La trasferta di Aversa

Sui binari del cuore

Lo scorso anno, mentre la nostra Città “festeggiava” il proprio Santo Patrono con una misera “fiera di bancarelle”, Noi, a metà mattinata, salivamo sul Diretto per Napoli, proprio per seguire i rossoblu in quel di Aversa. Mentre la nostra Fondi era invasa da zucchero filato e borseggiatori, Noi incitavamo il Fondi dalle tribune del “Bisceglia”, fregandocene di accompagnare le nostre donne tra “vucumprà” e “vuccattà”. Quel giorno, tornammo a casa con una vittoria, una splendida vittoria, e sul Diretto che ci riportò a casa rischiammo il collasso per le troppe risate.

A distanza di un anno, un mese e poco più, ci ritroviamo nuovamente ad Aversa, ancora al “Bisceglia”, e fortunatamente ancora in C2. Rispetto alla scorsa stagione, Maroni & Soci hanno inasprito la normativa relativa all’acquisto dei biglietti per i NON TESSERATI e la sosta al Bar Jenny, questa volta, è infruttuosa. Zero biglietti, ma è solo un particolare! Una volta arrivati fuori lo Stadio, la solita “querelle” per i biglietti, ci dirigiamo al botteghino, ma riceviamo l’ennesimo “no”. Gli stewards, da queste parti, si prendono troppo sul serio, con quegli occhiali da sole sfoggiati anche sotto un acquazzone, ma cosa si può pretendere da chi con un metal-detector ed una radiolina crede di essere uno “sceriffo”?!?

Ma mentre i “gialli” sognano il distintivo, i “blu” dormono sogni tranquilli, e vi assicuriamo che non è uno scherzo. Già, perché, mentre cerchiamo di entrare nel Settore Ospiti, alla guida della camionetta c’è un “tizio” che dorme a bocca aperta, ma è inutile meravigliarsi, siamo in Italia, checché ne dicano i “blu” di Fano. Con chiunque parliamo, che siano gialli o blu, nessuno ci vuol fare entrare, ma riusciamo a vedere una fetta di campo con le due porte dallo spiraglio dell’ingresso del Settore Ospiti.

Dura poco la gioia, perché in concomitanza con la fine del primo tempo, il “capo dei gialli perde le staffe” inspiegabilmente e in un attimo ci ritroviamo un intero reparto celere alle calcagna. Le solite chiacchiere, i soliti “Ma che ci venite a fare!” e la porta del Settore Ospiti che si chiude per non riaprirsi più. Abbiamo solo il tempo di notare che ad Aversa c’è un’Ispettrice di Polizia niente male ed è inutile dirvi che per un Ultras, il sogno erotico ricorrente è proprio un’Ispettrice di Polizia.

Una volta volati via gli “strani pensieri”, comincia la ricerca di un “settore fai da Noi” e lo troviamo quasi subito, quasi fosse un segno del destino: i binari della ferrovia. Pazzi? Incoscienti? Fuori di testa? No, assolutamente, nulla di tutto ciò, semplicemente Ultras. Riusciamo così a vedere gran parte del terreno di gioco, anche se sostenere i rossoblu da lì diventa impossibile. Tra il fischio delle carrozze che sfrecciano ad un palmo dalle nostre sciarpe e le auto che percorrono la strada adiacente, si fa fatica persino a farsi notare dagli undici in campo. La gara termina con una sconfitta per i rossoblu, ma con la consapevolezza che nessuna tessera rende fidelizzati e che la fede, quella vera, quella degli Ultras, non la certifica nessun bancomat. E allora vi chiediamo: “A degli Ultras che mettono in pericolo la propria vita pur di esser vicini ai propri colori, serve una Tessera???”