In casa con l’Arzachena

Siamo fatti così!

Una di quelle domeniche che iniziano il sabato notte, quando senti suonare il cellulare che poggi sempre sullo stesso comodino, sperando che non sarai costretto ad alzarti dal letto per rispondere alle solite “chiamate moleste” che arrivano sempre quando stai per chiudere gli occhi. Ti verrebbe anche di non rispondere, ma ormai sei abituato a questi orari insoliti e ci passi sopra, perché conosci il tuo interlocutore e per lui, l’una di notte corrispondono alle nostre dieci del mattino.

Ti chiama per ripeterti all’infinito, visto che è già la sesta-settima volta che te lo dice, quale sarà il menù del giorno dopo. Lasagna, straccetti con rucola, zucchine, girello con carote ed a chiudere insalata, tutto rigorosamente cucinato a dovere dalla mamma, mica da lui, che ancora oggi millanta anni ed anni di esperienza come cuoco, cameriere e lavapiatti. A sentirlo, non c’è piatto che non conosca.

La domenica mattina è già su di giri, quasi come se dovesse cucinare lui, come se dovesse stupire Carlo Cracco al MasterChef, ma a tavola si limita a portare le pietanze come solo “uno che fa catering da quando è nato sa fare”.

Quando sono da poco passate le 14, ci lecchiamo i baffi e facciamo un lungo applauso alla signora, per dirigerci al “Purificato”. Barcolliamo e siamo visibilmente appesantiti, tanto che sarebbe il caso di abbinare il tutto ad un meritato riposo domenicale, ma ci aspettano le gloriose maglie rosse e blu e non ci piace farle aspettare.

Al “Purificato” va in scena la penultima gara casalinga della stagione, avversario di turno l’Arzachena, con due piedi, le scarpe e pure i lacci in Eccellenza, ma che all’andata ci fece soffrire come nessuno è riuscito a fare in questo campionato.

I termometri sfiorano i venti gradi centigradi, ma dal mare viaggiano veloci nuvoloni neri che ben presto coprono il prato del “Purificato” e buttano giù tutta la loro rabbia. Ne risente anche il tifo, che a metà Aprile deve ancora fare i conti con la pioggia. Ma mai come questa volta, provvidenziale risulta il doppio fischio della giacchetta nera, che ci permette di rifugiarci nei bagni, almeno per i consueti quindici giri di lancette. Peccato però che l’intervallo sembra durare meno del previsto e ci basta veder solo una maglia rossoblu calpestare l’erba per tornare subito al “nostro posto”.

Sul campo otteniamo una vittoria importantissima per dire “addio” al pericolo play out e guardare con ottimismo le tre gare che mancano da qui alla fine. Sugli spalti “volano liberi” rutti dal sapore di girello, che non riescono a nascondere l’abbuffata di poche ore prima. Smesso di piovere, il tifo ritorna su livelli accettabili, ma certo, così gonfi e senza nessun avversario di fronte, di più proprio non si poteva chiedere.

 Con altri novanta minuti alle spalle, si ripongono gli striscioni nello zaino, si richiudono le telescopiche e si ripiegano i bandieroni. L’ennesima domenica di tifo e passione dietro i nostri colori, con le pance piene, l’ultimo bottone dei pantaloni sbottonato e nelle orecchie l’eco inconfondibile:”Lasagne, straccetti…”!

Siamo fatti così, che ci possiamo fare?!?