Archivi del mese: Settembre 2009

Finché Vivrò #2

Finché vivrò…

Si ritorna a giocare in casa e logicamente non c’è Domenica casalinga senza la nostra fanza sugli spalti del "Purificato". Per i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsela una bella sorpresa, ovvero il nostro poster-calendario in omaggio, con le foto più belle della scorsa stagione. Seconda uscita e già un regalo, sicuramente non l’ultimo, per i nostri lettori accaniti. All’interno di questo numero i coloriti resoconti della vittoriosa gara interna contro il Castelsardo e della trasferta di Latina. Spazio al Comunicato contro la Tessera del Tifoso distribuito Domenica nel Settore Ospiti del "Francioni", che rimarca la netta presa di posizione degli Ultras di tutta Italia. Torna poi sulle pagine della fanzine la rubrica "Dicono di Noi", con gli scatti più belli ed il testo integrale a firma del "buon Ramaccia" sulla gara col Latina, il tutto ripreso dalla rivista digitale "Sport People". Come sempre, ultima pagina ricca di immagini e numeri ad incorniciare i Risultati e la Classifica del Girone G della Serie D.

Anno VII – Secondo Atto

Ma non dovevamo
vederci più?


 


E’ la Stagione Calcistica 1985-1986, il Campionato è l’Interregionale Girone G, sul verdissimo prato dell’ “Arnale Rosso” fanno il loro ingresso in campo la formazione del Fondi e quella del Latina. Le due compagini sono in lotta per l’approdo in Serie C, a poche giornate dalla fine sembra ormai sicuro un arrivo in volata tra le due squadre laziali. Quelli della nostra età sanno come andò a finire, i nostri padri non si toglieranno mai di testa dubbi ed interrogativi, i più piccoli invece questa storia se la ritroveranno tra le favole delle nonne e di sicuro la ricorderanno a vita, come si ricorda il lupo cattivo. Quel 2-4 brucia ancora oggi e brucia tanto quel finale di Campionato buttato al vento, quei pareggi in fila che hanno messo fine ad un sogno ed hanno dato adito ad insinuazioni, col passare del tempo rivelatesi mezze verità.

Allora sulla panchina dei neroblu sedeva un giovane allenatore, oggi quella persona ha ancora il suo posto sulla stessa panchina, con un rialzo certo, ma siede ancora allo stesso posto. Sarà che Mourinho avrà fatto adepti, ma il tale in questione è da 20 anni che deride gli avversari e contrappone l’arroganza al rispetto per il dirimpettaio di turno. E non c’è da stupirsi se anche in “casa propria” ha una lunga schiera di detrattori. La realtà ci mette di fronte all’US Latina, frutto di una fusione mal digerita dalla tifoseria organizzata e da una Città che solo 5 anni fa girava lo Stivale in lungo ed in largo e non la propria Regione. I più ingenui avrebbero qualche perplessità a capire scelte e decisioni, ma un occhio attento nota con facilità che ormai il tutto sembra più una Sede di Partito che una Società di Calcio, con interessi che fino a due anni fa erano rivolti altrove. E ad un Bomber Mannarelli che afferma di conoscere un solo derby, verrebbe da chiedere come mai negli anni più floridi della sua carriera, di derby, con chi lui stesso considera cugini, ne abbia giocati proprio pochissimi. Evidentemente, nel calcio d’oggi, di Uomini veri ed umili… ce ne sono sempre meno. Sul campo del “Francioni” poi le forze si equivalgono, di emozioni poche, ed alla fine il risultato ad occhiali è il più giusto e veritiero, frutto di una contesa tra due squadre che potranno dire la loro in questo ostico Girone G. Da sottolineare l’esordio del giovanissimo rossoblu Di Ruocco, che solo per un’inierza non ha fatto esplodere il Settore Ospiti.

Sugli spalti finalmente qualcuno con cui confrontarci a suon di treni e cori, seppur solo nella seconda frazione, per via della protesta contro la Tessera del tifoso. Prima e dopo la partita momenti toccanti ricordando Mirketto e con lui tutti gli Ultras del Cielo che tifano da lassù. Noi meglio nel primo tempo, dopo i dieci minuti di silenzio… veri e propri boati e tifo coinvolgente, che purtroppo, o per fortuna, non hanno nessun effetto sul resto del pubblico fondano al seguito. C’è anche il tempo per ricordare a più di qualcuno che gli Ultras Fondani non dimenticano, sempre con quell’immancabile goliardia che non ci fa guardare classifiche, ma solo la strada per la prossima trasferta!

