Archivi del mese: Gennaio 2008

Sarà… vero?

San Mario da Mondragone salva il Fondi ed il suo allenatore da un nuovo scivolone interno con il suo personale sigillo che decide una delle partite più brutte disputate fin qui all’Arnale Rosso. Eppure l’avversario di turno non era dei più pericolosi, anche se vittorioso nelle ultime due gare, un MentanaJenne che ha confermato i suoi evidenti limiti tecnici (peggiore difesa del girone con 35 reti subite in venti partite!) cui l’ultimo arrivato, il tecnico Petruzzi, sta tentando di combattere per ottenere la permanenza in categoria. I numeri però non giocano a favore dell’ex difensore centrale della Roma, considerato che nonostante gli evidenti miglioramenti rispetto a qualche settimana orsono la squadra resta distaccata dalla soglia salvezza in ritardo di diversi punti. Sulla sponda rossoblu registriamo il ritorno alla vittoria dopo oltre due mesi, la conquista di tre punti preziosi in quello che resta uno scontro diretto nella lotta per rimanere in Eccellenza. Di buono solo il risultato però, firmato dal solito Mario Pagliuca capace di concretizzare una delle rarissime occasioni da rete create dalla squadra fondana. Stop di petto, su traversone di Germano, e tiro ad incrociare sul secondo palo, nulla da fare per DiBernardo, estremo difensore che lo scorso anno, pensate, militava nella compagine capitolina de LaRustica. Minimo scarto sì, ma sforzo immane per un successo che arriva provvidenziale in un turno che ha visto anche diverse nostre dirette avversarie centrare la vittoria e fare importanti passi in avanti nella zona più calda della classifica.

È stata la Domenica delle sorprese in casa Fondi: tra i pali esordio del giovane formiano Centola autore di una prestazione molto confortante condita da un paio di interventi salva risultato, fascia di capitano che dopo anni viene tolta a Monforte e finisce sul braccio di Dionisio, conferma per il jolly Roberto Vuolo nel ruolo di laterale sinistro di difesa (dopo la scelta dettata dalla necessità di coprire quella fetta di campo a Supino dopo essere rimasti in dieci), vista la squalifica di Rossetti (per Vuolo ennesimo cambio di competenze, in soli sei mesi ha imparato a giocare ovunque, anche sessanta metri più indietro di quando giocava nella Juniores), infine, come in molti preannunciavano, siedono in panchina e restano fuori dall’undici iniziale sia Maglitto che Borghi. In novanta minuti sono venuti fuori i limiti attuali di entrambe le formazioni: Fondi confusionario, lento nelle ripartenze e vulnerabile, ospiti poco incisivi in fase offensiva ed ancora alle prese con qualche amnesia dietro. La cura Petruzzi però rappresenta un passo in avanti, per una formazione che fino a poche settimane fa occupava l’ultima piazza e dal suo arrivo sta lentamente risalendo la china. La gestione Falso, invece, per ora ha fatto registrare soltanto notevoli involuzioni sotto l’aspetto del gioco, tensione nello spogliatoio, risultati troppo altalenanti e tutt’altro che prestigiosi, scelte tecniche discutibili ed un coro unanime di recriminazioni in tutto l’ambiente per l’esonero di Lauretti che, molto probabilmente, ogni Domenica acquisisce un simpatizzante in più. Così anche ieri, al di là della vittoria, perché in campo s’è visto un Fondi troppo brutto per essere vero! Il triplice fischio della giacchetta nera è arrivato come un sospiro di sollievo per tutto il pubblico dell’Arnale Rosso, mentre sul rettangolo di gioco un arrembante MentanaJenne provava in ogni modo a raggiungere il goal del pari. Solo un super Centola e qualche errore di troppo negli ultimi undici metri hanno negato agli ospiti la gioia del punto… che molto probabilmente avrebbero meritato. Ma diciamolo sottovoce!

La solita vena filosofica “del Falso” imperversa nei microfoni degli addetti ai lavori, quasi ipnotizza giornalisti e dirigenti, convincendoli della bontà delle sue scelte con tesi tutt’altro che incontestabili. A più di qualcuno ricorda Carlos Bianchi, sì proprio lui, l’allenatore argentino che rischiò di far retrocedere la Roma ed aveva già dato il via libera per la cessione di Totti… ad altri fa venire in mente Gigi Maifredi, la sostanza è la stessa, siamo di fronte ad un tecnico che la piazza non gradisce in alcun modo. I risultati lo condannano, il non-gioco è sotto gli occhi di tutti, la squadra non si riconosce in lui, ed a tal riguardo appaiono emblematici-chiari gli episodi dell’ultima settimana. Nel frattempo tutto il pubblico dell’Arnale Rosso ed i sostenitori rossoblu hanno manifestato il proprio disappunto per la decisione societaria di rinnovare la fiducia in Falso fino al termine della stagione, gli ultras hanno …ribadito quanto già “sentenziato” nel post-partita di Supino, perfino la carta stampata ha iniziato a mettere in discussione la panchina del Fondi e tutto ciò deve aver urtato la forte “sensibilità” di qualche dirigente che avrebbe fatto meglio ad evitare certi commenti. La notizia della Domenica è, intanto, l’avvenuta conferma di quanto da settimane discutiamo. Falso non viene esonerato per una pura questione d’orgoglio… poi nella giornata di Lunedì qualcosa di clamoroso. Mistero fitto però, solo Martedì, alla ripresa degli allenamenti arriverà la sorpresa: a dirigere la squadra c’è soltanto Evangelisti, e tutti i quadri societari impegnati telefonicamente per rimpiazzare Carmine Falso sulla panchina del Fondi. Sarà… vero?

