Passo dopo passo…





Dopo Rieti ed Olbia si torna a calcare gradinate di un certo livello, con tutto il rispetto per la collinetta di Tor di Quinto ed il sottobosco di Jenne. Siamo di scena in quel di Viterbo, dove gli ultimi lavori del duemilasette hanno completamente rimodellato il glorioso “Enrico Rocchi” facendone un vero Stadio modello, anche per la Serie C, seppur privato della tribuna Pratogiardino, per far posto ai bolidi delle FdO… Ritrovarsi in una ventina scarsa sui 2000 posti di capienza della curva ospite è come andare al mare in pieno inverno, ed oltre Noi ultras si contano a malapena una quindicina di fondani, sparsi come funghi sui seggiolini del settore.

I gialloblu di casa si presentavano a questa gara con la miglior difesa ed il peggior attacco, e se a fine gara nella casella delle occasioni per il Fondi compariva lo zero, non era certo un caso. C’è da dire che i rossoblu sono parsi senza idee, più intenti nel difendersi che nell’impensierire l’estremo difensore dei viterbesi. Le voci giunte al “Purificato” su questa squadra si sono rivelate azzeccate e nei novanta minuti di Domenica i nostri hanno potuto constatare che la Viterbese ha tutte le carte in regola per puntare in alto, magari con qualcuno là davanti che la butti dentro, già perché ad andare al tiro sono stati solo i centrocampisti della formazione di casa. Il ritorno di Esposito dall’inizio e l’innesto di Galasso hanno sicuramente dato più verve ai rossoblu, innocui in fase offensiva, dove la coppia Branicki-Di Maio faticava nel trovare varchi tra le maglie della difesa meno battuta del girone. La Viterbese riusciva anche a trovare il gol, ma l’arbitro annullava per un evidente fuorigioco dell’autore della rete. L’occasione, se così possiamo chiamarla, più ghiotta per noi, capitava sui piedi dell’ariete polacco, che non riusciva a toccare quel po’ che bastava la sfera. C’era anche il tempo per terminare l’incontro in 10, a causa dell’espulsione di Luca Pannozzo, troppo ingenuo nell’incappare nella seconda ammonizione, per proteste alquanto futili. Vanno comunque elogiati i ragazzi, che sono riusciti a conquistare un pareggio su un campo ostico e contro un avversario di tutto rispetto.




L’ultimo capoverso di questo resoconto stavolta lo dedichiamo ad una riflessione, facendo un passo indietro e tornando sulla Manifestazione di Roma del 14 Novembre scorso, che non ha visto la nostra presenza, nemmeno a livello personale. Perchè? Pur condividendo l’idea e complimentandoci con chi ha preso a cuore questa battaglia in prima persona, rimarchiamo ciò che pensiamo da sempre e che non abbiamo certo bisogno di scrivere su comunicati e quantaltro: “Anni fa la parola Ultras veniva usata da pochi, pochissimi, spesso chi seguiva questo stile di vita non aveva nemmeno l’arroganza di definirsi tale. Oggi, basta uno striscione riciclato e le sciarpe fatte stampare dalla Società amica per farsi fotografare su un magazine del settore. Parole come Mentalità e Coerenza vengono usate senza mezze misure, ma chi di queste caratteristiche ne fa un credo, alla fine si conta sulle dita di poche mani. Ecco perché assenti. Assenti perché non riteniamo coerente manifestare oggi fianco a fianco con gente che si autodefinisce ULTRAS, senza allori né onori. Gente che bada più all’apparire che all’essere, snaturando così il vero significato di questo movimento che ancora oggi resiste grazie a chi va avanti senza abbassare la testa, seguendo alla lettera quel modo di agire che chi ci ha preceduto ha voluto insegnarci, ma che molti hanno calpestato e calpestano. Assenti perché Coerenti!”

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