Nervi saldi


Commentare la gara casalinga che ci ha visto opposti al temibile Albalonga è decisamente problematico ma, come al solito, proveremo a farlo, con il nostro immancabile punto di vista, le nostre riflessioni. In alcuni casi, per raccontare o riassumere “la nostra partita” abbiamo fatto ricorso ad un singolo episodio dal quale sviluppare in seguito il discorso, in altre occasioni ci è sembrato più giusto concentrare il commento su ciò che è scaturito dal risultato finale della gara, rarissime volte ci siamo trovati di fronte ad un bivio: attenerci al presente o proiettare più in là nel tempo quella che è stata oggi la risposta del campo (e non solo)? Ebbene, nello scrivere di Fondi-Albalonga è questo quello che cercheremo di fare. Brevemente, per non essere troppo noiosi, con un unico scopo: tentare in tutti i modi di capire perché il Fondi nel momento di accelerare e dare una scossa al Campionato sembra rintanarsi nel proprio guscio e stenta ad imporsi con quell’autorità che, stando ai nomi della sua rosa, potrebbe e dovrebbe garantire contro ogni avversario e su qualsiasi campo.


Paura di essere “grandi”? Non può essere questa la risposta! Avete letto il passato di buona parte della nostra flotta? Non è ammissibile credere che si tratti di difficoltà a livello psicologico. Allora resta più semplice, logico d’altronde, attribuire la difficoltà del decollo all’avversario di turno, seppure tutt’altro che insuperabile, come accaduto appunto nella sfida con l’Albalonga. Ospiti ormai senza nulla da chiedere al torneo, privi di un paio di pedine importanti, tra cui il bomber Molinari, e pareggio finale, frutto di una contro-rimonta: vantaggio Albalonga, poi pari e sorpasso rossoblu, rete del 2-2 a pochi minuti dal termine. Un solo punto da aggiungere al bottino raccolto, un mezzo passo falso interno che pregiudica quanto di buono fatto fino ad allora. Dopo la beffa subita nel pantano di Colleferro non arriva la vittoria dell’orgoglio ed il Fondi perde terreno rispetto alla sua avversaria principale di questa intensa fase del Campionato, il Formia.


Le emozioni si moltiplicano all’istante, gli sbalzi d’umore, le difficoltà, gli ostacoli che sembrano insormontabili. È logico allora che il clima diventi incandescente quando al termine della stagione mancano sempre meno giornate. Ed ogni turno assume la valenza di “tappa di avvicinamento”: ogni squadra corre incontro al proprio destino, a quel Futuro che contribuirà a decidere. Con le sue prestazioni in particolar modo. La tensione è evidente ed è sintomatico come ogni risultato, anche e soprattutto a partite in corso, sia capace di rovesciare completamente l’umore, in campo e sugli spalti. Un tourbillon di sensazioni, dalla serenità all’ansia, dalla felicità alla rassegnazione, mutamenti esagerati legati a volte all’esito di un banale passaggio, fonte di sorriso e fiducia se indovinato, preoccupazione e timore se sbagliato. Il motivetto è sempre lo stesso, ed è anche destinato a lievitare sensibilmente nelle prossime settimane, man mano che l’orizzonte inizi a regalare i primi spicchi di terra ferma. Mantenere i nervi saldi, come si dice in questi casi, è d’obbligo! Ma sarebbe il caso di dire che è il consiglio da rivolgere a tutti.