Finché Vivrò #11

Finché vivrò…

Chissà se la vittoria di misura ottenuta ai danni del MentanaJenne avrà chiuso "la caccia alla nota" che Mister Falso ha iniziato da oltre un mese? Undicesima pubblicazione stagionale per la fanzine degli ultras fondani e FondiCalcio che torna al successo. "Prima" goliardica doverosamente dedicata alle discutibili dichiarazioni del tecnico rossoblu nel post-partita di Supino. All’interno del pieghevole il commento alle ultime due gare: il pari interno col Pisoniano e la sconfitta nel derby col Terracina. Quattro notizie sorprendenti che riguardano il calcio, già pubblicate nei giorni scorsi sul blog sotto la rubrica "Storie Mondiali", e le immagini della nostra presenza al seguito della maglia anticipano, come sempre, i numeri della stagione, i prossimi impegni e l’invito alla giornata che gli ultras rossoblu dedicheranno a "Capacchione" Domenica 10 Febbraio, in occasione di Fondi-Ciampino, per ricordarlo a tre anni dalla sua prematura scomparsa. Al prossimo atto…

Anno V – Undicesimo Atto

ACAB 17a puntata

E Gabriele sparì dalla bocca dei saloni

Non prendetelo però come il solito sfogo dell’ultras rimasto in casa il Sabato sera che per trascorrere qualche ora decide di sputare fango sulla tastiera del suo pc tornando sulla vicenda di Gabbo perchè tutto è tranne che un post di questo genere, garantito. E non consideratelo nemmeno il commento incazzato di un qualsiasi genitore italiano che, preoccupato dal perdurare di una situazione di ingiustizia che ormai rasenta il ridicolo, ha scovato le chiavi d’ingresso per postare un attacco frontale alle Istituzioni… non è nemmeno questo. Quel che proponiamo stavolta è un articolo risalente agli ultimi giorni dello scorso mese di Dicembre, a firma di Antonella Giuli, il quotidiano tocca a voi scoprirlo e comunque non è importante. Non una correzione, non un’esclusione, eccolo. Il pensiero di una giornalista, un mese fa… questo.


Quasi non se ne parla già più. E, tutto sommato, c’è da dire meno male. Dacché ogni giorno, per giorni, s’è fatta una vera e propria corsa all’ultimo “corsivetto” sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, adesso niente di niente. Neanche più una brevina a parlare dell’uccisione di quel figlio di Roma e d’Italia che era e resterà Gabriele Sandri, morto ammazzato nel sedile posteriore di un’auto. I primi giorni subito dopo l’omicidio era tutto un susseguirsi di commenti a suon di comunicati stampa ed “elzeviri” griffati. Tutti smaniosi di decifrare chissà cosa e di farlo in nome di uno slancio qualunque. Meglio ancora se cavalcato dall’onda sempreverde dell’analisi del “fenomeno ultras”. Quel fenomeno così facile da attaccare soprattutto se qualificato da aggettivi come “teppisti”, “facinorosi”, all’occorrenza finanche… “terroristi”. Eppure Gabbo tutto era tranne che un ultras teppista, facinoroso e terrorista. Così come non lo sono i quattro amici che viaggiavano con lui in macchina alla volta della trasferta della SS Lazio e che se lo sono visti freddare nei pressi di Arezzo da un colpo di pistola dell’agente della Polstrada Luigi Spaccatorella, trentaduenne di Varese ma con origini consentine. Non lo era, non lo sono, e comunque non è questo il punto. La questione, semmai, è che nel giro di una mattinata abbiamo avuto l’uccisore, ma stavolta non il giusto procedimento giudiziario che si meriterebbe chi decide, sia pure in un improvviso impulso di inspiegata follia, di estrarre una pistola e sparare ad altezza d’uomo nelle circostanze che hanno portato Spaccatorella ad aprire il fuoco sulla Mégan Scénic dei cinque tifosi laziali.

