In casa con il S.Maria delle Mole

“Sir, up the hands”

Dopo la trasferta sarda di Sassari, si torna al “Purificato”. Dopo molto tempo torniamo a giocare contro il Santa Maria Mole, che rispetto all’incrocio di anni fa, ha in più nella denominazione il nome “Marino”, perché è lì che gioca le sue gare interne, nell’impianto costruito in occasione dei Mondiali del 1990. I rossoblu vengono da due vittorie consecutive, che rendono la strada da percorrere verso la salvezza meno irta ed insidiosa.

Il “Purificato” non regala nulla di più di una manciata di appassionati, che non hanno abbandonato il Fondi dopo la disastrosa retrocessione dello scorso anno, che ancora è cocente e si manifesta con larghi vuoti e con il menefreghismo della quasi totalità dei fondani. L’unica consolazione, per Noi della Iacuele, è che almeno la metà del pubblico presente è in curva al nostro fianco e partecipa attivamente al tifo. In queste prime gare di questa nuova stagione, non sempre l’apporto è stato dei migliori; nemmeno vorremmo chiamare in ballo il caldo che stenta ad andare in letargo, ma ci son state domeniche in cui ha preso il sopravvento “lo scazzo”.

Nel settore ospiti nulla, tranne l’allenatore degli ospiti che sconta lì la sua squalifica ed i genitori di qualche under in campo. Manca la tifoseria avversaria, il gol non arriva e così è difficile trovare stimoli, in un campionato che di stimoli ne regala già pochi, anzi pochissimi. Eppure, proprio in una domenica così, che renderebbe noioso anche uno spettacolo di lap dance, la curva trova smalto e vigore e sfodera novanta minuti niente male.

In assenza di stimoli esterni, siamo costretti a crearli artificialmente, siamo costretti a rendere pepata una domenica sugli spalti che sembra un funerale, se solo ti guardi attorno e ti fai coinvolgere da quell’aria sonnolenta di cui si ciba ormai da anni il “Purificato”. Spesso, anzi diciamo la verità, ogni domenica, ecco ve lo confessiamo, pensiamo ed immaginiamo cosa sarebbe questo stadio se anche Noi decidessimo di prenderci ferie e giorni di risposo. Beh, questa striscia di terreno tornerebbe ad essere una landa desolata, come fu fino agli anni ’50, quando proprio sotto quello che ormai è un sintetico di nuova generazione, sorgeva il cimitero della nostra Città.

Buon tifo, siamo belli carichi, c’è tempo anche per il nuovo coro, che non è quello del San Lorenzo, tanto per rimanere “autarchici” e fuori moda. E poi, a partita iniziata, sbuca fuori un inglese, che con la sua digitale inizia a far foto come un cinese a bordo di una gondola nel Canal Grande a Venezia. Ha persino lo stesso sorriso da imbecille stampato in fronte, anche dopo averlo costretto a partecipare ai battimani con un inglese che più maccheronico non si può. In assenza di stimoli, anche un turista, mosca bianca per la nostra Città ad ottobre, può farci sorridere e cantare. Cosa sarebbe il “Purificato” senza di Noi? Ve lo lasciamo immaginare!