, nulla da temere, ci mancherebbe! Quello che più conta è divertirci, compattare, aggregare. Certo, con un occhio anche alle spalle, perché se dovesse passare Luxuria sarebbero guai seri, vero Onorevole Vladimiro? Quando gli stimoli vengono meno basta tirare fuori la passione ed il cuore, la voglia di stare in compagnia, preferendo sempre 300 ed oltre km al seguito del Fondi piuttosto che un gelato in riva al mare. Questo ci distingue… Un ultimo input: “Serenella, quand’è sera arriverà…” è il motivetto sul quale sta per nascere un nuovo coro coinvolgente e il suo lancio è previsto a giorni. Aprite bene le orecchie allora, e “Arrivederci”!


…ci siamo quasi!


…uhuhuhuhuhuh!


…casualismo militante!


…immancabile!


…questa volta siamo noi a fotografare!


…tutto questo per noi?


…messaggio eloquente!


…si torna a casa o almeno ci si prova!


…ma mi raccomando, prudenza alla guida!

Bottle

"BOTTLE"

La  vera storia di Steve, un ex hooligans inglese che ha fatto dei suoi pugni la sua "fortuna", accompagnato dalla sua instancabile "bottiglia", appunto "bottle". Dal 1975 al 1991 non c’è stato giorno in cui Steve non abbia avuto incontri ravvicinati con i tifosi rivali, mai una pausa, mai una resa, date e prese, ma il biglietto è stato sempre timbrato, senza remore, senza timore, senza soste. Una storia di violenza estrema e allo stesso tempo un racconto di vita fatta di eccessi, di sadismo, di brutalità, di scene di sangue sensazionali. Non adatto ai deboli di cuore e neppure ai novelli ultras o hooligans che dir si voglia, insomma a "letture limitata". Si racconta che Steve abbia minacciato l’editore con una mazza affinchè fosse pubblicata la sua opera, e in un batter d’occhio ecco il libro bello e pronto per i lettori. Un libro che farebbe al caso di molti giovincelli che oggi si divertono a scrivere sui muri ultras, ma che alla resa dei conti si nascondono o scappano o addirittura rinnegano…e pensare che una volta si davano e si prendevano e neppure chi le dava si vantava. Un libro che spiega la differenza tra pensare di essere duri ed esserlo veramente, e nel caso di Steve, esserlo stati e raccontarlo.

La prima volta

Non era mai accaduto dalla nascita del movimento! Mai prima di Gaeta gli ultras fondani avevano deciso di assistere in totale silenzio ad una gara del Fondi! Nelle ultime tre stagioni, senza però dimenticare anche buona parte del finale di campionato nell’annata del passaggio dalla Promozione all’Eccellenza, mai si era verificato di imbattersi in un “frastornante silenzio” sugli spalti da parte dei tifosi rossoblu. Al “Riciniello” però è accaduto e questo rappresenta senz’altro il dato più significativo della partita, che per la cronaca ha prodotto una nuova sconfitta nei cosiddetti derbies grazie al penalty realizzato dall’ex La Rocca con cui i biancorossi di Stefano Rossi hanno firmato il conseguimento di tre punti importantissimi per la classifica dei gaetani. Davanti ad un numerosissimo pubblico, sotto un solleone da tintarella.

Una gara scialba, accesa a tratti dall’eccessivo nervosismo di alcuni atleti in campo, che i padroni di casa hanno saputo vincere puntando tutto sulla velocità degli avanti Kamara e Maglitto, veri e propri spauracchi per la difesa rossoblu. Molto più avvincente probabilmente lo scrutinio delle Elezioni Politiche che ha tenuto a casa alcuni fedelissimi, pronti però a timbrare nuovamente il cartellino già dalla prossima trasferta romana sul campo della Nuova Tor Tre Teste, ribattezzata per l’occasione “tottettette”. In un contesto del genere i fondani al seguito hanno preferito la strada del silenzio. Compatti dietro l’immancabile striscione “Fatevi da parte”, in una lunga e triste agonia domenicale che solo il bellissimo gesto di fine partita del grande Silvio Solimeno e del mitico Rossi-goal ha saputo rendere meno amara e tremenda. Ma c’era da aspettarselo, no?

