ACAB 2a puntata


Gianluca combatte

Una storia che nessuno vuole raccontare. L’hanno ribattezzata così negli ambienti partenopei la brutta avventura di Gianluca C., 25 primavere, per giorni e giorni in coma farmacologico perché colpito in pieno volto da un lacrimogeno sparato dalla Polizia prima dell’incontro di calcio Pescara – Napoli giocatosi lo scorso 26 Novembre. Una vicenda scomparsa però dai giornali e dall’attenzione dei media in un attimo! Purtroppo per i censori, ci hanno pensato diversi video girati dai sostenitori campani al seguito a documentare il triste accaduto: durante il tragitto verso lo Stadio “Adriatico” gli ultras partenopei vengono continuamente provocati dalla Polizia e dai tifosi avversari. Gli scontri sono allora inevitabili, e scoppiano a pochi passi dall’impianto di Via Pepe. Il bilancio parla di undici feriti, uno di questi finisce in coma. Un pomeriggio di guerriglia urbana a Porta Nuova, tra lo Stadio e la zona del Tribunale. Per cinque ore, prima e dopo la partita. I primi segnali di tensione già nella tarda mattinata, con un gruppo di partenopei giunti intorno alle ore 12,30 nell’area dell’Adriatico, con largo anticipo rispetto all’orario d’inizio della gara fissato per le 16,00. Ad attenderli gli ultras di casa, presenti e pronti a dar loro il benvenuto, muniti di spranghe, bombe carta ed ardimenti rudimentali. In particolare si segnala un’aggressione degli ultras locali ai danni di un gruppo di pochi supporters ospiti all’interno di un supermercato, mentre in un’altra imboscata a farne le spese è un operaio senegalese intervenuto a difendere alcuni napoletani presi di mira nei pressi di un cantiere. Questa la cronaca reperita. Sarà vero?

Manca un’ora all’ingresso delle squadre in campo quando parte l’assalto ai cancelli della Curva Sud da parte di 700 tifosi napoletani. Si trovano davanti un cordone di poliziotti, carabinieri e finanzieri. Lo scontro è violento, le Forze dell’Ordine rispondono con diversi lacrimogeni, uno dei quali finisce anche dentro lo Stadio, ma alla fine devono cedere all’urto degli ultras. Sembra una classica carica, sembra non ci siano particolari conseguenze ed invece Gianluca viene colpito in piena faccia da un lacrimogeno lanciato ad altezza d’uomo ed a distanza più che ravvicinata da un solerte poliziotto, all’interno dell’Adriatico. Sono i suoi stessi fratelli di curva a richiamare l’attenzione degli operatori volontari di Misericordia e 118. L’ultras ha una vistosa ferita alla testa, viene trasportato d’urgenza in ospedale, dove i medici riscontrano la frattura dell’osso temporale, con emorragia cerebrale. Il giovane è sottoposto d’urgenza ad un delicato intervento chirurgico e nella tarda serata viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione. Sta per morire un ultras, la sua curva rivive i tragici momenti della scomparsa di Sergio Ercolano, la tensione è alle stelle… L’atmosfera ed il clima che si respirano riportano alla mente i casi di Antonio De Falchi e Vincenzo Claudio Spagnolo, anche se questa volta le responsabilità prendono una direzione diversa. Decisamente!

