Orgoglio e Passione







Eccola! Seconda gara casalinga, il Quarto Turno di Campionato ci riserva il Flaminia, compagine che arriva al “Purificato” da capolista. Il sempre meno imprevedibile sorteggio di metà Agosto ci regala due turni casalinghi in successione, Domenica sarà la volta del Sanluri tra le mura nostre amiche. Poco si conosceva dei civitonici prima della gara, ancora meno dopo la stessa. Sarà per via del fatto che il Fondi è temuto quando gioca sul sintetico di Via Arnale Rosso, ma i rossoblu viterbesi sono sembrati poco inclini al gioco del pallone, guardandosi bene dallo scoprire le proprie carte e badando più a non prenderle che a darle. Va comunque detto che se il palo colpito da Capitan La Cava avesse preferito la rete al legno, ora forse staremmo parlando di altro, maledicendo magari l’avanti civitonico.

Dopo un Primo Tempo scarno di emozioni nonostante le occasioni di Balzano, traversa compresa, saliva in cattedra il teutonico Branicki, che si guadagnava un rigore grazie alle sue doti natatorie, ricordandosi di un’infanzia passata anche tra le vasche della Piscina Comunale di Varsavia. Non che il rigore non fosse sacrosanto, questo sia chiaro, ma in queste categorie e contro avversari d’alta classifica, l’esperienza e la furbizia non vanno lasciate nello spogliatoio. Grande gesto quello di lasciare a Tufano il compito di infilare il povero estremo difensore viterbese, sperando in una “nuova vita” d’ora in poi per l’ala campana, che non ha particolarmente entusiasmato in questo avvio di stagione. Il forcing dei padroni di casa non tardava a maturare i propri frutti e Balzano legittimava la vittoria su un batti e ribatti sottoporta dopo che il rigenerato Tufano aveva pennellato un cross sulla fronte dell’ariete polacco. Toccava poi ad Ambruoso sostituire Celli su una punizione dei civitonici, che solo grazie alla reattività del centrocampista sulla linea di porta, non regalava alla gara i classici minuti di fuoco finali, mettendo la parola fine sulla disputa. C’era il tempo per vedere all’opera anche il neo acquisto Marco Di Maio, giovanissimo ma con un curriculum invidiabile. Impiegava poco tempo per mettersi in mostra, rubava palla a centrocampo, metteva in riga due avversari e lasciava partire un tiro da fuori area che si stampava sulla parte alta della traversa, insomma un saggio del suo repertorio in poco meno di 30 metri di campo. Se queste sono le credenziali, i portieri avversari dovranno sudare molto per far rimanere la propria porta “illibata”.

Certo, quando i risultati arrivano, l’entusiasmo non tarda a contagiare gli spalti di qualsiasi settore di uno stadio. Almeno questo è ciò che succede… quasi ovunque, quasi appunto, perché il pubblico fondano sembra essere immune da qualsiasi forma di pura emozione, anche la più pacata, tanto che di applausi se ne contano pochissimi, di urla di incitamento ancor meno e persino in occasione delle segnature la maggior parte di essi rimane seduto, incollato su quelle tribune, quasi assente ed indifferente. Come dicono in molti, “se non ci fossimo Noi a dare un po’ di calore e colore sarebbe un mortorio… un teatro, una facile trasferta per qualsiasi avversario!”, per fortuna che così non è, e non sarà mai! Tutto ciò, mentre a pochi chilometri da qui e precisamente in terra volsca (come amano chiamarla loro), a Sora, gli ultras, i tifosi ed i semplici sostenitori bianconeri si stanno adoperando in tutti i modi, non disdegnando di alleggerire il proprio portafoglio, per salvare la Società e dare un futuro al calcio in Città. Insomma gente, guardate ed imparate!