La trasferta di Celano

Imagine all the ultras…

Potremmo iniziare il racconto dell’ennesima trasferta, come sempre, dalla partenza o dai preparativi, dal viaggio di andata verso Celano, tra sprazzi di neve e paesaggi stupendi. Potremmo riempire la vostra immaginazione con le nostre parole e darvi l’impressione di esser stati lì al nostro fianco, dietro la cancellata del settore ospiti. Ma preferiamo parlarne dopo.

Questa volta, inizieremo a raccontare dal viaggio di ritorno, dal momento in cui, voltandoci ad osservare il panorama, siamo stati rapiti da dieci ragazzini che correvano appresso ad un pallone su un prato più giallo che verde, ma con una passione tale da far apparire quella distesa di erba uno stadio pieno, almeno ai loro occhi.

Per un attimo, abbiamo rallentato, cercando di scorgere una strada che ci potesse portare da loro. Per un attimo, abbiamo pensato di scendere e raggiungerli, per intonare dei cori e rendere quel prato veramente uno stadio. Per un attimo, abbiamo pensato di tornare a scaldare le nostre ugole. Peccato però, non esser riusciti a trovare anche un po’ di ghiaia che ci potesse condurre al loro “stadio”. Se fossimo riusciti a raggiungerli, sarebbero rimasti a bocca aperta ascoltando i nostri cori e saremmo tornati ragazzini anche noi.

Quella visione, ci ha fatto dimenticare novanta minuti di nulla al “Piccone” di Celano, dove i rossoblu sono usciti sconfitti ed a testa bassa, senza aver tirato fuori l’orgoglio, nemmeno per uno solo dei novanta minuti. L’orgoglio, proprio quello ha fatto la differenza. L’orgoglio, quello tirato fuori dai padroni di casa, dati per spacciati già da gennaio, ma che hanno saputo dimostrare quanto sia fondamentale scendere in campo non solo per calpestare il terreno, ma per onorare i colori che si portano addosso.

L’orgoglio ha creato il solco tra le due squadre e l’immaginazione ha fatto il resto. L’immaginazione, proprio quella. La stessa immaginazione che ha permesso al Celano di vincere contro un nemico più forte, almeno sulla carta, ha permesso a quei dieci ragazzini di segnare una rete tra due sassi, immaginando una porta, uno stadio e gli spalti gremiti, perché dove non può arrivare la realtà, arriva l’immaginazione.

Ora più che mai, repressione, diffide, trasferte vietate e tessera del tifoso rappresentano la realtà, ma è l’immaginazione che ci porta lontano dalla nostra Fondi, fuori stadi di cui vedremo solo mura e cancellate, dopo chilometri di passione. La realtà ci consiglierebbe di mollare, di lasciar stare, ma l’immaginazione ci porta lontano, così lontano da fregarcene di tutto il resto. Noi viaggiamo e continuiamo a sognare ed immaginare!

2 pensieri su “La trasferta di Celano

  1. …a fine anno potremo parlare di paesaggi, parcheggi, muri e cancelli. In fondo sempre Italia è! Fondi siamo Noi, oggi più che mai! Anche a Celano eravamo gli unici a rappresentare la Città.

    ONORE A NOI ED A CHI NON SCENDE A COMPROMESSI

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