Dopo i confetti,
escono i difetti…

in casa con l'Isola Liri


Ci saremmo aspettati di mangiare panettone e torrone belli spensierati vicini ad un camino; invece ci ritroviamo a fare gli scongiuri, sperando che il Catanzaro continui questa agonia fino alla 30esima giornata. Ci saremmo aspettati il solito saluto a chi ci ha concesso l’onore e l’onere di poter girare l’Italia in lungo ed in largo, da Terni a Trapani, da Campobasso ad Avellino; invece dobbiamo accontentarci di uno stupendo passato. Ci saremmo aspettati la prima vittoria casalinga per scacciar via dubbi e malumori; invece ci siamo ritrovati a pagar dazio anche al cospetto di un innocuo Isola Liri che ha però sopperito alle lacune tecniche con l’orgoglio. Ci saremmo aspettati una prova gagliarda dopo le prestazioni opache delle ultime giornate; invece, oltre tanta buona volontà e tanto sacrificio, abbiamo rivisto gli spettri del recente passato. Ci saremmo aspettati “presenze pesanti” a dimostrazione che in certe occasioni bisogna “metterci la faccia”; invece ci siamo ritrovati, per l’ennesima volta, a constatare “assenze ingiustificate”. Ci saremmo aspettati parole diverse da quelle lette e udite; invece ci dispiace constatare come questa nave sia in balia di un Amministratore Delegato attratto dalle sirene così come fu per Ulisse. Ci saremmo aspettati più presenze sugli spalti del “Purificato” dopo l’esonero di Liquidato; invece ci siamo ritrovati a giocare a tre sette con il morto, a dimostrazione che neppure se “accontentati”, i fondani danno segni d’amore verso quella che dovrebbe essere la loro unica fede. Ci saremmo aspettati di tutto, ma proprio tutto e credeteci se vi diciamo che le parole ed i comunicati seguiti nei giorni successivi la gara di domenica non ci hanno, neppure per un attimo, stupiti. “Quando una nave sta per affondare, il Capitano si aggrappa anche agli scogli pur di non affogare, mentre i marinai continuano a remare e chissenefrega se muoiono, tanto sono solo marinai.”

Ai più arguti basterebbe questa frase per capire, e siamo sicuri che molti hanno già capito, agli altri non ci interessa spiegar nulla. Già, perché chi vive gli spalti come Noi; chi mangia “pane e pallone” dividendolo col compagno di trasferta; chi degli Autogrill conosce solo le cameriere, avrà già capito quello che Noi non diremo in queste righe. Come si dice, “Dopo i confetti, escono i difetti!”…

Una cosa, però, non ci saremmo mai aspettati, ma nemmeno lontanamente ed invece è accaduta. Il pubblico della Tribuna Centrale, sempre amorfo da pensarlo nell’aldilà “ha parleto”. Così come il buon Gerry Calà “Parola” al termine del film “Al Bar dello Sport”, seduto su una panchina assieme allo sbigottito Lino Banfi, in una delle più esilaranti scene comiche degli anni ’80. Eh sì, anche i tifosi rossoblu da seggiolino hanno preso posizione uscendo una volta per tutte fuori dall’anonimato e urlando ai quattro venti il loro legittimo dissenso, magari sbagliando i modi ma non i tempi. Domenica, finalmente, ci hanno dato ragione!

Trillini ha dovuto “subire ed incassare colpi” per i quali non è colpevole, l’unica colpa (se così possiamo chiamarla) che gli si può affibbiare, è quella di essere il successore di Mister Liquidato. Ai più attenti non è però sfuggito l’applauso verso la Iacuele mentre faceva i primi passi sul terreno di gioco, ed è stato ripagato così come per gli undici in campo, da un sostegno continuo, per tutti e novanta i minuti, checché ne dicano giullari e burattini!

Noi, Ultras del Fondi!