Il ritorno degli Dei


 


Sono passati ben diciotto anni dall’ultima volta che il “Domenico Purificato” ha assaporato la Serie D, 18 lunghissimi anni. Allora per tutti era il Campionato Interregionale, si giocava sempre solo di Domenica, l’impianto di gioco era conosciuto da tutti col nome di “Arnale Rosso” ed il pallone rotolava sul manto erboso più bello del Sud Lazio. Erano gli anni del vero calcio, quello fatto di sudore ed abnegazione e su quei tubolari di ferro che resistono ancora oggi si sognava la “C”, badando prima però a terminare gli spalti, capaci, almeno nel progetto originario, di contenere quasi 7mila cuori rossoblu. Oggi, dopo 18 stagioni calcistiche passate navigando tra la Promozione e l’Eccellenza e toccando davvero il fondo con la Prima Categoria, ci si ritrova nello stesso luogo, ma con uno scenario completamente diverso, e sì. La siepe che circondava la pista d’atletica ha fatto posto ad un inutile campetto di periferia, il glorioso terreno di gioco che si è visto calpestato nel corso degli anni da fiorfior di giocatori giace ormai senza vita, coperto, soppiantato da ciò che le nuove generazioni amano chiamare “sintetico”. Non c’è più quel sapore di erba tagliata, la calce per le linee del rettangolo di gioco è tornata nelle cave e ciò che doveva essere lo Stadio “Domenico Purificato” non è altro che un ammasso di ferraglia… senza però voltare lo sguardo alle nostre spalle, altrimenti ci si accorge che migliaia di metri cubi di cemento armato convivono con tutto il resto da ormai 4 lustri in attesa di chissà quale destino.


Avevamo detto “Addio” alla SerieD senza nemmeno l’onore delle armi, concludendo infatti un disastroso Campionato in quindicesima posizione in Classifica, condannati da 14 pareggi e 14 sconfitte, in un Girone, l’I, che comprendeva soltanto due squadre presenti anche quest’anno nel nostro attuale raggruppamento, ovvero, Pomezia e Cynthia. Si ritorna ad assaporare l’Interregionale in Città dopo centinaia di domeniche passate in gironi danteschi, senza fascino, tra un campo di sabbia ed un settore ospiti come pollaio per le galline del vicino. Finalmente si respira aria nuova, anche se di nuovo c’è ben poco, se si escludono le sei “crociate” in terra sarda e qualche capatina fuori Provincia. Ci si aspetterebbe un “Purificato” pieno fino all’inverosimile, festante, colorato, infuocato, che non sfigurerebbe in un paragone col vecchio “S. Francesco”, ma invece, a guadagnarsi tutti questi aggettivi è solo il settore Ultras di uno Stadio che sembra più un teatro. Eppure, i motivi per schiodarsi dalle staffe d’acciaio zincato della CETA ci sarebbero. I rossoblu giocano a pallone, regalano spettacolo, divertono e segnano… una, due, tre volte e, cosa fondamentale, sudano e si dannano per questi colori ed a fine gara ringraziano chi per molto tempo è stato sempre lasciato in disparte, pur meritandosi elogi doverosi. Sugli spalti solo Noi spingiamo il nostro 11 alla vittoria, il resto dei paganti si gode lo spettacolo in silenzio, i portoghesi hanno persino il coraggio di aprire bocca per criticare e quelli che in discoteca andrebbero alle 21 pur di non pagare arrivano al 46esimo, si gustano un Fondi superlativo e lasciano lo Stadio dieci minuti prima come se invece che al “Purificato”, fossero impegnati in una corsa frenetica al “S. Siro”, intenti nel correre più degli altri per non rimanere imbottigliati nei 5 incroci della nostra Città. C’è anche questo, si sa, la categoria fa miracoli, ma più che la moltiplicazione dei “biglietti omaggio”, servirebbe la moltiplicazione dei pani e dei pesci per mangiare, o speriamo lo facciano con i 7 Euro che risparmiano all’entrata.

 

Dopo la bella trasferta di Gaeta i bandieroni sono stati promossi a pieni voti, il colore fa sempre spettacolo e se aggiungete voce e mani il risultato è da Guida del Gambero Rosso “solo per palati fini!”. Per quanto riguarda la gara e gli aspetti tecnico-tattici, c’è poco da dire, il campo non ha segreti e chi c’era ha potuto ammirare un gioco a tratti spumeggiante. Celli è un gatto nel suo “quartiere”, la coppia Iossa-Pannozzo forma un muro invalicabile, Formidabile nasconde la palla agli avversari e lì davanti tutti e tre i terminali d’attacco vanno alla conclusione con una facilità disarmante. Insomma, ci sarà da divertirsi, non solo sugli spalti!