La trasferta di Roma(Astrea)

Ma non sarà la fine

I raggi del sole filtrano nelle minuscole fessure dell’avvolgibile e puntano dritti verso gli occhi che, seppur chiusi, non resistono alla luce e stremati alzano “bandiera bianca”. Ancora assonnato e con gli arti atrofizzati, cerchi disperatamente le ciabatte, che chissà perché non ritrovi mai dove le hai lasciate prima di adagiarti sul materasso la sera prima.

E’ sabato mattina e le strade della Città già “chiacchierano”, tra clacson strombazzanti e le solite urla. Non è proprio l’alba e le rondini volano già da un pezzo, mentre una coppia di piccioni amoreggia sul tetto dei vicini. Ci sarebbero tutti gli ingredienti giusti per tornare a stendersi, anche perché hai girato la chiave nella toppa da poche ore, dopo bagordi notturni che da tempo non ti concedevi.

Ti affidi allo spazzolino, che dovrà cancellare ogni prova ancora evidente della sera prima; confidi nel dentifricio e nel colluttorio, alleati capaci di portar via con un gargarismo il sapore di tutto ciò che hai ingerito con ingordigia. Effettui tutte le operazioni con calma apparente ed alla fine ti ritrovi con un alito a prova di pomiciata. Per almeno mezza giornata non ti diranno che hai ingerito merda.

Di lì a poco sarai pronto per l’ennesima trasferta, l’ultima della stagione, che quest’anno, almeno per Noi, termina il primo sabato di Maggio. A rincarare la dose, arriva la certezza della diretta televisiva, con fischio d’inizio alle 14, che mette a dura prova la nostra complicata relazione con la puntualità. La puntualità, l’avversario più temuto da quando giriamo gli stadi.

Mortadella e salame nelle nostre focaccine, pronte per togliere i brontolii ai nostri stomaci, che non aspetteranno certo l’una per tornare a riempirsi, il tutto “bagnato” dalla birra più scadente che offre il supermercato, quella con il sapore indecifrabile ed il tappo tagliente. L’importante è che si sia scritto “birra” sull’etichetta, il resto non conta.

Ed infatti, la carta stagnola che avvolge le cibarie non ha lunga vita e vola via dal finestrino poco dopo Latina, mentre in auto riecheggiano gli UB40, dolci melodie per accompagnare l’ultimo viaggio di questa stagione.

La strada che ci porta al “Casal del Marmo” non è per nulla complicata, peccato solo per le telecamere ogni dieci metri che ti fissano in continuazione e non ti fanno star tranquillo, così “invadenti” che verrebbe voglia di fare inversione di marcia e tornare indietro. Invadenti, ma quasi innocue a confronto con le telecamere di quegli sfigati di RaiSport, che senza nemmeno un po’ di vergogna “sponsorizzano” chi ha smania di notorietà. Fortunati siamo Noi, lontanissimi da queste logiche!

Ospitalità da ultima giornata di campionato o utopica speranza di riempire l’impianto, non riusciamo a scoprire quale sia la molla che scatena il meccanismo, ma sta di fatto che ci accolgono a braccia aperte, senza nemmeno chiederci un lurido euro per il biglietto, con tanto di guardie al proprio posto, lontanissime da Noi e dalle nostre pezze.

Tanto per cambiare, la gara non la guardiamo nemmeno e con lo sguardo cerchiamo Pisinicca e soci, appollaiati dietro un vetro talmente spesso che i nostri insulti non riescono a penetrare. Torniamo al nostro posto e visto che ci siam svegliati con l’acido nello stomaco, ricordiamo ai presenti che il loro collega Spaccarotella non è altro che un “assassino”! Insomma, oggi abbiamo i coglioni girati, ma così girati che siamo tesi come una corda!

Sarà che è l’ultima e siamo rabbiosi come cani; sarà che per ricominciare ci vorrà agosto inoltrato e senza di Lei non sappiamo vivere; sarà che ne abbiamo pieni i coglioni di tutte queste inutili “passerelle”; sarà che siamo così come ci vedete, senza Ray-Ban e guanti di pelle, senza Stone Island ed “amici nello spogliatoio”; sarà che siamo talmente diversi dagli altri, così lontani dall’apparire, che questo Mondo ormai ci ha stufati, perché Noi siamo ben altro che una semplice fotografia. Noi siamo ben altro!

Un pensiero su “La trasferta di Roma(Astrea)

  1. e tanto gia’ lo sò che avrò nostalgia…..
    e tanto già lo sò che la domenica non so cosa fare.
    e tanto già lo sò che non vedo l’ora che inizia il prossimo campionato.
    e tanto già lo so che ……………………………………………
    dove vado sto.
    DISTINZIONE.

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