 

Il ritorno degli Dei


 


Sono passati ben diciotto anni dall’ultima volta che il “Domenico Purificato” ha assaporato la Serie D, 18 lunghissimi anni. Allora per tutti era il Campionato Interregionale, si giocava sempre solo di Domenica, l’impianto di gioco era conosciuto da tutti col nome di “Arnale Rosso” ed il pallone rotolava sul manto erboso più bello del Sud Lazio. Erano gli anni del vero calcio, quello fatto di sudore ed abnegazione e su quei tubolari di ferro che resistono ancora oggi si sognava la “C”, badando prima però a terminare gli spalti, capaci, almeno nel progetto originario, di contenere quasi 7mila cuori rossoblu. Oggi, dopo 18 stagioni calcistiche passate navigando tra la Promozione e l’Eccellenza e toccando davvero il fondo con la Prima Categoria, ci si ritrova nello stesso luogo, ma con uno scenario completamente diverso, e sì. La siepe che circondava la pista d’atletica ha fatto posto ad un inutile campetto di periferia, il glorioso terreno di gioco che si è visto calpestato nel corso degli anni da fiorfior di giocatori giace ormai senza vita, coperto, soppiantato da ciò che le nuove generazioni amano chiamare “sintetico”. Non c’è più quel sapore di erba tagliata, la calce per le linee del rettangolo di gioco è tornata nelle cave e ciò che doveva essere lo Stadio “Domenico Purificato” non è altro che un ammasso di ferraglia… senza però voltare lo sguardo alle nostre spalle, altrimenti ci si accorge che migliaia di metri cubi di cemento armato convivono con tutto il resto da ormai 4 lustri in attesa di chissà quale destino.


Avevamo detto “Addio” alla SerieD senza nemmeno l’onore delle armi, concludendo infatti un disastroso Campionato in quindicesima posizione in Classifica, condannati da 14 pareggi e 14 sconfitte, in un Girone, l’I, che comprendeva soltanto due squadre presenti anche quest’anno nel nostro attuale raggruppamento, ovvero, Pomezia e Cynthia. Si ritorna ad assaporare l’Interregionale in Città dopo centinaia di domeniche passate in gironi danteschi, senza fascino, tra un campo di sabbia ed un settore ospiti come pollaio per le galline del vicino. Finalmente si respira aria nuova, anche se di nuovo c’è ben poco, se si escludono le sei “crociate” in terra sarda e qualche capatina fuori Provincia. Ci si aspetterebbe un “Purificato” pieno fino all’inverosimile, festante, colorato, infuocato, che non sfigurerebbe in un paragone col vecchio “S. Francesco”, ma invece, a guadagnarsi tutti questi aggettivi è solo il settore Ultras di uno Stadio che sembra più un teatro. Eppure, i motivi per schiodarsi dalle staffe d’acciaio zincato della CETA ci sarebbero. I rossoblu giocano a pallone, regalano spettacolo, divertono e segnano… una, due, tre volte e, cosa fondamentale, sudano e si dannano per questi colori ed a fine gara ringraziano chi per molto tempo è stato sempre lasciato in disparte, pur meritandosi elogi doverosi. Sugli spalti solo Noi spingiamo il nostro 11 alla vittoria, il resto dei paganti si gode lo spettacolo in silenzio, i portoghesi hanno persino il coraggio di aprire bocca per criticare e quelli che in discoteca andrebbero alle 21 pur di non pagare arrivano al 46esimo, si gustano un Fondi superlativo e lasciano lo Stadio dieci minuti prima come se invece che al “Purificato”, fossero impegnati in una corsa frenetica al “S. Siro”, intenti nel correre più degli altri per non rimanere imbottigliati nei 5 incroci della nostra Città. C’è anche questo, si sa, la categoria fa miracoli, ma più che la moltiplicazione dei “biglietti omaggio”, servirebbe la moltiplicazione dei pani e dei pesci per mangiare, o speriamo lo facciano con i 7 Euro che risparmiano all’entrata.

 

Dopo la bella trasferta di Gaeta i bandieroni sono stati promossi a pieni voti, il colore fa sempre spettacolo e se aggiungete voce e mani il risultato è da Guida del Gambero Rosso “solo per palati fini!”. Per quanto riguarda la gara e gli aspetti tecnico-tattici, c’è poco da dire, il campo non ha segreti e chi c’era ha potuto ammirare un gioco a tratti spumeggiante. Celli è un gatto nel suo “quartiere”, la coppia Iossa-Pannozzo forma un muro invalicabile, Formidabile nasconde la palla agli avversari e lì davanti tutti e tre i terminali d’attacco vanno alla conclusione con una facilità disarmante. Insomma, ci sarà da divertirsi, non solo sugli spalti!

 

Finché Vivrò #1

Finché vivrò…

Prima partita casalinga per i rossoblu e prima uscita stagionale della nostra fanzine. Anno nuovo, vita nuova… restyling e nuova veste editoriale. Molte più foto, molti più contenuti e più spazio alla cronaca della nostra gara sugli spalti. Siamo giunti al settimo anno di vita e per festeggiare l’evento abbiamo scelto di abbandonare il vecchio "bianco&nero", dando vita e colore alla nostra fanza. Sì, avete capito bene, a partire dalla gara col Castelsardo, "Finché vivrò…" sarà sempre a colori, rendendo giustizia alle nostre irriverenti copertine ed alle istantanee delle partite. In questa prima uscita il resoconto della gara esterna a Gaeta, Amarcord con la lunga trasferta di Cantù, da leggere tutta d’un fiato, per chi c’era e per chi non ha potuto seguire il Fondi in terra lombarda. Poi il doveroso tributo a Mister Antonio Orticelli, artecife del ritorno in Eccellenza dei rossoblu, scomparso prematuramente quest’estate. Ultima pagina dedicata come sempre ai risultati del turno precedente, con tanto di Classifica, e le foto più belle delle prime gare di questa stagione. Al prossimo atto…


