5a Puntata

Fondi siamo noi  5a puntata

…torna la rubrica dedicata ai grandi personaggi del calcio fondano, i protagonisti in campo e fuori. Stavolta è il turno di Ildo Eleodori, successore tra i pali rossoblu del mitico Miniussi che nella stagione ‘63-‘64 giocò solo alcune partite. Dal Pisa arrivò Ildo Eleodori, che in seguito poi, proprio come il suo predecessore, sposò una fondana. Quell’anno Mister Mazzaccone poteva contare anche su Rosario Sbano, ala sinistra proveniente dalla Reggina, sul mediano Insogna e sul giovanissimo Franco Raso, alle prime apparizioni con la prima squadra. Nel Campionato precedente il Fondi si piazzò quinto in classifica al termine della stagione, alla sua prima annata da noi chiudemmo in penultima posizione e la retrocessione in Promozione fu pesante da digerire. Da qualche anno Ildo Eleodori è anche Socio dell’Associazione Sportiva Italiana Preparatori dei Portieri di Calcio. A lui le domande dei nostri inviati…

Signor Eleodori, chi ha avuto il grande merito di portarLa a giocare a Fondi con la maglia rossoblu? Ero tornato nella mia Pisa dopo la bella parentesi in terra sarda nella Nuorese. Facevo parte della lista degli svincolati perché il Pisa aveva deciso di puntare su altri giocatori e così la Società del Fondi si interessò a me. Mi convinsi pur non avendo la più pallida idea di dove si trovasse Fondi e cominciò così la mia avventura in casacca rossoblu.

Fu pesante ereditare il ruolo che un anno prima era ricoperto dal futuro portiere dell’Inter, Miniussi? Beh, sicuramente. Vi racconto un episodio che renderà bene l’idea. Stagione ‘63-‘64, si gioca a Roma la gara tra Romulea e Fondi. La Romulea va in goal grazie ad una mischia in area, io incolpevole vedo sfilare il pallone in rete. Dietro la mia porta un gruppetto di tifosi che solo in seguito identificherò come sostenitori fondani si lasciano scappare: “Azz, e chiss’ avessa ess ju sust’tut d’ Mniuss?”.

Il giocatore più forte con cui si è confrontato? Un solo nome, Anastasi, quando ancora militava nelle fila della Massiminiana di Catania. Un grandissimo calciatore che pur giocando in una squadra di quarta serie riuscì a mettersi in mostra e fare il salto di qualità per approdare alla Juventus.

La parata più bella della sua carriera? Sicuramente quella del mio debutto col Pisa nel 1957, contro la Massese, a soli diciassette anni. Una punizione che scavalcò la barriera e riuscii a parare in due tempi tuffandomi nel fango, un’emozione indescrivibile.

A quei tempi aveva un suo idolo cui si ispirava? Mi ispiravo al grande Giuliano Sarti dell’Inter, un portiere semplice e cinico che badava al sodo senza dare spettacolo, una vera saracinesca. Se oggi dovessi stilare una sorta di graduatoria lo metterei a pari merito con Zoff e Buffon, altri due grandi numeri 1.

Dopo l’esperienza fondana in quali altre squadre ha militato in carriera? Giocai per cinque stagioni nella Puteolana, collezionando 91 presenze, dopodiché ho girovagato nelle categorie dilettantistiche toscane arrivando a collezionare tre campionati di C2. Appesi i guanti al chiodo, ma ancora voglioso di tuffarmi tra i pali, partecipai a numerosi tornei forensi, anche a livello internazionale.

Ci racconti l’episodio spiacevole dell’invasione di campo da parte dei tifosi fondani. Quali furono le sue impressioni sull’accaduto? Ricordo tutto come fosse accaduto ieri. Una folla inferocita all’inseguimento dell’arbitro, fui io a salvarlo buttandolo di peso nello spogliatoio. Ai tempi in cui indossavo la casacca della Puteolana, prima della gara con l’Ischia fui chiamato nello spogliatoio dell’arbitro: era Di Gaetano di Siracusa, lo stesso di quella maledetta gara, che mi ringraziò per avergli salvato la vita.

Un ricordo sui suoi compagni di squadra. Con chi è rimasto legato in maniera particolare? Fare il calciatore è un po’ come fare il militare, si fa ogni cosa nello stesso momento, si mangia assieme, si dorme assieme, si esce assieme. Le amicizie che si instaurano sono fraterne e vanno avanti per tutta la vita. Ercole, Ferrari, Valle, Sorci, Bergamini, Archilei ed i fondani doc Franco Raso e Lippa, ai quali ancora oggi sono particolarmente legato.

Le piacerebbe ricoprire un incarico societario qui, magari come preparatore dei portieri del Fondi Calcio? Certo, ne sarei onorato, anche perché sarebbe una specie di ricompensa per quello che ho dato da calciatore, ma tra poco mi trasferirò a Roma dove ho parecchie amicizie e credo che non aspetteranno molto tempo per contattarmi e propormi qualche collaborazione in ambito calcistico.

Non ci resta che ringraziare il Signor Eleodori, per la disponibilità e la grande simpatia dimostrata nei nostri confronti. Sicuramente ci saranno tante altre occasioni per trascorrere momenti come questo ricordando il calcio che fu grazie alle sue parole che trasmettono emozioni.

4 pensieri su “5a Puntata

  1. Tra l’altro ho scoperto che proprio qualche giorno fa alcuni Dirigenti dell’epoca della Puteolana sono stati qui a Fondi per donare ad Eleodori una copia del libro sulla storia del calcio a Pozzuoli. Un “signore” che ha lasciato ovunque un buon ricordo di sè, al di là dell’ambito calcistico, anche se a Fondi non è stato probabilmente apprezzato del tutto per quello che era il suo valore. Il paragone con Miniussi è pesato sempre come un macigno su ogni sua singola prestazione, come lui stesso ha raccontato.

    Ringraziamento doveroso ad Ondad’Urto per il lavoro di pubbliche relazioni che ha prodotto quest’intervista. Ho un paio di idee per i prossimi protagonisti, che ne direste di Franco Raso e Alberto Parisella? Il calcio visto da due angolature diverse. Aspetto anche i vostri suggerimenti, cerchiamo di rendere sempre più ricco e completo il nostro piccolo grande blog.

  2. gran bella cosa quella di donare il libro ad Ildo, non lo sapevo,lo apprendo ora

    …Avanti cosi

  3. Ildo è sempre il numero uno, ed io ho avuto l'onore di averlo come allenatore. A 68 anni ancora volava tra i pali, direi UNICO!!! grande ildooo!!

I commenti sono chiusi.