Da matti pretendere di rivedere in campo la grinta messa in mostra nella gara infrasettimanale con il Morolo, ancora più pretestuosa un’eventuale corsa sotto il settore da parte degli undici in campo, sempre pronti all’applauso ed al complimento ma mai disposti a beccarsi richiami e critiche quando “non si vince”. Scene di un film già visto, quasi a voler confermare la tradizione che ha segnato i saldi di fine stagione di questi ultimi campionati. Partite della vita miste a prestazioni scandalose, interventi rabbiosi e carichi di adrenalina alternati a forfait o addirittura lisci da dimenticare. Spintoni e risse con alcuni, scuse e “piaceri” ad altri. Pensate possa essere questa una linea di condotta da grande squadra o si tratta di atteggiamenti da provinciali? Non pensiate possa innescarsi un clamoroso pensiero nelle menti degli spettatori? Come mai così perfettamente bravi col Morolo e così perfettamente scialbi col Gaeta? Come mai tigri e leoni col Formia e pulcini nei derby col Terracina?

Ma lasciamo stare, meglio sorvolare, catalizzando l’attenzione sulla goliardia, sul biglietto fattura emesso dalla società biancorossa, sull’erbaccia che avvolge l’intero settore ospiti del “Riciniello” e soprattutto sull’argomento della settimana, e cioè lo studio di alcuni esperti secondo i quali il manto sintetico sia cancerogeno! Cancerogeno? Ho capito bene? Sì, hai capito benissimo. E la Federazione apre indagini per scoprire se si tratta di boicottaggi o reali perplessità che possano complicare la già precaria condizione delle strutture sportive nel territorio nazionale. In ballo la salute di atleti e dirigenti, non si scherza signori. Una tegola per la città di Fondi se le prime analisi degli studiosi dovessero confermare la pericolosità dei manti in questione, considerato che solo da Dicembre l’Arnale Rosso è stato messo a disposizione delle società sportive locali e quindi al momento è scarsamente utilizzato. Stesso problema sarà affrontato proprio a Gaeta come a Boville ed Alatri in terra ciociara, con la speranza che nulla possa compromettere in fatto di condizioni di salute per chi ha calpestato queste superfici nel giro degli ultimi mesi. Altrettanto imbarazzante è la diatriba relativa ad una presunta scelta societaria per questo finale di stagione: voci insistenti di corridoio (come pure di Camera e Senato!) parlano di “fuori rosa” per i giocatori che “dovessero permettersi di salutare gli Old Fans al termine di una partita o durante una gara dopo la realizzazione di una rete”. Una scelta ben precisa che non ha bisogno di commenti, una conferma, l’ennesima d’altronde, di un modo tutt’altro che elastico e sportivo di operare che sicuramente contribuisce a chiarire le idee a chi ancora nutriva dubbi sulla reale incompetenza di alcuni soggetti ad occupare incarichi e “poltrone”. Ma va bene così, state bene così! Noi speriamo naturalmente che si tratti solo di “dicerie”, magari di parole buttate lì da qualcuno che vuole aizzare polemiche e contestazioni, aspettiamo perciò chiarimenti, smentite, prove che possano dimostrare il contrario di quanto giunto alle nostre orecchie.

Certo che questi male informati la dovrebbero smettere di mettere zizzania, noi ci vogliamo tutti un gran bene, ognuno di Noi rispetta l’altro, ognuno di Noi conosce i propri diritti e doveri e non mancherebbe mai di dialogare serenamente con l’altro, figurati se “senza dire nemmeno una parola finiamo per essere liberamente insultati sotto gli occhi delle Forze dell’Ordine”. Siamo sicuri che c’è stato un piccolo fraintendimento e che, fin da Domenica, i giocatori verranno tutti a salutarci al termine dell’incontro con il Tor Tre Teste, guidati da allenatore e staff tecnico, per poi lanciarci addirittura le magliette in occasione dell’ultima gara casalinga dell’anno in programma per il 30 Aprile all’Arnale Rosso al cospetto della Viribus Cisterna Montello dell’ottimo Pellucchini. Scommettiamo che sarà così? Noi ci mettiamo 5 mila Lire, ops, dimenticavamo… l’era è passata, allora facciamo 3 Euro. Strano e surreale però tutto quell’assordante silenzio, vero? Forse sarebbe il caso di rendersi conto di una cosa: rispetto genera rispetto, chi semina vento raccoglie tempesta, fiorin fiorello l’amore è bello vicino a te… potremmo continuare a lungo, i postumi della Pasquetta ci hanno ricaricato ben bene…


…in silenzio!


