Archivi del mese: Maggio 2008

Tutti i nodi…

Di "verdetti strani" l’Italia sportiva può raccontarne a bizzeffe. Ogni disciplina, o quasi, annovera pagine più o meno oscure che nascondono discutibili risultati. Il calcio non è esente da tale difetto, anzi. La storia e la tradizione tricolore del pallone insegnano che negli almanacchi tutto viene dimenticato, tutto passa sotto silenzio, già un solo anno dopo. Restano soltanto i numeri, le classifiche, i piazzamenti, il resto viene cancellato. Le partite truccate, gli arbitraggi di parte, le anomalie non trovato spazio se non nella memoria dei tifosi più passionali che difficilmente dimenticano il torto subito. Avviene così che nell’arco dello stesso Campionato, nello stessissimo raggruppamento, nello stesso girone, lo stesso Comitato prenda decisioni completamente opposte su episodi simili. Avviene che un Commissario di campo assiste disinvolto ad un’aggressione, riconosce i due contendenti, riesce anche a definirne i "ruoli" nell’accaduto, salvo poi dimenticare l’identità dell’aggressore al momento di riportare il tutto agli organi federali. Avviene che per stabilire responsabilità e provvedimenti in merito ad un caso passino oltre tre mesi, per sottacere su un evidente caso di "intimidazione" ai danni di una squadra avversaria proprio nell’ultima giornata di Campionato occorrano solo due giorni. Tre esempi potrebbero anche non bastare per così giustificare l’opinione di chi, come noi, reputa certo falsato, o comunque altamente condizionato dalle scelte del Comitato Regionale, il torneo di Eccellenza appena conclusosi. Chi però ha vissuto in prima persona questa stagione, in campo o sugli spalti, da addetto ai lavori o da sostenitore onnipresente, potrà certo testimoniare a nostro favore, no? D’altronde negare l’evidenza è impossibile!

Stilare una sorta di bilancio al termine di quest’annata è pressoché impossibile, a patto di sorvolare su tutto quello che è successo al di fuori della nostra realtà. Le solite e ripetitive dichiarazioni trionfalistiche del Mago Zarelli come ogni anno chiudono la regular season e lasciano l’amaro in bocca ai tantissimi delusi che per l’ennesima volta avevano riposto fiducia nella guida territoriale del calcio omettendo di ricordare la lunga serie di “casi” irrisolti o volutamente “chiusi” dal Palazzo regionale. Macchie che hanno sporcato i responsi delle ultime stagioni in maniera evidente! Eppure al cuor non si comanda, e gli amanti del calcio sono innamorati a tal punto da dimenticare che arbitra ancora il Sig. Holweger di Aprilia, che questa volta sono state solo le ultime due giornate ad essere giocate in contemporanea su tutti i campi mentre lo scorso anno ebbero la decenza di far disputare gli ultimi quattro turni in pomeridiana, che questo torneo puzzava fin dalla composizione dei gironi visto che stranamente ci siamo ritrovati ad andare a Tivoli mentre l’Aprilia è stata inserita nel Girone A oppure ancora che gli stessi vertici della classe arbitrale hanno ridicolizzato tre donne mandandole a dirigere l’inutile gara VJS Velletri-Vis Artena dell’ultima di Campionato dopo aver preferito per tutto l’anno dei veri e propri incapaci dell’altro sesso. Come possiamo notare sono molti gli esempi, e siamo sicuri che ogni lettore di questo blog saprebbe portarne altri, validi a suffragare la nostra tesi.

Mettetevi solo per un attimo nei panni dei formiani, legittimamente piazzatisi subito alle spalle del Gaeta, convinti di andarsi a giocare la promozione in D negli spareggi, e tutto ad un tratto, costretti a cambiare tabella di marcia per affrontare il Boville Ernica in una sfida per la seconda posizione che nessuno ormai considerava più. E, come spesso capita, sfortuna ha voluto che proprio i ciociari vincessero lo spareggio a Rieti. Mettetevi nei panni dei latinensi, estromessi gioco forza dalla lotta al vertice e colpiti da una marea di diffide assurde che hanno rappresentato la ciliegina su una torta amara da digerire fatta di partite a porte chiuse, trasferte negate e penalizzazioni. Poi mettetevi nei panni dei terracinesi, costretti quasi per un’intera stagione a giocare in trasferta, tra turni fuori casa e partite interne disputate in giro per le province di Roma, Frosinone e Latina considerata la strana inagibilità del “Colavolpe”, ed ancora altre trasferte "vietate", che però non hanno negato la possibilità alla squadra di rappresentare una delle note più belle del Campionato. Mettetevi nei panni di chi, come i tiburtini, è stato “retrocesso” da decine di arbitraggi sfavorevoli, diverse penalizzazioni ed una società fantasma che ha quasi traghettato la squadra in Promozione senza attivarsi più di tanto per evitare il tracollo. Ognuna poi delle squadre partecipanti a questo Campionato avrebbe decine di validi motivi per lamentarsi, non ultimo il DianaNemi che fino al 90° minuto dell’ultimo turno era convinto di poter brindare alla salvezza ed invece si ritrova a perdere i play-out con il MentanaJenne e così retrocedere, per una errata interpretazione del Regolamento.

