In casa con il Budoni

Tutto, tranne il risultato!

Il risultato. Già, il risultato. Il risultato non è fondamentale, almeno per Noi. Altrove potrà anche assumere un valore imprescindibile, ma dalle nostre parti, invece, conta meno di quanto si possa immaginare. Il risultato non equivale mai ad un’emozione e questo ci basta per non farlo sedere sul piedistallo dei nostri pensieri.

Il risultato non è tutto in una partita di calcio. Può esserlo per un giocatore, un allenatore o un presidente, ma non per Noi. Un risultato regala soddisfazioni spicciole, per la stragrande maggioranza degli “avventori” di una squadra di calcio, che alla voce “trasferte” del loro dizionario personale, hanno in grassetto la dicitura “vedi alla voce -avevo altro da fare-“.

Il risultato regala sogni e speranze a chi lega la propria presenza solo ed esclusivamente alla posizione occupata in classifica. Vittorie e traguardi a portata di mano hanno la capacità di tramutare in “ultras” anche semplici tifosotti che non ricordano nemmeno il colore della sciarpa da mettere al collo. In periodi bui si abbandona la propria fede, barattandola per il “calcio dei quartieri alti”, ma poi, con un balzo alla Bubka, si ritorna ad indossare la sciarpa e si fa la “voce grossa”, dimenticando il recente passato.

Ma come dar loro torto?!? Come biasimarli?!? D’altronde, il calcio nasce come passatempo, come intrattenimento per le masse, come mezzo per distogliere le menti dalle nefandezze del potere, come “aeroplanino” per neonati che non vogliono mangiare la “pappa”.

Proprio per questo motivo, la stragrande maggioranza di chi oltrepassa il cancello d’entrata di uno stadio, non ha la minima idea di cosa vogliano dire termini come “ultras”, “mentalità”, “coerenza”, che vista la recente “inflazione” lasciamo volentieri agli altri, a coloro i quali li scrivono dappertutto per evitare di dimenticarne le lettere. Facciamo nostri, invece, termini come “irrefrenabile passione” ed “incondizionato amore”, che nel nostro dizionario non hanno sinonimi e non rimandano ad altre voci.

Ogni qualvolta oltrepassiamo il cancello d’entrata di uno stadio, i nostri pensieri sono quelli comuni di chi non bada al risultato. Pensiamo alla perfetta esposizione degli striscioni, alla nostra disposizione dietro di essi, al roteare sincronizzato delle bandiere, allo stretto nodo che abbiamo alla nostra sciarpa, al primo coro da intonare, a chi avremo difronte,  a chi sarà al nostro fianco, a chi non c’è più, a chi vorrebbe esserci ed a chi ci ha lasciato per non tornare più. Pensiamo a quale sarà la prossima partita e non quale sarà la prossima strada da percorrere; pensiamo a come fare per esserci e non in quanti andremo; pensiamo a quando ci siamo innamorati di questi colori e non quando li abbandoneremo.

Pensiamo a tutto, ma proprio a tutto, tranne che al risultato…Noi!