Archivi del mese: Febbraio 2014

La trasferta di Isola Liri

Sempre la stessa storia!

Si torna ad Isola Liri a più di due anni dall’ultima volta. Di quell’ultima nostra presenza ricordiamo ancora le reti ondulate dei ripostigli del “Nazareth” e le porte in alluminio, dove stendemmo “modi profughi” felpe e t-shirt inzuppate d’acqua. Prendemmo così tanta pioggia che stentiamo a ricordare il risultato, anche se è forte il sospetto che l’abbiamo rimosso volutamente dalle nostre menti.

Quell’ultima volta, anche se non vogliamo ricordarlo, perdemmo di sicuro. Che poi, anche se ci si buttasse ad indovinare, ci si azzeccherebbe, sapendo quanto è storicamente ostico per Noi il “Nazareth”. Qualcuno in macchina sembra ricordarlo, ma il caso vuole che proprio in quel momento lo stereo decida di aumentare arbitrariamente il volume. Sta di fatto che il risultato rimane intrappolato tra le ultime news dal Mondo ed il “CCISS Viaggiare Informati”, per la gioia di chi quel giorno c’era e porterà sul volto e nelle ossa una dozzina di nuvole.

Inizia il viaggio, e che viaggio aggiungiamo Noi! Voi non immaginate nemmeno lontanamente cosa voglia dire percorrere sessanta miseri chilometri, per ben due volte nell’arco di 5 ore con dei “tizi” che appena intravedono un bar nascosto tra la vegetazione iniziano a tirar fuori dal finestrino la testa come fossero dei cani da tartufo. A salvare gli “assetati” da improperi e bestemmie, ci pensa la sosta di Arce, che ci rivitalizza come scalatori sul Mortirolo in cerca di borracce.

Dopo aver scollato il culo dai sedili è sempre un problema risalire a bordo senza che manchi qualcuno, ma siamo in fila per cinque e ad occhio e croce sembra che non manchi nessuno. Sembra, appunto. L’unico che si attarda è il “Professore”, che si allontana per “guardare cosa c’è sotto il parapetto”, almeno stando alla versione ufficiosa, così insensata che nessuno di Noi cerca di scoprire la versione ufficiale.

Una volta riposizionati i culi, si riparte in direzione Isola Liri. La Statale 82 è tutta curve e pioppi, che lasciano poco spazio al panorama, ma molto all’immaginazione. Dopo Sant’Eleuterio c’è Fontana Liri, dopo tre tornanti e cinque conati di vomito c’è Anitrella, che ci ricorda un lontano passato, lontano ma non meno glorioso del presente. Già, perché lo stesso spirito che ci accompagnava in questi campi di terra battuta, ci ha accompagnato anche negli anni di C e lo stesso accade ancora adesso.

Via Nazareth ci proietta sul percorso riservato agli ospiti che, come per magia, è lo stesso che utilizzano i padroni di casa, per la felicità del vigile che fa il palo al fianco di un “direzione obbligatoria a destra”. Anche a Noi ripete il “must” delle sue domeniche in servizio, ma al suo “Di dove siete?”, rispondiamo “ospiti”, togliendogli la soddisfazione di indicarci la strada giusta per il parcheggio.

Dopo aver versato dieci euro cadauno nelle casse dell’Isola Liri, ricordiamo al mister dei padroni di casa che con noi “ha un conto in sospeso” in quel bar di Cassino. Lui, di par suo, rimane in silenzio, vorrebbe controbattere, ma si limita a mugugnare qualcosa nel suo idioma a noi sconosciuto. Attaccate le pezze, ci rendiamo conto che per la prima volta in stagione siamo in perfetto orario, con la “brigata sosta” che rivendica i minuti di anticipo da poter sfruttare in qualche saloon incontrato per strada. Per non sentirceli nelle orecchie, si inizia subito a sostenere.

Non è una domenica eccezionale sugli spalti e ben presto la buttiamo in caciara. Come se non bastasse, dalla tribuna alla nostra destra, un manipolo di “assuntori di Viagra” ci stuzzica, beccandosi le “rimostranze non troppo signorili” dei più “alcolici” del nostro gruppo. Insomma, tutto nella normalità. Prima del triplice fischio finale, la giacchetta nera ci regala l’unica soddisfazione di giornata e così ne approfittiamo per salutare “a modo nostro” sempre lui, “il tizio di Cassino”.

