ACAB 24a puntata

Penne deliranti


Scrivere è un passatempo per qualcuno, un lavoro per altri, uno sfogo per chi non ha meglio da fare che distorcere la realtà. Peccato che di fumo nei nostri occhi ce ne sia passato già parecchio e che ormai siamo piuttosto guardinghi nel farci annebbiare le pupille da queste penne deliranti. Peccato per loro, che sprecano fiumi di inchiostro per allinearsi al pensiero comune. E non fà nessuna differenza per questi signori sapere che c’è un’altra verità, l’unica, mai venuta fuori dalla sabbia, mai scritta da nessuno perchè troppo scomoda e impopolare. L’esercito degli stolti incrementa le proprie fila di giorno in giorno, perchè tra tanti argomenti da scegliere si opta sempre per quello meno compromettente, puntando il dito verso chi non ha difese, verso chi ormai viene accostato solo alla violenza, verso Noi Ultras. Forse "fare giornalismo" al giorno d’oggi è sinonimo di "celare la verità". All’indecenza non c’è mai limite e ce ne siamo accorti sfogliando per caso le pagine più pubblicitarie che informative dell’ennesimo magazine diffuso in città. Vedere qualcuno che si interessi alla tematica ultras fà sempre piacere, ma approfondire la lettura e accorgersi delle volute inesattezze fà male, e fà ancora più male percepire il lieve sarcasmo usato per raccontare le recenti dipartite di Gabriele e Matteo. Chi scrive tiene subito a precisare che per anni ha frequentato gli stadi, come se bastassero 10 partite nei distinti per capire il fenomeno "ultras" e catalogarlo in archivio con teorie precise e dati di fatto. Ora, potremmo star qui ore nel vano tentativo di cercare di spiegare a chi usa la penna come un coltello che ultras non è violenza, è altro, ultras è aggregazione (per chi non lo sapesse, ne ha salvati più una curva che una comunità!),  ma ci guarderemmo in faccia e lasceremmo stare, perchè chi non è ultras non può capire!

9 pensieri su “ACAB 24a puntata

  1. Potete leggere l’articolo completo cliccando sulla foto e quando si aprirà la pagina cliccate nuovamente per zoommare l’articolo.

  2. …quando ho la sfortuna di imbattermi in tanta ipocrisia provo un senso di profondo disgusto e finisco per commettere l’errore più grande, ossia generalizzare. Sputo una sentenza pesante, me ne rendo conto, ma oltre a poche, rare, rarissime eccezioni, ditemi voi il nome di un “giornalaio” che in questi mesi ha avuto il coraggio di scrivere la verità, la realtà, la cruda e tristissima cronaca di quello che è accaduto l’11 Novembre del 2007.

    Ho finito proprio adesso di leggere l’ennesimo atto d’accusa, come sempre rivolto alla parte sbagliata, testimonianza evidente della miopia, cercata e purtroppo trovata, di un pennivendolo come tanti, allineatosi al pensiero “conveniente”. La ciliegina sulla torta è, come ha sottolineato Gep, quella presunzione di conoscere il pianeta ultras e le sue sfumature. Io proporrei di rispondere a questo articolo con una lettera alla Redazione, si corre il rischio di andare incontro ad una pubblicazione “tagliata” o alterata, potrebbe scapparci anche la beffa clamorosa di finire nel cestino, ma almeno capirebbero di aver affrontato una questione che non dovevano affrontare, o comunque dovevano avere la bontà di farlo correttamente. Sempre che ne fossero capaci…

  3. Uno bianca, Gugliotta torna libero

    L’ex poliziotto è uscito dal carcere

    Dopo aver scontato 14 anni di reclusione, l’ex poliziotto della banda della Uno bianca Pietro Gugliotta è uscito dal carcere bolognese della Dozza. Accompagnato da due donne e un uomo, Gugliotta si è allontanato dal penitenziario a bordo di un’auto scura senza fermarsi davanti ai cronisti e ai fotografi in attesa di fronte alla casa circondariale.

