La trasferta di Melfi

Esserci, sempre!

E’ mercoledì, ma non siamo in Champions. La neve di qualche mese fa ci regala questo recupero infrasettimanale al quale avremmo fatto volentieri a meno, ma c’è da raggiungere Melfi e la Basilicata e c’è da portare in giro per l’Italia l’ormai famoso pezzo di stoffa. A guardare i componenti della solita monovolume, vanno via tutti i pensieri e riaffiorano i sorrisi sui nostri volti. Cosa potranno mai capire gli altri?

Fuggiamo dal lavoro e dalla noia e ci mettiamo in viaggio per l’ennesima trasferta stagionale, la diciottesima  tra campionato e coppa, senza contare le amichevoli estive. Diciotto tappe di un giro d’Italia ancora lungo, molto lungo, senza maglie rosa o ciclamino, senza gran premi di montagna e classifiche a punti, ma con un solo “scopo” che ci fa andare avanti, ovvero assicurare la nostra assidua presenza.

Già, per il solo gusto di dire “ci siamo”. E di questi tempi, esserci vuol dire tanto, tantissimo, se si pensa che in molti rimangono a casa, altri hanno pensato bene di tesserarsi e molti altri ancora hanno cambiato idea in corso, chi per la classifica e chi per altri motivi che, sinceramente, non ci interessano. Esserci, per poter dire un domani “Noi c’eravamo”, e poco importa se dentro o fuori, poco importa se il più delle volte bisogna accontentarsi di un balcone, di un pianerottolo o di un cortile.

A Melfi, ad attenderci, le porte chiuse del cancello della discesa che porta al settore ospiti, chiuso chissà da quanto tempo vista la ruggine, ma per fortuna, facilmente aggirabile. Giù alla discesa, uno steward che non avrà mai l’onore di vedere le nostre facce da vicino, visto che, seguendo l’esempio di altre tifoserie non tesserate giunte qui prima di Noi, decidiamo di gustarci la partita da una collinetta alle spalle della curva di casa.

Strana la vita e strana questa Tessera, visto che l’anno scorso venimmo qui a Melfi per la prima trasferta in Serie C ed entrammo in Tribuna Centrale. Ora, invece, dobbiamo accontentarci di un “settore” più distante dal campo, ma almeno non siamo costretti a sborsare 18 vergognosi euro come lo scorso anno.

Assistiamo a novanta minuti di nulla, tra due squadre incapaci di oltrepassare la propria trequarti e con la paura nei calzoncini. Sta di fatto, che se la gara si fosse giocata a maggio, ci saremmo “arrabbiati” non poco, soprattutto dopo 250 chilometri.

Comunque, al di là del “brodo” servitoci sul tappeto verde, assistiamo alla gara con la pezza retta in mano per novanta minuti, intonando cori contro la tessera dopo il triplice fischio finale dell’arbitro, prima di far ritorno nella nostra Fondi.

2 pensieri su “La trasferta di Melfi

  1. Seguo con interesse la vostra realtà, non credo sia facile portare avanti un discorso ultras in una cittadina di 40.000 abitanti, con l’aggravante poi dello stato attuale delle cose per quanto riguarda gli ultras, ma lo fate, con coerenza e dignità. Tanto di cappello a voi. Saluti da Empoli.
    NO ALLA TESSERA.

  2. Grazie per le belle parole. Dici bene, non è facile e ad Empoli ne sapete qualcosa, visto che il bacino d’utenza è pressochè lo stesso. Almeno da voi c’è tradizione e cultura calcistica, cose che quì latitano.

    Sono proprio gli attestati di stima come il tuo che ci aiutano ad andare avanti.

    Grazie ancora.

    E sempre NO alla TESSERA.

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