Quel profumo di salsedine…

Attracchiamo in Sardegna per l’ultima trasferta stagionale, sperando di non dover avere mai più a che fare con quest’isola così affascinante quanto lassativa per le nostre tasche. Timbriamo il biglietto per la sesta volta su sei, con quel pizzico di orgoglio che anche quest’anno ci ha visto presenziare dappertutto, da Nusco ad Arzachena, appunto. Alla faccia di chi dubitava e di chi invece si è guardato bene dal fare incontri sgraditi. Ma bando alle ciance, la trasferta di Arzachena ha messo la parola fine al campionato, decretando la fine dei giochi e l’inizio del pianto per qualcun altro.
 
Seppur l’isola fosse baciata dal sole, raffiche di vento mai udite ci hanno accompagnato per tutta la giornata, dal Porto di Olbia a quello di Caniggione, passando per Golfo Aranci. Zone stupende, posti bellissimi, dove un manipolo di Ultras sembra spaesato come un gruppo di cinesi tra i canali di Venezia. Barche a vela e yacht fanno invidia e non ci rimane altro che rifugiarci in un menù turistico niente male, tra pane carasau e specialità tipiche sarde. Acqua limpida, profumo di salsedine e quelle ville fronte mare che verrebbe voglia di acquistare, se solo non ci fosse questa passione a svuotare le nostre tasche. Il copione che seguiamo è sempre lo stesso, vuoi le ore per vagabondare, vuoi la cabala che ci accompagna da inizio stagione, ma stecchiamo un appuntamento che ci fà tremare fino al fischio finale dell’arbitro, uno dei pochi ad essere apparso all’altezza della situazione in queste ultime gare. Soprattutto dopo aver portato a termine una gara che se non avesse significato tanto, avrebbe avuto di sicuro un rinvio, causa un vento mai visto, almeno dalle nostre parti. Il Fondi esce vincitore dal “Pirina” di Arzachena, non senza soffrire, ma legittimando la vittoria grazie ai gol di Vaccaro e Di Maio ed ai salvataggi di Celli. A chi ancora contesta scelte di mercato e assenza di giovani fondani, basterebbe mostrare il tabellino della gara in Sardegna per far parlare i fatti e non le chiacchiere. Gli ultimi minuti scorrono via velocemente liberando nell’aria l’urlo che sa tanto di doppia vittoria. Una vittoria che mette al sicuro da voci ed indiscrezioni, da corsi e ricorsi, da catastrofi naturali e seghe mentali di dirigenti che anche quest’anno le hanno provate tutte pur di non veder sfumare i milioni di euro buttati al vento senza ottenere risultati. Li lasciamo così, lì nell’angolo a rosicare in attesa che il TNAS gli regali 5 punti e non più 3.
 
Trasferta in buon numero, pur essendo sicuri del risultato già acquisito. Buona prova sugli spalti, cori continui, battimani e quel pizzico di goliardia a far risaltare ciò che gli altri non notano. Farsi sentire in campo con quel vento era difficile, ma vedere Belviso in panchine seguirci nei cori ci ha dato la conferma che siamo riusciti nel nostro intento. A fine gara tutti a caccia della maglia, senza dimenticare che a questa vittoria, dovrà seguirne un’altra…la curva! E come ha urlato qualcuno a fine gara con un sorriso a trentadue denti e quell’inconfondibile accento avellinese:
“MO’ CI HANNA RA’!”