ACAB 21a puntata

You’ll never walk alone

Cinque mesi che te ne sei andato, cinque mesi che è tutto così vuoto, cinque mesi che il cuore è a pezzi, cinque mesi che non penso ad altro che a te, cinque mesi che ho tanta voglia di urlare, che ho voglia di giustizia… no, non è possibile Gabriè , non è possibile che quel maledetto sia lì con la sua famiglia, felice e tranquillo… non esistono parole per poter spiegare cosa ha scatenato quell’11 Novembre… sei così vivo dentro di me, vedo i tuoi sorrisi, mi fanno venir voglia di mandare a fanculo tutti… ma perché la vita è così ingiusta? Ti prego spiegamelo tu… perché io non riesco più a vivere in questo brutto mondo, è difficile credere che qualcuno, da lassù ha già deciso tutto per noi, perché non voglio credere che per te sia stato deciso cosi… ti prego, ho voglia di evadere queste regole perpetue, aiutami a farlo… ho voglia di urlare a tutti che questa vita ci toglie sempre la giustizia… e mi batterò fino alla fine per te, anzi non ci sarà mai una fine, la battaglia durerà finché  quell’essere non marcirà nel dolore, e anche dopo tu sarai con noi, perché sei uno di noi, sempre …ho bisogno del tuo aiuto, aprimi gli occhi, aiutami a fare ciò che da sola non posso fare! Ti voglio bene Gabbo, te ne vorrò sempre… un abbraccio ai tuoi familiari, e ai tuoi amici, i tuoi più cari amici… sempre con noi Gabriè…

Il ricordo di Gabriele Sandri stavolta lo affidiamo alle parole profonde di “kiaretta” che ha lasciato sul sito dedicato a Gabbo questo messaggio zeppo di amore. Unirsi al suo sfogo è spontaneo, non una virgola va corretta. Ieri l’InGiustizia italiana ha tagliato il quinto nastro, ormai siamo vicini al dimenticatoio! Passano i giorni inesorabili senza che nessuno osi chiedere allo Stato una vera assunzione di responsabilità. Gabriele non è più tra noi, la sua Famiglia continua a piangerlo e stenta a riprendere la propria esistenza. Difficile andare avanti così, impossibile far finta di nulla. No, stavolta non è proprio il caso di ignorare e sorvolare. “Lo show doveva continuare!” e così è stato, il bel carrozzone ha proseguito sul suo sentiero, passando anche sulla morte di Matteo, e tirerà dritto senza soste. A noi il compito di non permettere a nessuno di cancellare la memoria di Federico, Gabriele, Matteo e gli altri. E ricordate tutti, domani e Lunedì, su ogni scheda, un solo slogan, un solo motto, nessuna “ics”, solo un coro unanime: “Giustizia per Gabriele!”.

5 pensieri su “ACAB 21a puntata

  1. Le cose da salvare

    Gli anni che passano, le esigenze di lavoro e familiari che diventano sempre più urgenti, l’emigrazione e con essa l’interruzione coatta della militanza, poi lo scioglimento del gruppo in cui sono nato e cresciuto, questi ed altri motivi che non sto qui ad elencare e che messi tutti insieme, mi hanno portato sempre più a mettere coerentemente in disparte qualcosa di cui non potevo più interessarmi. Poi l’ondata repressiva dell’ultimo periodo, l’assenza forzata e quasi totale di persone e di un movimento che potessi rispettare, mi hanno portato a disinteressarmi sempre più delle vicende tanto calcistiche, quanto Ultras, che dal dopo Verona in poi, si sono svolte più nelle Aule di Tribunale che non sui gradini di una Curva.

    Non avendo quindi più tante fonti, mi era sfuggito anche questo piccolo grande evento: Fabrizio Mineo, giovane centrocampista del Manfredonia, romano d’origine, ha mostrato -alla fine dell’ultima gara interna- un messaggio di solidarietà e di giustizia per Gabriele Sandri. Gesto ancora più bello perché spontaneo, gesto ancora più significativo perché almeno riduce quella distanza tra tifosi e calciatori viziati e strapagati che diventa sempre più un abisso, che ha portato alla disaffezione sempre più larga verso questo calcio moderno e troppo poco popolare.