La repressione negli stadi risulta essere una costante, reprimere gli ultras considerati “i soliti cattivi e violenti”, mentre invece rappresentano una forma di aggregazione sociale del nostro tempo, è una costante delle questure di tutta Italia su direttiva del Ministero dell’Interno. Uso di gas CS, cariche indiscriminate, violenze di ogni tipo che si consumano ogni fine settimana negli stadi della penisola, e vengono prese dalle FdO come palestra di soprusi e sevizie da poter sperimentare con tutta tranquillità lontano dalle attenzioni dei media e ben coperti dalla “caccia al teppista” legittimata a vario titolo dall’opinione pubblica, e dietro cui si cela una sistematica repressione che trasforma gli stadi italiani in teatro di scontri. Ed è stato così anche per Pescara-Napoli, partita che la Questura locale ha trasformato in una carneficina. “Gianluca in coma farmacologico all’Ospedale di Pescara e nessuno ne parla” hanno urlato i suoi fratelli di curva. La Polizia, dopo gli scontri, parla di “dinamica dei fatti incerta: si dovrà accertare se il giovane si sia ferito cadendo e battendo la testa sulla gradinata o se sia stato raggiunto da un petardo lanciato da altri tifosi partenopei durante gli incidenti che hanno preceduto l’inizio della gara”. In realtà dai primi soccorsi appare evidente che ciò che ha colpito Gianluca è un lacrimogeno, lo testimoniano gli stessi medici del nosocomio abruzzese. Il silenzio sembra cadere sull’episodio mentre Gianluca lotta tra la vita e la morte in un letto d’ospedale e nessuno si preoccupa di ricercare il poliziotto che gli ha sparato un lacrimogeno in faccia. Intanto viene presentata un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, da parte di alcuni deputati del Prc (è giusto e doveroso segnalarlo): si chiede al Ministro degli Interni di fare luce su questo gravissimo episodio che potrebbe costare la vita ad un ragazzo di appena 25 anni. Nelle curve d’Italia, e non solo, si moltiplicano le testimonianze di solidarietà e sostegno al giovane ultras napoletano e la sua curva scrive, tra gli altri striscioni, una frase molto significativa: “GIANLUCA IN COMA… PONZIO PILATO VIVE ANCORA… la verità è altrove!”. Bisogna aggiungere altro?

Dopo tredici lunghissimi giorni Gianluca si sveglia, la sua curva torna a sorridere, i fratelli Cannavaro e Gautieri contribuiscono alle spese del caso e si stringono alla famiglia del ragazzo. Le istituzioni se ne fregano altamente, così come le due società di calcio per così dire toccate dall’accaduto, e la rabbia della gente chiede a gran voce verità e giustizia. Un blogger napoletano scrive: “Il dubbio che mi pervade è questo: può rimanere impunito un appartenente alle FdO che causa, non si sa ancora se per errore, lo stato di coma e forse danni permanenti ad un giovane di venticinque anni? Può un tutore della legge nascondersi con grande viltà e non assumersi la responsabilità di un reato che ha commesso nell’esercizio delle proprie funzioni? Ad oggi infatti le FdO negano che l’incidente sia stato causato dallo scoppio di un loro lacrimogeno, al contrario però delle testimonianze che sono state rese dai presenti. Questa storia mi ricorda, sotto alcuni aspetti, alcune tragiche vicende che in passato hanno visto protagonisti le FdO, le quali a volte hanno letteralmente abusato del loro imperio… la morte del giovanissimo Federico Aldovrandi ad esempio, causata, a detta di un teste al processo, da traumi originati da colpi mortali inferti sul giovane dalla Polizia a seguito di una perquisizione”.

Intanto il nuovo anno pare aprirsi con due notizie positive. La prima è che Gianluca è tornato a seguire la sua fede e qualche settimana fa ha raggiunto addirittura il suo Napoli durante gli allenamenti su invito del Dirigente Marino. Il venticinquenne è tornato da tempo nella sua Brusciano e lentamente, con l’ausilio di un logopedista, sta riacquistando la capacità di parlare. Un processo lento, ma che procede senza alcuna complicazione, così come la fisioterapia per il recupero della mobilità degli arti superiori e inferiori. E mentre l’avvocato civilista della famiglia C. ha citato per danni Prefetto di Pescara e gestori dello Stadio Adriatico, la madre del 25enne si prepara all’interrogatorio. “Voglio sapere chi ha ridotto così mio figlio. È assurdo rischiare di morire per una partita di pallone”. La madre del ragazzo, inoltre, ha sempre negato che il figlio facesse parte di un gruppo di facinorosi e ha ribadito che quel giorno Gianluca era munito di regolare biglietto d’ingresso allo stadio. “Abbiamo indicato ai magistrati – aveva spiegato il penalista Luigi Sonetti – decine di testimoni, ma finora nessuno è stato ascoltato”. Un appello che, nel frattempo, sembra aver trovato ascolto con la decisione della Procura di Pescara di delegare lo svolgimento delle indagini alla Digos della Questura di Napoli. Ma anche quest’ultimo passo potrebbe presto rappresentare un ulteriore punto oscuro dell’intera vicenda. La famiglia C. si chiede perché l’inchiesta sia stata affidata proprio alla Digos, dal momento che le responsabilità del ferimento del giovane sarebbero addebitabili proprio ad agenti di polizia.

