Archivi del mese: Giugno 2007

ACAB 10a puntata

Nomen omen

È proprio il caso di dirlo, sì… "nomen omen". Una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa “il nome è un presagio”, per dare il benvenuto al nuovo Capo della Polizia, Antonio Manganelli. I latini davano per certo che “nel nome sarebbe racchiuso l’essere della persona” e chissà come avrebbero preso l’Ansa delle ore 20,16 dello scorso 25 Giugno. Una nomina, quella dell’ex numero due, “annunciata” e varata dal Consiglio dei Ministri. E le sue prime dichiarazioni? "Sono emozionato e commosso. Grazie al Governo ed alle forze politiche per fiducia e consenso. Ci metterò pazienza, passione ed energia. Questi sentimenti nascono dal rispetto che ho sempre avuto per lo Stato e dalla convinzione che le forze di Polizia svolgono un compito essenziale in un grande paese democratico come il nostro". L’Italia un paese democratico? Mah… il prossimo 2 Luglio si aprirà l’era Manganelli… e noi cosa dovremo aspettarci? Il “sorpassato” Gianni De Gennaro, intanto, sarà il nuovo Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno Giuliano Amato: questo l’incarico di prestigio al quale è stato inviato il Prefetto. E sì, De Gennaro, quindi, sostituirà Carlo Mosca nel delicatissimo incarico al fianco del Responsabile della Sicurezza Nazionale e resterà al Ministero dell’Interno, proprio nel Palazzo che lo ha visto insediarsi sette anni fa come primo poliziotto d’Italia. Una sovrapposizione degna del miglior pendolino Cafu.

Non mancano però le polemiche: l’Associazione ed il Sindacato dei Prefettizi sostengono che "in sostanza la gestione dell’intero Ministero dell’Interno sarà nelle mani di dirigenti della Polizia di Stato". Trattasi di un accentramento di cariche che non lascia indifferenti, e le ombre non svaniscono per niente. Eppure quel nome-garanzia tante volte è stato protagonista di dibattiti televisivi e dichiarazioni al vetriolo. Talvolta anche di circolari interne ai Questori di tutt’Italia, come lo stesso De Gennaro fece nel Marzo del 2001, in una nota che oggi fa da stimolatore a battute ironiche: “Basta manganelli!”. Scrisse: “Basta con l’uso disinvolto dei manganelli per sgomberare lo stadio e per cortesia non fate uso di lacrimogeni se non in situazioni davvero gravissime!”. Ben sei anni fa un invito chiaro, come a confermare quello che tutti sanno, e cioè che la stragrande maggioranza dei cosiddetti "disordini da stadio" non avvengono per scontri tra opposte tifoserie, ma per interventi della forza pubblica sui tifosi di una sola delle due. Una faccenda che desta sospetti ma non dimentichiamo che già nel 2001 c’era da difendere l’immagine della Polizia ed una Polizia che picchia troppo era ed è indifendibile.

Sempre “in quota” a De Gennaro la mitica frase: Non è giusto che i poliziotti usino il manganello (è vero, non ridete!), bisognerebbe evitarlo, ma a volte è come la sculacciata della mamma”. Così rispose ad alcuni studenti di una scuola di Ragusa che lo interrogavano sulla questione, dimostrandosi poco propenso agli “interrogatori”. Ma il De Gennaro pensiero meritava davvero attenzione, soprattutto se poi comparato alle effettive azioni dei suoi uomini sul territorio: "Occorre preliminarmente chiarire che l’impiego degli sfollagente e dei lacrimogeni deve essere ordinato in termini chiari ed espliciti dal Dirigente di servizio”. Ed ancora: “Si sottolinea la necessità di evitare il lancio dei lacrimogeni in ambienti frequentati da numeroso pubblico, come gli impianti sportivi e gli altri luoghi con analoghe caratteristiche, ove il loro impiego potrebbe (potrebbe?) provocare condizione di panico, con intuibili ripercussioni sulla sicurezza pubblica”. Parole apprezzabili, al momento purtroppo hanno il solo pregio di provocare sorrisi ironici, visto che in questi anni ne sono successe di cotte e di crude e tutti i buoni propositi dell’ex Capo della Polizia sono andati via via scemando. Eppure quelle frasi lasciano un segno indelebile, perché chiare ed ineccepibili. Valgono a dire che “senza ordini superiori, agli agenti, è fatto divieto di usare i manganelli!”. Sapete questo cosa significa, vero? Significa che il 90% degli "scontri da stadio" degli ultimi dieci anni non sarebbe neppure cominciato.