Ecco, che fossero tifosi, in realtà, non doveva fregar nulla a nessuno. E invece niente da fare: via libera ai primissimi commenti facili di chi sceglie la “via” (altrettanto facile) del tiro al bersaglio biancoceleste. Di più: fiato alle trombe e in pompa magna contro gli ultras tout court. Chissenefrega poi se bianconeri, giallorossi o neroblu. Perché ormai, nell’arcobaleno delle tifoserie nostre, i nemici sono loro. Capaci di tutto, si pensa. Addirittura di… unirsi tra di loro, nonostante antiche rivalità, pur di combattere l’avversario in divisa blu e distintivo scintillante. Quello che invece ci fa sentire tutti più protetti quando lo si vede girare di pattuglia a setacciare piazze e vicoli. Meglio ancora quando schierato coi colleghi in tenuta antisommossa di Domenica davanti agli stadi, ormai considerati dai supporters in pantofole teatri di guerriglie urbane a cadenza settimanale. Poco importa se poi… picchiettano sul quadricipite i manganelli (capovolti, perché così fanno più male!) mentre ti scortano in casa o in trasferta, pronti a colpire indistintamente chicchessia pur di evitare una scazzottata tra tifosi e fare così salvo il loro dovere quotidiano. Tutto, ma mai il dialogo, purché si debelli la violenza contigua al calcio. Perfino un colpo mortale di pistola va bene, basta pensare che sia stato esploso per “sedare una rissa tra ultras”. Quelli che, per carità, il giorno stesso della morte di Gabriele hanno impedito a forza di calci sulle vetrate degli stadi lo svolgimento di questa o quella partita di Campionato (ma come mai a bloccarlo non sono state le autorità, le stesse che lo fermarono dopo la morte a Catania dell’Ispettore Filippo Raciti?). quelli che, di conseguenza, a Roma hanno assaltato con sassi e sampietrini la sede del Coni o il Commissariato di Polizia di Ponte Milvio.

Anche la tragedia della morte di Gabbo è stata così strumentalizzata per scatenare i soliti ed inutili luoghi comuni sugli ultras. Quelli che, infine, s’è detto, hanno preoccupato l’intera opinione pubblica in prossimità dei funerali di Gabriele Sandri, tre giorni dopo la sua morte. Per Ministri della Repubblica e giornalisti le esequie sarebbero dovute essere “ad alto rischio tensione e violenza”. Sì, perché quella mattina c’erano proprio tutti i capicurva della peggio gioventù da stadio, confluiti in un’unica piazza a rendere omaggio a Gabbo, uno di loro. E invece, fuori dalla Chiesa San Pio X in Balduina, non si sono verificati incidenti. Né cori, né provocazioni contro le Forze dell’Ordine. Tanta rabbia, questo sì. Ma una rabbia composta, manifestata attraverso continui battimani ultras e ammortizzata dal dolore di una ferita che, sì, probabilmente faticherà a rimarginarsi.

Falso… allarme rosso!

Mancavano per squalifica Giuffrida, Cortani e Capitan Monforte… a Supino è mancato il Fondi, o almeno il Fondi che avremmo voluto vedere in campo. Il Fondi che doveva aggredire il Terracina fin dal primo minuto e fare sua la gara, indirizzandola a proprio favore in virtù del potenziale che da qualche mese pesa evidentemente dalla nostra parte. Il Fondi avrebbe dovuto affrontare il Terracina senza alcun timore reverenziale, giocandosi la partita come fosse una finale importantissima. Visto e considerato che la classifica non è più la stessa di qualche settimana fa, ed ogni passo falso può pregiudicare ulteriormente le proprie sorti. Il Fondi avrebbe dovuto… giocare!!! Mettere in mezzo al campo quell’ardore, la voglia di vincere, quegli stimoli che, invece, ogni giocatore avversario ha saputo e voluto mostrare, guidando partita e risultato. Solo l’ormai solita “sfuriata” finale dei rossoblu ha negato ai ragazzi di Patalano di poter arricchire il proprio score. Ed eccoci ancora una volta a parlare di un derby perso, l’ennesimo degli ultimi quattro anni. Fatto salvo l’1-2 della passata stagione, al “Colavolpe” nell’ultima di Campionato, non abbiamo mai centrato la vittoria! Dato che dovrebbe allora far riflettere anche su come viene preparata e vissuta la gara dai tigrotti, su come i terracinesi della rosa riescano ad inculcare nei loro compagni di squadra la consapevolezza di dover superare l’ostacolo sempre e comunque, anche di fronte ad un mare di difficoltà come sta avvenendo durante questa stagione.

Sulle nostre rive invece, dove regna la tranquillità, la stabilità, la serenità, lo stipendio assicurato e, da quel che si sente dire in giro, la fiducia rinnovata ad un allenatore che da quando è arrivato al Fondi Calcio ha letteralmente disperso quanto di buono e proficuo era stato fatto in termini di risultati e gioco, accade il contrario. Prendete la rosa del Fondi, sfogliate ruolo per ruolo le alternative a disposizione di Carmine Falso, leggetevi quindi il passato degli ultimi acquisti, ripassate bene bene la carriera di ogni singolo giocatore e vi renderete conto che è inammissibile ed intollerabile che una squadra del genere non vinca una partita in Campionato da due mesi! Non è eresia, sappiatelo: il Fondi ha in questo momento un parco giocatori pari al doppio degli uomini che ieri hanno confermato la propria disponibilità a continuare la stagione col Terracina, agli ordini di Patalano. Avete capito bene, il doppio! Per tutti questi motivi, per come la partita è stata impostata e condotta, per le scelte fatte durante i novanta minuti, per l’ennesimo teatrino davanti ai microfoni, per le giustificazioni che ancora qualche Dirigente cerca di tenere in piedi la sconfitta di ieri è sacrosanta, ed è assurdo che nessuno si sia reso conto della pericolosità di una “non decisione”. Avete ancora qualche dubbio? Il non-gioco espresso, i giocatori dimenticati, gli altri fuori ruolo, i risultati che non arrivano, le invenzioni senza esito positivo, l’arroganza e la presunzione di voler ignorare l’evidenza. Qui c’è in ballo innanzitutto la salvezza, la permanenza in questa categoria, prima di ogni altro discorso a breve o medio termine. I programmi societari sono sempre stati chiari, questo è innegabile: stagione tranquilla e di transizione, in vista della prossima, che dovrà essere di massima competitività per tentare il salto in Serie D. Ebbene, ci si renda conto che dall’arrivo di Carmine Falso stanno andando a farsi fottere anche i programmi societari, si sta rischiando di vedere dilapidato un investimento di proporzioni importanti, che nelle ultime settimane è lievitato decisamente.