…disinteressatamente ultras!


…a noi della partita non ce ne frega un cazzo!


…il sole scotta!


…gradoni silenziosi!

Casuals

"CASUALS"

Dopo Teds, Mods, Rockers, Hippies, Skinheads, Suedeheads, Punks verso la fine degli anni settanta in Inghilterra apparve un nuovo trend. Gli adepti di questa sottocultura facevano parte delle gangs violente affiliate al football. Si vestivano con abbigliamento sportivo griffato (spesso rubato) facendo apparire come dei dinosauri i bootboys di qualche anno prima. Venivano chiamati Scallies, Perry Boys, Trendies o Dressers ma il nome che rimase fu Casuals. Questo libro non è uno studio semplicistico di firme della moda e teppisti del football ma un’esplorazione di quello che fu un movimento giovanile che per la maggior parte attingeva affiliazioni nella working-class bianca durante un’era caratterizzata da feroci attacchi da parte di un governo di destra determinato a smantellare e cancellare qualsiasi segno di resistenza urbana e da parte dei media, con la lobby Sohocentrica incapace o maldisposta a cogliere quanto stava accadendo intorno al football. Casuals esamina l’evoluzione della scena analizzando tutti i dettagli: i vestiti, naturalmente, ma anche la musica, la politica, le droghe, il crimine. Insomma , tutto quanto avesse a che fare con il quotidiano di uno scally o di un casual. Questa è la storia di un movimento di rivolta culturale, musicale e sartoriale capace di mutare frequentemente e in maniera impercettibile a seconda del dove e del quando.

Farebbero tutti silenzio


FAREBBERO TUTTI SILENZIO
di Andrea Zambelli
2001


GIUDIZIO:…un vero e proprio documentario sulla curva bergamasca che ha come voci narranti i leaders della nord atalantina. Un bellissimo collage di video che fanno apprezzare nel giusto modo ciò che molti nemmeno immaginano possa essere promosso o realizzato da ragazzi di curva. Si parla di tutto, di cosa vuol dire essere ultras, cosa significa per gli ultras la fede nella propria squadra, la repressione, le coreografie, l’autofinanziamento, le trasferte, il materiale, le iniziative benefiche, il ricordo di chi non c’è più… I vecchi della curva raccontano e descrivono il loro mondo, ciò che vivono non solo la domenica, ma 7 giorni su 7, perchè i veri amici, le vere compagnie te le fai in quel luogo che i benpensati schifano e ripudiano, ma che per gli ultras rimane luogo sacro. Si parla della passione che muove migliaia di giovani in giro per gli stadi, consapevoli di trovare nemici pronti a scontrarsi, a volte neppure lealmente. Si parla di mentalità ed in questo campo chi meglio di loro può insegnarci qualcosa? Si ragiona su ciò che è conosciuto col nome di REPRESSIONE e si approffitta per ricordare Celestino Colombi, morto in seguito ad una carica ingiustificata delle forze dell’ordine nel lontano 1993. Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini della curva intervallate dalle voci dei leaders che senza peli sulla lingua e senza timori spiegano il loro modo di essere e di agire. Scorrono le immagini del memorial organizzato in ricordo di chi questa passione smodata non potrà più provare e che troppo presto ha lasciato i suoi compagni di curva. Si parla di aggregazione, della forza trainante del fenomeno ultras, della facilità di come i giovani trovino in questi luoghi l’essenza dell’amicizia. Si va allo stadio perchè gli altri giorni si lavora in fabbrica ed è naturale che la domenica si voglia staccare la spina con il mondo che ci circonda, per estraniarsi da ciò che ci opprime, cercando magari conforto in quegli 11 che scendono in campo. Ed è questo il mondo ultras, è tutto e niente allo stesso tempo, è ciò che vorremmo fosse tutto il resto, e se un giorno, speriamo più tardi possibile, chi ci odia vincerà la battaglia, ci ritroveremmo tutti in silenzio, magari seduti ad osservare 22 giocatori che in campo se le danno di santa ragione. Ma per fortuna, per il momento resistiamo, altrimenti…FAREBBERO TUTTI SILENZIO!

