La trasferta di Vibo

Stanchi, sporchi
…ma felici

La prima trasferta di campionato ci regala tre punti, bel gioco ed il ringraziamento degli undici in campo. Cosa si potrebbe chiedere di più dalla vita? Qualcuno risponderebbe:un lucano. Noi, invece, malati di calcio, birra e donne, vi rispondiamo: una calabrese. Magari come quella che continuava a camminare sotto la Tribuna Laterale a Vibo “rubandoci gli occhi”, prima di accorgerci che la partita era già iniziata.

Per quel che riguarda il risultato, forse insperato, vi rimandiamo alle cronache della stampa e delle tv, a quelle pseudo emittenti locali che danno la possibilità ai tanti che la domenica preferiscono la Serie A,  di “trastullarsi” mandando messaggi senza senso, parlando di ciò che non hanno visto, godendo per una vittoria e piangendo per una sconfitta. Ormai ci conoscete, non chiedeteci chi ha segnato o chi ha fatto l’assist; chi ha giocato o chi è stato sostituito…fortunatamente, guardiamo altro.

Per il bel gioco, che sembra ormai una prerogativa del duo Parisella-Marini, non c’è molto da dire. La squadra gioca, fa girare il pallone, verticalizza, pressa, temporeggia, attacca e soprattutto…lotta! Ed è commovente vedere la squadra battersi su un fallo laterale anche se in vantaggio di tre segnature, come se fosse l’ultimo pallone utile della partita, come se fosse il pallone di una finale, come se si giocassero molto più di tre punti. Anche i nuovi arrivati si sono ambientati bene, Tamasi è un mastino inesauribile e Konate un bomber di riserva che taglia a fette le difese avversarie.

E forse, il segreto di questo inizio di stagione su ottimi livelli, sta proprio nella compattezza di un gruppo di giovani vogliosi e battaglieri, che in due settimane ci hanno regalato più emozioni di quelle vissute la passata stagione e che a fine gara hanno applaudito i quattro indomiti ultras rossoblu che si sono sobbarcati 1100 chilometri pur di star vicino a questi colori, tra mille difficoltà, senza Tessera ma con una passione irrefrenabile, che fa andare oltre gli ostacoli ed oltre le distanze, pur di girare lo Stivale appresso a quei due colori. Ma questo è un altro discorso, forse troppo impegnativo, che in pochi riuscirebbero a capire e che forse nemmeno la bella calabrese che ci ha rubato il cuore potrebbe comprendere…seppur sempre d’amor si parla!