Finché vivrò…
Finché vivrò…
Ce lo meritiamo!
…se qualcuno sperava di vedere il Fondi scivolare sempre più in basso, se altri credevano di trovarsi di fronte una squadra stanca e senza stimoli, se taluni si auguravano favori in vista del calcio mercato estivo, tutti si sono dovuti ricredere, tutti hanno dovuto issare bandiera bianca, tutti dovranno rivedere le proprie posizioni. La squadra scesa in campo al “Riciniello” ha lanciato un messaggio all’Eccellenza intera, agli addetti ai lavori, alla Società, ai suoi ultras, alla città. Siamo già "pronti" per giocarcela contro chiunque, siamo all’altezza delle migliori della classe, se consideriamo che, tranne la triste parentesi Falso, abbiamo sempre risposto in modo importante agli scontri diretti per la salvezza e non abbiamo certo sfigurato nei confronti delle prime, anzi. Basti pensare che la serie positiva inanellata dal rientro di Mister Lauretti va avanti ininterrottamente da circa due mesi. In fila abbiamo messo vittorie fondamentali e pareggi di diversa fattura, comunque importanti a far sì che potessimo raggiungere la "strameritata" salvezza prima dell’ultima giornata di campionato. Sì perché per farlo, al di là della già agevole e molto presumibilmente definitiva (o quasi) collocazione in graduatoria, manca solo un punticino e per questo motivo la partita interna contro la VJS Velletri di Domenica prossima si presenta come la migliore delle opportunità per chiudere ogni discorso e brindare davanti al proprio pubblico tra le mura amiche.
La giusta misura del pareggio ottenuto a Gaeta può essere dettata dall’entusiasmo dei sostenitori fondani che in buon numero hanno onorato la vicina trasferta nella super soleggiata Domenica mattina di Serapo. Oltre ai soliti immancabili e fedelissimi ultras, infatti, va registrata la presenza di tanti e tanti concittadini che in fondo al cuore speravano in un colpaccio che solo per il rotto della cuffia non è arrivato. Quello andato in scena non è stato altro che l’ennesimo capolavoro tattico di Monsieur Lauretti, un uomo che sta dimostrando giornata dopo giornata quanto sia stata scellerata la scelta societaria di esonerarlo interrompendo l’ottimo lavoro che già il tecnico capitolino stava portando avanti. E poi, se qualcuno l’avesse già dimenticato, è giusto ricordare che la sconfitta pesante ma indubbiamente bugiarda nella sedicesima d’andata proprio contro il Gaeta non era altro che la prima uscita a vuoto dopo ben dodici risultati utili consecutivi tra Campionato e Coppa Italia. Il tutto fa pensare che, senza ombra di dubbio, senza lo sciagurato esonero subito, Lauretti avrebbe portato questa squadra molto in alto; se non a ridosso delle prime almeno al quinto-sesto posto, senza esagerare. Ed è proprio in virtù di queste riflessioni, insindacabili perché dettate dai numeri, che da queste colonne chiediamo la conferma del tecnico romano sulla panchina del nostro Fondi. Lauretti ha fatto divertire, ha regalato soddisfazioni, bel gioco, risultati, è stato capace di riprendere da subito il cammino interrotto, nonostante la situazione di classifica fosse preoccupante, ha saputo amalgamare l’esperienza dei meno giovani con l’entusiasmo e la voglia di crescere degli “età di lega” locali, ha fatto maturare diversi giocatori: basti pensare alla crescita esponenziale di Roberto Vuolo, Carlo Addessi, Paolo Conte. Ha fatto di Marrocco un vero e proprio jolly, pronto per essere schierato ovunque all’occorrenza. Ha saputo gestire lo spogliatoio, ha utilizzato al meglio la rosa a disposizione superando i numerosi infortuni e le pesanti squalifiche che hanno colpito la squadra. Insomma… ha convinto tutti!
