La trasferta di Chieti

Visioni & Previsioni

La settimana che precede la trasferta di Chieti la passiamo non con uno, ma con due occhi al meteo. “Piogge al nord, banchi di nebbia su tutta la Penisola fino alle prime ore del mattino, temperature in diminuzione su gran parte del Paese, neve a bassa quota sul versante adriatico”…e dove dobbiamo andare Noi? Chieti, Abruzzo, versante adriatico. Echecazzo!

Ci prepariamo. Guanti, sciarpa, berretto, scaldacollo, tre paia di calze, maglia in pile, pigiama sotto il jeans (vista l’età) e pensieri rivolti ad un posto caldo tipo Rio de Janeiro, immersi tra la spiaggia fine ed i culi che scorrazzano su bici e pattini…proprio come Canà e Bergonzoni alla ricerca di Aristoteles.

Da Sora in poi, una volta saliti sulla rampa della statale che porta ad Avezzano, il paesaggio attorno sembra un presepe immerso nella neve, mancano solo i pastorelli e le luci ad intermittenza, che si surriscaldano e per una strana legge della fisica rimangono accese o spente a seconda di come “gli gira”.

Ridotti, Balsorano, Le Rosce, Civitella…i nomi dei luoghi che ci circondano ci tengono su il morale, il panorama ci frastorna, le buche ci tengono svegli, iniziamo ad avere freddo ed il pigiama ci irrita, ma basta guardare fuori dal finestrino per rimanere a bocca aperta e dimenticare i pensieri e le scocciature.

Una volta arrivati ad Avezzano, la statale fa posto all’A25, Autostrada dei Parchi, e più la percorriamo e più capiamo il perché di questo nome. Neve, neve ed ancora neve, bianco dappertutto, le cime nemmeno riusciamo a vederle. Questa è la Marsica, una volta qui abitavano i Marsi, gente con le palle per costruirsi casa tra lupi e gelo.

Stranamente, arriviamo in netto anticipo alle porte di Chieti e ci buttiamo nell’ultimo punto ristoro disponibile. Tutti i preparativi per il grande freddo vengono smontati appena apriamo gli sportelli…17° centigradi, previsioni del cazzo e pigiama che inizia a far sudare. Ma le “disgrazie” non vengono mai da sole! Specialità della casa, una pizza alta come una pagnotta, che per mandarla giù dovrebbero asportarci l’esofago. Abbiamo capito, anche stavolta meglio buttarci sugli affettati sottovuoto e sui panini nostrani.

Una volta arrivati nell’immenso parcheggio dell’Angelini, non tentiamo nemmeno di avvicinarci all’ingresso ospiti, già sicuri di ritrovare gli stessi gendarmi poco avvezzi alle buone maniere, trovati qui lo scorso anno. Uno di loro si fa un giro a piedi nel parcheggio, guarda le auto, le squadra e legge i loghi delle concessionarie, ma stranamente la nostra non viene nemmeno presa in considerazione. Ci posizioniamo sul cancello di una rimessa di tir e attacchiamo la pezza alle strette maglie della recinzione. Da qui riusciamo a vedere quasi tutto il campo, comprese le due porte e rimaniamo lontani dalle “solite domande”. Strano ma vero, dopo dieci minuti di gioco i gendarmi fanno chiudere i cancelli e vanno via, le volanti sfilano a pochi metri. Sarà, ma questi non si sono proprio accorti di Noi. Meglio così!

Purtroppo, in campo non va come dovrebbe andare e andiamo via da Chieti senza nemmeno le briciole di un punto. Riapriamo gli sportelli, abbassiamo addirittura i finestrini e salutiamo il versante adriatico. La prossima volta veniamo con i bermuda. Meteo, meteo, vaffanculo!