Anima in pace, allora, e sguardo all’orizzonte. In vista di una stagione che “dovrebbe” vederci protagonisti, almeno a sentire le insistenti voci di corridoio che danno il nostro Fondi Calcio come una delle possibili pretendenti al titolo per il salto di categoria. Del giudizio ai ragazzi scesi in campo, delle operazioni di mercato, di acquisti e cessioni, di nuovi soci e clamorosi addii, di sponsors e prospettive si parla fin troppo. Noi il nostro "dovere" l’abbiamo fatto anche quest’anno, e la cosa più bella è che siamo già pronti per un’altra stagione… in prima linea.

ACAB 22a puntata

…è tutto così assurdo!


Sei mesi! Sono passati sei mesi da quella maledetta Domenica mattina. Affievoliscono allora le speranze di giustizia, anche nei più ottimisti. C’eravamo affidati a BabboNatale, poi abbiamo sperato in un miracolo della Befana. Ogni tentativo però è andato a vuoto, nemmeno la Santa Pasqua ci ha riservato qualche lieta sorpresa. Sono volate via poi la Festa del Papà, quella della Mamma, prima ancora il San Valentino degli innamorati. Nessuno a Casa Sandri ha potuto brindare, il sorriso e la felicità fanno parte di una vita che s’è spezzata dall’11 Novembre dello scorso anno. Il clima di spensieratezza e la serenità sono vocaboli dimenticati, il vuoto lasciato da Gabriele non sarà mai colmato. La morte rappresenta l’ultimo atto della nostra esistenza terrena, è prevista, va "calcolata" come se fossimo di fronte ad un bilancio preventivo freddo e schematico, ma è ricorrente, appuntamento fisso per ognuno. Morire però per via della follia di un altro essere umano è inconcepibile, ingiustificabile, tremendamente crudele. Ed è ancora più assurdo constatare come possa esserci totale impunità per un assassino in uno Stato dove vige, incontrastata, la disparità di trattamento da cittadino a cittadino, in ambito giudiziario soprattutto. Non è una frase fatta… Gabriele è stato ucciso decine di volte, non solo quella mattinata mentre era diretto a Milano per seguire la sua Lazio. Gabriele è stato massacrato, stuprato, seviziato, il suo ricordo distrutto, picchiato selvaggiamente dall’omertà dei media, dalle bugie delle Forze dell’Ordine, dall’incapacità di garantire Giustizia di una struttura governativa, senza fare distinzioni, che lascia molto a desiderare.


C’è una buona parte d’Italia che però ha deciso di non arrendersi, anzi, ha già dimostrato coi fatti di voler combattere questa battaglia per difendere la memoria di Gabriele e tutte le altre vittime dello Stato. Vittime colpevoli di non aver colpe! Vittime dimenticate dalle tv, dalla carta stampata, da Istituzioni e politicanti. A sei lunghissimi mesi dalla brutale uccisione di un nostro fratello è quindi emozionante riscontrare che, nonostante tutto e nonostante tutti, più di qualcuno abbia preso a cuore la vicenda che vede coinvolta la Famiglia Sandri. Non solo ultras o realtà capitoline, non solo curve di tutta la penisola ed il continente, ma anche calciatori e personaggi pubblici che non hanno avuto alcun timore nello schierarsi da questa parte della barricata per chiedere ancora a gran voce "Giustizia per Gabriele". Nella foto sopra trovate il giocatore del Manfredonia Mineo che ha indossato una eloquente t-shirt per lanciare un messaggio a chi di dovere. Prima ancora ci avevano pensato Evacuo del Frosinone e Fimiani della Lazio a rendere onore a Gabbo. E nel derby romano le emozioni si sono moltiplicate. Il padre di Gabriele, Giorgio, e suo fratello Cristiano hanno seguito la partita nelle curve di un Olimpico che univocamente ha intonato il nome di Gabbo per tutta la serata. Alla fine del primo tempo Giorgio Sandri lascia la Sud, la curva intera lo saluta applaudendo e commuovendosi. Parte ancora più forte il coro "Giustizia per Gabriele"! Nel pre-partita, sulle note di "Meravigliosa creatura", un cuscino di fiori giallorossi viene deposto dai leaders della Sud sotto il telo con l’immagine di Gabbo, un lunghissimo striscione recita "Le lacrime non conoscono colore! Gabbo uno di noi! Curva Sud". Rocchi, Totti e gli altri rendono poi omaggio a nostro fratello visibilmente commossi: è questa la risposta più bella che il calcio potesse dare. Non abbattiamoci. Facciamolo per lui!

