Ritorno
al passato

la trasferta di Pomezia


Per la seconda volta quest’anno, siamo costretti a marciare di primo mattino alla ricerca disperata di un biglietto che Lega e persone sbagliate al posto sbagliato hanno reso ormai una chimera per chi, come Noi, viaggia al seguito della propria fede. Occhi semichiusi e poche ore di sonno fanno da corollario ad un appuntamento da orari ormai dimenticati, di quando per una trasferta si era costretti a partire alle 8 del mattino, per quelle insignificanti gare di eccellenza, misteriosamente programmate alle 11.
 
Pomezia è una piazza tranquilla, quasi abulica al calcio, così distante già prima che i lavori al Comunale portassero i rossoblu di casa a giocare le gare interne al Flaminio di Roma. I pochi appassionati, quelli che non hanno mai disdegnato di abbandonare i richiami delle vicine Roma e Lazio, da inizio stagione hanno spinto per poter finalmente giocare sul terreno amico e ci sono riusciti nella gara precedente contro l’Aversa. Una volta dentro il settore, il nuovo Comunale ci ricorderà il Picchi di Livorno, con quelle tribune in ferro a coprire gli spazi vuoti lasciati dalle gradinate, semivuote anche questa volta, a dimostrazione che Fondi non è la sola ad essere tiepida nei confronti della squadra di calcio che porta addosso i colori della propria Città.
 
A nulla è servito, però, arrivare nella città pometina mentre le saracinesche dei negozi scivolavano verso il basso, già, perché la pur logica e comprensibile disorganizzazione della Società di casa ha fatto sì che ci venisse rifilato un biglietto vecchio stampo al posto dei ticket nominali, in barba a tutte quelle normative che tanto stanno a cuore all’”uomo col baffo”. Ma il bello doveva ancora arrivare. Come prassi e così come ad Aversa, pur acquistando un biglietto per la Tribuna Centrale, venivamo indirizzati verso il Settore Ospiti, dove ad attenderci c’erano dirigenti fdo alquanto impreparati alla situazione e assai indecisi sul dà farsi. Dapprima ci chiedono di mostrare la tessera(???), per poi spostarci come pedine all’interno del settore, dopo aver finalmente capito che non eravamo tesserati. Su e giù per il settore, per terminare il gioco dell’oca sulla balaustra, dove possiamo finalmente esporre le nostre pezze per la prima volta in stagione, dopo i divieti di Melfi, Matera, Aversa e Terni.
 
La gara scivola via tra i nostri cori ed il fatto di essere “quelli di sempre” ci aiuta ad essere incisivi nel tifo, che mai come domenica ha rappresentato veramente un valore aggiunto per gli undici in campo. Tra un rigore parato da Cacchioli, già il terzo quest’anno, e gli errori dell’ennesimo incompetente in giacchetta nera, spunta fuori bomber Agostinelli, che inventa un gol da cineteca. Peccato che il Pomezia raggiunga il pareggio proprio dopo l’inspiegabile espulsione dello stesso numero nove fondano.
 
Al di là dell’ottimo risultato ottenuto in trasferta, la squadra è uscita dal campo tra gli applausi dei soliti malati che ogni domenica abbandonano tutto il resto per 90 minuti di pura passione, 90 minuti di pura follia, una splendida follia!