ACAB 16a puntata

La morte è uguale per tutti
10 Gennaio di quindici anni fa

Domani toccherà fermarsi a riflettere perché saranno trascorsi già due mesi senza alcuna parvenza di giustizia per l’uccisione di Gabriele, oggi il ricordo torna indietro di ben quindici anni, a quel maledetto 10 Gennaio del 1993, ultimo giorno di vita per Celestino Colombi. Morto dopo una notte brava? Investito tragicamente? Assolutamente no, colpito da infarto durante una vigorosa carica delle Forze dell’Ordine al termine della partita tra Atalanta e Roma all’esterno dello Stadio di Bergamo. Esemplare avvenimento che già all’epoca apriva gli occhi sulla repressione che colpiva, colpisce e sempre colpirà gli ultras, ma non solo gli ultras. Visto che Celestino si trovava casualmente nei dintorni dello stadio e proprio il ritrovarsi in mezzo a furibonde cariche della Celere ha causato la sua scomparsa, a soli quarantadue anni. Va detto che non mancò nemmeno in quell’occasione la squallida strategia mediatica e governativa per nascondere la verità, proprio per questo motivo meritano menzione i coraggiosi tifosi bergamaschi che, grazie ad una forte azione di controinformazione, denunciarono subito l’accaduto puntando fin dal primo momento il dito contro le selvagge e sconsiderate cariche degli agenti.

La solidarietà dell’intero panorama ultras italiano caratterizzò le settimane successive a quel tragico 10 Gennaio, tutte le curve si riunirono dietro un unico striscione: “10-01-93, la morte è uguale per tutti!” esposto contemporaneamente in centinaia di stadi in tutta la penisola. Si tratta di una data indimenticabile per gli ultras di Bergamo ed ogni anno, nella partita più vicina alla data di quel maledetto giorno, viene ricordato dalla Curva Nord quello che effettivamente successe in quella Domenica, tramite volantini, manifesti, striscioni, minuti di silenzio e poi cori, tanti cori per Celestino e le altre vittime dello Stato. “Quel giorno, a partita ormai conclusa, con i romani già lontani dallo stadio, partì una carica improvvisa e feroce degli sbirri verso i ragazzi che stazionavano sull’edicola nella zona sud, luogo di ritrovo degli ultras. Celestino con la curva non c’entrava niente, non era un ultras, sfortuna volle che si trovò a passare lì in quei momenti senza nemmeno sapere probabilmente il motivo di tanta presenza delle FdO. Il Reparto Celere travolse la folla, Celestino cadde a terra e morì di crepacuore nel giro di pochi secondi, vi rendete conto?”.

Il fatto non trovò vasta eco sui mezzi di informazione, che, anzi, parlarono genericamente della morte di un "tossicodipendente" che "quattro giorni prima era uscito dal carcere dov’era finito per tentato furto". Testimonianze di numerosi tifosi refertati e dei gestori di alcuni bar e chioschi nelle vicinanze della Curva indicarono come responsabile dell’attacco ingiustificato il Reparto di Padova. Nonostante l’indagine stessa abbia accertato l’estraneità di Celestino Colombi a qualsiasi episodio di violenza, nessuna responsabilità per la sua morte verrà “accertata” e la Questura si limiterà ad informare i giornali della tossicodipendenza del deceduto, infangandone così una seconda volta l’esistenza e uccidendolo ancora. Questo post, oltre a voler ricordare questo triste avvenimento per onorare la memoria di Celestino, rappresenta stasera un messaggio di solidarietà a chi, a poche decine di km da Fondi, ieri ha trascorso una delle giornate più buie della propria vita, fermato, offeso, minacciato e picchiato dallo Stato senza alcun motivo… un forte abbraccio, Ciccio. Combatti!

3 pensieri su “ACAB 16a puntata

  1. Quindici anni e Celestino Colombi ancora resta una vittima senza colpevole, un delitto senza omicida, un uomo ammazzato senza che nessuna abbia scontato pene o pagato condanne. Nessuna responsabilità accertata, silenzio tombale sin dal primo giorno su una vicenda che tante similitudini presenta con la tragica scomparsa di Gabbo. La speranza che esista un pizzico di Giustizia, se non terrena almeno divina, ancora mi pervade. Non voglio arrendermi all’idea che in questo Stato si venga uccisi senza alcun motivo e nessuno si preoccupi di dare una spiegazione a queste uccisioni, un volto a chi toglie la vita. Pensare che pochi minuti fa ho scoperto che alla base del problema rifiuti in Campania potrebbero esserci faide di ultras… al timone della rivolta popolare in Sardegna e nell’hinterland napoletano ci sono ultras… sulle poltrone istituzionali, che non perdono un colpo e non si dimetteranno nemmeno di fronte ad una rivoluzione, siedono ultras? Si vergognassero i giornalisti che stanno infangando il nostro movimento anche in quest’occasione.

    Gli ultras a difesa delle loro città, a guardia del loro territorio, si sostituiscono ai compiti del Potere, ai doveri delle Istituzioni, per tutelare i diritti fondamentali dei proprio concittadini, dei propri fratelli, dei propri figli. Un’intera regione sotto buste e scatoloni di immondizia, malavita e politica a braccetto, Bassolino&Iervolino inchiodati sulle loro sedie d’oro ed il problema diventano i cittadini che protestano, gli elettori che si ribellano, i contribuenti che dimostrano di non essere d’accordo e chiedono il rispetto della propria dignità. Ditemi voi dove andremo a finire…

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