Democraticamente Fondi

 

 

…il bello ed il brutto della libertà di parola, di espressione, di giudizio. Le emozioni ed i pareri contrastanti, festeggiamenti e trionfalismi contrapposti ad applausi di rito. Tutto questo, ed il contrario naturalmente, per riassumere novanta minuti dominati, in lungo ed in largo dal Fondi, nel derbyssimo col Terracina al di là di ogni più rosea previsione. A qualcuno è valso a ripagare dalla cocente sconfitta rimediata nella gara d’andata, quando al “Riciniello” di Gaeta i rossoblu finirono per soccombere proprio con lo stesso risultato. Ad altri, i più per il vero, è valso semplicemente a proseguire la marcia per attestarci al vertice del Girone B in vista di un infernale finale di stagione, dentro e fuori dal rettangolo verde. Ecco perché la goleada con cui il Fondi ha sommerso i malcapitati tigrotti non ha entusiasmato completamente il pubblico, numeroso a prescindere da condizioni climatiche proibitive, dello Stadio “Purificato”. Le esperienze degli ultimi anni, ed una, volenti o nolenti, tradizione calcistica decennale hanno insegnato che di fronte ad affermazioni “in scioltezza” anche i sostenitori più incalliti possono perdere lo stimolo, l’immancabile spinta per accompagnare la partita con cori e battimani. E questo è quello che è accaduto sugli spalti, fortunatamente solo nella ripresa però, dopo una prima frazione più che “rumorosa”.

 

Ritrovarsi, quasi con meraviglia, a condurre un derby contro l’ostico Terracina con tre-quattro reti di differenza senza una fatica o comunque con poche difficoltà, dopo nemmeno un tempo, ha tagliato le gambe agli avversari ma ha anche avuto come conseguenza addormentare lo Stadio in un clima solo lontano parente di quello che vorremmo si creasse sempre. A surriscaldare gli animi, va detto, ci hanno pensato i giocatori del Fondi andati in rete e clamorosamente distanti km e km dal settore degli ultras nel momento dei festeggiamenti delle singole realizzazioni. Un atteggiamento che non è andato giù a chi da anni ha messo al primo posto la passione per quella maglia e pretende almeno un po’ di rispetto e considerazione, se non altro almeno nei momenti in cui tutto il “giocattolo” si riunisce per festeggiare una rete o una bella vittoria. Ebbene, l’ennesima “incomprensione” tra alcuni giocatori e la nostra piccola grande Famiglia stavolta è almeno andata “risolta”, o per lo meno chiarita con chi di dovere per far sì che una volta per tutte si smetta di individuare negli Old Fans un qualcosa che può destabilizzare l’ambiente e si ritrovi nei nostri occhi la carica che può fare la differenza da adesso alla fine.

 

Tra il considerare il 4-1 “la vendetta per quanto accaduto nel girone di andata a Gaeta” ed “un altro passo avanti verso il traguardo finale” se ne sono andate poi le solite riflessioni di “addetti ai lavori e sostenitori”. Con una consapevolezza che non ha mai smesso di crescere, Domenica dopo Domenica. Il riferimento, non ce ne vogliate, è alle clamorose reti siglate da alcune formazioni nostre dirette avversarie nelle partite di fine mese. Complici grossolani errori dei numeri uno opposti o decisioni arbitrali a dir poco discutibili, fatto sta che una in particolare delle nostre principali out-sider sembra essere in vena, bagnata da tanta di quella fortuna da far rabbrividire anche la Dea bendata. Certo è che, continuando con il target intrapreso dall’inizio della gestione Parisella-Carnevale, al momento il futuro del Fondi Calcio sembra essere legato solo ed esclusivamente alle proprie gesta, ai propri risultati. Ed è questo a farci sorridere e rasserenare, perché gli ultimi anni (almeno gli ultimi quattro) hanno vissuto, in questo Girone B così strano ed equilibrato, finali thrilling, con sorprese vere e proprie, scossoni dettati da “decisioni” partorite in colpevole ritardo e classifiche aggiornate, e rivoluzionate anche a bocce ferme. Il tutto alla faccia della correttezza e della trasparenza amministrativa. Tra cumuli di cartacce e ricorsi, tesseramenti e designazioni arbitrali sconcertanti, guardalinee che vivono a trecento metri dal terreno di gioco e strutture sempre più desolatamente abbandonate a sé stesse. E nonostante tutto e tutti resta lo sport più amato. Ma se dipendesse da loro…