Intanto alle porte un’altra rivoluzione. Tutta colpa del decreto anti-violenza (violenza?) che, come si prevedeva, condizionerà la Campagna Abbonamenti ormai imminente di ogni società professionistica. La rivoluzione riguarda, infatti, i rapporti che, per decreto, non potranno più “essere in forma diretta fra la tifoseria e le società sportive”. Così a Firenze, tanto per portare un esempio, per non incorrere in problemi organizzativi, in vista dell’apertura della prelazione sulle tessere 2007/2008, sono state create due s.r.l. che gestiranno la vendita degli abbonamenti e dei biglietti per il prossimo anno. Le società in questione, Tutto Tickets srl ed Il Centro srl, faranno da cuscinetto nella gestione dei posti allo Stadio. Cuscinetto fra gli organismi di rappresentanza della tifoseria e la società viola. Per gli abbonati la procedura per l’acquisto delle tessere non dovrebbe comportare alcun disagio: in pratica le due società acquisteranno abbonamenti-biglietti su prenotazione dei club e poi gireranno agli stessi tessere e tagliandi. Chiariscono che “tutto questo avviene nel rispetto delle leggi in materia di sicurezza e che è stato fatto di tutto per evitare disagi ai tifosi”. Intanto, fra gli altri adeguamenti da assolvere per la completa messa a norma dello Stadio “Franchi”, c’è lo spostamento nella parte alta della gradinata (settore di tribuna laterale) della Sala Operativa della Polizia che dovrà monitorare gli spalti in occasione delle partite. I lavori sono previsti nel corso dell’estate e per avere più tempo a disposizione, la Fiorentina, in occasione della compilazione dei calendari, potrebbe chiedere di giocare in trasferta la prima di campionato (25 o 26 agosto). Ma ora diamo il nostro caloroso benvenuto a Manganelli con questo filmato d’annata. In azione “Zorro Boban”, alle prime armi con quella maglia numero 10 che onorerà con una grande carriera. Era il lontano 13 Maggio del ’90 e Zvonimir siglava una delle più belle giocate della sua vita.

The Football Factory

THE FOOTBALL FACTORY
di Nick Love
2004

Uscito nel duemilaquattro e tratto dal primo romanzo dell’autore inglese John King, "The Football Factory" è un film dal forte impatto, ben riuscito e molto coinvolgente per la verosimiglianza delle scene (non molte comunque) che ritraggono gli scontri, ma soprattutto per la tecnica ed il montaggio utilizzati dal regista in modo tale da non lasciare un attimo di tregua. Protagonista principale è Tommy Johnson, casual-hooligan del Chelsea attorno al quale ruotano poi molti altri personaggi che avevamo imparato a conoscere nelle pagine dei libri di King anche se il regista ha il grande merito di aver personalizzato ulteriormente la trama con l’aggiunta di nuovi volti ed alcune buone intuizioni (un po’ come aveva fatto Danny Boyle per "Trainspotting"). "Casual clothes, casual sex and casual violence" è una delle frasi più significative che si sentono all’inizio del film ed in effetti "The Football factory" è la celebrazione della cultura casual-working class tipicamente da pub e stadio britannica con i suoi riti, le sue follie e perché no, il suo fascino ed i suoi valori. Il dialogo in tipico slang-cockney londinese accresce ancora di più la tensione ed il fascino del contesto finchè non si arriva al momento cruciale, quello finale, quello dell’atteso incontro-scontro tra la firm del Chelsea e quella del Millwall, evento dal quale il nostro Tommy (per tutto il film tormentato da crudi incubi ed allucinazioni premonitorie) uscirà letteralmente distrutto da un pestaggio ma non abbastanza da pentirsi o lasciarsi tutto alle spalle. Uno dei tanti meriti del film è quello di non dare risposte o cercare spiegazioni sociologico moraliste preferendo invece raccontare e descrivere accuratamente (curatissimi sono, infatti, i "dettagli" estetico-ambientali) dall’interno un mondo hooligan ancora vivo.