Gli ultras fondani che anche ieri hanno seguito la squadra a Supino non hanno potuto fare a meno di richiamare tutti ad un impegno maggiore, squadra in primis, e se sono state chieste le dimissioni del tecnico, o un suo allontanamento, vuol dire che si avverte forte il rischio di vivere un girone di ritorno ad alta tensione. Contestare un allenatore, una scelta, un giocatore o chicchèsia non lo si fa per moda o passatempo. C’è la coscienza di un gruppo di ragazzi che ama questa maglia e vuole il suo bene, al di là di ogni altro discorso. Conosciamo l’entità degli impegni messi in campo dagli imprenditori che nel corso dell’estate hanno accolto l’invito delle Istituzioni e vorremmo che anche gli stessi Dirigenti ragionassero guardando solo ed esclusivamente alla priorità, il Fondi Calcio nel suo complesso. Oggi non mandare via Carmine Falso e non decidere nemmeno per un “ultimatum” soltanto per non ammettere di aver sbagliato esonerando Lauretti varrebbe a sbagliare ancora, stavolta in maniera colossale. L’orgoglio può giocare brutti scherzi, eh! Che sbattere fuori l’ex allenatore rossoblu sia stato un errore è plateale, senza ombra di dubbio. Il danno e la beffa sono in agguato… evitiamo di farci del male.

…a Formia p’ venc’!

Affrontare una squadra come il Pisoniano sapendo di non poter sbagliare e, diciamocelo francamente, con l’obbligo di centrare i tre punti non ha rappresentato per il Fondi una missione agevole, tutt’altro. Vuoi per la disposizione sul terreno di gioco degli ospiti, scesi sì all’Arnale Rosso per “giocarsela” ma molto molto attenti a non scoprirsi troppo: nella tabella di marcia c’era scritto un punto ed un punto è arrivato. Vuoi per la vena realizzativa rossoblu che sembra essere troppo legata alle concretizzazioni della coppia goal Pagliuca-Maglitto, supportata solo raramente da marcature di altri giocatori. Vuoi per alcune scelte di formazione che lasciano dubbiosi anche i più convinti sostenitori del nuovo allenatore. Vuoi, infine, per qualche decisione arbitrale che ha così penalizzato oltremodo i rossoblu in una partita di per sé delicata e da affrontare con massima attenzione, e così è stato, almeno per i primi quarantacinque minuti, col Fondi fin troppo accorto a non offrire troppi spazi alle azioni di contropiede degli ospiti. Nella ripresa, invece, le due squadre hanno deciso di premere sull’acceleratore, cercando entrambe la vittoria, anche se ad onor del vero va detto che solo dopo la fortunosa rete del vantaggio del Pisoniano i nostri hanno cambiato marcia ed assediato Fioravanti & Co. nella propria area di rigore. Sull’economia della gara pesano però le due reti clamorosamente fallite da Marrocco nel primo tempo e Giuffrida a metà ripresa, due errori imperdonabili a porta spalancata mentre il pubblico già gridava al goal.

Il dato della prima giornata del girone di ritorno non è dei migliori per il nostro Fondi. Il vantaggio sulla zona calda della classifica, ottenuto solo grazie all’importante striscia di risultati utili inanellati da Lauretti prima della sconfitta subita con il Gaeta, è andato perso, dilapidato. Con l’innesto di Paloni in panchina è rinata la Diana Nemi, che nel giro di poche settimane ha raggiunto quota ventuno punti ed ora ci tallona. Chi invece con il turno di ieri pomeriggio ci ha affiancato è lo Zagarolo, vittorioso sul Latina come già avvenuto nella partita d’esordio. Alle nostre spalle la bagarre salvezza sta prendendo le fisionomie della battaglia cui abbiamo già assistito, da protagonisti, la passata stagione. Si avvicina così pericolosamente il C.L.Priverno, hanno affilato le armi le altre contendenti, e considerato che, a differenza dello scorso Campionato di Eccellenza, quest’anno mancano avversari materasso in stile ImperoRomano, le due retrocessioni dirette e gli altri quattro piazzamenti in odore di Promozione sono pronti ad accogliere "chiunque". Assume allora importanza massima il calendario di ogni formazione, perché se è vero come è vero che “prima o poi ci le dobbiamo incontrare tutte” è anche dato come assodato, in virtù dell’esperienza fatta nell’ultimo Campionato, che poter contare su un’altalena di partite difficili intervallate da gare abbordabili vorrebbe dire usufruire di un gran vantaggio sulla “concorrenza”. Diamo uno sguardo ora ai prossimi impegni del Fondi: Domenica prossima a Terracina, poi in casa con il MentanaJenne, in trasferta a Nemi ed all’Arnale Rosso col Ciampino, classico esempio del concetto espresso in precedenza.