Zaino in spalla, risaliamo sulle nostre utilitarie, ma le fdo, senza alcun motivo apparente, bloccano con le loro auto l’accesso allla strada che passa sotto la tribuna centrale, che poi sarebbe la stessa percorsa per arrivare qui due ore prima. Fatto sta, che ci ritroviamo nel centro di Arpino, con quelli della “brigata sosta” con la testa fuori dal finestrino. Il resto è meglio non raccontarlo…

Risultati&Classifica 24a Giornata

Risultati e Classifica della 24a giornata

Anziolavinio-Arzachena
2-0
Budoni-Lupa Roma
1-3
Cynthia-Selargius 2-0
Isola Liri-Fondi 1-0
Latte Dolce-Palestrina
1-0
N.S.M.Mole-Astrea
2-2
Olbia-Maccarese
1-1
San Cesareo-Porto Torres
9-1
Terracina-Sora
1-2

 

Classifica P G V N P
LUPA ROMA
52 24 17 1 6
SAN CESAREO
51 24 15 6 3
TERRACINA
48 24 14 6 4
OLBIA
42 24 13 3 8
FONDI
38 24 11 5 8
CYNTHIA (-1)
36 24 10 7 7
ANZIOLAVINIO
36 24 10 6 8
ISOLA LIRI
35 24 8 11 5
SORA (-2)
31 24 10 3 11
BUDONI
30 24 8 6 10
ASTREA
30 24 8 6 10
LATTE DOLCE
29 24 7 8 9
MACCARESE
28 24 7 7 10
N.S.M.MOLE
27 24 7 6 11
PALESTRINA
25 24 6 7 11
SELARGIUS
23 24 4 11 9
ARZACHENA
22 24 5 7 12
PORTO TORRES
7 24 1 4 19

 

In casa con il Budoni

Tutto, tranne il risultato!

Il risultato. Già, il risultato. Il risultato non è fondamentale, almeno per Noi. Altrove potrà anche assumere un valore imprescindibile, ma dalle nostre parti, invece, conta meno di quanto si possa immaginare. Il risultato non equivale mai ad un’emozione e questo ci basta per non farlo sedere sul piedistallo dei nostri pensieri.

Il risultato non è tutto in una partita di calcio. Può esserlo per un giocatore, un allenatore o un presidente, ma non per Noi. Un risultato regala soddisfazioni spicciole, per la stragrande maggioranza degli “avventori” di una squadra di calcio, che alla voce “trasferte” del loro dizionario personale, hanno in grassetto la dicitura “vedi alla voce -avevo altro da fare-“.

Il risultato regala sogni e speranze a chi lega la propria presenza solo ed esclusivamente alla posizione occupata in classifica. Vittorie e traguardi a portata di mano hanno la capacità di tramutare in “ultras” anche semplici tifosotti che non ricordano nemmeno il colore della sciarpa da mettere al collo. In periodi bui si abbandona la propria fede, barattandola per il “calcio dei quartieri alti”, ma poi, con un balzo alla Bubka, si ritorna ad indossare la sciarpa e si fa la “voce grossa”, dimenticando il recente passato.

Ma come dar loro torto?!? Come biasimarli?!? D’altronde, il calcio nasce come passatempo, come intrattenimento per le masse, come mezzo per distogliere le menti dalle nefandezze del potere, come “aeroplanino” per neonati che non vogliono mangiare la “pappa”.

Proprio per questo motivo, la stragrande maggioranza di chi oltrepassa il cancello d’entrata di uno stadio, non ha la minima idea di cosa vogliano dire termini come “ultras”, “mentalità”, “coerenza”, che vista la recente “inflazione” lasciamo volentieri agli altri, a coloro i quali li scrivono dappertutto per evitare di dimenticarne le lettere. Facciamo nostri, invece, termini come “irrefrenabile passione” ed “incondizionato amore”, che nel nostro dizionario non hanno sinonimi e non rimandano ad altre voci.

