In casa con il Catanzaro

Quelli che siamo!

Non saremo mai una grande tifoseria, ma dovranno spiegarci cosa intendono per “grande”. Non avremo mai l’onore di strapagare Trenitalia per noleggiare un treno speciale tutto per Noi, non faremo mai torpedoni di autobus festanti pieni zeppi di occasionali, non avremo mai il numero dalla nostra parte, non saremo mai amati dalla nostra Città, non finiremo mai sulle prime pagine di un giornale pronto a sputare fango alla prima occasione, non saremo mai una folla o una macchia, non avremo mai problemi nel contarci, non saremo mai tanti…lo dice anche un nostro coro.

Fa niente, ci accontenteremo. Non siamo nati per stupire o per far notizia, per essere elogiati o fotografati, siamo nati Ultras, e moriremo tali. E non ce ne voglia l’allenatore di turno, se la nostra coerenza ci porta a cantare solo per Noi stessi, invece che idolatrare l’ennesima “figurina” che siede sulla panchina dei rossoblu, anche perché, ad idolatrarsi, ci pensa lui stesso in sala stampa.

Ed è così, che nel trambusto di una domenica come le altre, ci siamo emozionati, non certo per un risultato ormai scritto, che pronosticarlo sarebbe stata una banalità. Ma lo abbiamo fatto, vedendo gli occhi pieni di orgoglio del più piccolo tra Noi, che dopo una stagione al nostro fianco, si è meritato i “galloni”, la fiducia dei vecchi, l’amicizia di chi gli canta affianco. A guardarlo, sembra più grande dell’età che ha e sugli spalti ha dimostrato quella fierezza e quell’attaccamento che i vecchi di una curva vorrebbero vedere in tutte le nuove leve.

La Curva ha deciso di affidargli la sciarpa del gruppo, di amarla e custodirla come la cosa più preziosa in suo possesso; di legarla al collo e di immaginarla sempre lì, anche quando è piegata nel cassetto nell’interminabile attesa tra una domenica e l’altra. Una sciarpa che non è solo lana, ma molto di più, molto di più di un brillante al dito di una moglie, molto di più di una pelliccia sulle spalle di una vecchia nobildonna.

Lui, emozionato e frastornato, ci ha ringraziato facendosi valere in Curva, dimostrando ancora una volta che quel metro di lana se lo è meritato. Un “battesimo ultras”, una specie di iniziazione con la speranza di affidargli, un domani, quel pezzo di stoffa in cui tutti Noi abbiamo racchiuso sogni e speranze, gioie e dolori dei nostri anni sulle gradinate. Nel frattempo, speriamo cresca in fretta così da potergli far assaporare anche le trasferte, ma nemmeno quelle, quanto il viaggio…

“Dovevamo scegliere se essere tanti o essere ultras…scegliemmo di essere la Curva Iacuele.”

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