VOTO:8…una specie di vademecum per chi vuole affacciarsi su un mondo nuovo e sconosciuto che sicuramente farebbe scuola anche ad ultras della vecchia guardia!

Scommettiamo che…

…col Morolo scenderà in campo il più bel Fondi della stagione? Scommettiamo che tutti gli undici in campo daranno l’anima per ben figurare? Scommettiamo che anche i meno bravi sembreranno veri e propri fenomeni mercoledì pomeriggio? Questo ci siamo detti tornando dal bellissimo e soleggiato afternoon di Anitrella e così è stato, senza sé e senza ma. Un Fondi a dir poco stupendo stende la corazzata ciociara guidata dall’inossidabile Gaeta e si attesta solitaria in quinta posizione, ad una sola distanza dal Cecchina, in caduta libera nelle ultime settimane. Ed a beneficiare dell’impresa rossoblu è soprattutto il Terracina dell’indiscutibile Trotta e del discutibile Lauretti, dopo che negli ultimi giorni sotto Monte Giove era iniziata a farsi largo la delusione per una stagione buttata al vento e la constatazione che per la promozione in Serie D l’unica strada percorribile fossero i play off o spareggi, come dir si voglia, con la seconda classificata del Girone A laziale ed a seguire la diretta concorrente toscana. Ma come direbbe Fabrizio Frizzi“Scommettiamo che…” ed il Fondi riapre il campionato, regala ancora più indecisione a questo caldissimo finale di stagione. E lo fa in uno strano mercoledì di Aprile, in un Arnale Rosso cinto d’assedio da decine di uomini in divisa e dalla presenza di più di qualche “interessato al risultato”.

Fin qui nulla da eccepire, ci mancherebbe. Contentissimi noi di aver restituito al Morolo la sconfitta subita all’andata, felici di aver visto il miglior Fondi dell’anno ed a tratti stupiti dalla facilità di gioco mai mostrata prima. Evidentemente anche gli acquisti che meno avevano impressionato fino a questo momento iniziano ad integrarsi bene con il resto della squadra e tutto ciò fa ben sperare, soprattutto in ottica futura. Peccato però che la stessa grinta, la stessa determinazione, la stessa voglia di vincere e stupire non si sia mai vista in questi ultimi due anni nelle gare in cui siamo stati opposti proprio al Terracina. E peccato che la stessa meraviglia di gioco e fraseggi sia stata completamente accantonata su tutti i campi in cui il Fondi ha giocato quest’anno, non ultimo al “Liri” di Anitrella o allo “Sbardella Agapito” di Via Ruderi di Torrenova a Roma. Probabilmente solo nell’uggioso pomeriggio di mercoledì la “fortuna” ha girato nel verso giusto? Forse solo mercoledì si sono trovati i giusti stimoli per entrare in campo ed aggredire l’avversario su ogni pallone? Forse solo con la prima della classe era lecito attendersi una prova di tale spessore? Forse sbagliamo noi e rivedremo lo stesso squadrone rossoblu anche a Gaeta, a Tor Tre Teste, a Genzano? Ce lo auguriamo, davvero, a cuore aperto. Sarebbe il miglior antidoto per smussare dubbi e voci di corridoio che infestano la città (e l’intero comprensorio sinceramente) già da qualche settimana. Noi intanto ci godiamo questa bellissima vittoria, e lo abbiamo fatto con il solito sostegno, divertente e coloratissimo. Al cospetto di un tremendo tamburo.