La seconda? Dopo i fatti di Pescara-Napoli e dopo l’ennesimo puntuale episodio grave che ormai accade sempre più spesso, come il caso di Paolo, ultras di Brescia, o ancora i casi mai menzionati, che fortunatamente non sono sfociati in tragedia, di altri e numerosi lacrimogeni ad altezza uomo, camionette che puntano persone, pistole tirate fuori e puntate verso noi tifosi, pestaggi gratuiti e via dicendo, si è forse arrivati ad una svolta decisiva per porre fine a questi abusi. I migliori avvocati esperti in materia, che affrontano cause anche in ambito sportivo per così dire o manifestazioni come il G8, hanno siglato un accordo per collaborare nella lotta a questi abusi prima che ne scaturisca un’altra, ennesima, vittima. Una collaborazione alternativa, dove stavolta i filmati e le foto visionati, le cartelle con reparti celere, prefetti e questori più pericolosi e più avversi alle regole esistenti, non saranno esaminati da Forze dell’Ordine ma da questa “squadra” composta dai migliori legali di varie città italiane, da Milano a Udine, da Bologna a Roma, da Napoli a Reggio Calabria. “Il nostro non è un accanimento, ma solo una forma di prevenzione per evitare altre tragedie” dice uno dei fondatori di questo progetto, aggiungendo: “Purtroppo puntando tutti gli occhi sugli ultras e sui teppisti si è fatto in modo che le Forze dell’Ordine agissero a proprio comodo, dato che la metà dei loro interventi è contro ogni forma di legge penale e civile. Non è cosi che si tutela l’ordine pubblico per cui vengono retribuiti e per cui prendono anche straordinari. La nostra lotta comincia da domenica, dove per ogni partita calda, come può essere un Lazio – Livorno o un Atalanta – Roma, saranno presenti dei nostri operatori pronti a filmare ogni tipo di abuso grave o meno grave”. Un’iniziativa lodevole che speriamo ponga fine a queste tragedie.

11 pensieri su “ACAB 2a puntata

  1. …non ha alcun minimo comune denominatore con la storia di Gianluca fortunatamente. Ma è un episodio che mi ha sconvolto fortemente, l’ho appena saputo e mi sembra giusto riportarlo per renderlo pubblico anche agli utenti di questo blog

    Rissa a fine gara, muore dirigente

    E’ successo a Luzzi, nel cosentino, al termine di una gara di terza categoria. La vittima è un dirigente della Sanmartinese. Sospesi tutti i campionati di calcio in Calabria, dall’eccellenza alla terza categoria.

    Il dirigente della società di calcio Sanmartinese di San Martino di Finita (Cosenza), che milita nel campionato di terza categoria girone D, Ermanno Licursi, di 40 anni, è morto nel corso di una rissa avvenuta nello stadio di Luzzi, al termine della partita con la Cancellese, che si è conclusa con la vittoria della Sanmartinese per 2-1.

    Ermanno Licursi è stato aggredito e picchiato nei pressi dello spogliatoio al termine della gara, e, a seguito delle percosse subite, è caduto ed è morto. I carabinieri della compagnia di Rende stanno sentendo tutte le persone che erano all’interno ed all’esterno dello spogliatoio dello stadio per identificare l’autore dell’aggressione contro il dirigente.

    La rissa sarebbe stata provocata da alcuni tifosi entrati nel campo di gioco al termine della partita. A raccontarlo è un calciatore della Sanmartinese, che ha assistito all’accaduto. “Alla fine della partita – ha detto il calciatore – stavamo rientrando negli spogliatoi quando nel campo sono entrati alcuni tifosi che stavano assistendo alla partita. Ci sono stati calci e pugni ed un lancio di pietre. A quel punto Licursi ha cercato di riappacificare gli animi, ma è stato anche lui colpito. Quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato”.

    Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Rende che stanno compiendo le indagini, Ermanno Licursi, accortosi che era in corso una rissa, è intervenuto per riappacificare gli animi. In quella circostanza è stato colpito e si è allontanato per raggiungere gli spogliatoi. Giunto nei pressi della struttura si è accasciato a terra ed è morto. I carabinieri ritengono presumibile che la morte di Licursi possa essere riconducibile ad un infarto. Sul luogo è intervenuto il medico legale che dall’ispezione del corpo di Licursi ha riscontrato i segni di un colpo sul naso.

