In casa con il Sora

E ritorno da te…

Ricominciare, lasciarsi l’estate alle spalle e tornare a cantare. L’ombrellone, l’infradito, il costume a fiori, la granita al limone, la sabbia sull’asciugamano, la tipa della terza fila che legge un romanzo, il bagnino che ingrossa il bicipite, il pedalò sempre a largo, il sole che scotta, l’assenza di onde, i castelli dei bambini, i racchettoni, il frisbee ed il cremino che si scioglie.

Vanno via gli amori, quelli estivi nati sotto la luce della luna piena, incapaci di resistere alle prime piogge. Va via l’abbronzatura, che per tre mesi ci fa sembrare più affascinanti. Vanno via le notti in riva al mare, quando scalzi si passeggia sulle conchiglie in frantumi. Va via la salsedine e quel sapore di bagnoschiuma rigenerante alle erbe, che in estate va in fumo più degli zampironi per le zanzare.

La passione, sopita per far posto allo scazzo, ritorna prepotentemente e si fa largo tra il lavoro e le nuvole. Ricomincia la scuola, l’università, il lavoro per chi ce l’ha. Ricomincia la tua unica storia d’amore, che non ha bisogno di lucchetti ad un ponte per dimostrare quanto sia inossidabile ed ineguagliabile.

Torni a soffrire, urlare, cantare, gioire se sei fortunato. Torni a sperare in un rigore, ad esultare per una vittoria. Torni al tuo posto, su quei gradoni che non vorresti lasciare mai. Torni e sorridi. Sei lì da pochi secondi ed hai già ritrovato la serenità, persa dopo l’ultimo acquazzone. Torni e già questo ti rende felice. Torni al tuo posto, con i tuoi amici al fianco. Torni in curva ed aspetti il tuo amore, più bella che mai, che tra qualche minuto sarà lì sul campo.

Ti brilleranno gli occhi, avrai il respiro affannato, un tamburo suonerà il tuo cuore e non potrai fare a meno di guardarla. Basterà un attimo per innamorarti di lei. Ancora una volta.

Tu lo sai. Dopo ogni estate è sempre la stessa storia. Non l’abbandoni, la pensi sempre, la scansi solo per qualche istante, vuoi quasi non pensarci, ma lo fai perché sai già che tornerà, che sarai ancora lì, che piangerai e l’amerai, ancor di più.

Ecco, sei lì che tremi, non reggi l’emozione, hai il cuore in gola, trattieni il respiro e le lacrime, tiri su il bandierone e regali al cielo azzurro un po’ di rosso e di blu. Sei l’uomo più felice sulla Terra in questo momento. Lei e lì, a pochi metri da te e te la stai facendo addosso. Tu sei qui, su questi gradoni, la osservi come la meraviglia più bella del Mondo.

La ami follemente, la pensi intensamente, la sogni di notte e la segui ovunque. Non te ne importa di quello che pensa la gente, a te interessa solo lei, lei e nient’altro. Sei innamorato, si vede anche da lontano. Hai un chiodo fisso che ti perfora la mente, non vuoi ascoltare nessuno, non sei disposto a farla diventare “niente”.

Amare non è nient’altro che innamorarsi ogni volta che si guarda il proprio amore, come fosse il primo incontro. Tu ami perché ogni volta che la guardi te ne innamori. Tu ami perché non vuoi sentir ragioni. Tu ami perché più passa il tempo e più l’avvicini al petto. Tu ami perché non sapresti viver senza. Tu ami perché sei uno degli ultimi romantici rimasti. Tu ami quello che per gli altri è meno di niente. Tu ami e non puoi fare a meno di lei.

Il triplice fischio ti regala una gioia, lei ha vinto sul campo, tu la osservi e scoppi in un pianto. E’ un pianto di felicità questo, di un amore ritrovato, ma che in realtà non se n’è mai andato.

Questa è la storia di un amore turbolento, che in pochi possono affrontare a cuore aperto. Questo è l’amore di un ultras per la propria squadra, una passione che dura una vita, non una sola giornata!