La trasferta di Aprilia

La dura legge del gol

Torniamo dalla trasferta con un punto, un misero punto che non aiuta a sperare. Nemmeno ad Aprilia si riesce a vincere, eppure i padroni di casa sono forse gli unici ad esprimere, attualmente, un calcio peggiore del nostro. I biancocelesti, dopo una prima parte di campionato oltre ogni più rosea previsione, si ritrovano ora a fare i conti con una realtà ben diversa. Dicevamo…esprimono un calcio peggiore del nostro ed è tutto dire; esprimono un calcio peggiore del nostro e ce ne vuole per rimanere a guardare lo squallido spettacolo che le due squadre mettono in campo.

Siamo ancora alla fine di febbraio ed i ventidue in campo sembrano già pronti alla sdraio e all’ombrellone. Non fa caldo, eppure i ventidue “fenomeni” sembrano affaticati, senza energie e con la testa altrove, se solo ci si sofferma a pensare come siano arrivate le due reti messe a segno nei novanta minuti. Una rete a testa accontenta il “popolo scommettitore”, ma lascia l’amaro in bocca alle due compagini. Certo, che se si vuol vincere giocando così, non si è mica capita la “filosofia del gioco del calcio”!

“Fai un gran bel gioco però, se non hai difesa, gli altri segnano”…così cantava Max Pezzali ne “La dura legge del gol”. Ma magari si vedesse ‘sto gran bel gioco! Nemmeno l’ombra, neppure a sprazzi, nessuna giocata degna di nota…e questa sarebbe la Serie C!?! A tratti, in campo, sembrava non volessero farsi male. E forse, non erano solo sensazioni, e forse, non erano solo le nostre impressioni.

I fondani non tesserati, gli unici presenti, come sempre tra l’altro, trovano “spazio” su un muro di recinzione, da dove si vede il campo e “purtroppo” lo spettacolo osceno sul tappetto verde. Grazie al muro, si evita anche di “fare a cazzotti” con gli sponsor posizionati davanti al settore ospiti, che coprono volutamente la visuale a chi ha deciso di non tesserarsi. Novanta minuti sopra un muro, come i ragazzi di Berlino la notte del 9 novembre del 1989, con la “libertà” ad uno schioppo di dita. Già, proprio la libertà, quella che gli ultras chiedono a gran voce.

Comunque, si torna con un punto, che dieci giornate fa avrebbe “fatto morale”, ora nemmeno quello, visto che in campo ci vanno con la testa abbassata ed il pensiero al “27 del mese”. Nemmeno i più ottimisti tra Noi sorridono, mentre gli altri già da un pezzo si son fatti una ragione. Quei pochi che ancora ci credono, si sobbarcano l’ennesima trasferta. A questo punto della stagione, un pareggio equivale ad una sconfitta e se a ciò si aggiungono le vittorie degli altri, cari amici, il gioco è bello che concluso, altro che speranze! Qui ci chiedono di sperare, quando loro già hanno chiuso le valigie!!!