    La Lega Nazionale Dilettanti ha poi deciso di sospendere tutti i campionati di calcio in Calabria, dall’eccellenza alla terza categoria. “La decisione – spiega la LND – è stata presa per dare un segnale contro la violenza. Non si poteva tornare in campo e fare finta di niente continuando a giocare».

  2. Dopo gli ultimi accadimenti:

    -Rispetto per chi non c’è più, ma questo blocco ai campionati non farà altro che aumentare la rabbia tra le parti!

    -Non ricordo cose del genere in occasioni come la morte di Celestino Colombi o Giuseppe Plaitano!

    Ma si sà…il male del Mondo sono gli ultras! Vero?

  3. Sospesi tutti i campionati

    ROMA – (ANSA) Il commissario straordinario della Figc, Luca Pancalli ha deciso, in seguito agli incidenti di Catania, in cui ha trovato la morte un poliziotto, di sospendere tutti i campionati di calcio in programma nel prossimo week end, dalla Serie A alle giovanili.

  4. Altre notizie dalla rete…

    Sarebbe stato l’arrivo dei tifosi del Palermo, giunti allo stadio “Massimino” quando già era cominciato il secondo tempo e la squadra rosanero era in vantaggio per 1 a 0, a scatenare la reazione furibonda di alcuni supporters del Catania che hanno atteso gli “avversari” all’esterno bersagliandoli con una fitta sassaiola. Le forze dell’ordine, che avevano scortato i pullman provenienti da Palermo, si sono frapposte evitando il contatto diretto tra le due tifoserie.

    Anche dopo l’ingresso nello stadio dei sostenitori della squadra ospite, gli ultras del Catania hanno continuato la loro guerriglia, lanciando fumogeni e bombe carta. Una di queste ha colpito l’ispettore capo Filippo Raciti, che si trovava all’interno di una vettura di servizio. Il poliziotto, morto per arresto cardiocircolatorio, è rimasto anche intossicato dalle esalazioni provocate dall’esplosione. Gli incidenti sono continuati nel corso della partita che e’ stata interrotta al 13′ del secondo tempo per circa 40′ a causa del lancio di lacrimogeni da parte della polizia.

    CENTINAIA DI FERITI

    GRAVE UN ALTRO AGENTE

    Scene da guerriglia urbana si sono registrate fuori dal Massimino durante e dopo la partita Catania-Palermo. I segni si trovano nelle strade attorno allo stadio dove ci sono i ‘resti’ di cassonetti e di auto bruciate. Gli scontri tra forze dell’ ordine e ultras sarebbero stati numerosi e in diverse parti del rione Cibali. Secondo stime ancora approssimative i feriti sarebbero stati un centinaio, compresi decine di appartenenti alle forze dell’ ordine. Tra le decine di persone portate nell’ ospedale Garibaldi di Catania c’ è anche un agente di polizia ricoverato con la prognosi riservata. Lo si apprende da fonti mediche, secondo le quali il paziente non sarebbe però in pericolo di vita. Secondo quanto si è appreso sarebbe stato colpito durante gli scontri con i tifosi fuori dallo stadio.

    UNA VENTINA DI TIFOSI FERMATI

    Le forze dell’ ordine avrebbero bloccato e condotto in Questura e nella caserma dei carabinieri una ventina di persone per controlli. Sarebbero quasi tutti ultras del Catania, fermati durante gli scontri, la cui posizione è al vaglio della Procura della Repubblica.

    TIFOSI PALERMO E TERNA ARBITRALE LASCIANO LO STADIO DOPO 2 ORE

    Soltanto dopo due ore, intorno alle 23:00, i tifosi del Palermo che hanno assistito alla partita con il Catania dello Stadio “Massimino” hanno lasciato l’impianto. Anche l’ arbitro Farina e i due guardalinee, Scaglietti e Rossomando, e il quarto uomo, Damato, hanno lasciato gli spogliatoi per motivi di sicurezza dopo oltre due ore.

  5. Completamente d’accordo con gepfelt…

    perchè non hanno nemmeno fermato i campionati nei più recenti casi di Gianluca e Paolo???

    cmq RIP

    Riccardo – Frascati

  6. Fermare i campionati non serve a nulla. adesso fanno tutti i moralisti.

    fino a poco tempo fa’ giornalisti,presidenti,giocatori si sono scannati per calciopoli,aizzando gli animi.. e adesso che fanno?Dicono “BASTA”.NO AL CALCIO MODERNO.

