In casa con il Campobasso

Noi vogliamo
gente che lotta

Lo abbiamo ripetuto più volte e lo ripeteremo fino al prossimo agosto, quando inizieranno ad arrivare le prime facce nuove, per quella che si prospetta come un’epurazione in grande stile. L’ennesima rivoluzione, speriamo fruttifera questa volta, dato che nel passato recente abbiamo visto sbarcare a Fondi “tronisti&villeggianti” più che gente vera e pronta a dare l’anima per i nostri colori. Direte voi, come si può pensare oggi, nel 2011, che i componenti di qualsivoglia rosa possano diventare “bandiere” o che perlomeno lascino un segno tangibile nei cuori di Noi ultras!?!

Ce lo siamo chiesti anche Noi, dopo averne viste tante ed averne vissute ancor di più, dai confini svizzeri a quelli mediterranei, scendendo gli Appennini e toccando tutta l’Italia meridionale, comprese le Isole. Ce lo siamo chiesti mentre un manipolo di amici, incuranti della pioggia, del sole e delle distanze, portava in giro per lo Stivale un pezzo di cotone dal significato unico. Ce lo siamo chiesti mentre il nostro transit costeggiava il mare di Sicilia, mentre percorreva l’Autostrada del Sole e mentre “diceva basta” in un Autogrill nei pressi di Bologna, con il personale allarmato per 9 corpi stesi a terra esausti ma sorridenti. Ce lo siamo chiesti mentre guardavamo dall’alto dei nostri “oblò” la Sardegna in tutta la sua bellezza, con quella hostess rompi coglioni che farebbe di tutto pur di vendere i suoi “profumi” e mentre salivamo le scalette di un AZ7117 grattandoci i coglioni in vista di Trapani.

Ce lo siamo chiesti e a malincuore, ma senza sorprese, siamo giunti ad una conclusione che non ci ha stupiti, sicuri del fatto che nel calcio di oggi, fatto di bambole e burattini; soldi e danari; checche e scommettitori; politici e lucratori, difficilmente incontreremo sulla nostra strada persone pure e vere, disposte a tutto pur di onorare i colori stampati su una maglietta, incuranti di offerte lecite o meno, sperando di poter diventare un idolo per “quelli della Curva”.

Di gente come Signorini, Scirea, Facchetti, Bulgarelli e Di Bartolomei non ce n’è più e nemmeno i più odierni Maldini, Totti e Del Piero hanno successori che possano farli dimenticare. Oggi, il calciatore, è tutto tranne che una “bandiera” e di una città conosce solo banche, agenzie di scommesse e discoteche (ogni riferimento è puramente voluto). E diventa difficile, di questi tempi, trovare fiato e voce per poter intonare dei cori, quando in campo vanno 11 elementi che di onorare la maglia non ne sentono il bisogno!

Ed ecco perché, una domenica come quella passata, fatta di sventolio, manate, cori e treni, con un tifo su buoni livelli per tutti i novanta minuti, condito da “messaggi chiari” a chi crede di essere intoccabile, deve essere considerata una prova eccezionale, rapportata al momento disastroso che vive la squadra ed alla “stagione drammatica” che vive il Movimento Ultras italiano. Una domenica tra le più belle della stagione, infischiandosene del risultato e badando solo ed esclusivamente alla nostra casa, la Curva Iacuele!

NOI SIAMO LA IACUELE…mettetevelo in testa!

5 pensieri su “In casa con il Campobasso

  1. Nella rosa attuale, di gente come Pannozzo, Iossa, Fiore, Festa, Ambruoso, Formidabile, Tufano, Violante, Branicki non se ne vede nemmeno l'ombra.

    Erano prima uomini e poi calciatori esemplari che hanno scritto la storia del Fondi e mai nessuno, nemmeno il più avido dei consulenti di mercato potrà mai cancellare le loro gesta

    Resta il fatto che per l'ingordigia di qualcuno, quest'anno siamo andati in bianco, senza emozioni, senza attaccamento alla maglia, senza carisma, senza ………. uomini veri.

  2. …in circostanze come quella che stiamo vivendo è semplice e quasi naturale generalizzare, io però credo che alcune eccezioni, a dire il vero rarissime, ci siano comunque state. Resta comunque più giusto non distinguere, d'altronde se un pò tutti, Società compresa, si augurano che il Campionato finisca qualcosa vorrà pur dire. Di sicuro lo scorso anno abbiamo avuto a che fare con gente più umile, pronta al sacrificio, affamata di vittoria. Il Professionismo, volenti o nolenti, ci proietta in altre situazioni, prima fra tutte il protagonismo dei calciatori, che dalla C diventano veri e propri "prestatori di lavoro", e quindi molto meno attaccati alla maglia rispetto ai Campionati di categoria inferiore, anche perchè da un anno all'altro cambiano casacca, città, appartamento, ecc… tra due settimane inizierà, a tutti gli effetti, la Stagione 2011-2012 e l'auspicio è che "le menti pensanti" del Fondi Calcio capiscano dove e cosa hanno sbagliato, facciano un passo indietro e comprendano che dagli errori si può e si deve ripartire. Ma, come disse una bella testa tempo fa, "…dalle macerie, e non con le macerie".

    CURVA ANTONIO IACUELE
    …ultimo baluardo di fondanità

  3. Il calcio, professionistico e dilettantistico, fatto con calciatori senza stimoli e motivazioni porta agli scarsi risultati dovuti alla mancanza di attaccamento alla maglia e all'assenza di sacrificio.

    Se invece l'attuale stagione fosse stata affrontata con qualche uomo in più in campo e qualche affare in meno nelle stanze dei bottoni, allora avremmo gioito maggiormente in questo primo anno tra i prof.

    Inoltre "le menti pensanti" hanno già fatto un passo indietro, ma solo ufficialmente perchè poi di fatto sono sempre le stesse persone a gestire la società.

    Non vedo luce all'orizzonte.

  4. A proposito, davvero belle le scritte fuori allo stadio…

    Particolare il "botteghino"! ehehehehhe

    un saluto a chi mi ha salutato!

    CAMPOBASSO NON TESSERATA

  5. Arrivati al botteghino avevamo finito la pittura e il fondocassa…sarà per quest'estate 😉

    Saluti

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