Per il momento la concentrazione deve essere rivolta alla sfida di Mercoledì pomeriggio al “Nicola Perrone” di Formia per l’ultimo atto dei Quarti di Finale di Coppa Italia. Con fischio d’inizio alle ore 14,30 i padroni di casa ed il nostro Fondi si giocheranno l’accesso alle Semifinali, dovendo entrambe puntare alla vittoria per il passaggio del turno. Un eventuale pareggio, infatti, aprirebbe lo scenario inusuale del “sorteggio”, come da precisa scelta del Comitato Regionale (un’altra chicca del genio Melchiorre Zarelli!), che avverrebbe nei giorni immediatamente successivi alla partita nei locali della Federazione in presenza delle due Società. Un epilogo che, naturalmente, tutti vorrebbero evitare, lasciando al campo la decisione finale. Per questo motivo c’è da aspettarsi una partita intensa e di elevato tasso tecnico, tra due squadra che possono contare su atleti di indubbio valore. Il Fondi, inoltre, si presenta a Formia forte degli acquisti messi a segno nella giornata di Lunedì: l’annuncio della Società porta i nomi di un difensore ed un attaccante, entrambi svincolatisi dal Terracina solo qualche settimana fa, Ruben Dario Larrosa e Ariel Damian Grana. Al già importante “giocattolo” su cui Falso poteva fare affidamento si aggiungono così altre due perle, considerata la loro carriera ed il rendimento con cui hanno giocato in maglia biancoceleste. Una rosa di questo livello non può e non deve permettersi altri errori, l’arrivo dei due argentini (fortemente voluti in particolare da una parte della Società) contribuisce a far crescere ulteriormente il valore del parco giocatori del Fondi Calcio, tocca a Falso far correre questa “Ferrari”, senza alcuna giustificazione o alibi, iniziando da Mercoledì.

Finché Vivrò #10

Finché vivrò…

Dopo il giro di boa riparte il Campionato di Eccellenza con la prima giornata del girone di ritorno e la sfida casalinga al cospetto del Pisoniano. Occasione per la decima pubblicazione stagionale della fanzine degli ultras fondani, mai come stavolta ricca di argomenti e spunti per un dibattito. Copertina particolamente provocatoria, ispirata ad un recente affondo degli amici di "No conventional thought", per ricordare come siano trascorsi già due mesi dall’uccisione di Gabriele Sandri senza che sia stata fatta giustizia, senza che nessuno abbia ancora pagato per le proprie evidenti responsabilità. Nel nostro mirino il silenzio complice di media ed Istituzioni. Oltre al classico commento delle recenti gare, in questo caso lo scivolone interno di Domenica scorsa coi ciociari del BovilleErnica, nel pieghevole spazio alla 5a puntata della rubrica "Fondi siamo Noi" con l’intervista ad Ildo Eleodori, portiere del Fondi negli anni ’60. Poi un articolo sull’assurda maxi-rissa scoppiata all’Olimpico durante Roma-Sampdoria tra alcuni genitori ed uno steward che pretendeva la restituzione di un pallone da parte di un bambino. Simpatici commenti sulla pubblicazione della classifica dei calciatori più duri del secolo apparsa sul "Sun", sull’ultimo scoop riguardante il nostro pupillo Joey Barton, costretto a rivolgersi ad una casa di cura. Chiusura dedicata come sempre alle immagini della nostra presenza al seguito del FondiCalcio, in evidenza i numeri del Campionato, i prossimi impegni tra cui quello di Mercoledì pomeriggio in quel di Formia per centrare il passaggio alle Semifinali della Coppa Italia ed un’anticipazione in vista del terzo anniversario della scomparsa del grandissimo Antonio Iacuele, nel prossimo Febbraio. Al prossimo atto!

Anno V – Decimo Atto

5a Puntata

Fondi siamo noi  5a puntata

…torna la rubrica dedicata ai grandi personaggi del calcio fondano, i protagonisti in campo e fuori. Stavolta è il turno di Ildo Eleodori, successore tra i pali rossoblu del mitico Miniussi che nella stagione ‘63-‘64 giocò solo alcune partite. Dal Pisa arrivò Ildo Eleodori, che in seguito poi, proprio come il suo predecessore, sposò una fondana. Quell’anno Mister Mazzaccone poteva contare anche su Rosario Sbano, ala sinistra proveniente dalla Reggina, sul mediano Insogna e sul giovanissimo Franco Raso, alle prime apparizioni con la prima squadra. Nel Campionato precedente il Fondi si piazzò quinto in classifica al termine della stagione, alla sua prima annata da noi chiudemmo in penultima posizione e la retrocessione in Promozione fu pesante da digerire. Da qualche anno Ildo Eleodori è anche Socio dell’Associazione Sportiva Italiana Preparatori dei Portieri di Calcio. A lui le domande dei nostri inviati…