    PRIMA LINEA

  7. “Sospensione dei campionati di ogni ordine e grado fino a nuova determinazione”: con queste parole contenute all’interno di un comunicato ufficiale, il Commissario straordinario della Federcalcio Luca Pancalli ha fermato il calcio, dopo l’ennesimo episodio di violenza nella tragica notte di Catania dove ha perso la vita un poliziotto di 38 anni e centinaia sono i feriti.

    Durissima la presa di posizione del Commissario straordinario della Figc Luca Pancalli che ha subito disposto il blocco di tutto il calcio, dalla serie A ai Campionati della Lega Dilettanti, del Settore Giovanile e ha annullato le due gare amichevoli della Nazionale e dell’Under 21, mentre il presidente del Coni Petrucci ha convocato d’urgenza la Giunta Coni per domani, domenica, mattina alle ore 11.

    “Ho disposto lo stop di tutte le attività – ha dichiarato Pancalli – il calcio in Italia si ferma. Ora basta, veramente basta. Non si può morire a 38 anni per una partita di pallone. Questo non è sport, sono d’accordo con il presidente del Coni Petrucci e con tutte le componenti del calcio e abbiamo bloccato tutto”.

    Un segnale forte, inevitabile dopo la follia che si è consumata all’interno del derby siciliano, e che Pancalli ha accompagnato con parole dure: “Una giornata non è sufficiente dopo quello che è successo. Proprio per questo lunedì parteciperemo ad un tavolo d’emergenza al quale interverranno il ministro per lo Sport Giovanna Melandri, il ministro degli Interni Giuliano Amato e probabilmente dovrebbe partecipare anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi. In questo tavolo verranno decise misure straordinarie altrimenti non si può ripartire. In ogni caso senza misure drastiche non si riparte. Il campionato si ferma a tempo indeterminato”.

    Il Commissario straordinario della Figc ha appreso la notizia dei tragici episodi di Catania dalla televisione ed è immediatamente tornato nella sede della Figc, dove sono stati riaperti e mobilitati gli uffici fino a tarda notte.

    Anche il vice commissario della Figc Riva ha espresso il suo sgomento per questo ennesimo episodio di violenza: “Il segnale più importante lo deve dare la maglia azzurra. Questa è la vera sconfitta del calcio italiano. Come fai a spiegare ai familiari di quell’uomo in servizio che non c’è più? Pancalli ha dato un segnale forte e oltre questo non possiamo andare. Sarebbe stato assurdo fermare il campionato e dare poi domani le convocazioni per l’amichevole della Nazionale”.

    Il calcio si stringe attorno alla famiglia del poliziotto morto e, a partire dal presidente della Lega Matarrese, sono tutti d’accordo sullo stop ai campionati. “Per tutti noi è un momento terribile – afferma Matarrese – mai come in questo momento il calcio deve interrogarsi e riflettere sul proprio futuro. Un’emergenza così il calcio italiano non l’aveva mai vissuta”.

    Per il presidente dell’Assocalciatori Sergio Campana il calcio dovrebbe

    fermarsi addirittura per un anno. “Noi da tempo – ha dichiarato Campana -stiamo denunciando aggressioni settimanali contro i giocatori perchè perdono una partita: vuol dire che c’è una cultura sbagliata intorno al calcio”.

  8. La mia…

    Innanzitutto è doveroso il cordoglio per quella che al di là di ogni possibile diversità di vedute è una vittima, una persona che ha detto addio al mondo ed alla sua famiglia.

    E questo credo sia d’obbligo, senza confondere quella che può essere un’opinione personale contrastante su quanto accaduto ieri sera a Catania con il rispetto per i valori della vita umana, imprescindibili e, secondo me, totalmente al di sopra di ogni discussione.

    Che poi ci si ritrovi imputati unici della situazione difficile che attraversa il calcio italico non è una sorpresa, lo si sapeva, lo prevedeva il disegno messo in piedi per destabilizzare le curve intese come punti di aggregazione giovanile e motore di generazioni che in un modo o nell’altro si oppongono al sistema imperante. Piuttosto credo sia logico sottolineare l’unica incongruenza con i numerosi altri episodi di violenza legati direttamente o indirettamente allo sport in Italia e nel resto del mondo. A lasciarci le penne stavolta è stato un agente di Polizia, un uomo come molti altri ma con quella divisa addosso e quindi “rappresentante dello Stato”, e per questo riconosciuto come “sovrano”.