GIUDIZIO:…prima di potercelo "gustare" abbiamo volutamente atteso qualche anno nella mera speranza che qualche doppiatore dal cuore ultras potesse lavorarci sopra e regalarci una versione in lingua italiana, ma purtroppo per noi siamo stati costretti a fare un corso accellerato di inglese con gli inserti della DeAgostini. Sicuramente molto curato nella descrizione del paesaggio e nel vestiario di tutti i protagonisti, basti pensare a quei giovincelli che a 10 anni già vestono ellesse e StoneIsland. La scena del sorteggio ricorda molto quella di I.D. e forse non è l’unica similitudine con opere precedenti. In molti lo preferiscono a "GreenStreetHooligans" per via della realtà nuda e cruda, ma alla fine la storia è sempre la stessa, cambiano solo i protagonisti.

VOTO:7,5…mezzo voto in più per averci svelato che …non solo da noi agli ultras si dà sempre l’autobus malandato!

Giugno ’07

Sottotitoli giugno’07

In archivio un’altra stagione, altri dieci lunghi mesi di pallone, calci e polemiche che, mai come stavolta, trascrivono negli almanacchi decine e decine di pagine di repressione, abusi e statistiche che parlano da sole. Una marea gli ultras raggiunti da Daspo, migliaia i denunciati, centinaia quelli sotto-processo per reati che fanno davvero ridere. Tanti i casi esemplari che bocciano senza "diritto di replica" i provvedimenti legislativi varati nel corso degli ultimi anni, tanti gli episodi che rasentano il ridicolo seppure legati a vere e proprie ingiustizie perpetrate sempre dalla stessa parte nei confronti della solita altra parte. Quasi una tortura di origini medievali praticamente. Ciliegina sulla torta le pesanti diffide inoltrate a chi ha voluto prendere in giro le chicche del dopo-Raciti fregandosene dell’infinita burocrazia per far entrare sugli spalti un solo striscione ed ha sbeffeggiato il Governo del Calcio e quello della cosidetta Sicurezza&Giustizia mostrando la propria t-shirt insieme ai suoi fratelli di curva per costruire simpaticamente lo slogan dell’ennesima domenica anti-repressione. Dimostrazione evidente di quanto sarà difficile, e meno male diciamo noi, portare in Italia il decantato modello inglese: sì, quello delle tribune in stile TeatroParioli, dei biglietti a prezzi esorbitanti, degli scontri ancora più violenti ma a duecento metri dallo stadio e per questo considerati “non pericolosi per l’ordine pubblico ed il regolare svolgimento degli incontri”. Il calcio inglese, quello che Monsieur Cantona rifilò ad un tifoso della squadra avversaria colpevole di averlo apostrofato in maniera offensiva, il calcio inglese che affascina “perché lì cantano tutti”, poi ci fate caso e vi rendete conto che piste d’atletica non se ne vedono, provate ad immaginare l’Olimpico ed il SanPaolo senza quella striscia rossa e solo allora capite che sarebbe davvero impossibile andare a vincere a Roma o a Napoli.

…finisce l’agonismo sul terreno di gioco, continua imperterrito il match fuori. Aule di Tribunale piene anche per i mesi estivi, ma sul banco degli imputati non un pedofilo, un ladro, un omicida o un branco di usurai. Sulle prime pagine dei giornali e sotto la luce dei riflettori sempre la solita “categoria”, ma scioperi generali o mobilitazioni in questo caso lasciano il tempo che trovano. Non siamo agricoltori, non siamo allevatori, non c’è la Coldiretti dalla nostra parte. Forse qualche sigla politica la trovi pure al fianco degli ultras, ma riecco la differenza di sorta che favorisce la ghettizzazione: nelle curve italiane entra a tratti la partitocrazia, e lo fa solitamente nei grandi centri. In qualsiasi caso la spaccatura diviene ancora più accentuata dalle realtà, invece, dichiaratamente apolitiche, fermo restando che nella stragrande maggioranza si assiste ad una suddivisione paritaria dei “territori” tra estrema destra ed estrema sinistra. La presenza di nuclei livornesi, ternani e riminesi nella marcia capitolina no-global dei giorni scorsi dimostra la coscienza del mondo ultras sui grandi temi ed allo stesso tempo ne testimonia l’isolamento mediatico e dell’opinione pubblica. Eppure, tanto per seguire l’esempio citato, a non vedere di buon occhio la globalizzazione sono anche e soprattutto le fazioni vicine alla destra che però hanno perso “la piazza” a favore della sponda opposta. La politica però, intesa come forma di aggregazione, attecchisce e non poco, e di questo non andrebbe creato un caso, perché comunque porta ulteriore compattezza, dove trova terreno fertile. Certo, ad onor del vero non si può sorvolare, infine, sulla lievitazione delle rivalità per motivi extra-calcistici e sempre più spesso legati a ragioni ideologiche contrarie.