    La gang seminò, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, terrore e morte in Emilia Romagna e nelle Marche, facendo 24 morti e oltre un centinaio di feriti, tra carabinieri, benzinai, e semplici testimoni delle rapineIl poliziotto non aveva preso parte agli omicidi, lavorando nel reparto operativo della questura di Bologna all’epoca dei fatti. Esce dal carcere grazie anche all’indulto e alla legge Gozzini. Ora comincerà un percorso di reinserimento nella società, lavorando in una cooperativa, comunque lontano da Bologna e dall’Emilia Romagna.

    “Gugliotta esce dal carcere dopo aver scontato interamente la sua pena – commenta l’avvocato delle’ex poliziotto, Stefania Mannino -. Come richiesto dai familiari delle vittime, non gli è mai stato concesso un giorno di permesso premio; ha usufruito unicamente dei benefici che non potevano essergli negati, quelli per il corretto comportamento in carcere e per l’indulto, previsto da una legge votata dalla maggioranza assoluta dei parlamentari italiani”.

    “Confido che la scarcerazione di Gugliotta – conclude – sia ora serenamente accettata nel rispetto di una sentenza che ha escluso la sua partecipazione per tutti i fatti di sangue della banda e che, nel comminare una pena comunque elevata, ha tenuto conto di una sua responsabilità morale anche per i delitti da altri commessi”.

    I parenti della vittime

    Rosanna Zecchi, presidente dei familiari delle vittime della Uno bianca: “Non ci fa piacere che torni libero ma la sua pena l’ha già scontata. Prendiamo atto. Quello che spero è che non sia un apriporta per gli altri della banda, gli assassini”.

    POVERA PATRIA! POVERI NOI!

    …sì, certo, magari anche “estraneo ai fatti”!

    E Voi credete ancora nella Giustizia Italiana?

    Chissà se qualche pennivendolo scriverà la verità!

  4. PRENDETE NOTA e DIFFONDETE…

    Il 22 Settembre in uscita il libro-verità sulla vicenda di Gabbo

    Trascorsi 10 mesi dall’assassinio di Gabriele Sandri, trovandoci a ridosso della ripresa del processo di Arezzo che vede imputato l’agente scelto della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella (accusato di omicidio volontario), per rompere il muro di silenzio che inspiegabilmente è stato calato sul delitto dell’A1, ti informiamo che il 22 SETTEMBRE 2008 uscirà nelle migliori librerie d’Italia un LIBRO VERITA’ con l’obiettivo di ricostruire i tragici accadimenti dell’11 Novembre 2007, facendo finalmente chiarezza sui troppi equivoci legati al caso, contribuendo così anche alle attività della Fondazione Gabriele Sandri.

  5. …Lunedì tutti in edicola per sostenere la causa

    L’11 Novembre 2007 l’Italia vive una delle pagine più nere della sua recente storia. Poco dopo le 9 del mattino, lungo l’Autostrada del Sole, un giovane romano di 26 anni viene ucciso da un colpo d’arma da fuoco esploso da un agente della Polizia Stradale. Il reato è omicidio. Dopo un paio d’ore si diffonde la notizia della morte di un tifoso di calcio in seguito a scontri tra ultras di opposte fazioni. Seguono rettifiche: si parla anche di colpi di pistola sparati in aria da un poliziotto. In poche ore si genera il caos. I mass media si scatenano per coprire mediaticamente l’evento ed è un susseguirsi di dirette TV, dibattiti, edizioni speciali di TG e tavole rotonde. Il mondo del calcio va nel pallone insieme a quello della politica e delle istituzioni. Partite sospese, rinviate. Ovunque scoppiano focolai di rivolta: scontri, violenze d’ogni genere, arresti, feriti, assalti alle caserme terminati addirittura a notte fonda. Per una giornata intera, l’Italia è una polveriera.

    Il libro, autorizzato dalla famiglia Sandri e patrocinato dal Comune di Roma, apre con la descrizione della vittima, Gabriele Sandri, le sue passioni per la musica e la Lazio, ripercorrendo poi minuziosamente tutti gli accadimenti della giornata, minuto dopo minuto. La ricostruzione del viaggio lungo l’A1 e la dinamica dell’assassinio. L’interpretazione del reato e la sua notiziabilità mediatica. L’emergenza sociale: le proteste, le violenze negli stadi e gli scontri nelle piazze. Analisi della gestione della comunicazione di crisi da parte del Ministero dell’Interno e della Questura di Arezzo. L’intervista esclusiva a Cristiano Sandri, fratello della vittima, che racconta per la prima volta il modo in cui i Sandri hanno appreso la notizia dell’omicidio di Gabriele, il modo in cui sono stati prima stretti dalla morsa massmediale e poi lasciati al loro dolore, mentre l’iter giudiziario deve ancora rendere giustizia. In appendice, 16 pagine di foto a colori e documenti inediti.

