Finché vivrò…
Anno VII – Secondo Atto
Finché vivrò…
Anno VII – Secondo Atto
E’ la Stagione Calcistica 1985-1986, il Campionato è l’Interregionale Girone G, sul verdissimo prato dell’ “Arnale Rosso” fanno il loro ingresso in campo la formazione del Fondi e quella del Latina. Le due compagini sono in lotta per l’approdo in Serie C, a poche giornate dalla fine sembra ormai sicuro un arrivo in volata tra le due squadre laziali. Quelli della nostra età sanno come andò a finire, i nostri padri non si toglieranno mai di testa dubbi ed interrogativi, i più piccoli invece questa storia se la ritroveranno tra le favole delle nonne e di sicuro la ricorderanno a vita, come si ricorda il lupo cattivo. Quel 2-4 brucia ancora oggi e brucia tanto quel finale di Campionato buttato al vento, quei pareggi in fila che hanno messo fine ad un sogno ed hanno dato adito ad insinuazioni, col passare del tempo rivelatesi mezze verità.
Allora sulla panchina dei neroblu sedeva un giovane allenatore, oggi quella persona ha ancora il suo posto sulla stessa panchina, con un rialzo certo, ma siede ancora allo stesso posto. Sarà che Mourinho avrà fatto adepti, ma il tale in questione è da 20 anni che deride gli avversari e contrappone l’arroganza al rispetto per il dirimpettaio di turno. E non c’è da stupirsi se anche in “casa propria” ha una lunga schiera di detrattori. La realtà ci mette di fronte all’US Latina, frutto di una fusione mal digerita dalla tifoseria organizzata e da una Città che solo 5 anni fa girava lo Stivale in lungo ed in largo e non la propria Regione. I più ingenui avrebbero qualche perplessità a capire scelte e decisioni, ma un occhio attento nota con facilità che ormai il tutto sembra più una Sede di Partito che una Società di Calcio, con interessi che fino a due anni fa erano rivolti altrove. E ad un Bomber Mannarelli che afferma di conoscere un solo derby, verrebbe da chiedere come mai negli anni più floridi della sua carriera, di derby, con chi lui stesso considera cugini, ne abbia giocati proprio pochissimi. Evidentemente, nel calcio d’oggi, di Uomini veri ed umili… ce ne sono sempre meno. Sul campo del “Francioni” poi le forze si equivalgono, di emozioni poche, ed alla fine il risultato ad occhiali è il più giusto e veritiero, frutto di una contesa tra due squadre che potranno dire la loro in questo ostico Girone G. Da sottolineare l’esordio del giovanissimo rossoblu Di Ruocco, che solo per un’inierza non ha fatto esplodere il Settore Ospiti.
Sono passati ben diciotto anni dall’ultima volta che il “Domenico Purificato” ha assaporato la Serie D, 18 lunghissimi anni. Allora per tutti era il Campionato Interregionale, si giocava sempre solo di Domenica, l’impianto di gioco era conosciuto da tutti col nome di “Arnale Rosso” ed il pallone rotolava sul manto erboso più bello del Sud Lazio. Erano gli anni del vero calcio, quello fatto di sudore ed abnegazione e su quei tubolari di ferro che resistono ancora oggi si sognava la “C”, badando prima però a terminare gli spalti, capaci, almeno nel progetto originario, di contenere quasi 7mila cuori rossoblu. Oggi, dopo 18 stagioni calcistiche passate navigando tra la Promozione e l’Eccellenza e toccando davvero il fondo con la Prima Categoria, ci si ritrova nello stesso luogo, ma con uno scenario completamente diverso, e sì. La siepe che circondava la pista d’atletica ha fatto posto ad un inutile campetto di periferia, il glorioso terreno di gioco che si è visto calpestato nel corso degli anni da fiorfior di giocatori giace ormai senza vita, coperto, soppiantato da ciò che le nuove generazioni amano chiamare “sintetico”. Non c’è più quel sapore di erba tagliata, la calce per le linee del rettangolo di gioco è tornata nelle cave e ciò che doveva essere lo Stadio “Domenico Purificato” non è altro che un ammasso di ferraglia… senza però voltare lo sguardo alle nostre spalle, altrimenti ci si accorge che migliaia di metri cubi di cemento armato convivono con tutto il resto da ormai 4 lustri in attesa di chissà quale destino.
Avevamo detto “Addio” alla SerieD senza nemmeno l’onore delle armi, concludendo infatti un disastroso Campionato in quindicesima posizione in Classifica, condannati da 14 pareggi e 14 sconfitte, in un Girone, l’I, che comprendeva soltanto due squadre presenti anche quest’anno nel nostro attuale raggruppamento, ovvero, Pomezia e Cynthia. Si ritorna ad assaporare l’Interregionale in Città dopo centinaia di domeniche passate in gironi danteschi, senza fascino, tra un campo di sabbia ed un settore ospiti come pollaio per le galline del vicino. Finalmente si respira aria nuova, anche se di nuovo c’è ben poco, se si escludono le sei “crociate” in terra sarda e qualche capatina fuori Provincia. Ci si aspetterebbe un “Purificato” pieno fino all’inverosimile, festante, colorato, infuocato, che non sfigurerebbe in un paragone col vecchio “S. Francesco”, ma invece, a guadagnarsi tutti questi aggettivi è solo il settore Ultras di uno Stadio che sembra più un teatro. Eppure, i motivi per schiodarsi dalle staffe d’acciaio zincato della CETA ci sarebbero. I rossoblu giocano a pallone, regalano spettacolo, divertono e segnano… una, due, tre volte e, cosa fondamentale, sudano e si dannano per questi colori ed a fine gara ringraziano chi per molto tempo è stato sempre lasciato in disparte, pur meritandosi elogi doverosi. Sugli spalti solo Noi spingiamo il nostro 11 alla vittoria, il resto dei paganti si gode lo spettacolo in silenzio, i portoghesi hanno persino il coraggio di aprire bocca per criticare e quelli che in discoteca andrebbero alle 21 pur di non pagare arrivano al 46esimo, si gustano un Fondi superlativo e lasciano lo Stadio dieci minuti prima come se invece che al “Purificato”, fossero impegnati in una corsa frenetica al “S. Siro”, intenti nel correre più degli altri per non rimanere imbottigliati nei 5 incroci della nostra Città. C’è anche questo, si sa, la categoria fa miracoli, ma più che la moltiplicazione dei “biglietti omaggio”, servirebbe la moltiplicazione dei pani e dei pesci per mangiare, o speriamo lo facciano con i 7 Euro che risparmiano all’entrata.
Finché vivrò…
Anno VII – Primo Atto
Scende la pioggia…