Scommettiamo che…

…col Morolo scenderà in campo il più bel Fondi della stagione? Scommettiamo che tutti gli undici in campo daranno l’anima per ben figurare? Scommettiamo che anche i meno bravi sembreranno veri e propri fenomeni mercoledì pomeriggio? Questo ci siamo detti tornando dal bellissimo e soleggiato afternoon di Anitrella e così è stato, senza sé e senza ma. Un Fondi a dir poco stupendo stende la corazzata ciociara guidata dall’inossidabile Gaeta e si attesta solitaria in quinta posizione, ad una sola distanza dal Cecchina, in caduta libera nelle ultime settimane. Ed a beneficiare dell’impresa rossoblu è soprattutto il Terracina dell’indiscutibile Trotta e del discutibile Lauretti, dopo che negli ultimi giorni sotto Monte Giove era iniziata a farsi largo la delusione per una stagione buttata al vento e la constatazione che per la promozione in Serie D l’unica strada percorribile fossero i play off o spareggi, come dir si voglia, con la seconda classificata del Girone A laziale ed a seguire la diretta concorrente toscana. Ma come direbbe Fabrizio Frizzi“Scommettiamo che…” ed il Fondi riapre il campionato, regala ancora più indecisione a questo caldissimo finale di stagione. E lo fa in uno strano mercoledì di Aprile, in un Arnale Rosso cinto d’assedio da decine di uomini in divisa e dalla presenza di più di qualche “interessato al risultato”.

Fin qui nulla da eccepire, ci mancherebbe. Contentissimi noi di aver restituito al Morolo la sconfitta subita all’andata, felici di aver visto il miglior Fondi dell’anno ed a tratti stupiti dalla facilità di gioco mai mostrata prima. Evidentemente anche gli acquisti che meno avevano impressionato fino a questo momento iniziano ad integrarsi bene con il resto della squadra e tutto ciò fa ben sperare, soprattutto in ottica futura. Peccato però che la stessa grinta, la stessa determinazione, la stessa voglia di vincere e stupire non si sia mai vista in questi ultimi due anni nelle gare in cui siamo stati opposti proprio al Terracina. E peccato che la stessa meraviglia di gioco e fraseggi sia stata completamente accantonata su tutti i campi in cui il Fondi ha giocato quest’anno, non ultimo al “Liri” di Anitrella o allo “Sbardella Agapito” di Via Ruderi di Torrenova a Roma. Probabilmente solo nell’uggioso pomeriggio di mercoledì la “fortuna” ha girato nel verso giusto? Forse solo mercoledì si sono trovati i giusti stimoli per entrare in campo ed aggredire l’avversario su ogni pallone? Forse solo con la prima della classe era lecito attendersi una prova di tale spessore? Forse sbagliamo noi e rivedremo lo stesso squadrone rossoblu anche a Gaeta, a Tor Tre Teste, a Genzano? Ce lo auguriamo, davvero, a cuore aperto. Sarebbe il miglior antidoto per smussare dubbi e voci di corridoio che infestano la città (e l’intero comprensorio sinceramente) già da qualche settimana. Noi intanto ci godiamo questa bellissima vittoria, e lo abbiamo fatto con il solito sostegno, divertente e coloratissimo. Al cospetto di un tremendo tamburo.

Abbiamo ringraziato i ragazzi per la straordinaria gioia regalataci con un lungo applauso a fine partita, abbiamo continuato a cantare anche dopo (ma non di certo quel “La capolista siamo Noi” di cui parlava il solito malinformato Paolino Annunziata su “Latina Oggi” bensì un ironico “Vinceremo il tricolor” cui veniva aggiunto l’ancora più goliardico “Torneremo in Serie D”). E tutto era pronto per tornare al calduccio di casa dopo aver preso anche l’acqua dell’Arnale Rosso e dopo aver riposto in borsa l’ultimo drappo… quando per la terza volta in questa stagione lo stesso dirigente rossoblu ha preferito rovinare l’atmosfera di festa e soddisfazione, scandita anche da un fortissimo ed inaspettato urlo negli spogliatoi della squadra per festeggiare probabilmente la vittoria e gioire per aver dimostrato le proprie potenzialità. Lo stesso dirigente che già a Terracina, prima in Coppa Italia e poi in Campionato, aveva messo in mostra il proprio stile, reagendo in maniera spropositata ed alquanto inopportuna alle contestazioni che la tifoseria rivolgeva come sempre in termini di massima educazione e rispetto dei ruoli. Ma d’altronde quando ci si vede attaccati le reazioni hanno la capacità di essere imprevedibili e per questo motivo spesso vengono giustificate. Il guaio è un altro: più passano i giorni e più resta difficile spiegare cosa abbia potuto spingere il dirigente in questione ad offendere quei ragazzi che, ancora una volta, avevano sostenuto la squadra portandola alla vittoria. Perché se è vero come è vero che di fronte ad una seppur moderata ed elegante contestazione una reazione può starci (anche se certamente non nei modi in cui è avvenuta, e chi era presente al “Colavolpe” potrà confermare!), una diretta offesa al termine di una gara vittoriosa e senza alcuna provocazione è qualcosa di estremamente grave che una Società che ama distinguersi per serietà dovrebbe provvedere ad analizzare. Vergognoso lo spettacolo offerto da chi ha pensato bene di nascondere il gesto del Signor Dirigente attaccando violentemente i pochi tifosi che erano nel frattempo rimasti all’interno dello stadio. Una contromossa da fare invidia ai migliori giocatori di Risiko, tanto che le numerose divise delle Forze dell’Ordine e l’immancabile cineamatore della Polizia di Stato nulla hanno fatto per individuare l’evidente responsabile dell’animata discussione. Tantomeno ne hanno parlato stampa e tv! Ma c’era da aspettarselo no? Siamo ormai al ridicolo. Anche di fronte all’indifferenza una mano galeotta per tirare la pietra la si trova sempre e questo è ormai sotto gli occhi di tutti, non più naturalmente nelle menti smemorate di propria volontà dei tanti che hanno assistito al siparietto andato in scena senza muovere bocca quasi fossero mummie pietrificate all’istante. Ma va bene così. Scommettiamo che… siamo stati ancora una volta noi ad offendere? Scommettiamo che… riparte il vittimismo? Scommettiamo che… la miccia l’ha accesa sempre quel bomber nero?

Prendiamola con filosofia, visto che pare essere una materia di interesse generale gradita anche ai nostri lettori più simpatici e affezionati (tanto da sussurrare “A chiss’ c’ vonn l’ mazzat!”), è tutta una questione di stile, stile, stile ed ancora stile. 


…dopo il mercoledì…


…ci manca solo il lunedì!


…ma noi…


…comunque…


…presenti!