Paul Gascoigne

UNO di NOI

Oggi spazio ad un uomo che da tanto, troppo tempo occupa le pagine dei rotocalchi solo per "qualche" pinta in più e per qualche casuale comportamento eccentrico. A volte farebbero meglio a ricordare che da quando questo mito ha abbandonato il calcio, questo sport non ha più avuto un giullare in campo come lui! A voi Sua Maestà Paul "Gazza" Gascoigne!


Paul Gascoigne

Nasce a Gateshead (Inghilterra) il 27 Maggio 1967 e come ogni vero inglese che si rispetti mette subito gli scarpini chiodati ai piedi vestendo la prima maglia del Newcastle già a 16 anni. La gavetta e poi…




Appena maggiorenne approda in prima squadra e diventa una pedina fondamentale nello scacchiere tattico dei bianconeri, a dimostrazione di ciò le 107 presenze che lo fanno apprezzare a tal punto da attirare l’interesse del Tottenham. Passa tra le fila dei Geordies e riceve finalmente la convocazione in Nazionale, mettendosi in grande mostra proprio nei Mondiali del 1990 in Italia. Le luci della ribalta lo consacrano alle cronache e non mancano estimatori anche nel Belpaese, pronti a fare ogni follia pur di accaparrarselo. La Lazio lo vuole a tutti i costi, ma "Gazza" arriverà con un anno di ritardo a causa di un infortunio che lo terrà via dai campi di calcio per un pò. Proprio durante l’ultima gara giocata con il Tottenham si infortuna dopo un’entrataccia su un giocatore avversario ma si accorgerà del dolore solo dopo aver continuato a giocare.




Nel ’92 veste finalmente la casacca biancoceleste e scocca subito l’amore con i tifosi, sugellato con un gol a partita quasi finita nel derby con la Roma. Gol importantissimo che gli eviterà pesanti polemiche ed indignazioni per i suoi comportamenti almeno da parte dei tifosi, ma non certo dalla carta stampata, che avrà molte occasioni per puntare il dito sul povero "Gazza". Sicuramente Paul ci metterà del suo, ma confessiamolo, senza di lui sarebbe stato tutto molto noioso. Come dimenticare linguacce, mano morte, espressioni "buffe", pantaloncini abbassati, ascelle annusate, cartellini sventolati agli arbitri, gli arbitri vere e proprie "spalle" involontarie dei suoi siparietti comici. Nel 1995 viene acquistato dai Rangers Glasgow e quì ritrova la forma giusta e la convocazione in Nazionale, raggiungendo l’apice della sua carriera con gli Europei del 1996. Un anno dopo chiuderà per sempre con la Nazionale perchè ripudiato dai vari trainers succedutisi sulla panchina dell’Inghilterra, chiuderà la sua avventura con ben 57 presenze, arricchite da dieci goal ed innumerevoli prodezze.


Nel ’98 si trasferisce al Middlesbrough, dove tra una pinta e l’altra avrà anche il tempo, solo a volte, di sfornare giocate da vero fuoriclasse. Nel 2000 cambia ancora casacca e veste quella azzurra dell’Everton, ma le cose non cambiano e ad avere la meglio è ancora l’alcol. Termina anche l’avventura di Liverpool e decide di sparare le sue ultime cartucce in Cina, ma ormai la sua carriera è segnata e perfino l’ultimissimo "disperato" tentativo come allenatore e giocatore del Boston United andrà a vuoto, relegandolo ancora una volta seduto in qualche pub a berci sopra. Il resto è storia di oggi, avvenimenti che sarebbe molto meglio lasciare al Gascoigne uomo, senza ledere la privacy di chi non cerca certo popolarità, ma giornali e tivvù sembra facciano a gara nello "spolpare" quest’uomo che meriterebbe aiuto e non commiserazione. Noi però vogliamo ricordarlo come lo abbiamo imparato a conoscere, magari alle spalle di Vinnie Jones mentre riceve una strizzatina! Up the pint Paul!


