Ezio Vendrame

UNO di NOI

Nuovo l’appuntamento e nuovo il personaggio leggendario. "Genio e sregolatezza" tutte in un solo giocatore: Ezio Vendrame! A voi…


Ezio Vendrame

Nasce a Casarsa (Pn) il 21 Novembre 1947. Cresciuto in un orfanotrofio, avrà poi un’infanzia difficile che lo segnerà per tutta la vita. Come calciatore, si distinse presto indifferentemente nei ruoli di ala o mezzala, e grazie alla sua abilità con la palla iniziò una trafila tra le giovanili in squadre minori friulane che lo fece alfine approdare all’Udinese.

 

Nell’estate 1971 esordì in serie A con il Lanerossi Vicenza, proveniente dal Rovereto: diventerà presto un idolo per i tifosi biancorossi, sebbene non abbia mai sfondato davvero nel mondo del calcio. In verità Vendrame rappresenta uno dei più grandi talenti, purtroppo inespressi, che il calcio italiano abbia prodotto negli anni ‘70, alla stregua di un George Best italiano. L’allora presidente della Juventus, Boniperti, amava paragonarlo all’argentino Kempes. Con il suo modo di fare scanzonato, l’aria da hippie, i capelli lunghi, il suo spiccato anticonformismo, si accattiva fin da subito le simpatie dei tifosi biancorossi, per i quali sarà un idolo indimenticato. Leggendarie sono le sue "stravaganze", dalla gallina portata in giro al guinzaglio, alle serate di baldoria prima delle sue migliori partite. In campo mostra a sprazzi le sue grandissime doti e il suo piede "fatato", alternando scampoli di altissima classe a prestazioni grigie: Vendrame ha più volte sostenuto di giocare a calcio solo ed eslusivamente per soldi e che il resto gli interessava poco…

Fra i moltissimi episodi curiosi di cui si è reso protagonista, i tifosi biancorossi ricordano quando, trovandosi a centrocampo, in contropiede, nella posizione più avanzata, senza compagni davanti da servire, salì con entrambi i piedi sulla palla portandosi le mani alla fronte, come per scrutare ironicamente l’orizzonte. Un altro episodio risale a qualche tempo dopo, quando indossava la maglia del Padova: in una partita a dir suo combinata e destinata allo 0-0, per dare una scossa ai presenti dribblò la sua intera squadra da un lato all’altro del campo senza che nessuno potesse fermarlo, fino a fintare il tiro davanti al proprio portiere, per poi ritornare indietro. Famoso, sempre con il Padova, anche il suo gesto di soffiarsi il naso sulla bandierina del corner e di dichiarare polemico ai tifosi avversari dell’Udinese che da quella stessa posizione avrebbe realizzato il gol: cosa che puntualmente accadde.

Dopo tre anni a Vicenza passa al Napoli disputando tuttavia solamente tre partite in Campionato, ignorato dall’allenatore azzurro Luis Venicio. La sua carriera quindi prosegue nelle serie inferiori, tre anni nel Padova in Serie C e poi tra i Dilettanti, prima nel Pordenone, poi nello Junior Casarsa, sempre con appiccicata addosso l’etichetta di genio inespresso. Ritiratosi a vita privata nella campagna friulana, dedicandosi ai suoi hobby (suonare la chitarra e scrivere poesie…), ha allenato le giovanili del Venezia e pubblicato alcuni libri nell’ultimo decennio in cui raccoglie le sue esperienze di vita e di calciatore (fra i quali "Se mi mandi in tribuna godo"), nel quale ricorda fra i suoi pochi rammarichi, il tunnel fatto al suo idolo, Gianni Rivera , quasi come una mancanza di rispetto verso il grande campione del Milan. Questo è davvero un personaggio, ragazzi.

Un pensiero su “Ezio Vendrame

  1. Ezio, il mio mito!!!

    Non potete immaginare quanto piacere mi fa ricordare uno dei piĆ¹ grandi anarchici italiani del mio tempo delle figurine.

    Ragazzi, grazie e se capitate dalle sue parti in Veneto andatelo a trovare evitando i convenevoli. Vive in una sorta di capanna con i suoi adorati cani, scrive poesie e se gli va parla di un mondo del calcio (come nell’intervista) che neppure immaginiamo.

    Grazie

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