Signor Eleodori, chi ha avuto il grande merito di portarLa a giocare a Fondi con la maglia rossoblu? Ero tornato nella mia Pisa dopo la bella parentesi in terra sarda nella Nuorese. Facevo parte della lista degli svincolati perché il Pisa aveva deciso di puntare su altri giocatori e così la Società del Fondi si interessò a me. Mi convinsi pur non avendo la più pallida idea di dove si trovasse Fondi e cominciò così la mia avventura in casacca rossoblu.

Fu pesante ereditare il ruolo che un anno prima era ricoperto dal futuro portiere dell’Inter, Miniussi? Beh, sicuramente. Vi racconto un episodio che renderà bene l’idea. Stagione ‘63-‘64, si gioca a Roma la gara tra Romulea e Fondi. La Romulea va in goal grazie ad una mischia in area, io incolpevole vedo sfilare il pallone in rete. Dietro la mia porta un gruppetto di tifosi che solo in seguito identificherò come sostenitori fondani si lasciano scappare: “Azz, e chiss’ avessa ess ju sust’tut d’ Mniuss?”.

Il giocatore più forte con cui si è confrontato? Un solo nome, Anastasi, quando ancora militava nelle fila della Massiminiana di Catania. Un grandissimo calciatore che pur giocando in una squadra di quarta serie riuscì a mettersi in mostra e fare il salto di qualità per approdare alla Juventus.

La parata più bella della sua carriera? Sicuramente quella del mio debutto col Pisa nel 1957, contro la Massese, a soli diciassette anni. Una punizione che scavalcò la barriera e riuscii a parare in due tempi tuffandomi nel fango, un’emozione indescrivibile.

A quei tempi aveva un suo idolo cui si ispirava? Mi ispiravo al grande Giuliano Sarti dell’Inter, un portiere semplice e cinico che badava al sodo senza dare spettacolo, una vera saracinesca. Se oggi dovessi stilare una sorta di graduatoria lo metterei a pari merito con Zoff e Buffon, altri due grandi numeri 1.

Dopo l’esperienza fondana in quali altre squadre ha militato in carriera? Giocai per cinque stagioni nella Puteolana, collezionando 91 presenze, dopodiché ho girovagato nelle categorie dilettantistiche toscane arrivando a collezionare tre campionati di C2. Appesi i guanti al chiodo, ma ancora voglioso di tuffarmi tra i pali, partecipai a numerosi tornei forensi, anche a livello internazionale.

Ci racconti l’episodio spiacevole dell’invasione di campo da parte dei tifosi fondani. Quali furono le sue impressioni sull’accaduto? Ricordo tutto come fosse accaduto ieri. Una folla inferocita all’inseguimento dell’arbitro, fui io a salvarlo buttandolo di peso nello spogliatoio. Ai tempi in cui indossavo la casacca della Puteolana, prima della gara con l’Ischia fui chiamato nello spogliatoio dell’arbitro: era Di Gaetano di Siracusa, lo stesso di quella maledetta gara, che mi ringraziò per avergli salvato la vita.

Un ricordo sui suoi compagni di squadra. Con chi è rimasto legato in maniera particolare? Fare il calciatore è un po’ come fare il militare, si fa ogni cosa nello stesso momento, si mangia assieme, si dorme assieme, si esce assieme. Le amicizie che si instaurano sono fraterne e vanno avanti per tutta la vita. Ercole, Ferrari, Valle, Sorci, Bergamini, Archilei ed i fondani doc Franco Raso e Lippa, ai quali ancora oggi sono particolarmente legato.

Le piacerebbe ricoprire un incarico societario qui, magari come preparatore dei portieri del Fondi Calcio? Certo, ne sarei onorato, anche perché sarebbe una specie di ricompensa per quello che ho dato da calciatore, ma tra poco mi trasferirò a Roma dove ho parecchie amicizie e credo che non aspetteranno molto tempo per contattarmi e propormi qualche collaborazione in ambito calcistico.

Non ci resta che ringraziare il Signor Eleodori, per la disponibilità e la grande simpatia dimostrata nei nostri confronti. Sicuramente ci saranno tante altre occasioni per trascorrere momenti come questo ricordando il calcio che fu grazie alle sue parole che trasmettono emozioni.

