Arrapati di pallone

“Se solo potessimo contare sulla rosa della passata stagione probabilmente potremmo essere al vertice del Campionato e giocarci a tutti gli effetti la promozione in Serie D!”, questa la frase ricorrente sugli spalti dell’Arnale Rosso, sotto il Castello, nei bar della città, in queste settimane. Non per screditare il grande impegno profuso dai ragazzi che scendono in campo ogni domenica, ne tantomeno per esaltare le gesta di chi comunque avrebbe potuto offrire di più rispetto al reale rendimento mostrato nel corso dello scorso torneo. Solo per riflettere sulle potenzialità di quella che a tutti gli effetti era la terza forza, alle spalle di Cassino ed Almas, e che, riproposta in questa nuova avventura, avrebbe sicuramente proiettato la formazione rossoblu nei quartieri altissimi della graduatoria, tenendo conto del livellamento “in basso” dell’aspetto tecnico medio delle squadre presentatesi ai nastri di partenza agli inizi di Settembre. E considerando anche il fattore di non poco conto relativo allo spostamento nel Girone A della corazzata di Mister Durante e del bizzarro Anzio caro al simpaticissimo Presidente Rizzaro e forte delle capacità messe in campo dal tenace Pernarella. Certo la concorrenza, che porta i nomi di Terracina, Morolo e Cecchina, senza dimenticare il temibile Cynthia, non è così irrisoria, ma di sicuro, anche secondo il parere degli addetti ai lavori, l’equilibrio che regna in questo Campionato di Eccellenza 2005-2006 è dettato dal notevole ridimensionamento tecnico che ha coinvolto un po’ tutte le formazioni, dalle “romane” alle “ciociare”, con la conseguenza che anche una squadra come la nostra abbia la chance di respirare aria di vertice, con le dovute avvertenze note a tutti però.

Va elogiato lo spirito di gruppo di Rizzi e compagni, va reso merito alla buona dose di fortuna che non guasta mai e che continua ad accompagnarci, come naturale e logica risultanza delle clamorose proteste avanzate all’indomani di reali e/o presunti torti arbitrali così condizionanti da ribaltare l’esito del campo. La Dea Bendata ci ha preso per mano, sospinta sulle fasce dalla continuità di rendimento dell’ottimo Fiore, dalla verve di un determinato Sorrentino, dalla voglia di vincere del giovane e promettente Marrocco, fortificata dalla superba stagione di Campobasso e del sempreverde Capitano. Ed è così che ci ritroviamo lì, con quella matematica che ci fa sentire ancora in corsa per la prima piazza.

Un ulteriore argomento in grado di avallare le nostre parole quando diciamo che si tratta di un torneo di profilo mediocre è evidente se andiamo ad osservare le statistiche relative alle sconfitte subite dalle prime della classe: 5 per Pistolesi e Volante, 6 addirittura per Turazza e company. Un dato eloquente, a cui vanno aggiunte le irrisorie distanze che separano le prime dalle dirette inseguitrici, come pure le ultime dalle squadre a rischio. Ecco quindi che una vittoria riesce a far tornare il sorriso, anche se solo sette giorni prima si è usciti sconfitti per la sesta volta in un anno e mezzo nei confronti con il Terracina. Ecco che tre punti fanno sbocciare l’arcobaleno! E all’orizzonte una notizia interessante che può intrigare…

Uno spunto che merita apprezzamento e stima ce lo offre la Polisportiva Gaeta che, con un comunicato ricco di “mea culpa” e tentativi di giustificazione, presenta comunque le sue scuse alla cittadinanza tutta ed in particolare modo ai propri simpatizzanti per la sconfitta rimediata nel coloratissimo derby del Golfo. Un atto di coerenza e riconoscenza che probabilmente rappresenta l’eccezione che conferma la regola, un gesto che ci sembra di poter definire nobile e che speriamo non resti isolato, anche perché, fa male ricordarlo, sono tanti gli sconti persi in queste ultime stagioni nei confronti con le formazioni “vicine di casa” e niente si è mosso! Fa nulla, non è questo che pregiudica una scelta o un comportamento, vero? Piuttosto quel che farebbe in un certo senso piacere potrebbe essere rappresentato da un atteggiamento più elastico e democratico di tutte le figure rientranti nello scacchiere fondano, senza nessuna esclusione. Farebbe piacere una maggiore coerenza, gradiremmo che il rispetto fosse dominante su qualsiasi polemica o presa di posizione, e che anche i meno moderati divenissero “di carne e ossa”, uomini, ed in quanto tali responsabili, con i propri diritti ed i propri doveri, con le proprie idee e valutazioni da difendere limpidamente se altri hanno il coraggio e l’eleganza di esporre pareri discordanti, proposte alternative, sollevando dubbi e chiedendo delucidazioni doverose. Già questo contribuirebbe a ristabilire un clima di serenità. Anche perché le opinioni e le linee di condotta non hanno la connotazione di una farfalla dal disinvolto volare di fiore in fiore. I pensieri restano, e resteranno!

Se poi vogliamo discutere anche di calcio giocato allora dobbiamo dire con gioia di aver assistito alla più bella ed avvincente gara dell’intera stagione, naturalmente resa ancora più gloriosa e da ricordare per il risultato finale che premia la nostra ciurma. Una partita giocata a viso aperto da entrambe le formazioni, un equilibrio generale che però non faceva annoiare i sempre più pochi presenti all’Arnale Rosso. Pali, traverse, miracolosi interventi degli estremi difensori, una giusta misura di agonismo e grinta, quel pizzico di cattiveria sportiva che sarebbe il caso di tirare fuori anche nelle partite più sentite, ed ecco che il Fondi stende il Velletri. Non dice fandonie Pascucci quando parla di una partita che sarebbe potuta terminare con qualsiasi risultato, perché le squadre hanno creato, e molto. Un doveroso ringraziamento sentiamo di doverlo rivolgere al povero Bologna che con il senso del goal del miglior Pippo Inzaghi ha messo dentro la palla del 2-1 dopo l’azione caparbia del mini bomber Marrocco ed il tiro non trattenuto dall’ottimo Pepe. Magari ogni domenica potessimo assistere ad un calcio così scoppiettante, un calcio che forse lascia a desiderare sotto il profilo tattico ma che riempie gli occhi. Nella mattinata di domenica ci aspetta un nuovo derby, al “Perrone” di Formia, un appuntamento di prestigio per due città dalla grande tradizione calcistica, due città “arrapate” di pallone.


…mani in alto!


…pochi ma "belli"!


..i soliti esaltati!


…chiamate la neuro!