Passiamo da un argomento all’altro ed eccovi uno scoop. Casualità ha voluto che il barbiere ospitasse (non saprei spiegarmene il motivo) una copia del prestigioso “NoiPolizia”, bimestrale di informazione accompagnato dallo slogan “Professionalità, Giustizia e Sicurezza”. La firma dell’Editoriale è affidata al Cav. Carmine Abagnale in qualità di illustre Presidente dell’Associazione Nazionale Poliziotti: volete sapere cosa scrive all’indomani della morte di Filippo Raciti? Vi riporto fedelmente il testo di pagina 1… “Cento delinquenti e mille imbecilli. Dovevo scrivere di Raciti e quei tanti colleghi che nei Reparti Mobili disseminati sul territorio nazionale affrontano ogni sabato e domenica una folla di scalmanati il cui pensiero dominante è quello di far male alla Polizia. Questa era l’intenzione che è, però, venuta a cadere dopo ciò che è accaduto ieri allo Stadio Olimpico di Roma quando cento delinquenti e mille imbecilli mettendosi a fischiare durante il minuto di silenzio hanno ucciso per la seconda volta il collega Raciti. Molti commentatori hanno detto: sono pochi, il resto dello stadio, con i suoi applausi, ha coperto la vergogna di pochi. Non è vero, non sono pochi, sono tanti e sono sparpagliati in tutte le squadre ed in tutte le città. Sono organizzati, sono funzionali ad una turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica che sembra abbia radici e ragioni ben più lontane da quelle del tifo violento. Risulta riduttivo pensare che costoro bramino che di loro si parli alle televisioni e nei quotidiani. Costoro mirano ben più in alto, perseguono un disegno eversivo finalizzato a destabilizzare due istituzioni dotate di poteri di supremazia come lo sono la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri”.

Ed ancora… “Questi delinquenti mirano al cuore dello Stato, colpendo per creare momenti di insicurezza e tensione sociale e, non a caso, fanno riferimento spesso a formazioni extraparlamentari di estrema destra ed estrema sinistra. Questi delinquenti sono destinati a proliferare nel giro di pochi anni grazie anche ad un ottimo terreno di cultura che ieri si è reso visibile all’Olimpico per bocca di mille imbecilli che non sono riusciti ad insultare la Polizia ma che hanno fischiato lo Stato. Sopra a questi imbecilli, molto più in alto, si staglia la grandissima dignità della Signora Raciti”. Credo che il Signor Abagnale meriti una risposta, per questo invito tutti i lettori di questo articolo a prendere in seria considerazione l’eventualità di inviare una mail al suo indirizzo di posta elettronica [email protected]. Avanti! L’appuntamento mensile di Sottotitoli termina così, prendendo a regime il nuovo affondo “E…state sicuri che ci saremo”. A chi, come il Cavalier Abagnale, nel corso degli ultimi mesi ha sputato fango sul nostro mondo chiedo cortesemente di scusarsi con tutti gli ultras italiani ora che iniziano a venire fuori spiragli di "verità vera" che scomoderanno qualche poltrona eccellente. “Il vero disegno, mi consenta, ha ben altri autori e ben altri obiettivi da sterminare. La sua ricetta, che mira allo scioglimento dei gruppi organizzati, come dichiara sulle pagine di Affari, troverà da parte mia e dei miei fratelli sparsi in ogni angolo dell’Italia la massima opposizione. Buon lavoro, Cavaliere”.  Saluti e baci, gente!

