Archivi del mese: Luglio 2008

Roy Keane

UNO di NOI

Oggi frequentano salotti e reality, sognano la carriera hollywoodiana, vestono solo Prada e Dolce&Gabbana, cambiano hostes ogni giorno e le loro pagelle te le dà Novella2000. Anni fa, invece, sui prati verdi dell’Irlanda, tirava i suoi primi calci al pallone colui che sarebbe passato alle cronache come The Red Legend… Ladies and Gentlemans, a voi… Roy Keane!


Roy Keane

Nasce a Cork (Irlanda) il 10 Ottobre 1971 e inizia a farsi notare già nelle giovanili del Rockmount F.C., ma la sua prima vera squadra sarà il Cobh Ramblers.



A 19 anni debutta con la maglia del Nottingham Forest, dove rimane per tre stagioni, collezionando giocate da fuoriclasse e mettendo costantemente in mostra un’ottima vena realizzativa, pur essendo un mediano purosangue. Le sue doti di "leader" non sfuggono al Manchester United, che nell’estate del 1993 lo ingaggia, strappandolo ad una concorrenza molto accesa. Diventa subito un idolo dei tifosi ed in squadra lo rispettano tutti, tanto da tributargli la fascia di capitano. Roy diventa un’istituzione, è il leader, in campo si fa sentire ed i primi a subirne gli effetti sono gli avversari. L’irlandese ama il gioco duro e non tira mai indietro la gamba, qualcuno rinuncia persino a contrastarlo sapendo già di una disfatta. Con la casacca dei Red Devils sono anni indimenticabili, trionfi che si susseguono, 7 Premier League, 5 Community Shield, 4 FA Cup e la tanto agognata Champions League, e successivamente anche l’Intercontinentale. La miriade di successi non lo cambia, Roy non sà accontentarsi ed in campo "sputa sangue" e si danna l’anima. Nella stagione 1997-1998 la carriera di Keane subisce un brutto colpo e ad infierirlo è il norvegese Alf-Inge Haaland.


In uno scontro di gioco, il capitano dei Diavoli Rossi si rompe i legamenti del ginocchio. Poi, mentre è riverso dolorante ed in lacrime sul terreno di gioco, Haaland gli si avvicina additandolo come fosse un simulatore. Il norvegese non sa che in quel momento ha firmato la sua "condanna a morte". Ed è così, che 4 anni dopo, nel 2000, si presenta l’occasione per la vendetta di Roy. Si gioca il Derby di Manchester ed il caso vuole che Haaland militi proprio nelle fila del City, ed è proprio nei minuti finali della gara che si accascia a terra tramortito da un’entrata poco ortodossa del capitano dei Red Devils. Morale della favola: carriera finita per Haaland ed espulsione e multa salatissima per il nostro "Keano", come lo chiamano ancora oggi all’Old Trafford. In molti sono caduti sotto i suoi colpi, da Pointon a Vitor Baia, passando per Di Matteo e terminando con Shearer. Si dice che fosse l’unico giocatore temuto da Ferguson, soprattutto dopo la famosa tacchettata sulla fronte durante un allenamento.



Dopo 12 stagioni con il Manchester United, nel 2005 Roy decide di cambiare squadra e si accasa al Celtic Glasgow, dove però metterà assieme pochissime presenze, perchè decide di accettare l’incarico di allenatore col Sunderland, che guida ancora oggi. Capitano indiscusso anche nella Nazionale Irlandese con la quale ha collezionato 66 caps di presenza. Nel 2002 è uscita la sua biografia che ha eliminato tutti i dubbi su quell’entrataccia ai danni di Haaland ed ha zittito quei pochi scettici che ancora credevano in un normale intervento di gioco. Grande Keano, sempre a gamba tesa!