Ogni qualvolta oltrepassiamo il cancello d’entrata di uno stadio, i nostri pensieri sono quelli comuni di chi non bada al risultato. Pensiamo alla perfetta esposizione degli striscioni, alla nostra disposizione dietro di essi, al roteare sincronizzato delle bandiere, allo stretto nodo che abbiamo alla nostra sciarpa, al primo coro da intonare, a chi avremo difronte,  a chi sarà al nostro fianco, a chi non c’è più, a chi vorrebbe esserci ed a chi ci ha lasciato per non tornare più. Pensiamo a quale sarà la prossima partita e non quale sarà la prossima strada da percorrere; pensiamo a come fare per esserci e non in quanti andremo; pensiamo a quando ci siamo innamorati di questi colori e non quando li abbandoneremo.

Pensiamo a tutto, ma proprio a tutto, tranne che al risultato…Noi!

Finché Vivrò #12-AnnoXI

“Le nostre donne non amano le gonne”…fa il verso al recente San Valentino e sbeffeggia chi è costretto a festeggiarlo ai bordi di un tavolo. Per nostra fortuna, le nostre donne non amano i tacchi e le rose degli indiani, ma indossano la sciarpa rossoblu e cantano al nostro fianco. All’interno di questo numero i resoconti della gara interna contro la Maccarese e della trasferta sarda di Olbia. Rubrica Settore Ospiti ancora una volta vuota, così come la gradinata alla destra della nostra curva. L’immancabile pensiero della Iacuele, che sprona i Fondani a seguire chi sta onorando i nostri colori. A chiudere, Risultati&Classifica, il Prossimo Turno e le foto delle ultime gare.

Anno XI – Dodicesimo Atto

Risultati&Classifica 23a Giornata

Risultati e Classifica della 23a giornata

Arzachena-N.S.M.Mole
1-0
Astrea-Latte Dolce
0-0
Cynthia-San Cesareo 1-2
Fondi-Budoni 1-0
Maccarese-Anziolavinio
1-1
Palestrina-Lupa Roma
1-3
Porto Torres-Isola Liri
0-1
Selargius-Terracina
1-4
Sora-Olbia
0-1

 

Classifica P G V N P
LUPA ROMA
49 23 16 1 6
TERRACINA
48 23 14 6 3
SAN CESAREO
48 23 14 6 3
OLBIA
41 23 13 2 8
FONDI
38 23 11 5 7
CYNTHIA (-1)
33 23 9 7 7
ANZIOLAVINIO
33 23 9 6 8
ISOLA LIRI
32 23 7 11 5
BUDONI
30 23 8 6 9
ASTREA
29 23 8 5 10
SORA (-2)
28 23 9 3 11
MACCARESE
27 23 7 6 10
LATTE DOLCE
26 23 6 8 9
N.S.M.MOLE
26 23 7 5 11
PALESTRINA
25 23 6 7 10
SELARGIUS
23 23 4 11 8
ARZACHENA
22 23 5 7 11
PORTO TORRES
7 23 1 4 18

 

La trasferta di Olbia

Al di là del mare…

Piove da due settimane, ininterrottamente, e se provi a mettere un piede fuori l’uscio quando sembra che le gocce cadano con minore intensità, ricomincia più forte di prima, come se aspettasse proprio te per sfogare la sua rabbia repressa da un Dicembre fatto di sole e temperature primaverili.

Piove da due settimane, ma questa volta sembra che la “nuvola Fantozziana” rimanga imbottigliata anch’essa nel traffico del Grande Raccordo Anulare. Ce la lasciamo alle spalle, prima della gimkana dell’uscita 30, lì dove tutto sembra tranne che un’arteria “Made in Italy”, con asfalto luccicante, carreggiata illuminata a giorno e bandiere ad accogliere coloro che prendono il “volo” verso Fiumicino. Tutto in perfetto stile “apparire e non essere”, visto che una volta preso per Civitavecchia, torna tutto come prima, con i tuoi fari ad illuminare 40 chilometri di buche e coni biancorossi…ed il bello è che se la fanno anche pagare questa striscia d’asfalto che somiglia tanto alle montagne russe.