Cacciatori di teste

"CACCIATORI DI TESTE"

Una passione smodata per il calcio e per le donne sono i requisiti essenziali del perfetto maschio londinese che partecipa alla «Sex Division», un particolarissimo Campionato del Sesso. Poche le regole, ma molto, molto chiare: tot punti per ogni ragazza conquistata, bella o brutta non conta niente, basta che si lasci andare agli sperimentalismi erotici più violenti e selvaggi. E alla "gara" partecipano i cinque fondatori: in testa c’è Carter, un pazzo scatenato che adora il rischio… e le donne degli altri. Seguono Harry, il signore dei sogni; Will, il proprietario di un bel negozietto di anticaglie; Mango, uno yuppie anni Novanta, e Balti, disoccupato e per giunta depresso. Tutti vicini alla soglia dei quaranta, eppure non cresciuti abbastanza da rinunciare ad una vitalità sessuale da adolescenti, i protagonisti di "Cacciatori di teste" rappresentano l’altra faccia dell’umanità, quella rissosa e violenta, carica di rancori sociali anche se non priva, nel fondo, di un elementare senso morale, che King riesce a descrivere in presa diretta, con un linguaggio forte, crudo, violento, ma anche sottilmente romantico come le speranze dei suoi personaggi.

Tutto il marcio…

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"TUTTO IL MARCIO
MINUTO PER MINUTO"

Consultare tutti gli almanacchi sportivi per ricostruire la vera storia del calcio è come pretendere che un’enciclopedia vi possa servire per comprenderlo. Prendetene pure una qualsiasi, fosse anche la migliore di tutte. All’apposita voce, troverete qualcosa come «per praticarlo sono utilizzati un pallone sferico e un campo di gioco con due porte ed è adottata una serie di regole codificate». Mah, molto ingenui questi enciclopedisti. Paiono trascurare ciò che molti nel mondo della pedata compresero fin dagli albori, e cioè che quelle regole, più che rispettate, potevano essere interpretate, quando non aggirate e violentate. Scandali e truffe sono vecchi come il calcio. E la gramigna dell’ultima Calciopoli affonda le sue radici nei giorni in cui un pallone di cuoio prese a rotolare sull’erba. Un libro inchiesta unico ed assai documentato, un’indagine a tutto campo, una collezione di aneddoti che illumina episodi di violenza e storie di (mal)costume, prendendo il via fin dagli albori del nostro campionato. Ricco di dati e retroscena, questo è il romanzo nero del calcio italiano.

…un’orgia rossoblu

Non fatevi prendere dal panico, non vi siete persi uno spettacolino di Elena Grimaldi e Roberta Missoni, non è andata in scena una festa privata in mascherina per audaci e convinti scambisti, è solo e soltanto la gioia irrefrenabile per una salvezza raggiunta col coltello tra i denti e sudata fino all’ultimo secondo della gara di ritorno dei play-out. Solo una salvezza? Chiamatela come diavolo vi pare, ribattezzateci come esaltati per l’entusiasmo con cui abbiamo salutato l’obiettivo centrato, appellateci pure a modo vostro, prego, ma non dimenticatevi cosa vuol dire per il Fondi aver conquistato il diritto alla permanenza nel Campionato di Eccellenza anche per la prossima stagione. Una città intera è ora chiamata a rispondere presente, gli imprenditori, la classe politica, i pluri milionari che si dilettano in altre passioni: tutti devono dimostrare di tenere alle sorti del calcio rossoblu. Ne hanno il dovere! Quella fondana è una piazza calda, aspetta da tempo un completo rilancio per esprimere tutto il suo potenziale, freme ulteriormente ora che il futuro societario potrebbe cambiare fisionomia. La svolta, serve una svolta, per ripartire subito, verso traguardi prestigiosi. L’attuale staff dirigenziale ha dichiarato ufficialmente la propria volontà di chiudere con l’avventura sportiva durata ben oltre un decennio, fortunatamente in bellezza, con la salvezza, e per questo merita in questo momento massimo rispetto. Undici lunghi anni tra alti e bassi, stagioni esaltanti ed annate maledette, col Fondi a galla tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria, in un bel viaggio di andata e ritorno, tra salite e discese, successi e tante delusioni.

