ACAB 1a puntata

Giustizia per Julien

E’ stato scarcerato il poliziotto che Giovedì 23 Novembre ha ucciso un tifoso del Paris Saint Germain negli scontri seguiti alla sfida di Coppa Uefa contro l’Hapoel Tel Aviv. L’agente aveva preso le difese di alcuni sostenitori israeliani inseguiti dopo il match da un gruppo di ultras parigini. Dopo aver sparato due lacrimogeni il poliziotto aveva ferito a morte con un colpo di pistola un tifoso di 25 anni. Secondo il procuratore di Parigi, intervistato dal quotidiano “Le Parisien”, la reazione dell’uomo era stata una questione di sopravvivenza per lui e la persona che stava proteggendo. Facciamo qualche passo indietro, torniamo alle prime notizie trapelate sulla vicenda: un tifoso del Paris S.Germain è stato ucciso da un corpo d’arma da fuoco esploso da un poliziotto all’esterno dello stadio del Parco dei Principi a Parigi. E’ accaduto al termine della partita di Coppa Uefa della squadra parigina contro gli israeliani dell’Hapoel Tel Aviv. Lo riferisce il sito on-line del quotidiano francese LE MONDE aggiungendo che un altro tifoso è rimasto ferito. L’incontro si era concluso con la vittoria degli israeliani per 4-2. Sempre secondo quanto riferisce il sito on-line di LE MONDE, dopo l’incontro un funzionario di polizia in borghese è corso in aiuto di un tifoso della squadra israeliana che era stato circondato e aggredito da un gruppo di circa 150 tifosi del PSG. Il poliziotto ha avuto un contrasto violento coi tifosi nei pressi della porta di Saint-Cloud, in una strada non lontana dal Parco dei Principi. “A questo punto – ha ricostruito l’accaduto la polizia francese – il poliziotto ha lanciato un candelotto lacrimogeno e, poi, per riuscire a liberarsi ha esploso due colpi di arma da fuoco”. Due tifosi del PSG sono rimasti colpiti, uno è morto, l’altro è rimasto ferito, ma non si è appreso se in modo grave o meno. In seguito lo stesso poliziotto è stato inseguito dal gruppo dei tifosi del PSG e si è rifugiato in un McDonalds. Sul posto sono confluite ingenti forze di polizia che sono intervenute per riportare la calma. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta. Cosa sarebbe successo a ruoli invertiti? Ditemelo voi perché io una risposta ce l’avrei pure ma preferisco tenerla per me. Ditemi voi cosa sarebbe successo se a morire in questo vile modo fosse stato uno degli agenti parigini e non un ultras… anche in quest’occasione i pennivendoli di tutta Europa non hanno perso tempo. Trafiletti in penultima pagina su ogni testata, al massimo riferimento agli scontri nei telegiornali, totale oscurantismo nelle prime, anche del meno venduto quotidiano di tutto il continente. Cosa vuol dire questo?

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Il 20 giugno 2007 il tribunale correzionale di Parigi sarà chiamato a decidere le sorti di quell’eroe di Antoine Granomort, sospettato addirittura di falsa testimonianza e frode. Antoine Granomort, 32 anni, rischia 5 anni di prigione, 375 000 euro di ammenda ed eventuali sanzioni disciplinari per aver inventato nel 2004 di essere stato vittima di furto, sequestro di persona e stupro! Nel maggio 2004 il tutore della legge deposita una denuncia in cui afferma di essere stato vittima di un sequestro (seguito da uno stupro collettivo!) con richiesta di un riscatto pari a 15 000 euro. Le indagini dimostrano però che tutto l’affare fosse in realtà una clamorosa invenzione. Allo scandalo, seguirono le scuse di Antoine Granomort che riconobbe di aver mentito per nascondere un debito contratto in circostanze poco chiare. Nel tentativo di ripagare il debito, il poliziotto sottrae, nel corso di una retata antidroga, 5 400 euro ad alcuni spacciatori; uno di questi, riuscirà eventualmente a minacciare Granomort derubandolo di 15 000 euro. A questo punto, il poliziotto utilizza la carta bancaria del suocero per intascare a più riprese una somma del valore di 13 200 euro. E’ a questo punto che scatta la denuncia. Naturalmente Granomort non perde il suo posto, ma viene semplicemente trasferito alla squadra mobile in missione di sorveglianza, compito che si trova a svolgere allo stadio Parc des Princes durante la partita tra PSG ed il club israeliano di Tel-Aviv. Sempre maggiori gli organi di stampa che si interrogano sulla vicenda: se Granomort ha sparato sulla folla (come ha fatto) come può affermare di aver mirato a Julien perché il giovane costituiva un pericolo per lui e per un tifoso della squadra avversaria? E se davvero ha mirato per uccidere Julien, come mai ha abbattuto anche un secondo giovane che nulla aveva a che vedere con la ressa che si era creata? Perché Antoine Granomort non portava la fascia di identificazione rendendo impossibile il suo riconoscimento come appartenente alla Polizia di Stato? Come mai lo stesso tifoso che egli afferma di aver protetto sostiene che non ci fosse mai stato il benché minimo pericolo?