    In un’annata che sta andando davvero male, in campo e in Curva, almeno qualcosa da salvare rimane, almeno una speranza che qualcosa volga al meglio resta ancora viva.

    Bella Mineo… GIUSTIZIA PER GABRIELE!

    (tratto da EsseQuamVideri)

  2. …vi aggiorno sulla situazione giudiziaria

    È slittata al 25 Settembre l’ udienza preliminare a carico di Luigi Spaccarotella, il poliziotto che con un colpo di pistola ha ucciso Gabbo l’11 Novembre scorso all’autogrill di Badia al Pino (Arezzo). L’ udienza si terrà davanti al gup Simone Salcerini che deciderà se rinviare a giudizio il poliziotto davanti alla Corte d’Assise o avviare il rito abbreviato.

    La notizia è stata anticipata dal quotidiano “La Nazione”. La richiesta di rinvio a giudizio era stata presentata dal procuratore Di Cicco e dal pm Ledda ai primi di aprile. In queste ore dal palazzo di giustizia sono partite le notifiche, molte delle quali arriveranno ai destinatari solo domani. I cinque mesi di tempo saranno utilizzati dal collegio di difesa del poliziotto (avvocati Francesco Molino e Gian Piero Renzo) per decidere quale strada percorrere: il rito abbreviato oppure la corte di assise. I legali del poliziotto stanno valutando anche una terza via da percorrere, ma in questo caso sarebbe decisivo il parere del Gip: rito abbreviato condizionato alla audizione di alcuni testi. Una via di mezzo per tentare di confutare le tesi dell’accusa con testimoni a favore che dovrebbero mettere in dubbio la e dichiarazioni raccolte dal pm Ledda e alcune deduzioni delle perizie, in cui si parla di proiettile leggermente deviato dalla rete, ma esploso comunque «dritto per dritto, ad altezza d’uomo».

  3. …da “Il Messaggero” di stamattina

    Luigi Spaccarotella, l’agente di Polizia che ha ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri sparando due Colpi di pistola all’Autogrill di Badia al Pino vicino ad Arezzo l’11 novembre scorso, ha ripreso servizio a Firenze. Dopo un lungo periodo di malattia, l’amministrazione della polizia di Stato ha deciso di trasferirlo alla Polfer di Santa Maria Novella, compartimento della Toscana. Lo scrive “Il Giornale della Toscana”.

    L’assegnazione è stata ufficializzata la settimana scorsa, tanto che il giovane agente è già arrivato a Firenze. Di fatto Spaccarotella prenderà servizio tra una quindicina di giorni per questioni burocratiche. L’agente sarebbe stato piazzato alla “Coc”: centrale operativa compartimentale della Toscana. Si tratta di una struttura che si occupa di coordinare tutte le chiamate all’interno delle stazioni ferroviarie. Ma l’aspetto singolare è un altro: tra le tante altre mansioni, la “Coc” si occupa anche di tifosi. Infatti, se arriva un treno di Ultras diretti allo stadio, è sempre la centrale operativa a organizzare le scorte agli ultras.

    Intanto, il processo che vede imputato il poliziotto va avanti: è slittata al 25 settembre prossimo l’udienza preliminare. Il processo si terrà davanti al gup Simone Salcerini che deciderà se rinviare a Giudizio Spaccarotella davanti alla corte d’assise o avviare il rito abbreviato. La richiesta di rinvio a giudizio era stata presentata dal procuratore Di Cicco e dal pm Ledda ai primi di aprile. Per l’agente l’accusa è di omicidio volontario.

    …CI STANNO PROPRIO PRENDENDO IN GIRO

  4. Hanno trovato il modo di non mandare più i tifosi in treno. Come? Luigi Spaccarotella è ora in servizio alla polizia ferroviaria di Firenze. Insomma, per la “professionalità acquisita” sta lì a far da scorta alle tifoserie che passano? “Svolgerà mansioni non operative”, si sono affrettati a dire LorSignori. E meno male, anche perché in stazione non avrebbe neanche la scusa di dire che ha sparato alle gomme del treno…