Abbiamo ringraziato i ragazzi per la straordinaria gioia regalataci con un lungo applauso a fine partita, abbiamo continuato a cantare anche dopo (ma non di certo quel “La capolista siamo Noi” di cui parlava il solito malinformato Paolino Annunziata su “Latina Oggi” bensì un ironico “Vinceremo il tricolor” cui veniva aggiunto l’ancora più goliardico “Torneremo in Serie D”). E tutto era pronto per tornare al calduccio di casa dopo aver preso anche l’acqua dell’Arnale Rosso e dopo aver riposto in borsa l’ultimo drappo… quando per la terza volta in questa stagione lo stesso dirigente rossoblu ha preferito rovinare l’atmosfera di festa e soddisfazione, scandita anche da un fortissimo ed inaspettato urlo negli spogliatoi della squadra per festeggiare probabilmente la vittoria e gioire per aver dimostrato le proprie potenzialità. Lo stesso dirigente che già a Terracina, prima in Coppa Italia e poi in Campionato, aveva messo in mostra il proprio stile, reagendo in maniera spropositata ed alquanto inopportuna alle contestazioni che la tifoseria rivolgeva come sempre in termini di massima educazione e rispetto dei ruoli. Ma d’altronde quando ci si vede attaccati le reazioni hanno la capacità di essere imprevedibili e per questo motivo spesso vengono giustificate. Il guaio è un altro: più passano i giorni e più resta difficile spiegare cosa abbia potuto spingere il dirigente in questione ad offendere quei ragazzi che, ancora una volta, avevano sostenuto la squadra portandola alla vittoria. Perché se è vero come è vero che di fronte ad una seppur moderata ed elegante contestazione una reazione può starci (anche se certamente non nei modi in cui è avvenuta, e chi era presente al “Colavolpe” potrà confermare!), una diretta offesa al termine di una gara vittoriosa e senza alcuna provocazione è qualcosa di estremamente grave che una Società che ama distinguersi per serietà dovrebbe provvedere ad analizzare. Vergognoso lo spettacolo offerto da chi ha pensato bene di nascondere il gesto del Signor Dirigente attaccando violentemente i pochi tifosi che erano nel frattempo rimasti all’interno dello stadio. Una contromossa da fare invidia ai migliori giocatori di Risiko, tanto che le numerose divise delle Forze dell’Ordine e l’immancabile cineamatore della Polizia di Stato nulla hanno fatto per individuare l’evidente responsabile dell’animata discussione. Tantomeno ne hanno parlato stampa e tv! Ma c’era da aspettarselo no? Siamo ormai al ridicolo. Anche di fronte all’indifferenza una mano galeotta per tirare la pietra la si trova sempre e questo è ormai sotto gli occhi di tutti, non più naturalmente nelle menti smemorate di propria volontà dei tanti che hanno assistito al siparietto andato in scena senza muovere bocca quasi fossero mummie pietrificate all’istante. Ma va bene così. Scommettiamo che… siamo stati ancora una volta noi ad offendere? Scommettiamo che… riparte il vittimismo? Scommettiamo che… la miccia l’ha accesa sempre quel bomber nero?

Prendiamola con filosofia, visto che pare essere una materia di interesse generale gradita anche ai nostri lettori più simpatici e affezionati (tanto da sussurrare “A chiss’ c’ vonn l’ mazzat!”), è tutta una questione di stile, stile, stile ed ancora stile. 


…dopo il mercoledì…


…ci manca solo il lunedì!


…ma noi…


…comunque…


…presenti!

