Un pensiero su “Gabriele con noi

  1. “Per Gabriele Sandri, per la sua Famiglia. Ma anche per Stefano Cucchi, per Federico Aldrovandi, Stefano Furlan, Giuseppe Uva, Celestino Colombi, Giuseppe Plaitano, Fabio Di Maio e tutti gli altri. Perché “nelle strade” come “negli stadi” al loro posto potevamo esserci noi…”. Con questo pensiero può racchiudersi la riuscita Conferenza di Domenica sera a Fondi, organizzata dal gruppo ultras “Old Fans”. Nei locali dell’Associazione “Time Out” si sono ritrovati giovani e meno giovani appartenenti al movimento ultras cittadino ed una rappresentanza del gruppo “Essepienne” di Nola con cui i fondani hanno da anni una forte amicizia, accorsi per partecipare all’incontro promosso per onorare la memoria di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso nel Novembre 2007 in un autogrill da un proiettile “vagante”.

    L’intervento telefonico del fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, commosso ed emozionato, assente per un grave imprevisto familiare, ha arricchito una Conferenza durante la quale si è parlato non solo di quella tragica mattina dell’11 Novembre di dieci anni fa, ma anche di tanti altri casi verificatisi negli ultimi decenni, spesso finiti nel dimenticatoio tra archiviazioni, silenzi assordati e clamorose assoluzioni. Malagiustizia ed omertà, influenza dei media sull’opinione pubblica e nei confronti della magistratura, complicità di istituzioni e classe politica nell’imporre un’immagine distorta della realtà: questo è accaduto, questo il minimo comune denominatore dietro la scomparsa di tanti tifosi e quantomeno strani casi di violenze ed abusi, come successo al povero Paolo Scaroni.

    Il Giornalista di “SportPeople” e “Io Gioco Pulito”, inserto sportivo de “Il Fatto Quotidiano”, Simone Meloni, ha aperto il suo intervento leggendo una lettera scritta la sera dell’11 Novembre 2007, un fiume di emozioni racchiuse su carta che hanno toccato il cuore dei presenti. Nelle sue parole Meloni ha poi fatto riferimento a ciò che ha provocato l’uccisione di Gabriele Sandri nell’opinione pubblica, come pure la compattezza quasi totale delle curve italiane nel protestare e chiedere verità e giustizia, ed in alcuni casi nel pretendere la sospensione delle partite. Non sono mancati cenni agli assurdi gesti di chi come Clarence Seedorf si rifiutò di rispettare il minuto di silenzio imposto dalla Federazione “perché non lo conoscevo”. Con l’altra firma di “SportPeople” Stefano Severi si è entrati poi nel dettaglio di tanti altri casi, molti dei quali occultati dai media o peggio ancora chiusi con decisioni e provvedimenti assurdi, e con i presenti è iniziato un dibattito che ha dimostrato come anche nelle esperienze dirette delle realtà partecipanti non siano mancati episodi singolari avvenuti nel corso degli anni, fortunatamente senza particolari conseguenze. Con la docente universitaria Vanda Wilcox, infine, è stato possibile affrontare l’argomento visto dagli occhi di una persona che da qualche anno vive in Italia ed ha potuto portare la testimonianza di ciò che è avvenuto nel Regno Unito: dalla tragedia del 15 Aprile 1989 all’Hillsborough Stadium di Sheffield ai giorni d’oggi, passando per il tanto decantato “modello inglese” che in realtà ha solo trasformato il tifo d’oltremanica in un salotto televisivo senza però migliorare la situazione sicurezza e come continuano ad operare le Forze dell’Ordine.

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