    Insomma, la pistola più calda dell’A1, colui che uccise Gabriele Sandri (mica apposta, no! Stava tirando a delle quaglie che si scontravano con alcune beccacce… Con la scusa degli incidenti portava la cena a casa), e colui che uccide sul dizionario si trova alla voce “assassino”, ora si trova alla stazione di Firenze a passare le carte, stipendiato da tutti noi contribuenti, compresi i parenti di Gabbo e i suoi amici che pure aveva scambiato per pernici. Tanto, ci hanno detto sempre le cronache proprio qualche giorno fa, l’udienza preliminare non ci sarà prima di settembre. Con calma, c’è tempo. Facciamogli accendere il condizionatore d’aria a spese del contribuente, prima di cacciarlo… Sì, perché dai pezzi di cronaca giudiziaria si comincia ad intuire la strategia di difesa: sentite questa, un “lancio” di un’agenzia di stampa. “Il giudice dell’udienza preliminare deciderà solo in quella data (settembre: intanto se ne va in ferie pagate dai contribuenti di cui sopra, ndr) se rinviare il poliziotto a giudizio davanti alla corte d’Assise o se procedere con il rito abbreviato”. Rito abbreviato significa che il signorino dice che ha scambiato Gabbo per un fagiano che si prendeva un beverino all’autogrill, chiederà tanto scusa, col mignolo teso prometterà che non lo farà più. Il risultato sarà condanna con pena sospesa, riconoscimento delle attenuanti e sospensione dal servizio. Ce lo ritroveremo a fare il metronotte o il buttafuori, o forse lo assumeranno in qualche “servizio” statale pieno di ex-fdo, tanto per non fargli perdere l’abitudine di essere pagato dal contribuente per la sua solerzia.

    Tutto ciò mentre fanno “uscire” (a modo loro… cioè non esce) il ragazzino di Catania che ha soggiornato per quasi un anno e mezzo nelle patrie galere solo perché sospettato di aver contribuito ad ammazzare l’ispettore Raciti. Passerà il primo maggio a casa, strillano i giornali. Che è, un colpo al cerchio e uno alla botte? Da un certo punto di vista magari fosse. Mentre i benpensanti si stracciano le vesti (rispetto solo per la vedova. Per gli altri disprezzo), dovrebbero essere più attenti a quello che accade: il ragazzino resta infatti agli arresti (presso una comunità) per i disordini di Catania-Palermo, solo che non è più accusato dell’omicidio. Insomma, due pesi e due misure davvero: quello tira una sassata e già si è fatto un anno e passa, quell’altro spara da una parte all’altra dell’autostrada e viene pagato per guardare i treni che passano.

    Ma andiamo avanti, non è finita. Dice che sull’Espresso in edicola tra poche ore c’è qualche novità che comincia ad emergere sui fati di Catania. Sempre un lancio d’agenzia ci informa che “Nel servizio di parla dell’autista che cambia versione, di filmati che non quadrano, dei dubbi sull’autopsia eseguita sul corpo di Raciti. Secondo il settimanale l’autista del Discovery della Polizia che avrebbe colpito in retromarcia Raciti “interrogato più volte ha modificato la sua versione iniziale”. Dubbi vengono sollevati anche sulla ‘interpretazione’ dei filmati in cui si non si vede l’ispettore colpito dal sottolavello; e perplessità vengono messe in risalto sull’autopsia i cui risultati contrastano con le perizie medico legali di parte”. Come dire: la domanda non è chi ha ucciso Raciti a pezzi di lavandino, ma chi lo ha preso sotto a marcia indietro (senza stare a rimestare sulla cazzata della bomba carta che venne tirata fuori nelle ore immediatamente successive alla morte di Raciti. Anche quella vergognosa). Ecco perché “ieri la Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, l’ordine di custodia cautelare nei confronti dell’ultrà, minorenne all’epoca dei fatti, accusato di omicidio volontario”.

    Per la serie: la verità viene a galla, a volte, anche quando si cerca di affogarla nella merda. E speriamo che la “rotella” giri per tutti.

  5. (ANSA) – OLBIA, 10 MAG – Il piazzale davanti alle due discoteche di Porto Rotondo dove Gabriele Sandri lavorava come deejay in estate, porta adesso il suo nome. Il giovane tifoso laziale fu ucciso in un autogrill lo scorso novembre. La cerimonia di inaugurazione e’ avvenuta questo pomeriggio nella localita’ turistica sarda, in un piazzale privato davanti alle discoteche Black Sun e Heaven, su iniziativa dei gestori dei due locali.

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