ACAB 16a puntata

La morte è uguale per tutti
10 Gennaio di quindici anni fa

Domani toccherà fermarsi a riflettere perché saranno trascorsi già due mesi senza alcuna parvenza di giustizia per l’uccisione di Gabriele, oggi il ricordo torna indietro di ben quindici anni, a quel maledetto 10 Gennaio del 1993, ultimo giorno di vita per Celestino Colombi. Morto dopo una notte brava? Investito tragicamente? Assolutamente no, colpito da infarto durante una vigorosa carica delle Forze dell’Ordine al termine della partita tra Atalanta e Roma all’esterno dello Stadio di Bergamo. Esemplare avvenimento che già all’epoca apriva gli occhi sulla repressione che colpiva, colpisce e sempre colpirà gli ultras, ma non solo gli ultras. Visto che Celestino si trovava casualmente nei dintorni dello stadio e proprio il ritrovarsi in mezzo a furibonde cariche della Celere ha causato la sua scomparsa, a soli quarantadue anni. Va detto che non mancò nemmeno in quell’occasione la squallida strategia mediatica e governativa per nascondere la verità, proprio per questo motivo meritano menzione i coraggiosi tifosi bergamaschi che, grazie ad una forte azione di controinformazione, denunciarono subito l’accaduto puntando fin dal primo momento il dito contro le selvagge e sconsiderate cariche degli agenti.

La solidarietà dell’intero panorama ultras italiano caratterizzò le settimane successive a quel tragico 10 Gennaio, tutte le curve si riunirono dietro un unico striscione: “10-01-93, la morte è uguale per tutti!” esposto contemporaneamente in centinaia di stadi in tutta la penisola. Si tratta di una data indimenticabile per gli ultras di Bergamo ed ogni anno, nella partita più vicina alla data di quel maledetto giorno, viene ricordato dalla Curva Nord quello che effettivamente successe in quella Domenica, tramite volantini, manifesti, striscioni, minuti di silenzio e poi cori, tanti cori per Celestino e le altre vittime dello Stato. “Quel giorno, a partita ormai conclusa, con i romani già lontani dallo stadio, partì una carica improvvisa e feroce degli sbirri verso i ragazzi che stazionavano sull’edicola nella zona sud, luogo di ritrovo degli ultras. Celestino con la curva non c’entrava niente, non era un ultras, sfortuna volle che si trovò a passare lì in quei momenti senza nemmeno sapere probabilmente il motivo di tanta presenza delle FdO. Il Reparto Celere travolse la folla, Celestino cadde a terra e morì di crepacuore nel giro di pochi secondi, vi rendete conto?”.

Il fatto non trovò vasta eco sui mezzi di informazione, che, anzi, parlarono genericamente della morte di un "tossicodipendente" che "quattro giorni prima era uscito dal carcere dov’era finito per tentato furto". Testimonianze di numerosi tifosi refertati e dei gestori di alcuni bar e chioschi nelle vicinanze della Curva indicarono come responsabile dell’attacco ingiustificato il Reparto di Padova. Nonostante l’indagine stessa abbia accertato l’estraneità di Celestino Colombi a qualsiasi episodio di violenza, nessuna responsabilità per la sua morte verrà “accertata” e la Questura si limiterà ad informare i giornali della tossicodipendenza del deceduto, infangandone così una seconda volta l’esistenza e uccidendolo ancora. Questo post, oltre a voler ricordare questo triste avvenimento per onorare la memoria di Celestino, rappresenta stasera un messaggio di solidarietà a chi, a poche decine di km da Fondi, ieri ha trascorso una delle giornate più buie della propria vita, fermato, offeso, minacciato e picchiato dallo Stato senza alcun motivo… un forte abbraccio, Ciccio. Combatti!

Falsa ri-partenza

Passo falso interno del Fondi nell’ultima giornata del girone d’andata, col Boville Ernica corsaro sul sintetico dell’Arnale Rosso ed ora lanciato alla rincorsa della capolista Gaeta. Con le reti di Gatti e Giacco la corazzata ciociara supera la ciurma rossoblu, alla fine di una gara dal doppio volto: primo tempo di totale equilibrio, caratterizzato da poche occasioni da rete, su tutte quella clamorosamente fallita da Paolella per il Fondi, e ripresa altalenante. Ospiti padroni del campo per i primi venticinque minuti della seconda frazione e rossoblu protagonisti di una buona reazione nel finale di gara, che solo per via di qualche centimetro di troppo non ha prodotto il pareggio, che a conti fatti non avrebbe fatto gridare al “furto” evidentemente. Giro di boa… che ora presenta sul sentiero del nostro Fondi un Calendario importante, condito da più di uno scontro diretto. Tasto dolente questo, perché se fino a qualche settimana fa potevamo ancora ambire ad una serie di sorpassi prestigiosi in grado di catapultarci nei piani alti della graduatoria oggi come oggi siamo costretti a non sbagliare, non possiamo permetterci un ulteriore scivolone. Sono solo cinque adesso i punti che ci dividono dalla zona calda, e Domenica nemmeno a farlo apposta ospiteremo il temibilissimo Pisoniano che occupa proprio la sest’ultima posizione in classifica. Penalizzato di ben dieci punti per l’annosa questione legata al trasferimento di un giocatore può contare però su un bottino di sedici mattoncini, testimonianza del potenziale di questa squadra che altrimenti ci precederebbe di cinque lunghezze, guidata dal bomber Fioravanti, capocannoniere del girone forte delle dodici marcature realizzate finora.