A buon intenditore…
Solo sei partite sono bastate per cambiare volto alla classifica del Fondi, sei gare che hanno fruttato ben quattordici punti (!!!) sui diciotto potenzialmente a disposizione. Se a fine Febbraio temevamo il peggio, ora ci apprestiamo a vivere intensamente le ultime tre giornate di campionato con la salvezza, però, virtualmente in tasca. Pensate che potrebbe essere una sconfitta altrui a darci la matematica certezza della permanenza in questa categoria, e considerato il ruolino di marcia delle ultime della classe non è fantasioso prevedere che ciò possa avvenire, già Domenica mattina a Gaeta. Il calendario, tra l’altro, ci mette di fronte la capolista proprio nel turno che potrebbe regalare al team biancorosso la gioia della promozione, qualora dagli altri campi dovessero giungere risultati favorevoli. E così la partita del “Riciniello”, in virtù di tutte queste motivazioni, e per mille altre ragioni, assume un’importanza estrema per la nostra stagione. C’è infatti da vendicare il pesantissimo tonfo della gara d’andata, c’è anche da prendersi una bella soddisfazione, che finora nelle partite più prestigiose è inevitabilmente mancata. La volontà da parte di squadra e tecnico sembra esserci tutta, d’altronde è proprio quando a regnare è la serenità che possono venir fuori prestazioni notevoli. L’ambiente tutto ci crede, le carte per imporsi non mancano, anche se va detto che i nostri avversari possono contare su una rosa che totalmente, o quasi, ricalca le sembianze di una formazione di categoria superiore. Gli stimoli, in occasioni del genere, fanno parte dell’ordinaria amministrazione, toccherà poi a Lauretti guidare la squadra verso il colpaccio.
Il cammino trionfale che ci accompagna dagli inizi di Marzo, e che come detto in precedenza ha permesso ai colori rossoblu di guadagnare una posizione di classifica assai più tranquilla, ha raggiunto il suo culmine nel bottino pieno raccolto Domenica scorsa all’Arnale Rosso al cospetto della sorpresa VisArtena. La squadra allenata dal preparatissimo D’Este ha dimostrato tutta la sua compattezza, scendendo in campo e giocandosi la partita senza regalare nulla all’avversario di turno. Dal canto proprio il Fondi ha saputo controllare la gara nella fase iniziale e colpire al momento giusto, costruendo poi sulla rete siglata da Dario Maglitto la conquista della vittoria. Come sottolineato in settimana dai commenti di diversi sostenitori, s’è trattato di un capolavoro tattico di Lauretti. Ha schierato, anche a causa di numerose assenze, per infortuni e squalifiche, una squadra inedita, orfana di uno dei suoi migliori elementi, quell’Emanuele Germano che però non è stato fatto rimpiangere dai giovanotti fondani scesi sul sintetico dell’Arnale Rosso. Nonostante l’indisponibilità dei vari Addessi, Grana, Germano, Rossetti, Larrosa e Pagliuca il nostro Fondi ha superato anche l’ostacolo VisArtena, mettendo quasi al sicuro la salvezza. L’ha fatto in maniera autoritaria! Col minimo scarto, sì, ma con una prova perfetta sotto il punto di vista tattico: a decidere le sorti dell’incontro una meravigliosa iniziativa personale di Maglitto, uno dei giocatori che in questo finale di stagione sta facendo la differenza nel vero senso della parola.
Finché vivrò…
You’ll never walk alone
Cinque mesi che te ne sei andato, cinque mesi che è tutto così vuoto, cinque mesi che il cuore è a pezzi, cinque mesi che non penso ad altro che a te, cinque mesi che ho tanta voglia di urlare, che ho voglia di giustizia… no, non è possibile Gabriè , non è possibile che quel maledetto sia lì con la sua famiglia, felice e tranquillo… non esistono parole per poter spiegare cosa ha scatenato quell’11 Novembre… sei così vivo dentro di me, vedo i tuoi sorrisi, mi fanno venir voglia di mandare a fanculo tutti… ma perché la vita è così ingiusta? Ti prego spiegamelo tu… perché io non riesco più a vivere in questo brutto mondo, è difficile credere che qualcuno, da lassù ha già deciso tutto per noi, perché non voglio credere che per te sia stato deciso cosi… ti prego, ho voglia di evadere queste regole perpetue, aiutami a farlo… ho voglia di urlare a tutti che questa vita ci toglie sempre la giustizia… e mi batterò fino alla fine per te, anzi non ci sarà mai una fine, la battaglia durerà finché quell’essere non marcirà nel dolore, e anche dopo tu sarai con noi, perché sei uno di noi, sempre …ho bisogno del tuo aiuto, aprimi gli occhi, aiutami a fare ciò che da sola non posso fare! Ti voglio bene Gabbo, te ne vorrò sempre… un abbraccio ai tuoi familiari, e ai tuoi amici, i tuoi più cari amici… sempre con noi Gabriè…
Il ricordo di Gabriele Sandri stavolta lo affidiamo alle parole profonde di “kiaretta” che ha lasciato sul sito dedicato a Gabbo questo messaggio zeppo di amore. Unirsi al suo sfogo è spontaneo, non una virgola va corretta. Ieri l’InGiustizia italiana ha tagliato il quinto nastro, ormai siamo vicini al dimenticatoio! Passano i giorni inesorabili senza che nessuno osi chiedere allo Stato una vera assunzione di responsabilità. Gabriele non è più tra noi, la sua Famiglia continua a piangerlo e stenta a riprendere la propria esistenza. Difficile andare avanti così, impossibile far finta di nulla. No, stavolta non è proprio il caso di ignorare e sorvolare. “Lo show doveva continuare!” e così è stato, il bel carrozzone ha proseguito sul suo sentiero, passando anche sulla morte di Matteo, e tirerà dritto senza soste. A noi il compito di non permettere a nessuno di cancellare la memoria di Federico, Gabriele, Matteo e gli altri. E ricordate tutti, domani e Lunedì, su ogni scheda, un solo slogan, un solo motto, nessuna “ics”, solo un coro unanime: “Giustizia per Gabriele!”.