    Ecco l’unica vera differenza, non la sua morte ma il suo status. Perchè altrimenti verrebbe davvero da prendere e cambiare patria: non mi vorrete mica dire che il calcio si ferma per la sua scomparsa? E perchè il business non ha nemmeno rallentato la settimana scorsa quando alcuni calciatori hanno massacrato ed ucciso di botte un dirigente? E perchè questo pianeta di borsa ed affari non ha aperto bocca per l’omicidio di Julien ad opera di una divisa blu dopo l’incontro PSG-TelAviv? E perchè a Pescara viene lanciato un lacrimogeno ad altezza d’uomo che colpisce al capo un giovanissimo ultras partenopeo salvo miracolosamente dopo una settimana di coma? E perchè Genoa-Milan continua e finisce senza alcun problema nonostante nel pre-partita abbia perso la vita Vincenzo Claudio Spagnolo? E perchè Celestino Colombi e Giuseppe Plaitano non hanno ancora giustizia e sono finiti nel dimenticatoio?

    C’è qualcosa che non va in questo ragionamento? Ditemelo voi, perchè io ci penso e ci ripenso da ieri sera… ero a cena con la BrigataRemo, parlavamo degli sconti del derby siciliano ma non si sapeva nulla del tragico fatto accaduto: ad un certo punto la tv di LesFerdinand cattura la nostra attenzione, EdizioneStraordinaria del TG1. “Sarà la solita cazzata pubblicitaria!” dice Gep, ed invece il moralista di turno parte con lo scoop. Silenzio a tavola e tutti a cercare di capire bene cosa sia successo, a seguire le immagini che arrivano dal “Massimino”, a sentire le sentenze affrettate di chi, senza autopsie o indagini, ha già decretato cause, motivi e colpevoli della morte del poliziotto deceduto. Ma come? Di solito non dovrebbe cadere il silenzio su vicende come questa ed aspettare di verificare il tutto prima di sparare giudizi? Allora il piccolo Lorenzi l’ha ucciso la stampa e non la sua dolce mammina? Allora ViaPoma è solo un’invenzione giornalistica? Allora la UnoBianca è solo un film ad episodi di stampo americano? Allora UnaBomber ha manipolato da solo le sue prove e l’ingegner Zoratti si incolpa per manie di protagonismo?

    Beh, io una mia opinione ce l’ho…

    Personalissima, condivisibile solo da chi vive il nostro stesso mondo probabilmente. Fermare i campionati non serve a nulla, si fermassere loro e riflettessero su cosa hanno costruito: UNO STATO DI POLIZIA. Una nazione sotto sorveglianza dove trionfa la contraddizione, dove un pedofilo ed un killer di professione escono di galera grazie ad uno sconto della pena ed un ultras si fa tre anni lontano dalla sua passione solo per aver voluto dare colore al suo settore con una torcia o un fumogeno innocuo… un’Italia dove vince chi ha più potere, dove in Parlamento si ritrovano drogati e pervertiti che nessuno ha votato ma che il Partito ha deciso di far accomodare con il lauto compenso mensile e le immunità che non permettono nemmeno di indagare su eventuali collusioni o clientelismo. Ci viviamo qui, e qui moriremo, ed allora VIVIAMO DAVVERO.

    Con i nostri difetti ed i nostri pregi…

    MA RESTIAMO QUEL CHE SIAMO!

  9. Mai come in questo momento, questa canzone rispecchia il mio pensiero…

    non basta il tifo nella tua vita.

    nella tua squadra è fede infinita

    in settimana fai gli striscioni

    e poi domenica inneggi ai campioni.

    ragazzo ultrà

    nella tua curva passi le ore.

    scrivi gli slogan ricco d’onore.

    i polizziotti ti dan la caccia.

    è già famosa ormai la tua faccia.

    ragazzo ultrà

    zighidà zighidà zighidà

    ragazzo ultrà

    un nuovo nome ti hanno già dato.

    pazzo teppista emarginato.

    i giornalisti voglion spiegare.

    solo che un ultras ti può capire.

    ragazzo ultrà

    (Ragazzo Ultrà-Statuto)

    Statuto…sempre un passo avanti!

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