Il punto che la BandaLauretti raccolse nella prima uscita ufficiale oggi riveste particolare importanza, poterlo impreziosire con una vittoria interna nella sua corrispondente gara di ritorno… beh, sarebbe fondamentale per guadagnare ancora terreno su un’avversaria diretta e cambiare marcia dopo gli ultimi rallentamenti. Al Fondi, infatti, se evitiamo di considerare l’affermazione interna col Pomezia in Coppa Italia, la vittoria manca da diverse settimane, più precisamente dal 3-0 rifilato al TorSapienza. Questo è il primo obiettivo da centrare, conquistare tre punti pesanti per riprendere il cammino. Farlo in maniera decisa e convincendo la platea con una bella prova corale in questo momento può anche essere “superfluo” se vogliamo, di decisivo c’è il bottino da incrementare, per evitare spiacevoli sorprese nelle giornate successive. Considerando che Domenica 20 Gennaio affronteremo una delle prime, il Terracina di Patalano, che nonostante una difficile situazione societaria sta onorando alla grande la stagione, e nei turni a seguire il MentanaJenne ed il DianaNemi. Va detto che i ventuno punti raccolti in queste prime diciassette giornate rappresentano un "capitale" prezioso che va però difeso e migliorato, per raggiungere prima possibile la soglia della salvezza, in un Campionato che appare mai come quest’anno equilibrato e capace di regalare sorprese e risultati sbalorditivi turno dopo turno. Basti pensare che nell’arco di una sola settimana il Gaeta, sconfitto a Priverno e penalizzato di un punto, che sembrava irragiungibile per chiunque è ora sotto pressione per l’avvicinarsi pericoloso di diverse formazioni, ed un’eventuale vittoria del Terracina a Colleferro nel recupero della partita rinviata Domenica scorsa per impraticabilità di campo porterebbe i tigrotti a soli tre punti dalla vetta.

Intanto lo Scalo “Arnale Rosso” cresce ancora: volti nuovi all’ordine del giorno, giocatori sul piede di partenza, altri che salutano e poi tornano, ma anche in questo caso… beh, alcune evidenti “disparità di trattamento” hanno lasciato molto a desiderare. Non una polemica eh, ma una constatazione di come si stia operando nelle ultime settimane. Dopo l’arrivo di Dionisio e Safon, la sorpresa Giuffrida ed i ritorni di fiamma di Davide e Riccardo Peppe, si sta allenando da qualche pomeriggio un altro giovane in età di lega, difensore centrale, del quale finora si sa davvero poco, se non di un suo passato al Montevarchi. Sugli spalti dell’Arnale Rosso ed in città si parla ancora dell’esonero di Pierpaolo Lauretti, si ricorresse ad un Referendum la scelta societaria troverebbe davvero pochi “adepti”. L’argomento di discussione odierno, dopo l’ennesima marcatura siglata Domenica scorsa, dopo essere partito dalla panchina e subentrato solo al venticinquesimo della ripresa (come probabile “punizione” per un tardivo rientro dalle vacanze natalizie!) riguarda Mario Pagliuca. Non certo il suo valore ed il suo immenso potenziale, bensì il suo utilizzo e le considerazioni legate al modo in cui tecnico e Società stanno gestendo il caso, se di caso vogliamo parlare. Perché, non ce lo nascondiamo, quel che a noi interessa e conforta è il rendimento del giocatore, l’impegno e la voglia di vincere che mette in campo, in allenamento e domenicalmente con la maglia rossoblu. Si tratta sì di un giocatore fuori dal comune, testimonianza lo è il goal messo a segno contro il Boville Ernica, ben voluto dallo spogliatoio nonostante qualche piccolo difetto. Auspichiamo possa nascere anche con Falso il feeling instaurato con Mister Lauretti, perché è attorno ad un “mostro” del genere che può e deve essere costruita la squadra della prossima stagione, capace sì di giocarsi il Campionato. Goal a grappoli, mai una prova incolore, sempre e comunque decisivo, anche quando non è riuscito a concretizzare personalmente in rete. E saranno quei “movimenti” alla Gazza Gascoigne, sarà quella somiglianza con Alan Shearer, saranno quei “gusti” e quei “cori” in comune… ma, vaju, discutere Pagliuca ci sembra davvero assurdo! Dai Marioooo!

Finché Vivrò #9

Finché vivrò…

Nona uscita stagionale per la fanzine degli Old Fans, in occasione della gara interna con il Boville Ernica, formazione ciociara che annovera tra le proprie fila Giovanni Conversano, corteggiatore all’interno della trasmissione televisiva di Canale5 "Uomini&Donne" della DeFilippi. Copertina del pieghevole dedicata alle scuse, doverose, che sentiamo di rivolgere al "caro pallone", oggi come oggi in balia di reality, tronisti, veline, dopati e mercenari. Una simpatica striscia di Andycapp divide i commenti alle ultime due gare giocate dal Fondi, lo scivolone interno col Gaeta ed il pari di Velletri. In chiusura, come sempre, i numeri della stagione, le immagini della nostra presenza al seguito dei rossoblu, infine i prossimi appuntamenti in Campionato ed in Coppa Italia e qualche "curiosa" anticipazione. A Domenica per il Decimo Atto…

Anno V – Nono Atto