Caro Melchiorre…

“Occhio per occhio, dente per dente: giustizia per Tommy”. Questo lo striscione con cui si apre la partita al “Liri” di Anitrella, dopo un breve ma molto intenso battibecco con la solita ignoranza dei Vigili di turno che non vedono l’ora di travestirsi da leoni coraggiosi ed il solito tentativo del nonno al botteghino che spera di spillarci ben 10 Euro per una partita di Eccellenza! Eppure la Famiglia degli Old Fans non cade in provocazione, risponde per le rime sì ma ha il dovere di ricordare un piccolo angelo strappato alla vita dalla mano crudele di un orco senza scrupoli. E per questo motivo dagli spalti del campo sportivo ciociaro la tifoseria rossoblu ha lanciato il suo applauso di saluto a Tommaso, sicuri che lassù il grande Antonio lo terrà sotto braccio proteggendolo. Una frase che lascia poco all’immaginazione ed urla la rabbia e la voglia di giustizia su una vicenda assurda. Non è ammissibile alcun buonismo in una storia di questo genere, come scritto dalla Curva A di Napoli durante il pre-partita della gara con il Chieti: “Arrestarli? Non è il caso… Date a noi gli assassini di Tommaso!”. Un pensiero che probabilmente accomuna molte curve italiane, e che, in termini più o meno simili, è stato possibile riscontrare negli striscioni di tante tifoserie, dalla Serie A alla Prima Categoria, perché tutta Italia ha seguito la storia del piccolo Tommy e tutta Italia è stanca di vedere bambini sequestrati, torturati, ammazzati, donne stuprate, anziani derubati ed abbandonati. Proprio per ribadire questo sentimento di intollerabilità in molti hanno manifestato il proprio sdegno, chi scegliendo la strada del silenzio, chi rispettando il classico minuto di raccoglimento, chi pregando in memoria di Tommaso e di tutti i bambini strappati dall’amore dei propri genitori, altri marciando o cantando per ricordarlo.

Il manipolo di Fratelli Ultras presenti in terra ciociara ha dedicato a quel bambino ricciolino pieno di voglia di vivere un assordante silenzio, scandito da un forte applauso finale, cui hanno fatto seguito logici insulti a chi in campo ha preferito fregarsene e “non interrompere lo spettacolo”. Una scelta d’altronde che rispecchia lo stato attuale delle cose in un calcio fatto di repressione, accordi sui diritti televisivi, calcio scommesse, doping, passaporti fasulli e fideiussioni false, dirigenti incapaci ed atleti intoccabili perché legati ad un forte sponsor, un calcio moderno che poco o nulla lascia alla solidarietà ed alla lealtà, se non in termini di immagine e propaganda quando si tratta di raccogliere direttive della Federazione o diktat obbligatori. Fatto sta che ancora una volta gli ultras hanno dimostrato al mondo, se ancora ce ne fosse il bisogno, il proprio animo nobile, la propria mentalità, il proprio stile di vita e di pensiero, e noi “condanniamo a morte” gli autori di questo gesto, un gesto che non trova alcuna motivazione se non quella della assoluta follia omicida che va punita in modo severo, recependo se possibile nella legislazione italiana i suggerimenti di altri stati dove, probabilmente, la pena alla perdita della vita viene comminata anche in caso di reati minori.

Del calcio, o presunto tale, giocato sulla sabbia di Anitrella, davvero poco da segnalare: novanta e rotti minuti di apatia, pochissime occasioni da rete, come sempre numerose quelle della formazione avversaria (ma non è più una novità, anzi!), un clima estivo che si è fatto sentire, praticamente un’amichevole di pre Campionato. Ed a coronare il bollente pomeriggio ciociaro un pareggio che non serve praticamente a nessuno. Un punto che non permette ai neroverdi di festeggiare la salvezza, un punto che potrebbe servire al Fondi se la seconda piazza, utile per eventuali spareggi e play off, fosse più vicina di quanto invece non lo sia. Fortuna che a rendere piacevole la gita ad Anitrella ci pensino alcuni vecchietti sistemati nel nostro settore con i quali è partita una “passatella” senza precedenti, la presenza dell’ex allenatore del Colleferro, Massimo Caldaroni, e l’incontro con una bellezza da copertina che fa letteralmente perdere la testa, e forse anche la strada del ritorno a casa, a più di qualche pezzo pregiato della nostra ciurma. Un vero signore, Caldaroni, che, preso di mira con cori di simpatia ed un invito plateale a raggiungerci per un “digestivo dopo partita”, non ha perso l’occasione per dimostrare tutta la sua eleganza guidandoci letteralmente in un locale per discutere con noi di questo campionato tra un Prosecco e l’altro, promettendo di fare un pensierino per un’eventuale “visita prolungata” a Fondi. Momenti di goliardia pura e spensieratezza cui ha partecipato un po’ tutta Anitrella, tra i sorrisi del cassiere del bar, il goffo tentativo di abbordaggio di cui è stata fatta oggetto la splendida Simona, poi messa visibilmente sotto torchio dal gelosissimo fidanzato che l’aspettava in auto, il siparietto con un Mandarelli disponibile come non mai, il coinvolgimento dello sfortunatissimo Varroni al quale auguriamo di rimettersi in sesto prima possibile, la signora del balcone che ha cambiato tre magliette in novanta minuti, gli assenti che chiedevano risultati al telefonino puntualmente presi in giro (3-1, 1-2, 4-4!), il tatuaggio che non ti aspetti, la maglietta rossa che ti auguri di non trovare nel cassetto della tua ragazza e… e… e… e Noi, unici, inimitabili, tremendamente fondani.