7 pensieri su “ACAB 1a puntata

  1. …uniamoci all’appello, chiediamo giustizia per il fratello ultras Julien!

    A tale riguardo vi segnalo l’iniziativa promossa da diverse sigle volta all’utilizzo dell’avatar pro-giustizia sulla morte di Julien Quemener.

    Quasi tutti hanno un programma messenger per chat o lavoro. Vi chiediamo un semplice gesto per sensibilizzare i vostri contatti sulla morte del giovane tifoso del PSG, Julien Quemener, e sull’impunità del poliziotto che lo ha assassinato.

    afecionados

  2. Chi era veramente Julien Quemener, il giovane tifoso del PSG, ucciso dopo la partita PSG-Tel Aviv? Uno skinhead neo-nazista assetato di sangue? Un militante del Fronte Nazionale che non poteva più trattenere le sue pulsioni più segrete? Una bestia feroce che meritava di essere freddamente abbattuta?

    Dopo aver raccolto la testimonianza del suo migliore amico, accanto a lui durante gli eventi di quel maledetto giovedì, il “Journal du Dimanche” ha pubblicato un articolo sul giovane, le cui informazioni hanno un doppio merito: innanzitutto è il primo articolo, dopo tre giorni dall’accaduto, a fornire degli elementi su Julien Quemener. Il secondo merito è di contenere dei tratti che si stagliano in maniera decisa contro la fredda depersonalizzazione effettutata contro Julien, che lo presentava come un aggressore verso cui un poliziotto aveva tutte le ragioni di fare fuoco. Con questo articolo Julien Quemener ritrova, in senso lato e stretto, un volto umano.

    E allora, chi era veramente Julien Quemener? Il “Journal Du Dimanche” ci informa che era un ragazzo di periferia, precisamente di Savigny le Temple (Essone), e che i suoi amici non lo riconoscono nelle descrizioni fornite dalla versione ufficiale e ben pensante.

    “Patito di calcio” ma “gentilissimo” e “disponibile”, è il commento su Julien fatto da tutti coloro che lo conoscevano dalla più tenera infanzia. Un giovane uomo che non si interessava alla politica, che non era iscritto ad alcuna lista elettorale. Il primo amico venuto a conoscenza della sua morte é un giovane delle Antille, che sarà presente alle esequie. Julien, secondo gli amici, poteva talvolta proferire insulti, ma tutti testimoniano che mai essi furono di carattere razzista. Il suo amico più caro, al suo fianco durante la partita del 23 Novembre, afferma di non aver mai visto Julien battersi contro altri tifosi. Quel giovedì sera Julien Quemener è finito nella bolgia ultras: meritava per questo di morire raggiunto da un colpo di pistola in pieno petto? Perchè il poliziotto non ha sparato in aria, od alle gambe dei suoi aggressori?

    STATO ASSASSINO

    Verità per Julien!

  3. PURTROPPO ANCHE NOI ULTRAS SBAGLIAMO A NON COMPATTARCI PER COMBATTERE IN MANIERA VERA LA REPRESSIONE

    PER CAMBIARE IL SISTEMA E LA LEGGE

    BASTA COMPATTARCI E FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE AL GOVERNO

    IO PROPONGO UNA RACCOLTA DI FIRME GLOBALE BASTA ARRIVARE A 500.000 E LA LEGGE SALTA

    NO ALLA 377/01

  4. un saluto a tutti gli ultras fondani, sono un ultras formiano e ogni tanto passo di qui e questo è il mio primo intervento. Complimenti per questo articolo, anche tra “noi”(a livello ultras in generale) se ne sarebbe dovuto parlare di piu…

    Ci vediamo domani!e che vinca il migliore.

    saluti ultras

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