La trasferta de L’Aquila

Ritardatari

Più o meno un anno fa, girovagammo per L’Aquila pedinati da una volante che nemmeno per un secondo ci perse di vista. Cercammo invano di poter scorgere un lembo di terreno, una striscia di campo, una maglia rossoblu che non fosse quella dei padroni di casa, ma non riuscimmo nell’intento. Delusi, ma per nulla sconfitti, decidemmo di optare per un “giro turistico” tra le vie del capoluogo d’Abruzzo. Il resto già lo avrete letto…

Memori dei “segugi” dello scorso anno e vogliosi, almeno questa volta, di poter scorgere qualcosa in più rispetto al cancello sbarrato del Settore Ospiti, abbiamo deciso di posticipare il nostro arrivo. Nessuna “notte brava”, nessun contrattempo, nessun incidente di percorso a rallentare il nostro viaggio verso L’Aquila, semplicemente una “scelta ragionata”. E poco conta se tale scelta, sommata ai calcoli sbagliati del nostro “navigatore” ci hanno fatto arrivare a destinazione con ben 40 minuti di ritardo, 40 minuti, avete capito bene. Vabbè, cosa volete che siano 40 minuti di ritardo, tanto mica partiamo per vedere la partita Noi…

E così, una volta arrivati, non contenti del ritardo accumulato, ce la siamo presi comoda e, rifocillati “ben bene” ci siamo “arenati” sulle dolci ascese che portano al Forte spagnolo, che sovrasta il “Fattori” e regala ai “non tesserati” come Noi ed ai “portoghesi del posto” un panorama niente male, tra cipressi ed aceri.

Conoscere il risultato sfavorevole non ci ha “ferito” quanto vedere invece il Settore Ospiti completamente deserto, senza nemmeno l’ombra allungata dal sole delle 16 di un fondano qualunque sulle gradinate grigiastre del “Fattori”…e se nemmeno 160 chilometri si è disposti a fare per seguire i rossoblu in trasferta, vuol dire che chi tanto “ciancica” di Fondi, farebbe meglio a tacere, per sempre.

Dal Forte spagnolo la visuale era ottima e, fortunatamente, questa volta “quelli della volante” erano intenti a prendersi un caffè al bar dello stadio. Noi, liberi di svariare sui sentieri dell’altopiano del Forte, avevamo anche il tempo utile per scoprire che le aquilane non sono niente male, e al diavolo il detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Uno dei nostri, nel frattempo, ascoltava con interesse uno dei “portoghesi” presenti, che vista la parlantina, da giovane sarà stato sicuramente professore di filosofia.

Distratti e disorientati dalle bellezze del posto e dalle lezioni del “professore”, ci siam persi il gol del pareggio del Fondi, a tempo ormai scaduto, e visti i tempi, ci è sembrato anche “un miracolo” vedere con i nostri occhi una rete dei rossoblu.

Con gli occhi “pieni” non certo di calcio, abbiam fatto ritorno nella nostra amata Città, anche questa volta in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ma cosa volete farci, le trasferte son così belle che vorresti non finissero mai e allungheresti perfino il tragitto pur di viaggiare ancora, ed ancora, ed ancora…