In casa con il Borgo a Buggiano

Quelli tra spalti e realtà!

Abbiamo facce poco note perché non siamo da prima pagina. Non amiamo i riflettori puntati addosso con quella luce che acceca, intontisce ed illude. Non siamo attori, né protagonisti, siamo semplici comparse di un film di bassa lega, di quelli che si girano in un’estate o ancor meno, in qualche sobborgo sperduto di chissà quale Città, nascosti dal buio anche quando il sole è bello alto lì su in cielo.

Abbiamo facce da camuffare, perché il nemico è sempre dietro l’uscio. Non siamo tanti, mai lo saremo, siam quelli che bastano per esser felici. Siamo pochi, ma siamo abbastanza, sempre presenti, oltre qualsiasi distanza. Siamo quelli che siamo, senza invidia per gli altri, senza menzogne per sembrare di più, senza scuse da presentare nel conto, senza rimorsi, senza rimpianti, senza indugi, senza inganni.

Amiamo gli spalti, senza alcuna distinzione, senza impuntarci come donnine, se al posto dei seggiolini, troviamo del cemento armato ormai scalfito dalla pioggia e dagli anni. Amiamo quei campi intrisi di sudore, che al posto dell’erba artificiale, hanno quel sabbione che qua e la ti regala pietre appuntite, pronte a squarciarti ginocchi e fronti.

Amiamo gli stadi, quelli polverosi, quelli poco famosi, con un nome impronunciabile e difficile da ricordare, dove il biglietto te lo fa un tizio nascosto nel botteghino, dal quale vedi uscir fuori solo una mano, pronta a graffiar via i tuoi soldi e regalarti un ticket da lotteria di paese, che da quelle parti chiamano “biglietto”.

Odiamo le grandi platee, quelle che amano una maglia solo dal terzo posto in su, quando il palato diventa sopraffino, le aspirazioni triplicano, i sogni si avverano, si fa la fila al botteghino e si sta vicini a chi nemmeno sa di che colore sia fatta la maglia che vuol tifare. Quelle maree umane pronte a sbucar fuori dall’anonimato, per unirsi al coro dei vincitori, per poi tornare alla squallida vita di tutti i giorni, fatta di zero passioni e poche aspirazioni.

Odiamo le classifiche e le graduatorie, che premiano le squadre, mica le tifoserie. Liste interminabili, fatte di numeri, gli stessi numeri che chi non guarda più in la del proprio striscione, pensa contino più della fede, della passione, della costanza, dell’orgoglio, della coerenza, della militanza, dei sacrifici, dell’amore, dell’assidua presenza, dell’inspiegabile motivazione che spinge un ultras a seguire ovunque una squadra, malgrado difronte ci siano ostacoli insormontabili.

Ma la passione fa crollare muri e regala emozioni anche dietro del filo spinato saldato all’estremità di una recinzione. La passione non è fatta di istanti, ma è essa stessa un istante lungo una vita. Sta a Noi scegliere di vivere di istanti o di un’infinita passione. Noi abbiamo scelto! Noi siam quelli là, quelli tra spalti e realtà!