Anno VII – Primo Atto

Scende la pioggia…

Sarebbe il caso di dire “Ricominciamo…”, sarebbe giusto dirlo se la nostra presenza sugli spalti si fosse fermata a Maggio. C’eravamo lasciati il 14 Giugno nell’indimenticabile ma sfortunata Cantù, poi i più intrepidi hanno proseguito l’eterno viaggio al seguito dei rossoblu nel ritiro di Nusco nei primi giorni di Agosto, per poi fare tappa a Nola, tra una birra fredda e i 30° della cittadina campana. I ritardatari si sono aggregati nell’amichevole interna serale con la Vigor Cisterna ed i vacanzieri hanno finalmente timbrato il biglietto proprio Domenica in quel di Gaeta. Nel mezzo altre due trasferte, Pomezia ed Aprilia, la prima arroccati sulle scale d’emergenza dell’Istituto d’Arte, la seconda sulle gradinate del "Quinto Ricci". Insomma, non sarà mica un settore ospiti chiuso a farci desistere, soprattutto adesso che le voci che si rincorrono in Città vogliono il “Domenico Purificato” inaccessibile per la gara in casa contro il Castelsardo.


Dicevamo di Gaeta, trasferta insidiosa solo per quel che riguarda il rettangolo di gioco, ma un Fondi coriaceo ha saputo agguantare un punto importante, che si sarebbe tramutato in vittoria se solo Marzullo non avesse pescato il jolly dal mazzo. L’esordio non era certo dei più facili, contro la già collaudata formazione tirrenica, che l’anno scorso ha raggiunto i Play Off uscendo però sconfitta nella gara contro la Viterbese. Va comunque ricordato che il Gaeta si è presentato ai nastri di partenza con ben 6 defezioni a causa di una dissenteria che ha colpito non solo alcuni giocatori, almeno per ciò che si è visto prima, durante e dopo i 90 minuti. Il Fondi è parso in buone condizioni, gioco fluido, manovra ragionata ed alcune ottime individualità che hanno agevolato il compito dell’undici in campo. Il modulo offensivo rossoblu con Branicki a svariare su tutto il fronte d’attacco è piaciuto e ne hanno tratto beneficio le due ali: Tufano e Balzano, con quest’ultimo autore del bel goal del vantaggio. A centrocampo Formidabile ha dato un saggio delle proprie qualità, assistito alla perfezione da Ambruoso e Vaccaro. La "sorpresa" poi è stata rappresentata dall’ottima prestazione del giovane Esposito, vero e proprio tuttofare, capace di ricoprire più ruoli. Insomma, esordio migliore non poteva esserci, soprattutto se ci si rende conto del fatto che parecchi titolari dell’undici rossoblu assaporavano la D per la prima volta. Dare un giudizio sul Gaeta visto Domenica sarebbe da sciocchi, rimane la certezza però di aver fatto sudare le proverbiali sette camicie ad una delle squadre accreditate alla vittoria finale e di esser scesi in campo senza remore. L’abbiamo detto in sede di Presentazione e lo ripetiamo ancora: “Dell’aspetto tecnico e delle vittorie poco ce ne importa, quello che chiediamo è la maglia sudata!”. Insomma, a conti fatti sembra che chi è sceso in campo ci abbia ascoltato.


Si può essere contenti per il risultato ed il gioco espresso, ma lasciateci essere perlomeno dubbiosi sull’attaccamento che la nostra Città ha verso questa squadra. E’ vero, il settore destava un buon colpo d’occhio; è vero, il mare, la spiaggia, l’ombrellone, la sdraio, i racchettoni e la crema solare; è vero, la trasferta di Gaeta poi non ha mai attirato parecchio pubblico… ma è pur vero che è una delle più vicine. Sicuramente da elogiare i presenti, spesso partecipi al nostro incessante tifo. I bandieroni hanno fatto la loro sporca figura, le bandierine sventolate per tutta la gara hanno dato quel colore che non si vedeva da tempo, per non parlare dello “Scende la pioggia…”, cantato quasi come danza propiziatoria e che ha trascinato l’intera ciurma rossoblu. Un doveroso ringraziamento finale agli amici di Pozzuoli, che per nessunissimo motivo al mondo sono voluti mancare all’appuntamento. A loro va l’augurio di tornare al più presto sugli spalti al seguito dei granata, sperando che finalmente qualcosa nella Città flegrea cambi e ridia splendore e calore al catino del “Domenico Conte”. Concludo con una massima che sì potrebbe sembrare scontata, ma oggi come oggi non lo è più: "Essere, non apparire!".