Una veloce pisciata ai bagni della Stazione Marittima e subito al chek-in, non per “ansia da viaggio”, ma per evitare di star lì, seduti su quelle panche di falso massello, a fissare i soliti cappelli esposti affianco a raccapriccianti souvenir che se sotto non ci fosse scritto “ROMA”, faticheresti a riconoscere come Colosseo in miniatura.

A bordo nulla di nuovo, persino le divise dell’equipaggio hanno aloni poco rassicuranti e quelle poche donne che non fanno parte della tua immaginazione, sono già di qualcun altro. Questa volta c’è anche una “cinquantenne-sprint” che indossa con porcaggine assurda un pantalone che nasconde le smagliature e risalta un passato ed un presente da “tigre del materasso”. E’ in compagnia di un settantenne in astinenza da Viagra che ad occhio e croce sarà proprietario di beni mobili ed immobili per un valore vicino al milione d’euro e te ne accorgi da come è vestito e dalla “sfrontatezza” della sua “r moscia”. E ti viene il dubbio che siano qui sopra solo perché la bionda cinquantenne ha in progetto di buttarlo in pasto ai pesci ed assicurarsi il patrimonio. Poi, però, li rivedi nel viaggio di ritorno, sembrano vacillare i tuoi pensieri deviati, ma non cambi idea sulla bionda e pensi che per qualche strano motivo il piano non si sia materializzato.

La notte su una nave è come una pena senza fine, con i minuti che si dilatano e l’orologio di bordo che dà la netta sensazione di rallentare. Lo fissi, distogli lo sguardo, lo fissi ancora una volta e le lancette sono nella stessa posizione. O sei stanco, oppure hai bevuto per sbaglio dal bicchiere dove la bionda ha versato del cianuro per il “vecchio”. Sta di fatto che riesci finalmente a prendere sonno ed al risveglio l’unica cosa che ti dà sollievo è il blu chiaro del cielo che intravedi tra le tende impolverate del finestrone.

Le operazioni di attracco non sono altro che un “approccio amoroso” tra la ferraglia galleggiante e la banchina. Questa volta dura tutto pochi minuti, la banchina non fa la “schizzinosa” ed accetta subito la corte della Bithia, questo il nome della nostra nave. “Armi e bagagli” e le nostre suola mettono di nuovo piede su qualcosa di stabile. Ci dà il “benvenuto” un giovanotto vestito di grigio scuro con una etichetta gialla, avrete capito sicuramente di chi parliamo. Bene, per la prima volta nella nostra vita, troviamo qualcuno che antepone il “buon senso” al solito “pregiudizio”. Ci chiede anche se facciamo uso di droghe, se ne abbiamo addosso quantità minime per “uso personale”, ma ci lascia passare senza troppe “seghe mentali”. Fortunatamente non ha visto la boccetta di cianuro sotto la pezza quando ci ha fatto aprire gli zaini…

Ora, immaginate di arrivare al Porto di Olbia alle 06:43 di una normale domenica mattina di Febbraio, sapendo che dovranno passare otto interminabili ore prima che le squadre scendano in campo. Pensieri? Teorie? Nulla ci viene in soccorso, con la mente ancora al turbolento viaggio e la puzza di poltrona appiccicata addosso, gli occhi rossi, gli arti stanchi ed un atroce dubbio: “Che fine hanno fatto la bionda ed il vecchio?”

Prima di incamminarci a piedi verso la Città, ci “spariamo” tutte le cartoline, tutte le cianfrusaglie in vetrina e tutte le slot machine del bar. Per non dare nell’occhio, ne scegliamo una, di cartolina, per evitare che ci identifichino per “tipi sospetti”…e già che ci siamo la spediamo, chissà che non porti fortuna. E se aspettavamo un segno divino per dare una risposta alle nostre speranze, non passa troppo tempo prima che scorgiamo in cielo l’arcobaleno. Speriamo bene…e ci tocchiamo i coglioni!