Indimenticabile
Di emozioni in questi ultimi cinque anni ne abbiamo vissute molte, di ogni tipo. Tante le delusioni, poche le gioie, che vanno ricercate tra un mare di amarezza e rimpianti. Non mancherebbe nulla per scrivere un romanzo d’amore, una storia di vero batticuore, la passione che lega una piccola grande famiglia di ultras a due colori, ad una maglia, ad una tradizione, ad uno sport. Eppure quel che è successo Domenica pomeriggio a Priverno ha il sapore del “magic moment”, dell’attimo indimenticabile, al pari di pochi altri episodi. Così, su due piedi, la mente torna all’esultanza scatenata dalla rete di Monforte che firmò il pari in Alatri-Fondi all’Arnale Rosso, oppure le reti di Paolella e dello stesso “Capitano” nella gara di ritorno dei play-out della passata stagione contro i romani de LaRustica. La bolgia al goal di Stravato nella trasferta a Borgo Santa Maria contro la Viribus, la staffilata di Massimo DiBiasio nel derbyssimo col Formia di quattro anni fa col Fondi primo in classifica ed uno stadio stracolmo… chi non vive le partite di calcio con la stessa intensità con cui le seguiamo noi non potrà mai capire dove vuole andare a parare questo discorso, ma poco importa. Resta nella mente una rete tirata completamente giù, restano gli sguardi dei giocatori, gli occhi lucidi di chi ti sta affianco, restano indimenticabili le emozioni che anche solo un pareggio ha la capacità di regalarti, stampandoti sul viso un sorriso che dura una settimana.
Il calcio come forma di aggregazione, come fenomeno sociale, come alternativa. Le teorie si sprecano, ognuno ha il suo punto di vista, legittimo per carità. Più di qualcuno ha avuto la saggia idea di mettere nero su bianco le esperienze di una vita, in curva o in mezzo al campo, per raccontare ciò che questo sport riesce a trasmettere, come veicolo di sensazioni uniche e difficilmente riscontrabili in qualsiasi altro ambito. Forse è una dichiarazione d’amore al calcio, forse è semplicemente una constatazione di quanto sia indispensabile per noi poter così esprimere il sentimento che ci lega a questa squadra, forse si tratta soltanto di una follia, una mania. Diciamocelo chiaramente… vivere senza calcio sarebbe a dir poco impossibile! Ma non fraintendiamoci: non stiamo mica osannando il giocattolo inteso come business o macchina sforna denaro, lungi da noi esaltare il modo in cui questo sport è stato concepito e “sfruttato” nell’ultimo decennio, non solo in Italia. Può essere questa una piccola consolazione? A dire il vero la nostra salvezza ha un suo nome ed un cognome: Eccellenza Laziale. Il cosiddetto “calcio minore” rappresenta oggi come oggi la vera essenza di questo sport! La purezza è stata messa in forte dubbio da più di un episodio, certo non siamo noi a difendere il “Palazzo”, ma il sapore che ancora ritroviamo in uno stadio di questa categoria è semplicemente fuori dal comune. Senti tutto più tuo! La squadra, la maglia, la curva, l’avversario, tutto assume un gusto antico fatto di campanilismo sfrenato. Gli spettatori non saranno presenti a migliaia, ok, ma in compenso non trovi a mezzo metro da te dieci telecamere e quattro commentatori che vendono le proprie parolone al miglior offerente.
