Puoi farci piangere,
ma non puoi farci cedere!
Era il Sanremo del 1985 quando, l’allora cantante quindicenne messicano Luis Miguel, ci fece ascoltare per la prima volta una canzone che avrebbe cambiato la vita di noi giovani d’allora, oggi ragazzi nell’animo, ma con qualche anno in più. Il titolo, “Ragazzi di oggi” è stato, è e sarà sempre di attualità, con quelle strofe mai banali e piene di significato. Il testo, scritto dal mitico Toto Cutugno, riassume le aspettative ed i sogni di chi si sente diverso dal resto, da chi non ha nulla da spartire con il contorno.
Ogni parola, ogni capoverso, riassume il significato delle nostre domeniche. Domeniche come quella appena trascorsa all’esterno del Settore Ospiti del “Purificato”, a sostenere gli undici in campo, mentre i “privilegiati” degli accreditati e degli abbonati dormivano sonni tranquilli invece di essere entusiasti per la loro prima “trasferta” in Serie C. “Siamo diversi ma tutti uguali” cantava Luis Miguel, ma lo siamo veramente diversi, almeno a detta di Osservatorio e Questura, vista la facilità con cui si gira e si rigira, come una frittata in una padella, questa normativa senza senso. Diversi, certamente, lo siamo da chi ci è sfilato affianco col sorriso sulla bocca credendo che “lo stare fuori” ci abbia demoralizzato o abbattuto, ma li capiamo, d’altronde per loro, “stare fuori” vuol dire girare al bivio per Lenola.
“Puoi non comprendere…Noi sappiamo in cosa credere”…continua così la melodia del giovane messicano, a rimarcare quanto sia difficile spiegare a chi non condivide questa passione, l’amore incondizionato che ci spinge a credere nei nostri ideali, che ci spinge a portare una sciarpa al collo, che ci spinge a stare fuori uno stadio fregandocene di falli laterali, rigori e cannonieri, ma con il solo scopo di essere lì a riscaldare con i nostri cori un “cinema muto” con delle marionette come spettatori.
“Dai coloriamo questa Città…e poi vedrai che ti piacerà”…e ci vorrebbe sì un po’ di colore, a colorare i grigi pomeriggi domenicali di coloro che scelgono il Fondi solo se accreditati e liberi dai loro appuntamenti con Sky, Premium, Comunioni, Cresime, Battesimi, Matrimoni e Compleanni del gatto. Colore e calore che puntualmente arrivano solo ed esclusivamente dalla Iacuele, l’unica a crederci oltre il risultato, l’unica porzione del “Purificato” a capire i limiti di una rosa giovane che non ha certo bisogno di insulti per vincere e salvarsi, ma di sostegno e incitamento.
Sì, proprio così, perché come recita il titolo, questo Fondi può farci piangere e dannare per una sconfitta, ma non può farci arrendere o desistere dal continuare la nostra battaglia. L’unica cosa che chiediamo è che, chi và in campo, scenda sul terreno di gioco con lo stesso orgoglio e la stessa cattiveria di chi è costretto a fare chilometri e rimanere fuori gli stadi dove giocano i rossoblu. Sì, perché come ripetuto più volte, possiamo anche perdere con largo scarto, ma ciò che vogliamo vedere è “maglia sudata e sguardo fiero”, perché ciò che indossano i nostri undici non è uno sponsor, ma due colori con 89 anni di storia calcistica.
“Siamo Noi, siamo ragazzi di oggi Noi, dai coloriamo questa Città, e poi vedrai che ti piacerà.”
“Siamo Noi, siamo la Iacuele!”