    Per la prima volta viene analizzata la veritiera e oggettiva dinamica dell’omicidio. Il libro è un’introspettiva fenomenologica della comunicazione di massa. Un’analisi accurata su come è stata gestita la comunicazione di crisi da parte di mass media ed istituzioni. L’Autore non ha la pretesa di fornire una conclusione, ma fornisce al lettore tutti gli elementi ed i mezzi per poterci arrivare. Beneficienza: l’acquisto del libro contribuirà alle azioni della Fondazione Gabriele Sandri.

    L’Autore è Maurizio Martucci. Laureato in Storia Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, studioso delle scienze e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Giornalista, scrittore, autore di saggi di storia contemporanea. Si occupa di marketing, pubblicità, comunicazione pubblica e privata.

    “11 Novembre 2007. L’uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica” – Editore: Sovera (pp. 160 + 16) prezzo € 11,00

  6. SANDRI, SLITTA L’UDIENZA

    È stata annullata l’udienza preliminare del caso di Gabriele Sandri. È stato infatti annullato il decreto di fissazione dell’udienza preliminare. Il gup Simone Salcerini ha infatti accolto una delle due eccezioni presentate dai legali dell’agente Luigi Spaccarotella. All’avvocato Giampiero Renzo non era infatti stato trasmesso l’atto di chiusura dell’indagine preliminare. Deve così essere riformulato l’atto e notificato nuovamente. Si prevede che la prossima udienza si svolgerà tra un mese e mezzo o due. Gli atti vengono ora trasmessi al consiglio dell’ordine di Prato. L’avvocato della difesa della famiglia Sandri, Michele Monaco, ha detto che si dovrà ora verificare “se si tratta di comportamento corretto”.

  7. Omicidio Sandri, processo rinviato per vizio di forma

    Come da copione, ma questo accade sempre nei processi di una certa rilevanza, è stato rinviata, per vizi di forma, l’udienza preliminare del caso Gabriele Sandri, il tifoso ucciso l’11 novembre del 2007 dall’agente Luigi Spaccarotella nel parcheggio di un autogrill ad Arezzo. Per fissare la nuova data ci vorranno due mesi. “Sappiamo che è un processo limpido per cui non abbiamo paura di nessuna sorpresa”, aveva detto il fratello della vittima. La madre in lacrime: “Gabriele non tornerà”.

    A causare il rinvio la mancata notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari a Giampiero Renzo, uno dei legali di Spaccarotella. Questo comporterà un ritardo nei tempi, perché si dovrà redigere di nuovo l’atto di chiusura delle indagini, e notificarlo alle parti interessate: i tempi tecnici sono stati stimati in un mese e mezzo o due mesi.

    Battaglia legale: per i legali dell’agente “i testimoni sono totalmente inaffidabili”. “Ci sono persone che vogliono farci credere che la luna non esista e invece io la vedo in cielo sempre. Sono sicurissimi di aver visto qualcosa e poi quando sono sentiti tutto cambia”, ha ironizzato l’avvocato Giampiero Renzo. Che ha aggiunto: “Hanno incongruenze evidenti, uno ha cambiato versione”. L’avvocato difensore ha poi sottolineato che si tratta di un processo “in cui finalmente riusciremo a rispondere a manipolazioni e strumentalizzazioni. La morte di Gabriele Sandri è stato un tragico evento non voluto dall’agente”.

    Sempre Renzo, entrando in aula prima del rinvio, ha spiegato che “se il giudice non concederà il rito abbreviato condizionato si andrà al dibattimento”.

    Tifosi silenziosi contro Spaccarotella: una ventina fra tifosi laziali, amici e parenti di Gabriele Sandri si è presentata in tribunale. Il presidio è stato pacifico e silenzioso. Gli ultrà hanno affisso uno striscione con scritto: ‘Giustizia per Gabriele’, mentre alcuni familiari di Sandri, dopo l’ingresso dei genitori e del fratello di Gabriele in aula, hanno aperto un secondo manifesto con scritto: ‘E’ ora che sia fatta giustizia per Gabriele’.