Ed ora il turno infrasettimanale voluto da Lord Zarelli, partita interessantissima che vedrà protagonista all’Arnale Rosso il Morolo di Mister Gaeta, sempre più capolista di questo girone. Privo di Pistolesi e Cirelli, squalificati durante l’ultimo incontro casalingo con la compagine gaetana guidata da Stefano Rossi, ma pronto a fare sua l’intera posta in palio per tentare di chiudere anticipatamente il discorso promozione. Una decisione discutibilissima quella del Comitato Regionale che penalizzerà soprattutto le casse delle società che disputeranno partite casalinghe e che magari da partite di prestigio avrebbero potuto aspettarsi un incasso di notevole caratura. Senza dimenticare il delitto primario che, come sempre, verrà perpetrato nei confronti delle tifoserie che dovranno sobbarcarsi una trasferta assurda in una giornata lavorativa. Ahi, ahi, ahi caro Melchiorre, non t’incontriamo ma se t’incontriamo…


…per Tommaso!


…il rituale domenicale!


…clap clap!


…si avvicinano le elezioni…


…vota OLD FANS!


…come rinunciare alla sciarpata?!?


…un pò di colore!


…Caldaroni pagaci da bere!

Vietato sbadigliare!

Resistere alla noia del primo tempo di Fondi – Colleferro è stata fino ad oggi l’impresa più ardua della stagione. Sembrerà strano ma è così, nonostante l’annata sia stata caratterizzata da poche belle partite, molte gare in cui ha regnato confusione e casualità. Credevamo di aver superato abbondantemente il peggio con le prestazioni di Priverno e Roma ed invece il destino ci stava per riservare la tristezza di quarantacinque minuti che avrebbero messo fuori gioco chiunque, considerando il caldo infernale di una domenica tutt’altro che primaverile e la cronica assenza di tifoserie ospiti all’Arnale Rosso. Meno male che l’abitudine si inizi a far sentire per combattere anche la più noiosa delle partite, meno male che tra una battuta e l’altra, tra un coro ironico ed uno di sostegno la prima frazione è volata via, lasciando sul proprio cammino spettatori in fase digestiva con una voglia incredibile di russare in santa pace rubando al sole la prima tintarella dell’anno. A volte proviamo ad immaginare l’Arnale Rosso senza la nostra presenza, restiamo in religioso silenzio e ci “gustiamo” qualche minuto di gara sforzandoci di guardarla con l’occhio vispo ed attento ad ogni minimo particolare di un giornalaio o di uno dei sempre più pochi fondani che preferisce la squadra di calcio della propria città ad un cono “da Fiorelli”.

Ebbene, signori e signore, il panorama è davvero desolante. Qualcuno tra di Noi ama parlare di Foro Italico, accomunando le tribune del nostro stadio al silenzio di tomba che accompagna le gare di tennis nella bellissima struttura capitolina, altri invece paragonano il tenebroso scenario alla platea di un teatro dove anche il respiro pare essere di troppo. Imbarazzante se vogliamo l’aspetto legato alla non promozione delle gare interne: se è vero come è vero che lo spettatore ha fame di successo e segue la propria squadra soprattutto quando essa regala soddisfazioni e speranze di vittoria finale del Campionato, è pure vero che a Fondi non è mai mancata la voglia di affollare le tribune per assistere anche alla più inutile e deprimente delle partite. Sì, d’accordo, rispetto a qualche anno fa oggi le alternative sono molte e tutte appetitose, in particolare le pay-tv, ma rimane innegabile che siano in molti ad essersi disinnamorati del Fondi, ad essere stanchi di vedere poco calcio, il solito calcio, ad essere stati allontanati da scelte societarie che lasciano ben poco all’immaginazione nonostante riportino un marchio inconfondibile.

