Tutti i nodi…
Di "verdetti strani" l’Italia sportiva può raccontarne a bizzeffe. Ogni disciplina, o quasi, annovera pagine più o meno oscure che nascondono discutibili risultati. Il calcio non è esente da tale difetto, anzi. La storia e la tradizione tricolore del pallone insegnano che negli almanacchi tutto viene dimenticato, tutto passa sotto silenzio, già un solo anno dopo. Restano soltanto i numeri, le classifiche, i piazzamenti, il resto viene cancellato. Le partite truccate, gli arbitraggi di parte, le anomalie non trovato spazio se non nella memoria dei tifosi più passionali che difficilmente dimenticano il torto subito. Avviene così che nell’arco dello stesso Campionato, nello stessissimo raggruppamento, nello stesso girone, lo stesso Comitato prenda decisioni completamente opposte su episodi simili. Avviene che un Commissario di campo assiste disinvolto ad un’aggressione, riconosce i due contendenti, riesce anche a definirne i "ruoli" nell’accaduto, salvo poi dimenticare l’identità dell’aggressore al momento di riportare il tutto agli organi federali. Avviene che per stabilire responsabilità e provvedimenti in merito ad un caso passino oltre tre mesi, per sottacere su un evidente caso di "intimidazione" ai danni di una squadra avversaria proprio nell’ultima giornata di Campionato occorrano solo due giorni. Tre esempi potrebbero anche non bastare per così giustificare l’opinione di chi, come noi, reputa certo falsato, o comunque altamente condizionato dalle scelte del Comitato Regionale, il torneo di Eccellenza appena conclusosi. Chi però ha vissuto in prima persona questa stagione, in campo o sugli spalti, da addetto ai lavori o da sostenitore onnipresente, potrà certo testimoniare a nostro favore, no? D’altronde negare l’evidenza è impossibile!
Stilare una sorta di bilancio al termine di quest’annata è pressoché impossibile, a patto di sorvolare su tutto quello che è successo al di fuori della nostra realtà. Le solite e ripetitive dichiarazioni trionfalistiche del Mago Zarelli come ogni anno chiudono la regular season e lasciano l’amaro in bocca ai tantissimi delusi che per l’ennesima volta avevano riposto fiducia nella guida territoriale del calcio omettendo di ricordare la lunga serie di “casi” irrisolti o volutamente “chiusi” dal Palazzo regionale. Macchie che hanno sporcato i responsi delle ultime stagioni in maniera evidente! Eppure al cuor non si comanda, e gli amanti del calcio sono innamorati a tal punto da dimenticare che arbitra ancora il Sig. Holweger di Aprilia, che questa volta sono state solo le ultime due giornate ad essere giocate in contemporanea su tutti i campi mentre lo scorso anno ebbero la decenza di far disputare gli ultimi quattro turni in pomeridiana, che questo torneo puzzava fin dalla composizione dei gironi visto che stranamente ci siamo ritrovati ad andare a Tivoli mentre l’Aprilia è stata inserita nel Girone A oppure ancora che gli stessi vertici della classe arbitrale hanno ridicolizzato tre donne mandandole a dirigere l’inutile gara VJS Velletri-Vis Artena dell’ultima di Campionato dopo aver preferito per tutto l’anno dei veri e propri incapaci dell’altro sesso. Come possiamo notare sono molti gli esempi, e siamo sicuri che ogni lettore di questo blog saprebbe portarne altri, validi a suffragare la nostra tesi.
Mettetevi solo per un attimo nei panni dei formiani, legittimamente piazzatisi subito alle spalle del Gaeta, convinti di andarsi a giocare la promozione in D negli spareggi, e tutto ad un tratto, costretti a cambiare tabella di marcia per affrontare il Boville Ernica in una sfida per la seconda posizione che nessuno ormai considerava più. E, come spesso capita, sfortuna ha voluto che proprio i ciociari vincessero lo spareggio a Rieti. Mettetevi nei panni dei latinensi, estromessi gioco forza dalla lotta al vertice e colpiti da una marea di diffide assurde che hanno rappresentato la ciliegina su una torta amara da digerire fatta di partite a porte chiuse, trasferte negate e penalizzazioni. Poi mettetevi nei panni dei terracinesi, costretti quasi per un’intera stagione a giocare in trasferta, tra turni fuori casa e partite interne disputate in giro per le province di Roma, Frosinone e Latina considerata la strana inagibilità del “Colavolpe”, ed ancora altre trasferte "vietate", che però non hanno negato la possibilità alla squadra di rappresentare una delle note più belle del Campionato. Mettetevi nei panni di chi, come i tiburtini, è stato “retrocesso” da decine di arbitraggi sfavorevoli, diverse penalizzazioni ed una società fantasma che ha quasi traghettato la squadra in Promozione senza attivarsi più di tanto per evitare il tracollo. Ognuna poi delle squadre partecipanti a questo Campionato avrebbe decine di validi motivi per lamentarsi, non ultimo il DianaNemi che fino al 90° minuto dell’ultimo turno era convinto di poter brindare alla salvezza ed invece si ritrova a perdere i play-out con il MentanaJenne e così retrocedere, per una errata interpretazione del Regolamento.