Ora il mistero sul futuro societario, sul domani del calcio cittadino, che avrà comunque il privilegio non di poco conto di poter prendere il volo dal massimo torneo regionale. Un trampolino di lancio frutto di una salvezza sofferta ma strameritata, in campo e fuori. Da brividi la lotteria degli spareggi con LaRustica, play-out che in fin dei conti si sarebbero potuto evitare se solo si fosse giocato con la stessa determinazione su ogni campo, senza regalare punti a iosa, anche a diretti avversari nella bagarre del fondo della classifica. Diciamocela tutta però: le emozioni di domenica pomeriggio sono valse la sofferenza di un’intera stagione. Più di qualcuno avrebbe firmato per un finale così, per novanta minuti di calcio e passione, una partita che ha trasmesso sensazioni indimenticabili al pubblico assiepato sulle tribune dell’Arnale Rosso. Un’orgia di colore, sostegno, calore alla squadra. La pioggerellina nel primo pomeriggio, poi un sole battente, poi l’apoteosi! Il trionfo, i festeggiamenti, gli abbracci e le lacrime di chi ha fortemente creduto che tutto fosse ancora possibile ed il batticuore di chi non ha smesso mai di seguire la maglia rossoblu, su tutti i campi ed a tutte le ore. Chi da lassù ci ha spinto alla vittoria, chi lontano dai suoi fratelli di curva ha gioito ed urlato tra una firma e l’altra, chi avrebbe voluto esserci e non ha potuto: anche e soprattutto a loro va dedicata questa vittoria. Anche e soprattutto a loro va dedicata l’orgia rossoblu di domenica pomeriggio. A loro, a chi è sceso in campo travestito da gladiatore, a chi ha guidato la squadra alla salvezza, a chi ha diretto la Società, al pubblico che non ha mai fatto mancare la propria fiducia, nonostante tutto. È la vittoria del Fondi, è la vittoria di Fondi.

Cercata, voluta, fortemente voluta… con l’ardore agonistico che ogni ultras vorrebbe vedere nei giocatori della sua squadra del cuore. Cancellate le amarezze, depennati gli scivoloni, oggi c’è spazio solo per la festa. Largo alle prospettive per il futuro, salgano in cattedra gli ottimisti e ci infondano ulteriore entusiasmo, ne abbiamo disperatamente bisogno. La grande fame di pallone dei fondani è venuta piano piano fuori anche quest’anno, i ragazzi in casacca rossoblu hanno potuto contare domenica dopo domenica sull’apporto di un pubblico sempre più numeroso ed emotivamente hanno vinto la sfida. Hanno saputo superare le difficoltà di una rosa che va rinforzata se si vuole puntare al vertice, hanno saputo resistere nel momento più delicato della stagione ed hanno tirato fuori tutto ed anche di più nella doppia battaglia dei play-out. Giusto che ognuno si goda questo momento! Giusto che i calici vengano riempiti e svuotati in pochi istanti, il clima che si respira è significativo: l’unità d’intenti e la grande voglia di conquistare la salvezza tutti insieme hanno messo da parte le note negative rappresentate dalla diversità di vedute, dalle polemiche del recente passato, da un rapporto non sempre idilliaco tra Società e tifoseria. Ognuno ha rispettato le proprie posizioni, nessuno ha fatto passi indietro ma entrambi hanno preferito guardare avanti, dimostrando maturità e intelligenza. C’era e c’è in ballo il domani del pallone fondano e quello che vogliamo è il bene del calcio rossoblu. La crescita sempre maggiore della prima squadra della città, la sua conferma ai massimi livelli regionali ed il suo potenziamento per puntare in maniera decisa e convinta alla conquista di categorie superiori.

Gli ingredienti c’erano e ci sono tutti, eccome. Tocca ai benestanti mettersi una mano sulla coscienza e l’altra in tasca per aiutare immediatamente questa squadra a raggiungere palcoscenici prestigiosi, tocca alle numerose lobby di potere dimostrare il proprio attaccamento allo sport cittadino contribuendo fortemente alle sorti del calcio rossoblu. Tocca al mondo politico adoperarsi costantemente per far sì che i numerosi imprenditori forestieri approdati negli ultimi anni nel contesto fondano facendo incetta di incassi senza occupare professionalmente nemmeno un giovane del posto tirino fuori sponsorizzazioni ingenti che, ahinoi, invece alcuni nostri concittadini concedono a realtà sportive comprensoriali ed anche fuori provincia. Rimbocchiamoci le maniche, noi il nostro dovere l’abbiamo fatto anche stavolta, e lo faremo anche quest’estate. Terremo certo d’occhio l’evolversi della situazione, ringraziando fin da subito chi oggi va via e chi domani verrà ad occupare la cabina di comando. Fondi merita, Fondi vuole, Fondi vince e vincerà! Un applauso nell’ultimo capoverso dell’ultimo resoconto stagionale facciamocelo Noi, protagonisti indiscussi di un’altra annata speciale, nel bene e nel male. Fedelissimi alla maglia, presenti ovunque e comunque, prontissimi per quella che sarà un’estate caldissima. Lunga vita agli Old Fans.