Il primo bar è ancora chiuso, il secondo sta asciugando i tavoli dalla rugiada della notte, ma non c’è due senza tre ed il terzo, dopo un po’ di titubanza, ci sembra quello giusto dove fare colazione e continuare a dormire. Dormire, già proprio così, avete capito bene! Il classico pronostico de “L’Unione” ci da sconfitti anche questa volta, tanto per cambiare. All’edicola lì di fianco non hanno nemmeno il “Fan’s” da leggere e bisogna davvero aguzzare l’ingegno per “spostare” in avanti le lancette del Casio. A dire il vero, sapendo di dover alleviare l’attesa, ci avevamo fatto un pensiero già quando stavamo dall’altra parte del Tirreno e così, appena si aprono le porte del Museo Archeologico, ci tuffiamo dentro, cercando di mandare avanti il tempo mentre Noi andiamo indietro. Primo e secondo piano, per ben due volte, la seconda volta solo per guardare da vicino i tre esseri umani di genere femminile che da lontano credevamo fossero meglio, ma la vista ci aveva tradito.

Tolti i panni da turisti, firmiamo il libro presenza e andiamo via. Paghiamo 12 euro una focaccia piena di mollica, due bevande e due caffè, senza nemmeno il bicchiere d’acqua a mandar giù una moca imbevibile. “Questi ci hanno visti uscire dal Museo e credono che siamo tedeschi…porca puttana!”

Ci incamminiamo verso il “Nespoli”, con passo lento di chi è in piedi da sei-sette ore, ci giriamo attorno e troviamo il Settore Ospiti chiuso. Tradizione vuole che qui ad Olbia, così come quattro anni fa, ci facciano entrare dagli spogliatoi per raggiungere il settore. Qualcuno dei nostri ci scorge ed è bello vedere i loro sguardi come per dire: “Che cosa ci fate qui?!?”.

I rossoblu trovano il gol che vale i tre punti e fa saltare il banco e l’apparente equilibrio; l’esultanza sotto il settore è qualcosa che non si può esprimere a parole; gli occhi di chi si abbraccia sotto di Noi si incrociano con i nostri deliri di gioia. E’ un ‘esplosione indescrivibile, quasi come quel lontano pomeriggio a Lamezia Terme. Bei tempi o brutti ricordi, a seconda delle opinioni.

A fine gara, per uscire dal settore, ci tocca anche togliere il perno ed aprire il cancello, come se fossimo “a casa nostra”. Ed a proposito di “sentirsi a casa”, la giornata continua al tavolo di un bar, seduti ad ascoltare ed essere ascoltati, davanti ad una, due, tre, quattro, cinque, sei, ho perso il conto…birre Ichnusa.

Poi, però, è tempo di tornare lì sulla banchina, ad un passo dalle onde, per salpare sulla nave che ci riporterà al di là del Tirreno, dove in cinque minuti prenderemo tutta l’acqua ed il vento dribblati per due giorni interi. Ma poco importa, perché torniamo felici, torniamo vincitori, torniamo brilli, torniamo nella nostra Città, la Città più bella del Mondo!

Risultati&Classifica 22a Giornata

Risultati e Classifica della 22a giornata

Anziolavinio-Cynthia
rinv.
Budoni-Palestrina
1-3
Isola Liri-Astrea 1-1
Latte Dolce-Sora 1-2
Lupa Roma-Maccarese
1-2
N.S.M.Mole-Selargius
1-1
Olbia-Fondi
0-1
San Cesareo-Arzachena
4-0
Terracina-Porto Torres
5-0

 

Classifica P G V N P
LUPA ROMA
46 22 15 1 6
TERRACINA
45 22 13 6 3
SAN CESAREO
43 22 12 7 3
OLBIA
38 22 12 2 8
FONDI
35 22 10 5 7
CYNTHIA (-1)
32 21 9 6 6
ANZIOLAVINIO
32 21 9 5 7
BUDONI
30 22 8 6 8
ISOLA LIRI
29 22 6 11 5
SORA (-2)
28 22 9 3 10
ASTREA
28 22 8 4 10
N.S.M.MOLE
26 22 7 5 10
MACCARESE
26 22 7 5 10
PALESTRINA
25 22 6 7 9
LATTE DOLCE
25 22 6 7 9
SELARGIUS
23 22 4 11 7
ARZACHENA
19 22 4 7 11
PORTO TORRES
7 22 1 4 17