Prima il dovere…
Al raggiungimento della meta mancano adesso pochi passi. Aver vinto a Tivoli e Giardinetti ed aver tenuto a debita distanza il Colleferro (anche se avremmo sicuramente meritato più del pareggio!) ci danno la possibilità di giocarci a Priverno il primo match-ball. Dovesse venire fuori un altro risultato positivo in grado di allungare la bellissima serie "utile" iniziata col N.Roccasecca, in concomitanza con eventuali sconfitte di MentanaJenne e TorSapienza, la partita salvezza potrebbe essere praticamente archiviata. Basterebbe vincere l’incontro all’Arnale Rosso della Domenica successiva per brindare alla permanenza nel massimo campionato regionale, ed allora sì che le ultime tre partite dell’anno potrebbero riservare sorprese piacevolissime. Giusto, giustissimo che ora si badi al sodo, puntando più al risultato che al bel gioco, ma il Fondi delle ultime uscite ha riempito gli occhi ai suoi sostenitori e per questo motivo la trasferta pomeridiana (una volta tanto, finalmente!) al “Palluzzi” può davvero coincidere con una delle domeniche indimenticabili di questa stagione. “Prima il dovere… poi il piacere”, il piacere di rendere la vita difficile a chi si sta giocando ancora la vittoria del campionato, vedi Gaeta e Boville Ernica, il piacere di dimostrare ciò che da tempo crediamo: non siamo inferiori a nessuno! Affrontare le prime della classe col morale a mille per la salvezza conquistata in anticipo vorrebbe dire potercela giocare a viso aperto, senza l’obbligo di dover per forza di cose fare risultato, e la tranquillità, si sa, è spesso sinonimo di grandi prestazioni. Lauretti lo dice da sempre: “Ci toglieremo bellissime soddisfazioni!”.
Una camionetta della Polizia in retromarcia. Un urto. Poi l’Ispettore si accascia. Dal verbale di un agente forse una nuova verità sulla tragedia di Catania. Il Discovery della Polizia si muove in retromarcia per sfuggire all’inferno di pietre, di fumo e bombe carta scatenato dagli ultras catanesi. Poi ecco un botto improvviso sulla vettura. In quel momento preciso l’Ispettore Filippo Raciti si porta le mani alla testa e si accascia. Due colleghi allora lo adagiano nel sedile posteriore del fuoristrada; l’Ispettore si lamenta dal dolore e non riesce a respirare. Potrebbe essere in questo racconto, nel verbale redatto il 5 Febbraio scorso alla squadra mobile di Catania, la soluzione del "caso Raciti", l’Ispettore di Polizia morto dopo gli scontri con i tifosi durante il derby Catania-Palermo del 2 Febbraio.
A raccontare è l’autista del fuoristrada, l’agente scelto S.L., 46 anni. È lui che ricostruisce dettagliatamente quella giornata di follia: dall’arrivo dei pullman con i tifosi del Palermo sino agli ultimi momenti di Raciti. Il passaggio più importante del verbale va collocato intorno alle 20,30. Più di un’ora dopo il presunto contatto con gli ultras di fronte al cancello della Curva Nord ed a partita appena conclusa, mentre fuori dallo stadio continua la guerriglia. Rivela S.L.: "In quel frangente sono stati lanciati alcuni fumogeni, uno dei quali è caduto sotto la nostra autovettura sprigionando un fumo denso che in breve tempo ha invaso l’abitacolo. Raciti ci ha invitato a scendere dall’auto per farla areare. Il primo a scendere è stato Raciti. Ecco, proprio in quel frangente ho sentito un’esplosione, e sceso anch’io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti sia da Balsamo che dallo stesso Raciti ma non mi sono assolutamente avveduto dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo. Quindi, al solo scopo di evitare che l’autovettura potesse prendere fuoco, mentre era in corso un fitto lancio di oggetti e si udivano i boati delle esplosioni, chiudevo gli sportelli e, innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull’autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra". Raciti viene adagiato sul sedile e soccorso da un medico della Polizia.
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