Grazie a voi…

…che con serietà e professionalità avete fatto sì che la salvezza arrivasse senza soffrire fino all’ultimissimo secondo, grazie a voi che con tanta forza di volontà e disponibilità al sacrificio avete reagito alle difficoltà mettendoci quel pizzico di rabbia agonistica che ha fatto la differenza, grazie a voi che avete dimostrato come questa squadra sia prontissima per giocarsi un campionato di vertice, avete fatto vedere che oggi possiamo contare su una rosa fatta di ottimi calciatori ma soprattutto uomini veri. Grazie a voi che con una dose importante di maturità avete capito le posizioni prese da questa piccola grande famiglia di ultras, avete compreso quanto questi ragazzi tengano alla maglia rossoblu e l’avete onorata sudando e sputando sangue. Avete dimostrato di saper giocare un calcio che riempie gli occhi e allo stesso tempo raccoglie risultati, avete regalato al pubblico fondano belle soddisfazioni e la consapevolezza che, con pochi ma precisi rinforzi, la prossima Eccellenza godrà di un Fondi nel ruolo di protagonista indiscusso. Grazie a voi che avete miscelato, in maniera letale per ogni avversario, l’esperienza dei meno giovani col gran entusiasmo e la freschezza dei più piccoli, ed ogni singolo ha “rubato” da questa stagione qualcosa in più per accrescere il proprio bagaglio, sia a livello umano che sportivo. Non a caso uno dei fattori che hanno permesso alla nostra squadra di ottenere la salvezza senza un finale di sorprese spiacevoli o ulteriori difficoltà è stato la compattezza dello spogliatoio; la forza del gruppo, l’amalgama che ha stretto attorno al carattere, e la voglia di vincere dell’allenatore, l’apporto in termini sia calcistici che personali che ogni “pedina” ha saputo, potuto e voluto dare. Lauretti c’ha messo molto del suo, ha tracciato il sentiero da seguire, i ragazzi hanno preso in parola il tecnico capitolino e vederlo visibilmente emozionato raccogliere l’interminabile applauso dell’Arnale Rosso alla fine dell’incontro con la VJS Velletri rappresenta al meglio il legame che s’è creato tra questo grande uomo e la piazza fondana.

Un vero amore, incondizionato, costruito sul sincero rispetto che, in particolare, la tifoseria ha sempre riposto nella persona e nel suo operato. Anche e soprattutto nei momenti meno felici, come accaduto ad inizio campionato. La squadra non riusciva a carburare affatto, pur venendo da un pre-torneo semplicemente divino che aveva acceso l’entusiasmo dell’intera città. Ottimo e promettente il pareggio conquistato a Pisoniano, poi una serie di risultati non proprio generosi e la classifica che ci mette di fronte una realtà inimmaginabile fino a qualche settimana prima: solita sconfitta interna col Terracina, pari a Mentana, altro pareggio stavolta col DianaNemi tra le mura amiche e poi la cocente sconfitta di Ciampino prima delle due divisioni di posta consecutive con Latina e Formia. Praticamente le prime sette giornate di campionato segnate da appena cinque punti, frutto appunto di ben cinque pareggi (alcuni sicuramente prestigiosi, come quelli con Pisoniano, Latina e Formia) e due sconfitte. La prima vittoria arriva nel turno infrasettimanale con lo Zagarolo, e per altre cinque giornate il Fondi non subirà alcuna sconfitta, per una serie di risultati utili di ben nove turni, che considerando l’ottimo score della Coppa Italia sale addirittura a dodici! “Troppi” evidentemente, perché il tonfo interno col Gaeta capolista, immeritato nelle proporzioni, porta la Società alla scellerata decisione di esonerare Mister Lauretti. Beh, inutile parlarne anche in quest’occasione. Per meglio comprendere la convenienza o meno della scelta basta analizzare cos’è venuto fuori dal “mesetto e più” vissuto con l’obsoleto (calcisticamente parlando!) Carmine Falso. Dopo la parentesi Evangelista nella trasferta di Nemi l’inevitabile ritorno di fiamma con Lauretti.

Ciò che accade è storia recente: breve rodaggio per riprendere le redini della squadra e bagno d’umiltà di tutta la rosa che, richiamata “pesantemente” anche dai suoi più fedeli sostenitori, stenta prima di tornare a marciare spedita verso la meritatissima salvezza. Pari interni con Ciampino e Formia, intervallati dalla deludente sconfitta rimediata in quel di Latina, prima dell’altra trasferta "nera" a Zagarolo. E proprio la bruttissima non-prestazione offerta sul campo dello Zagarolo accende la scintilla! Seguiranno, infatti, otto risultati positivi: cinque vittorie (alcune delle quali pesantissime perché ottenute negli scontri diretti e, addirittura, in trasferta!) e tre pari. E l’ultima di queste vittorie, ottenuta Domenica scorsa ai danni della sorprendente VJS Velletri, vale al Fondi la permanenza di diritto nella categoria e la possibilità di programmare, fin dal prossimo Lunedì, la stagione 2008.2009, quella che tutti indicano come “la nostra stagione”. Staremo a vedere, staremo… a cantare!