La trasferta di Gavorrano

I ragazzi del muretto

Le trasferte hanno sempre un sapore diverso, che ti inebria, ti stordisce, ti sfianca, ti tramortisce fino a provocare l’effetto opposto, così che nemmeno hai il tempo di tornare a casa per una doccia ed un piatto caldo che, ormai assuefatto, ripartiresti ancora, ed ancora, verso nuove gradinate, attraverso nuove avventure.

Ormai, mancano pochi chilometri alla conclusione di questo viaggio chiamato Serie C ed anche se per andare avanti non abbiam bisogno di stimoli, due trasferte consecutive rappresentano più di un incentivo per evitare di pensare a questa interminabile agonia, che va avanti da agosto e forse ancor prima. Dopo Melfi, c’è Gavorrano, per un “saliscendi” che ha contraddistinto la stagione e che, è inutile nasconderlo, ti distrae e ti aiuta ad andare avanti per inerzia, imbottendoti di tranquillanti sotto forma di paesaggi e panorami, quelli che sfilano di fianco la nostra auto, che sale, sale lungo l’Aurelia fino ad entrare in Maremma.

Le quattro ore di viaggio quasi volano, c’è il rischio di prender sonno, a dire il vero qualcuno ci riesce, ma ci pensano le innumerevoli buche sull’asfalto a tener su le palpebre ed il morale. Anche questa domenica, tanto per cambiare, piove. Cazzo, quanta acqua abbiamo preso quest’anno!

Tanto per cambiare, sbagliamo strada e ci ritroviamo nelle campagne toscane, a far compagnia alle galline, che ahinoi non sono procaci donne insoddisfatte del posto, come intenderanno i più maliziosi e come speravamo anche Noi, ma galline vere, a bordo strada. Riusciamo a rimetterci “sulla retta via” e si iniziano a vedere i primi cartelli stradali che indicano la direzione giusta per Gavorrano. “Dai su, saranno al massimo seimila anime, cosa cazzo ci vuole per trovare ‘sto posto!?!”. Il bello è che ci siamo già stati lo scorso anno, ma nessuno ricorda la strada, almeno fino all’illuminazione di uno dei nostri, che in un “rigurgito” di ricordi, si traveste da navigatore e ci conduce al paese.

Paese, paese un par di palle! Per due caffè, la “non male” barista ci chiede 2 euro! Mentre alle nostre spalle si sfiora la rissa tra brizzolati attempati, che litigano perché nessuno li ha avvertiti del fatto che il GP di Melbourne partisse alle 7 del mattino. Ma chi doveva avvertirli? Boh! Ad una certa età, queste diventano vere e proprie questioni di principio. Chissà se avranno risolto la diatriba o ci sarà voluta la mediazione del parroco…

Rimaniamo col dubbio e ci dirigiamo verso il “Malservisi”, che a guardarlo ci si chiede come possa ospitare partite di Seconda Divisione. A differenza dello scorso anno, questa volta ci appostiamo sul muretto alle spalle del settore ospiti, dove “giustamente” prendono posto i pochissimi tifosi del Gavorrano. In Italia, “mogli e buoi dei paesi tuoi, ma le leggi come cazzo vuoi”!

Una volta attaccata l’immancabile pezza alla rete, ci immedesimiamo giardinieri e sfoltiamo l’albero e la siepe per cercare di seguire la gara meglio di chi sta in campo. La visuale è ottima, il campo è in pessime condizioni ed i rossoblu, con l’ultimo barlume d’orgoglio, non sfigurano davanti ai padroni di casa, che non sembrano meritare i venti punti di vantaggio in classifica rispetto al Fondi. Anche a Gavorrano si finisce col perdere e pieni zuppi d’acqua, sopra un muretto, senza sogni nel cassetto, ma con un unico amore che ci teniamo stretto!

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