    L’agente Luigi Spaccarotella non si è presentato “in aula per paura di minacce da parte di ultrà”. Lo ha detto l’avvocato Renzo. “Speravo – ha aggiunto – che il gup Simone Salcerini potesse vederlo in faccia, vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso”. L’avvocato ha poi sottolineato che questo non sarà possibile perché “ci sono timori per la presenza di ultras e per le minacce che possano far pensare ad un pericolo concreto”. Ai giornalisti che gli domandavano se ci fossero state minacce concrete il legale ha sottolineato: “questo non lo posso dire però basta guardare a Roma manifesti e scritte”. Renzo ha comunque sottolineato che non sono state presentate denunce.

  8. Copione rispettato anche stavolta!

    Sulla triste vicenda che ha colpito la Famiglia Sandri lo Stato e la “presunta” Giustizia continuano a scherzare. La rabbia che ho dentro quest’oggi è incredibile. Perdonatemi ma sento che ognungo di noi è responsabile di quanto sta avvenendo. Vorrei tanto che dai gradoni delle più grandi realtà italiane partisse l’idea di una enorme manifestazione di piazza, un corteo pacifico ma deciso e compatto, un gesto eclatante per unire tutti gli ultras attorno alla richiesta di Giustizia che anche questa mattina ad Arezzo è rimasta inascoltata. Da parte le rivalità, le inimicizie, il rancore… uniamo le forze per difenderci e lanciare all’Europa ed al mondo intero la denuncia di quanto stiamo vivendo sulla nostra pelle.

    GABRIELE VIVE

  9. COMUNICATO STAMPA

    Cristiano Sandri a Inedita: “Atti del processo trasmessi all’Ordine per valutare profilo disciplinare avvocato della difesa”

    “Discorso sulle minacce a Spaccarotella? Stucchevole”

    “Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. La Procura di Arezzo non è colpevole nel momento in cui gli vengono forniti due numeri di fax e alcuni atti vengono ricevuti e altri no”, queste le parole di Cristiano Sandri all’agenzia di stampa Inedita a proposito del vizio di forma che ha fatto annullare questa mattina l’udienza preliminare del processo contro l’agente di polizia Luigi Spaccarotella, imputato per omicidio volontario. “Proprio per questo – continua il fratello di Gabriele – il gup nell’accogliere l’eccezione della difesa dello Spaccarotella ha anche disposto la trasmissione degli atti al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Prato (è il foro competente dell’avvocato Renzo ndr) per valutare se c’è qualche profilo disciplinare nella condotta del legale”. Il fratello del giovane dj romano ucciso l’11 novembre 2007 nell’area di servizio Badia al Pino sull’autostrada A1 da una pallottola sparata dall’agente Spaccarotella torna anche sulle minacce al poliziotto di cui ha parlato oggi ad Arezzo l’avvocato Renzo: “E’ diventato stucchevole – spiega Cristiano Sandri – questo discorso sulle minacce a Spaccarotella visto che è circa un anno, dal 12 novembre scorso, che l’avvocato Renzo lo va ripetendo. Ormai sembra quasi una filastrocca in cui il legale di Spaccarotella usa sempre la parola “ultras” visto che oggi è diventata sinonimo di malviventi e così pensa di poterla usare per far pensare a ogni tipo di nefandezza”. “Altro che ultras – continua sarcasticamente Cristiano Sandri – forse Renzo si riferisce ai servizi segreti visto che nessuno riesce a rintracciarlo, nemmeno gli ufficiali giudiziari che non sono riusciti a notificargli l’avviso della fissazione dell’udienza preliminare”.

    “Si commentano da sole – conclude il fratello di Gabbo – le paure che l’avvocato Renzo fa derivare dalle scritte sui muri di Roma contro Spaccarotella: forse il legale pensava che dovessero apparire scritte a favore del suo assistito? Stiamo rasentando il patetico: è evidente che non sanno più che pesci prendere. Noi, intanto, continuiamo ad avere fiducia in una giustizia celere”.

    http://www.gabrielesandri.it

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