Allora l’obiettivo principale, per tutti intendiamo, staff dirigenziale, settore tecnico, parco giocatori, istituzioni, associazioni sportive e tifoseria, deve essere proprio questo: riavvicinare la città al Fondi. Certo, un obiettivo di difficile raggiungimento, ma per questo ancora più avvincente ed intrigante. Un obiettivo che per essere centrato ha bisogno però di alcuni accorgimenti, sotto diversi punti di vista: in primis attraverso una svolta ed una ventata di rinnovamento che possa risvegliare l’entusiasmo e aprire spiragli di speranza per la corsa a traguardi prestigiosi. Una Campagna Abbonamenti che non sia semplicemente rappresentata da una ricerca spasmodica di contributi bensì sia fatta anche di partecipazione, coinvolgimento, interesse e seguito della squadra. Importante inoltre la produzione di materiale che possa richiamare l’attenzione dei meno interessati anche durante la settimana, e cioè bandiere rossoblu da regalare ai bambini per essere appese ai balconi, sciarpette popular per finanziare le casse della Società, gadgets e calendari (tascabili e poster) come già promosso da Noi in questi anni con ottimi risultati. Tutto ciò senza però dimenticare l’aspetto decisivo delle locandine e dei manifesti pre-partita per informare gli sportivi ed invitarli a gremire le tribune dello stadio: pensate che in molti si rivolgono a Noi per avere notizie ed informazioni, eppure crediamo che una produzione maggiore di materiale promozionale sia equivalente ad incrementare le entrate con nuovi sponsors e rappresenti un ottimo deterrente alla scarsa presenza di pubblico nelle partite interne. Questo in poche parole il nostro ricettario, fermo restando che anticipiamo fin da questo momento (è in cantiere!) l’elaborazione di un Programma di Rilancio Generale cui stiamo lavorando da qualche mese, un piano per cambiare rotta.

Non una lezione di marketing, e nemmeno di gestione societaria, semplicemente alcune indicazioni utili allo scopo di migliorare lo stato attuale delle cose, perché i primi ad essere amareggiati per la situazione in cui versa il calcio fondano siamo Noi, Noi che nel bene e nel male siamo gli unici ad essere sempre al fianco di questa squadra, comunque ed ovunque. Bene ricordarlo ogni tanto, no? Anche perché un minimo di rispetto e considerazione questa ciurma di scalmanati la merita, d’altronde non è da tutti continuare a cantare e tifare sotto di due reti con la penultima in classifica, sostenere a perdi fiato la squadra nonostante in quarantacinque minuti non abbia scagliato nemmeno un pallone nella porta avversaria. Logico allora che ci si esalti per aver battuto il Colleferro, per aver gioito con il ritrovato (…e riperso purtroppo) Varroni, per le sgroppate offensive di Fiore. Oggi come oggi è questo il pane di cui ci nutriamo, è questo il massimo che si possa chiedere, al di là delle ormai infantili parole con cui in settimana si riempiono le colonne dei giornali per promettere l’irrealizzabile. Ed allora freghiamocene di tutto e tutti, sputtaniamo quell’imbecille di Zarelli per l’ennesima trovata che ci porterà di Mercoledì pomeriggio ad affrontare la prima della classe, dopo che già nella gara d’andata fummo costretti a raggiungere Morolo di Giovedì mattina. Prima di salutarci, a titolo puramente informativo, segnaliamo che la Società è stata multata di Euro 100,00 (e non è certo la prima volta che avviene quest’anno) perché, dal rapporto di un assistente arbitrale, è risultato che persone non autorizzate sostavano durante il secondo tempo della gara con il Colleferro dentro il “recinto di gioco” offendendo la terna, e le stesse a fine partita sostavano nella zona degli spogliatoi… tutto qua, ogni commento è superfluo! “Buon campionato a tutti” per dirla alla Mosca…


…quasi quasi giochiamo noi!


…meglio voltare le spalle!


…la consueta sciarpata!


…sciarpe al cielo!